Ho fame!
Quella ciotola di pappa sembra dirmi "Mangiami".
Oh, che meraviglia, quella ciotola di latte mi sta chiamando: "Bevimi".
Ho fame, tanta fame. Non so più da quanto tempo ormai non metto sotto i baffi qualcosa di davvero succulento. Certo, le cavallette sono appetitose e croccanti, ma non è così facile prenderne una. E poi si muovono troppo finché non gli dai il morso decisivo. Per non parlare delle cimici: puzzano! Sono una cosa veramente disgustosa. Le lucertole sono buone, ma sono difficili da prendere: mi rimane sempre la coda tra le zampe e quelle se la svignano!
Quanto mi mancano quelle cose tonde strane che fanno un click particolare quando mamma e papà le aprono, da cui esce quel profumo invitante e paradisiaco, e poi quei meravigliosi sapori sulla mia lingua, sempre diversi e appetitosi. E vogliamo parlare dei biscottini? Quelle palline croccanti che danno così tanta soddisfazione sotto le mie zanne affilate. Slurp!
Mi mancano tanto, mamma e papà. Sono mesi che non torno da loro, mesi che ho perso la strada di casa. Mannaggia, è tutta colpa di quella meravigliosa creatura magica dal pelo lungo e candido, dallo sguardo ammaliante e suadente. Oh, ma l'ho conquistata io! Non quell'altro gattaccio dal pelo rosso, quello l'ho sistemato per le feste! Quella palla di neve era stata mia. Ma poi... Dov'ero finito?
Io sono un gatto di casa, mi sono spinto giusto giusto fino ai limiti del giardinetto. Poi è arrivata lei. Ah, luce dei miei occhi, le sue vibrisse che solleticavano le mie, i suoi sonori e melodiosi mugolii mentre la tenevo amorevolmente per il collo. Lei è apparsa e io mi sono innamorato. Così, per seguirla, mi sono allontanato e non sapevo più dov'ero. Ho vagato, vagato per giorni. Ho dovuto cacciare, ma questa volta non per gioco come avevo sempre fatto: dovevo mangiare. Come mi sono ridotto. Il mio bellissimo pelo, lungo e striato di tutti i colori del grigio, è ora tutto arruffato. Cerco di tenerlo pulito, lecco a più non posso, ma sono troppo sporco.
Oh, come mi manca il mio fratellino che mi aiutava a pulirmi il pelo, mi dava sempre qualche leccotto sulla testina. Mi mancano tanto mamma e papà. Mi mancano soprattutto le carezze e i grattini sotto il muso, mi manca accoccolarmi sempre in quello spazio tra le gambe di mamma per dormire, oppure giocare con papà con tutti quei fili strani e colorati.
Ma ora sono qui, sono solo. E sono giorni che non mangio. E ho fame, troppa fame. Quelle pappe sono così invitanti. Quasi quasi un leccottino glielo do...
Però, mi aggiro nei paraggi già da qualche tempo e mai ho visto delle ciotole di pappa qui. Mh, però che bell'aspetto che hanno.
Dai, mi avvicino un po', tanto che male potranno mai fare? Mi schiaccio per bene qui per terra, così non mi vede nessuno. Vado avanti piano piano. Oh, che odorino. Aspetta che annuso un altro pochettino, e me ne resto nascosto qui, dietro al vaso.
Sembra buono. E poi ho fame. Quando mi ricapiterà di mangiare? Io non lo so.
Però, anche Gringo deve aver pensato la stessa cosa. Gringo era un randagio che ho conosciuto qualche giorno fa, era un gattone tosto lui: mi ha salvato da un topo grosso e brutto. Dopo però, al parco, si è sbaffato una polpetta trangugiandola tutta d'un fiato. Io ero tanto arrabbiato con lui, perché non me ne aveva lasciato nemmeno un pezzettino. Ero affamato anche io! Poi però Gringo è stato male, ha cominciato a vomitare e a sputare schiuma. Poi si è sdraiato e non si è più mosso. Mi sono tanto spaventato! Sono corso via, tutto d'un fiato e mi sono nascosto per due giorni sotto un cespuglio dove riuscivo a mangiare solo formiche.
Ora, finalmente, esco dal mio nascondiglio e trovo queste pappe buone. E se... se fossero una trappola? Se anche io cominciassi a vomitare schiuma come Gringo? No, io non voglio fare la fine del mio amico, io ho paura. Resto qui, dietro al mio vaso, al sicuro. Resto di guardia alla pappa e vedo se va qualche altro randagio più disperato di me.
Però ho davvero così tanta fame. Sento la pancina che mi si stringe tanto, e a volte fa male. E poi l'odorino è così invitante.
No, no, aspetto. Sammy, pazienta. La pappa non scappa.
Ma se arriva un altro come Gringo? Che mangia tutto lui senza lasciarmi niente? Accidenti, non avevo valutato questo rischio! E no, non mi va tanto bene questa cosa qui! L'ho vista prima io la pappa questa volta, è mia! E non voglio certo essere ancora affamato per giorni.
Umani non ce ne sono nei paraggi. Io vado!
Piano piano, in silenzio.
A destra niente.
A sinistra nemmeno.
Ok, scatto!
Mh, che odorino invitante. Irresistibile.
Ok, solo una leccatina Sammy, vediamo se è buono.
Slup.
Buonooooooo! Quanto è buono.
Mio, tutto mio! Lo mangio tutto.
«Preso.»
«Meowwww.»
No, mettimi giù, maledetto! Lasciami stare! Che fai? che tocchi? Cosa tiri nel mio collo? Ehi, mettimi giù ho detto!
«Meowwww.»
«Dai, piccolo, stai buono. Fammi vedere qui.»
«Meowwww.»
«Sammy. Ti chiami Sammy, vero?»
«Meo?»
Ma come diavolo fa questo umano a sapere come mi chiamava la mia mamma?
«Uh, c'è anche un numero di telefono qui dietro. Ti va di tornare dalla tua famiglia, piccolino?»
«Meo?»
«Tieni, finisci pure la pappa.»
Oh, finalmente mi ha messo giù e posso scappare.
No, aspetta. Non sono più all'aperto! Mi ha rapito! Aiuto!
«Meowwww Meowwwwwwwww»
Ma perché resta lì, ferma a guardarmi? Forse però... aspetta, mi avvicino. Assomiglia tanto alla mia mamma e... profuma di buono. Ok, prova infallibile: test dello strusciare contro le gambe.
«Meo?»
Un grattino! Sì, ti prego grattami ancora, un po' più in là. Ok, io mi fido e me ne torno a mangiare la pappa. Slurp, che buono il latte, mi ha schizzato tutto il nasino.
Che dice la mamma-sosia? Parla da sola?
«Pronto? Buongiorno, credo di aver trovato il suo gatto...»
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PROMPT: BEVIMI! MANGIAMI! --- (storia fuori gara)
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