I: Mi ritrovo nello spazio con una sconosciuta
Nella sua breve esperienza da Semidio, Theo Starlord aveva imparato una cosa: se eri immischiato con l' Olimpo e le cose ti andavano male, non bisognava preoccuparsi... perché potevano sempre peggiorare.
Ma non era sempre così...
Qualche volta la vita ti riservava qualche piccola e gradevole sorpresa e quello che stava succedendo in quel momento a lui ne era il perfetto esempio.
Aveva appena aperto gli occhi e quello che vide lo lasciò senza fiato: era nello spazio!
O almeno così gli sembrava.
Si guardò attorno e tutto quello che riusciva a vedere erano le stelle di ogni colore, che lo circondavano.
Non c' erano il Sole, la Luna, la Terra o altri pianeti... solo stelle.
Theo decise che doveva muoversi e provò a camminare.
Stare lì era come essere nell' acqua, ma appena fece un passo in avanti, apparve un tappeto di stelle che si creava mano mano che lui avanzava.
Tutto ciò era veramente stupendo.
Aveva sempre adorato le stelle e nel tempo libero gli piaceva guardare il cielo stellato.
Sarà stato per il suo cognome o per il fatto che sua madre era la dea della Luna ma si era sempre sentito attratto dal cielo notturno.
- (Questo è il sogno migliore che io abbia fatto nelle ultime settimane) -
Pensò mentre giocava a riconoscere le costellazioni.
Proprio mentre si stava rilassando però, si accorse che davanti a lui, c' era una stella bianca, più grande rispetto alle altre e di forma ovale.
Incuriosito, si avvicinò ad essa e si rese conto che non era una stella, ma non poteva immaginare cosa fosse. Fu solo quando fu ad una decina di metri di distanza, che si rese conto che si trattava di una ragazza.
Theo sgrabuzzò gli occhi e la guardò bene: era una sua coetanea, alta, snella, dalla carnagione ambrata e i capelli lunghi e scuri formavano una treccia che gli cadeva su una spalla. Vestiva una tonaca greca femminile bianca, che lasciava scoperte spalle, le braccia e permetteva a Theo di vedere che era scalza e poggiava i piedi nudi direttamente sulle stelle, provocando dei leggeri giochi di luce ogni volta che ne toccava una.
Lei non si era ancora accorta di non essere sola e questo permise al semidio di vedere cosa stava facendo: raccoglieva stelle e le metteva in un cesto di paglia che aveva con se.
Si muoveva lenta ed elegante e ogni volta che afferrava una stella, si soffermava qualche istante a guardarla, prima di metterla nel contenitore e concentrarsi su un' altra.
Per Theo guardare lei o il fuoco non faceva differenza: entrambi erano ipnotici e rilassanti.
Fu solo quando la ragazza si girò per puro caso e lo vide, che decise di darsi una svegliata.
Però si accorse che la sua vista non provocò alcuna reazione nella ragazza, la quale dopo averlo guardato, tornò alle sue faccende.
-( Strano eppure non sembra una che riceve ospiti tanto spesso...)-
Pensò, portando istintivamente una mano alla cintura per cercare il coltello, che in quel momento però era assente.
Dopo poco però, lei si decise ad aprir bocca
- Benvenuto, Theseus Starlord. Ti stavo aspettando-
Disse mentre gli dava le spalle.
Theo incrociò le braccia
- Bhè, ciao anche a te. Chi sei? -
La ragazza misteriosa però ignorò la sua domanda e si mise in punta dei piedi per raggiungere una stella che voleva prendere
- Scusa, tu che sei alto, potresti prendere quella stella lassù? -
Senza dire una parola, le si affiancò sollevando lo sguardo, ma si ritrovò a fare l' elicottero con il dito e a far vagare il suo sguardo da stella a stella.
- Eeeemmmm... scusami, quale delle diecimiliardi di stelle ti devo prendere? -
Chiese un pò in imbarazzo.
La tipa fece un leggero sospiro, ma si dimostrò paziente
- Quella rossa subito sopra la tua testa-.
Dopo qualche secondo di ricerca, il ragazzo riuscì ad individuarla in mezzo alle altre.
Effettivamente era piuttosto in alto.
Theo dovette stendere quasi tutto il braccio per afferrarla.
La porse alla ragazza ma lei accennò un sorriso e abbassò lo sguardo sul cesto pieno di stelle.
- Tienila. L' hai presa tu dopotutto. Vedrai che ti tornerà utile-.
Theo se la mise distrattamente in tasca e poteva sentire il suo tepore attraverso i jeans.
- Come fai a sapere il mio nome? -
Domandò cercando di non apparire diffidente.
Solo perché gli aveva regalato una stella non significava che poteva avere il lusso di fidarsi.
Lei aveva un' aria molto rilassata, ma in qualche modo appariva comunque composta e regale, quasi come se fosse una regina in un momento di riposo.
- Io so molte cose Theo. Ho la possibilità di vedere un gran numero di eventi da quassù-
Disse mentre tornava a cogliere stelle.
Il ragazzino la guardava con la testa leggermente inclinata
- Questo è un sogno, vero? -
- Che perspicacia-.
- No, voglio dire... sembra tutto così reale e tu non mi sembri solo il frutto della mia immaginazione-.
- I sogni e gli incubi di un semidio sono speciali. Essi sono più simili a delle visioni in effetti-.
- Ah... quindi... tu sei una visione? -
- Si e no. Quando voglio comunicare con qualcuno, purtroppo devo fare così-.
- E perché? -
La ragazza però evitò nuovamente la domanda e rimase zitta.
Theo se ne accorse e decise di sviare l' argomento
- Comunque, cosa vuoi da me? -
- Aiutarti-.
Il ragazzino corrucciò lo sguardo.
Onestamente, non apprezzava l' atteggiamento misterioso della ragazza.
- Aiutarmi? In che modo? E perché vuoi farlo? -
- Voglio aiutarti perché un tuo fallimento potrebbe rappresentare un dolore per Artemide e per tutto l' Olimpo-.
Theo si era accorto di come la ragazza aveva indugiato sul nome di sua madre
- Che rapporti hai con Artemide? -
La ragazza si immobilizzò per un attimo, ma poi tornò a lavorare come se nulla fosse
- Ero una sua cacciatrice-.
- Cosa?! -
- Lo so che i tuoi rapporti con loro non sono stati dei più rosei-.
- Perché? Hanno solo provato ad ammazzarmi. Chiunque ci prova dopo aver speso almeno 10 minuti con me-
Sperava di strapparle almeno una risatina, ma la sua battuta apparentemente non suscitò alcun effetto.
- Comunque sono spiacente per quello che hai dovuto passare con le cacciatrici. Dopo che ha scoperto di avere un figlio... qualcosa in lei si è spezzato-
Disse cercando in tutti i modi di non apparire amareggiata, ma Theo intuì il suo dolore.
- Non preoccuparti, dopotutto tu non c'entri-.
- Mi sento comunque responsabile, è anche per questo motivo che voglio aiutarti-.
- Ok, e cosa hai intenzione di darmi? -
- Delle indicazioni-.
- Che genere di indicazioni? -
- Purtroppo gli esseri divini non possono interferire più di tanto con le vite dei Mezzosangue, per cui non ho molto da dirti, ma ascoltami attentamente. Ne va del destino del mondo-.
- Ehi, ma allora perché non hai contattato Percy? È il migliore tra di noi! -
- Mi fido del sangue che scorre nelle tue vene-.
- Ma io... -.
- Misericordia! Taci e prestami ascolto! -
Disse un pò irritata.
Theo sgrabuzzò lo sguardo
- Ma come parli? -
- Lascia stare, un vecchio vizio. Comunque mi ascolterai? -
- Va bene, ascolterò-.
- Molto bene. Tra qualche giorno ci sarà la riunione degli Olimpi e per quell' occasione dovrai convincere Zeus a rivelare a tutti che Chaos stà per risorgere-.
-Sai di Chaos!? -
- È diventato difficile non notarlo negli ultimi tempi... -.
- Io non capisco perché Zeus lo tenga nascosto-.
- Per paura Theo Starlord. Nessuno crede veramente che Chaos possa tornare e i pochi che hanno intuito il suo risveglio si rifiutano di accettarlo o di dirlo ad alta voce-.
- E spetta a me convincere Zeus. C' è altro? -
- Se riuscirai a convincerlo, ci sarà per forza di cose un' altra impresa. Theo qualunque cosa succeda, tu dovrai essere presente, chiaro? -
- Hai idea di cosa si tratterà? -
- Non prevedo il futuro, tutto dipende da come vorranno agire gli dei-.
- Hai altri consigli? -
La ragazza però non rispose e inaspettatamente si avvicinò a Theo e gli carezzò il viso.
- Ma cosa fai? -
- Dovrei odiarti, come ti odiano le altre cacciatrici, ma non ci riesco. Quando ti guardo in te vedo molto della mia signora e di tuo padre-.
Theo rimase a bocca aperta
- Tu conosci mio padre?!?! -
- Da molto tempo. Era uno dei pochi maschi che riuscivo a sopportare-.
Non sapeva perché ma quello che aveva detto suonava come un grande complimento detto da lei.
- Sai dov' è? Parlami di lui! -
- Purtroppo non so dove sia. Solo perché sono una costellazione non vuol dire che io possa vedere proprio tutto. Per il resto chiedi a Chirone-.
- A Chirone? Perché? -
- Perché lo conosce molto meglio di me-.
Theo sgranò gli occhi.
Suo padre conosceva non solo questa tizia e Samuel ma anche Chirone.
Che diavolo di contatti aveva con l' Olimpo?!
Il ragazzino voleva aggiungere qualcosa, ma tutto a un tratto sentì le palpebre farsi pesanti e piano piano tutto si stava facendo più buio.
Si portò le mani agli occhi, strofinandoli
- Cosa succede?!? -
- Ti stai svegliando-.
Le stelle sembravano spegnersi, mentre la figura della ragazza si faceva sempre meno chiara.
- Buona fortuna Theo Starlord e buongiorno-.
- Aspetta! Dimmi almeno come ti chiami! -
La ragazza sorrise.
Le sue parole erano poco chiare, come se si fosse trovata sott' acqua, ma Theo riuscì a capire distintamente:
- Zoe Nightshade. Ex luogotenente di Artemide e ora costellazione a tempo pieno-.
E con quelle parole Theo vide tutto sprofondare nel buio.
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Aprì debolmente gli occhi, ma la forte luce del Sole lo costrinse a chiuderli quasi subito.
Forse si era scordato la finestra aperta.
Un attimo, da quando la sua cabina aveva le finestre?
Theo si sentiva pesantemente stordito e quando riuscì ad abituare lo sguardo e a guardarsi attorno...
Vide...
Che c' era qualcosa che non andava... Ma non riusciva a capire che cosa...
Prima di tutto non si trovava nella cabina di Artemide e anzi riusciva benissimo a vederla da lì, assieme a tutte le altre case e ad ogni altra costruzione del campo.
Era normale visto che si trovava a circa venti metri da terra.
Ok! C' era decisamente qualcosa che non andava!
Appena guardò giù, vide un gran numero di semidei, satiri e ninfe che lo fissavano e ciò lo riscosse.
- Ma porca miseria, ho imparato a volare o cosa? -
Sbirciò alle sue spalle e solo in quel momento si rese conto di essere appeso all' asta della bandiera, di fronte alla Casa Grande.
Ma come era possibile? Era forse sonnambulo?
Mentre elaborava le peggiori teorie sul perché si trovasse lì ( molte facevano riferimento agli alieni ), si sentì dire "buongiorno" e si voltò di scatto verso l' origine della voce.
Accanto a lui, sospeso per aria, si trovava un ragazzo alto, biondo, atletico, con una maglietta viola e una cicatrice su un labbro.
Il tipo era assonnato ed era intento a sbucciarsi un' arancia con un coltello, la sua colazione probabilmente.
- Jason! Che diavolo succede?!? -
Il ragazzo si prese il suo tempo per sbadigliare, prima di rispondere
- Uno scherzo, Theo-.
Il ragazzino sgranò gli occhi.
Era normale farsi scherzi tra semidei ma chi poteva fargliene uno così spinto?!
- Ma chi può essere stato? -
- Tre parole: Drew e Britney-.
Improvvisamente ogni dubbio venne spazzato via dalla mente del figlio di Artemide.
Era così ovvio! Perché non ci aveva pensato prima?!
Da quando era tornato, quelle due erano diventate delle vere pazze e ogni giorno si cimentavano in scherzi contro il giovane.
Fortunatamente non erano molto scaltre e Theo bene o male l' aveva sempre fatta franca, ma a quel giro...
- Sono state loro? -
- Lo hanno fatto sapere in giro e sembravano andarne piuttosto fiere. A quanto pare sono entrate nella tua cabina nel cuore della notte e Drew ha usato la lingua ammaliatrice per farti salire quassù-.
Una lampadina si accese nella testa di Theo
-( Sono rimasto appeso per tutta la notte! Ecco perché nel sogno ero tra le stelle e i miei piedi sprofondavano nel vuoto!) -
- Direi che hanno fatto un lavoro con i fiocchi-
Disse ironicamente Jason, mentre addentava l' arancia.
- Va bene, ma c' è un confine tra "scherzo" e "tentato omicidio" e quelle due lo hanno superato! Insomma... e se fossi caduto? ! -
- Drew ti ha fatto legare da solo ma hai ragione, hanno esagerato. In questo momento sono da Chirone. Sono sicuro che le punirà -.
Effettivamente si accorse di essere saldamente legato al palo, ma questo non lo consolava.
- Adesso voglio solo scendere e farmi una bella colazione, puoi aiutarmi? -
- Sono qui apposta. Appena Piper e le altre ragazze ti hanno visto gli è preso un colpo-
Disse mentre usava il coltello per tagliare le corde e afferrava Theo, portandolo a terra.
Una volta atterrato si ritrovò circondato da semidei, principalmente curiosi, ma ce ne erano diversi che trattenero una risata appena lo videro.
Il ragazzino si sentiva un pò a disagio, ma lo nascose piuttosto bene.
Subito dalla folla uscì una ragazza molto attraente, dagli occhi caleidoscopici, che mise le mani sulle spalle del ragazzino.
- Theo! Per le Parche stai bene?! -
Domandò preoccupata.
- Oh, buongiorno Piper, stai tranquilla ne ho passate di peggio-.
La ragazza gli prese il volto tra le mani, strizzandolo leggermente
- Era pericoloso! Io e Jason eravamo nel capanno e appena ti abbiamo visto ci è preso un colpo! -
- Io... aspetta, cosa ci facevate tu e Jason nel...?-
Iniziò Theo, ma la ragazza lo interruppe
- Comunque da adesso non devi preoccuparti, perché le metto in riga io quelle smorfiose di Drew e Britney-
Mentre parlavano, Jason allontanava la folla, intimando tutti di tornare alle proprie faccende.
- Oh, non ti preoccupare, ci penso io a loro -.
Piper capì cosa intendesse il ragazzino e sorrise complice
- mandami una foto quando lo farai-
Disse ridacchiando.
- Sarai la prima-
Disse ricambiando il sorriso.
La ragazza quindi si scostò da lui e divenne più seria
- comunque Theo, noi e gli altri volevamo fare colazione con te, ti spiace? -
- Certo che no Piper! Anzi fammi strada, ho una fame che non ci vedo-.
La ragazza annuì e lei, Theo e Jason si avviarono verso la mensa.
Mentre camminavano Theo si soffermava a guardare il campo che si svegliava: un gruppetto di ragazzi che giocavano a basket, satiri e ninfe che correvano e giocavano e facevano crescere fiori ovunque andassero, figli di Efesto che lavoravano nelle fucine all' aperto.
Il campo era veramente splendido.
Quelle tre settimane, erano state splendide.
Ogni giorno era un' avventura nuova.
Stava con le persone che amava e poteva fare cose che lo facevano sentire normale.
E poi quel periodo era stato pieno di novità.
Il Campo Giove per esempio si era trasferito accanto al campo Mezzosangue.
I romani lo avevano fatto per dar manforte ai greci nella difesa dei frammenti della Crocea Mors, per cui nel campo giravano ragazzi con magliette arancioni e viola.
Quelli erano dei pazzi!
In soli due giorni avevano costruito un Campo Giove in miniatura!
Non che la vicinanza con loro lo facesse impazzire...
A parte Frank, Hazel e pochi altri, i romani non erano molto gentili con i rinnegati.
Sempre perché i frammenti dovevano essere difesi, il campo era pieno anche se era inverno e molti semidei studiavano direttamente lì per non rimanere indietro con gli studi.
Non era male tutta quella vita.
Era talmente assorto nelle sue considerazioni, che quasi non si accorse che una ragazzina stava venendo loro incontro. Era mediamente alta, molto in forma e con la pelle che sembrava porcellana ma piena di sottili cicatrici. Aveva un viso delizioso e femminile che stonava un pò con il suo fisico tonico e portava appesa alla cinta dei pantaloni una spada di bronzo celeste.
Per Theo quella ragazzina non aveva bisogno di presentazioni: era Mary Hopper, sua amica e compagna di avventure.
Mentre si avvicinava, il figlio di Artemide si accorse che aveva i capelli rossi e ciò significava che era infuriata.
Sperava solo che non fosse arrabbiata con lui... quella diventava una pazza scatenata quando era in quello stato.
Mary però appena fu davanti a Theo lo prese per le braccia.
- Theo! Ho saputo cosa è successo! Stai bene?! -
- Ho sviluppato una permanente paura per l' altezza, le stelle le corde e gli alieni ma per il resto stò alla grande-.
- Appena metto le mani addosso a quelle oche di Drew e Britney io... io...-
Non continuò la frase e strinse forte il pugno, quasi a non voler dire le cose orribili che avrebbe fatto alle figlie di Afrodite.
Theo però scostò leggermente le sue mani e sorrise.
- Stai tranquilla Mary, non è il caso di infuriarsi per quelle due. So io come trattarle-.
I capelli di Mary, piano piano stavano sfumando verso il castano, mentre sulla sua faccia si formava una leggera smorfia infantile
- Ok, allora mi calmo... se sei tu a dirmelo-.
- Brava la mia macchina da guerra-
Disse scherzosamente.
Jason si intromise
- A proposito Mary, stavamo giusto per venire a cercarti. Noi veterani vorremmo scambiare qualche parola con voi, vieni a fare colazione? -
- Ho appena finito la mia corsa mattutina di 10 chilometri, quindi ok. Basta che finiamo prima del mio primo allenamento mattutino-.
A Theo venne la nausea.
Durante quei giorni al campo era riuscito a stare con Mary solo durante i pasti e alcune attività obbligatorie.
La causa era il suo allenamento massacrante.
Quella ragazza si svegliava ogni giorno e correva per 10 chilometri e dopo colazione allenava il suo fisico per 3 ore. Dopo pranzo si addestrava per tutto il pomeriggio nelle tecniche di scherma e poi chiudeva in bellezza con un' altra corsa da 10 chilometri. Dopo cena andava nella sua cabina a leggere manuali di combattimento all' arma bianca e prima di andare a letto preparava la scheda per l' allenamento del giorno dopo.
Una volta Theo aveva provato a fare il suo allenamento, perché gli dispiaceva passare così poco tempo insieme a lei.
Mary era contentissima, ma alla fine della giornata il ragazzino aveva lasciato perdere.
Era sempre stato un tipo atletico ed era riuscito ad arrivare a fine giornata senza morire, ma se pensava che quell' allenamento massacrante avrebbe dovuto farlo ogni giorno...
Francamente non riusciva a capire come faceva quella ragazza a non diventare pazza.
Ma dopotutto sapeva la risposta.
Il sogno di Mary era quello di battere suo padre Ares in battaglia e lei sapeva meglio di chiunque altro che battere un dio non era un impresa da tutti.
Si vergognava un pò a dirlo ad alta voce ma ammirava un sacco Mary.
I pensieri del ragazzino furono interrotti dall' arrivo alla mensa e notò che al tavolo di Atena erano seduti alcuni ragazzi a lui familiari, tra cui spiccava un ragazzo dagli occhi verde mare che abbracciava una ragazza bionda dagli occhi grigi: quello era Percy Jackson, eroe dell' Olimpo e suo idolo personale e accanto a lui c' era la sua ragazza Annabeth Chase, figlia di Atena.
Ma non erano gli unici a occupare quel tavolo, infatti i capicabina come Will e Clarisse erano tutti lì.
Jason e Piper fecero segno a Theo e Mary di sedersi mentre loro facevano lo stesso.
I due rinnegati si scambiarono uno sguardo.
- A cosa dobbiamo l' onore di questa riunione? -
Domandò il figlio di Artemide mentre prendeva posto.
- Vogliamo parlare di domani ragazzi-.
- Oh, è il compleanno di qualcuno? -
Percy e Annabeth si scambiarono uno sguardo.
- No, domani è il 22 Theo. Ci sarà la riunione degli dei-.
Ma questo Theo lo sapeva bene.
Non era passato giorno dove non avesse pensato al processo.
Durante la sua impresa lui e la sua squadra avevano scoperto che i cacciatori di Apollo avevano commesso un crimine contro l' Olimpo e Joshua si era costituito per coprire i compagni e perché aveva capito di aver commesso un errore.
Theo e i suoi amici erano chiamati a testimoniare e quel che era peggio... Avrebbe incontrato sua madre.
O almeno quella che lui pensava fosse sua madre...
Dopo il fatto del messaggio Iride successo settimane prima, il ragazzino aveva messo in dubbio le poche certezze che aveva.
Era una sensazione orribile, sentiva che per indagare sul suo passato potesse fare affidamento solo su se stesso.
Inoltre dopo quel sogno...
Di certo avrebbe parlato con Chirone, ma in quel momento quello che gli importava era cercare di non apparire debole e insicuro di fronte ai suoi amici.
- Lo so ragazzi, ma ho già preparato le nostre difese-.
Annabeth alzò un sopracciglio
- Cosa intendi? -
- Massì la nostra difesa giudiziaria! Ho passato la settimana a leggere libri sugli avvocati, so tutto sui tribunali. Ora ho solo bisogno che qualcuno mi accompagni in sartoria, mi serve uno di quei completi da uomo-.
Tutti rimasero senza parole.
- Theo... senza offesa, ma mi sa che tu ti sia fatto un film mentale-
Disse Percy.
- Uffa, era solo una battuta-
Disse il ragazzino sbuffando.
Comunque la conversazione fu interrotta da un ragazzone asiatico e una ragazzina minuta dalla pelle scura che portarono vassoi per tutti.
- Frank, Hazel! Buongiorno! -
- A voi! Abbiamo portato la colazione per tutti. Theo, Mary non sapevamo i vostri gusti per cui speriamo di averci preso-.
Si misero a sedere e la figlia di Plutone aprì un varco nell' ombra, facendo uscire vassoi su vassoi.
Quello di Theo e Mary contenevano solo una ciotola di cereali con il latte, ma tra tutte le razioni spiccavano quelle di Percy e Frank.
Il vassoio del figlio di Poseidone conteneva solo cibo blu.
Non sapeva perché ma ogni tanto amava mangiare solo cibi di quella tonalità e quando lo faceva molti semidei ( Theo compreso ) lo prendevano in giro per questo.
Il vassoio di Frank invece era insolitamente pieno, talmente tanto che la roba quasi non stava al suo posto.
Il figlio di Artemide si accorse che effettivamente era un pò di tempo che il ragazzone mangiava come un pazzo.
- Ehi, abbiamo fame Frank? -
Chiese sorridendo.
- È che voglio ingrassare-.
Theo strabuzzò gli occhi
- Perché? stai benissimo!-
Frank si lasciò scappare una risatina
- Fino a poco tempo fa io non ero così muscoloso Theo. Questo aspetto lo devo ad una benedizione di mio padre e all' inizio mi piaceva ma...-.
- Ma? -
- Questo non sono io. Non voglio che sia mio padre a dirmi cosa sono. Io sono io e nessuno mi dirà cosa essere... per cui si, voglio ingrassare-.
- E poi con più grasso è fantastico da abbracciare. È come stringere un panda-.
Intervenne Hazel, aggrappandosi al braccio del fidanzato.
Theo fece segno di asciugarsi una lacrima
- Wow Frank... sei il mio nuovo idolo-.
- Anche il mio-
Disse Clarisse
- Anche il mio-
Aggiunse Katie Gardner.
- Anche il nostro-
Dissero all' uniscono Connor e Travis.
Dopo quei discorsi, Frank non poteva fare altro che arrossire e mangiare il suo porridge.
Percy sorrise e alzò una mano
- Ok ragazzi, torniamo a noi adesso... -.
Tutti si voltarono a guardarlo ma il figlio di Poseidone ebbe solo il tempo di aprire la bocca per parlare, quando un vocione proveniente da un tavolo poco distante, lo interruppe bruscamente.
- BUONGIORNO!!!! -
Fece sobbalzare tutti, che si voltarono a guardare verso l' origine della voce.
Davanti al tavolo di Demetra, un ragazzo stava cercando di avere una conversazione con due giovani semidee, che erano sedute a mangiare.
Il tipo era molto alto, massiccio e muscoloso, la sua pelle era abbronzata e i tratti del suo viso erano belli ma rozzi. Aveva capelli corti e neri, gli occhi azzurri e la maglietta del campo era di una taglia più piccola, cosa che non faceva altro che evidenziare il suo fisico possente.
Theo conosceva bene quel ragazzone: era Edgar Edricksen, figlio di Efesto e anche lui assieme a Mary, uno dei suoi amici più cari.
Guardandolo meglio però si accorse che c' erà qualcosa che non quadrava nel suo atteggiamento...
Aveva un sorriso estremamente forzato stampato in faccia che gli dava un' aria un pò inquietante e in generale i suoi movimenti erano estremamente rigidi.
E questo atteggiamento lo aveva notato non solo Theo, ma anche ogni altra persona che lo aveva visto in quel momento e quindi anche le figlie di Demetra con cui stava parlando, le quali dopo essersi scambiate un' occhiata, si rivolsero a lui con fare prudente.
- Buongiorno... ti serve nulla? -
- COSA DOVREBBE SERVIRMI IN UNA BELLA GIORNATA COME QUESTA??? GUARDATE NON C' È NEMMENO UNA NUVOLA, FANTASTICO!!! -
Disse a voce un pò troppo alta.
I ragazzi lo guardarono sconvolti.
Cosa diavolo gli era preso?
Theo però riusciva ad immaginare cosa stava succedendo.
Prima di incontrarlo, Edricksen era un tipo estremamente riservato e tendeva ad allontanare tutti ma durante la sua impresa era riuscito ad instaurare con lui un rapporto di amicizia, facendolo quindi uscire dal suo guscio.
Il figlio di Efesto però non si trovava ancora a proprio agio con le persone e voleva affinare le sue capacità sociali per farsi degli amici, ma se quello era il metodo...
Nonostante tutto non riusciva a distogliere lo sguardo, così come i suoi amici e i capicabina, che guardavano la scena come se fosse una telenovela.
- Sante Parche. Qualcuno vada là e lo fermi! -
- Io vorrei farlo... ma non riesco a smettere di guardare-.
- Neppure io Bro-.
- Lasciamolo fare, magari si riprende-.
Edricksen però non sembrava intenzionato a calmarsi.
- ALLORA CHE COSA FARETE OGGI? -
- Noi... abbiamo una lezione di greco antico... -
Disse una a disagio.
- MOLTO BENE!!! IO ADORO IL GRECO ANTICO!!! VENGO ANCHE IO! -
Le due si alzarono senza aver finito e indietreggiarono.
- Guarda non mi pare il caso... -.
- Facciamo tardi... -
Si avviarono, stringendosi tra di loro.
- FERME! VENGO PURE IO!!! -
Urlò afferrando una di esse per un braccio.
L' altra però lo scostò malamente
- Stai lontano da noi, stramboide!-
Mentre se ne andavano una farfugliò
- Lo preferivo quando se ne stava per le sue-.
Edricksen le guardò andare via, con il braccio ancora alzato che piano piano si abbassava.
Dopo pochi secondi il ragazzone si trascinò al tavolo di Era e si sedette da solo.
Il suo viso era profondamente amareggiato e appena prese posto crollò sulle spalle.
- Poverino mi fa pena-
Disse piano Katie Gardner.
- Forse dovremmo dirgli qualche cosa? -
- Si e poi anche lui deve essere presente a questa riunione, dopotutto come noi è stato convocato sull' Olimpo-
Disse Annabeth.
Senza dire una parola, Theo si alzò e si diresse verso il suo amico.
Si sentiva triste per lui, bastava guardarlo per capire che ci era rimasto davvero male.
- Buongiorno è libera quella sedia? -
Edricksen alzò un poco lo sguardo
- Buongiorno... -
Il figlio di Artemide si sedette di fronte a lui.
- Allora... -
Cercò di iniziare.
Il figlio di Efesto però si prese la testa tra le mani
- Ti prego, non fare commenti su quello che hai appena visto-.
- Ok...-.
I due rimasero zitti per qualche secondo poi il figlio di Efesto si decise a parlare.
- È solo che... è da così tanto che non parlo con qualcuno e quando provo a farlo mi blocco e vado subito nel panico-.
- Ma come? Un ragazzone che ha affrontato le insidie di un' impresa ha paura di parlare con qualche coetaneo? -
Disse scherzosamente.
Edricksen parve irritarsi un pò
- Non è che ho paura! Semplicemente non so come farlo!-
- Bhè, adesso stai parlando con me e non hai ancora fatto commenti strani-.
- Ma con te è diverso! Tu sei già amico mio! Sinceramente non capisco come facciano gli altri-.
- Ti assicuro che non è complicato. Comunque dimmi una cosa: sei sempre stato impacciato, ma quell' approccio alla Pennywise non te l'ho mai visto fare, che ti è saltato in mente? -
Il ragazzo si frugò in tasca e tirò fuori una pagina strappata
- È tutta colpa di questo articolo! L' ho trovato in una rivista e offriva una guida per trovarsi degli amici, ma non ha funzionato. E pensare che mi ci sono voluti venti minuti per leggerlo a causa della dislessia-.
Edricksen mise le pagine sul tavolo e Theo le raccolse e la lesse.
Sul foglio c' erano scritte queste parole:
Salve a tutte le lettrici e benvenute in questo numero di Perfect Woman. Mie care siete timide? Non riuscite a fare amicizia? Nessun problema, perché quelle che vi propongo oggi sono 5 semplici regole universali per approcciarsi in maniera ottimale con le altre persone.
Non perdiamo altro tempo e cominciamo:
REGOLA 1: Mostrati sorridente sempre e comunque. Alle persone piacciono le tipe positive e solari.
REGOLA 2: Usa un portamento fiero e altezzoso. Apparire sicura di te ti aiuterà molto.
REGOLA 3: Usa un tono di voce fermo e forte. Non vorrai mica che le tue amiche non ti sentano, vero?
REGOLA 4: Non parlare solo di te e mostrati interessata anche agli interessi altrui. Se possibile offrirti anche di partecipare alle loro faccende.
REGOLA 5: Se vai nel panico non ti preoccupare e inizia una conversazione sul tempo atmosferico. È un argomento universale!
Detto questo auguro una buona conversazione e un buon pomeriggio a tutte quante.
Arrivederci e speriamo che queste regole vi possano tornare utili.
Fortunatamente la dislessia di Theo era meno grave rispetto a quella del mezzosangue medio e riuscì a leggere l' articolo in poco tempo e quando ebbe finito, posò la pagina sul tavolo prendendosi il setto nasale tra le dita.
- Ok, prima di tutto smettila di dare retta agli articoli di Perfect Woman. Dice solamente sciocchezze questa rivista, perché per fare amicizia c' è solamente una regola che devi seguire-.
- E qual' è?-
- Sii naturale. Non devi pensare troppo prima di parlare. Limitati ad essere te stesso e ti assicuro che tutto il resto verrà da se-.
- Oh... ci proverò, grazie-.
- Grande. E ora perché non vieni con noi al tavolo di Atena? Vorremmo parlare... -.
Ma non riuscì a continuare perché si accorse che in quel momento un gran numero di semidei stava andando verso l' entrata del campo.
Erano perlopiù romani e molti di loro avevano un' aria contenta, come dei bambini che andavano verso l' albero di natale pieno di doni.
Girandosi si accorse che alcuni di loro si erano avvicinati al tavolo di Atena e quando finirono di parlare i veterani si alzarono e si unirono al corteo, facendo segno a Theo e Edricksen di fare lo stesso.
I due ragazzi si alzarono all' unisono e confusi si misero a camminare assieme alla folla.
Il figlio di Artemide voleva fermare qualche romano per chiedere cosa stesse succedendo, ma aveva paura di beccarsi uno sputo in faccia.
Fortunatamente si accorse che davanti a lui c' era Ruby Johnson, una figlia di Cerere con cui aveva fatto amicizia in quelle settimane.
Le mise una mano sulla spalla e quando lei si girò a guardarlo arrossì di colpo.
-Ah! B.. bungiorno Theo-
Disse imbarazzata.
Ruby era una ragazza asiatica di 14 anni. Era di bassa statura, minuta e molto carina. Avveva capelli neri, lunghi e lisci e tendeva ad arrossire spesso.
Theo l' aveva conosciuta quando prese a calci un figlio di Mercurio che aveva voglia di litigare.
Lei si mise in mezzo e guarì le ferite del compagno romano, ma dopo si mise a parlare con il figlio di Artemide e si dimostrò molto gentile.
Quasi non credeva che appartenesse al Campo Giove, ma d' altronde anche tra i greci le figlie di Demetra erano le più miti e pacifiche.
- Ciao Ruby, sai perché c' è tutto questo baccano?-
- Non lo sapete? -
La figlia di Cerere sorrise dolcemente, mentre le sue guance diventavano ancora più rosse
- Reyna, il nostro pretore ed eroina dell' Olimpo è finalmente arrivata al campo mezzosangue-.
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Buonciao bimbi e bimbe☺️
Spero davvero che il primo capitolo vi sia piaciuto e mi auguro di aver iniziato bene.
Abbiamo rivisto quasi tutti i personaggi sia quelli belli che quelli brutti.
Sono contento di essere riuscito ad Inserire Zoe nella trama. Devo ammettere che lei non è tra i miei preferiti ma la colpa va al fatto che appare solo in un libro e quindi le viene dato poco spazio per distinguersi.
Spero di riuscire a svilupparla bene❤️😍
E poi Frank... Ora dirò una cosa che forse è impopolare: io lui lo preferivo quando era un orsacchiotto gigante.
Quando nel quarto libro Marte lo benedice e lo fa diventare muscoloso ho storto il naso😕
L' ho vista molto come una roba mascolinamente tossica non so... 😅
Per cui si! In questa fanfiction Frank prenderà qualche chiletto.
Certo, non lo farò diventare obeso ma tornerà più o meno a come lo vediamo ne "Il figlio di Nettuno".
Voi che ne pensate?
Spero che questo non disturbi nessuno😅
Detto questo...
Cosa succederà nel secondo capitolo?
Lo scopriremo vivendo e leggendo.
Specialmente la seconda.
Lasciate commento, stellina e perché no? Anche una critica se il capitolo non vi è piaciuto.
Buonciao bimbi e bimbe☺️
P. S Tra poco mi ricomincia la scuola e non penso di poter pubblicare ogni 2-3 giorni. Quindi posterò un nuovo capitolo ogni settimana.
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