Sfida II: La Lettera

Trama: Il protagonista trova una lettera e appare uno strano messaggio, che lo farà teletrasportare in un altro luogo... Che cosa succederà? Qual è il messaggio che è apparso ai suoi occhi? Perché si trova in un altro luogo?
Numero massimo di parole: 1000
Elementi estratti: Ninfa (protagonista), chiesa (luogo) ➡️che mi hanno dato non pochi problemi per carenza di idee 😂

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Lo scroscio tranquillo dell'acqua di un piccolo torrente di montagna accompagnava i passi di danza della leggiadra Melith, guardiana di quel piccolo laghetto nel bosco. La ninfa saltava da una roccia all'altra, canticchiando tra una melodia suonata non troppo tempo prima da Pan. La veste azzurra svolazzava attorno a lei, lasciando involontariamente scoperte alcune parti del corpo.
Melith ridacchiò e si accovacciò su di una roccia, per sporgersi a guardare un pesce che nuotava tranquillo. Provò ad allungare una mano per toccarlo, ma questo scappò con rapidi movimenti guizzanti. Anche a lei sarebbe piaciuto nuotare veloce come un pesce.
Poi, un'ombra al limite del suo campo visivo attirò la sua attenzione. Si voltò e osservò stupita un foglio bianco che ondeggiava lentamente, sospinto dal vento, come una foglia. La ragazza provò ad allungarsi per afferarlo, ma questo era troppo lontano e, con la stessa delicatezza con cui stava cadendo, si adagiò sull'acqua. Melith prese un bastone abbastanza lungo e si accovacciò nuovamente sulla roccia, per poi spingersi in avanti e trascinare il foglio verso di sé, cercando di non farlo affondare più del dovuto. Sapeva bene che l'acqua e la carta non andavano d'accordo.
Delicatamente, afferrò il foglio e lo guardò: era completamente bianco e non sembrava essersi rovinato. La sua attenzione però iniziò a scemare. Cosa se ne faceva di un pezzo di carta vuoto? Proprio quando stava per buttarlo e riprendere a danzare, sulla superficie apparvero delle scritte nere ed eleganti. La ninfa sorrise, nuovamente attratta, e le osservò mentre si avvicinavano per comporre delle parole. Erano però in un alfabeto che non conosceva e, per quanto si sforzasse, non capiva cosa ci fosse scritto.
Poi, le sembrò quasi di sollevarsi e volare. Avvertì una fitta allo stomaco che la fece quasi urlare e tutto divenne nero. Dopo pochi secondi riaprì gli occhi e si ritrovò in un luogo buio e freddo.
Dov'era il suo laghetto alimentato da torrente di montagna? I suoi alberi, i suoi pesci e le sue rocce? Era stata la lettera a portarla lì?
Mentre mille domande riempivano la sua mente, gli occhi iniziarono ad abituarsi all'oscurità e Melith scoprì che non era tutto buio. No, l'edificio -perché era sicuramente un luogo chiuso- era illuminato dalle flebili luci di alcune candele, appese a dei grossi lampadari. Era tutto così grosso... Attorno a lei c'erano delle colonne che dividevano l'edificio in tre corridoi, riempiti da delle panche in legno. Perché così tante persone avrebbero dovuto sedersi lì dentro al buio e al freddo? Ai muri erano appesi dei quadri e molte statue decoravano le pareti. La ninfa però non riusciva a riconoscerli. Era sicura che nessuno di quegli uomini fosse Zeus e nemmeno Pan o qualche Eroe come Ercole. E le donne? Niente Afrodite o Era o qualche ninfa come lei.
Si guardò intorno e notò che il corridoio centrale, quello dove su trovava, conduceva ad una grossa costruzione con una croce e un uomo. Fece una smorfia, anche se si trattava solo di una statua. Doveva essere decisamente un brutto modo per morire.
Forse era capitata in un tempio celebrativo per la morte di quell'uomo?
Decise di avvicinarsi. I piedi nudi a contatto con il pavimento freddo la facevano rabbrividire ad ogni passo, che rieccheggiava debolmente nella chiesa vuota.
La statua crocifissa adesso sembrava enorme e anche reale. Melith rabbrividì. Aveva sempre odiato le barbarie degli umani e anche degli Eroi. Poteva accettarle solo quando erano gli dei a commetterle... circa.
Salii i gradini e passò intorno ad un grande tavolo rettangolare coperto da una tovaglia bianca. La croce si reggeva su di un insieme di colonnine e decorazioni dall'aspetto floreale, ma tutte intagliate nell'oro.
La cosa che più la incuriosiva era una piccola porticina, posta al di sotto della croce. Sembrava una specie di cassetto per contenere qualcosa. La aprì e trovò una ciotolina, oltre ad avvertire una corrente d'aria fredda.
Rabbrividì. Sembrava quasi che dietro di lei ci fosse qualcuno e, per un attimo, le sembrò di sentire sussurrare il suo nome, ma non sembrava la voce dei Dei che conosceva. Sentiva che stava per scoprire qualcosa, ma una voce bassa e gracchiante la fece saltare dalla paura.
«Ehi! Tu! Che cosa ci fai lì?» urlò un uomo con pochi capelli bianchi e un pizzetto del medesimo colore. Indossava una lunga veste nera, che quasi si perdeva nell'oscurità rischiarata dalle candele. «Non puoi stare lì, sull'altare! Scendi giù!» continuò e Melith apprese con terrore che non riusciva a capirlo.
Si voltò e fuggì da dove era arrivata. Vide un grosso portone e cerco di aprirlo. Era pesante, ma scivolava bene sui cardini.
Immediatamente venne abbagliata dalla luce del sole, poi, si sentì fluttuare e urlò spaventata avvertendo quello strano strappo allo stomaco che aveva già provato poco prima.

Melith aprì di scatto gli occhi e si trovò sdraiata sulla sua roccia, vicino al lago. Si tirò su di scatto, sedendosi e guardandosi intorno. Ascoltò per un attimo il rumore del torrente e sospirò di sollievo. Non era cambiato nulla. I sassi, gli alberi, i pesci, la lett...
La ninfa saltò in piedi e si guardò intorno. Dov'era la lettera? Quel foglio bianco con le scritte strane... dov'era?
«Non c'è» mormorò dopo un attimo, a bassa voce. «È stato un sogno» aggiunse sorridendo divertita, scuotendo la testa. Si era spaventata semplicemente per un sogno... forse. Era sembrato così reale.
Melith si strinse nelle spalle e si sdraiò nuovamente, chiudendo gli occhi. Un riposino avrebbe cancellato quello strano sogno e lo avrebbe sostituito con uno migliore, magari con uno dove lei e Pan ballavano insieme. Sospirò felice, pensando a lui e al suono del suo flauto, e si addormentò.

Mentre Melith dormiva, una foglia bianca cadde da uno degli alberi, completamente verdi, e si posò vicino alla ninfa. Forse, al risveglio l'avrebbe trovata e, chissà, magari avrebbe compiuto un altro viaggio.

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980 parole

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