Revilo l'angelo

Categoria: Ventagli
Parole: 818
Caratteri: 4930 (secondo Word)

📄📄📄

Revilo fluttuò attorno al suo bambino e scosse la testa agitando le orecchie, come faceva quando era reale. Essere così gli piaceva, perché poteva seguire il padroncino ovunque, volare come gli uccelli e sentiva di sapere più cose, ma gli dispiaceva non essere visto e non poter asciugare le lacrime di Carlos. Sapeva che era triste e avrebbe tanto voluto giocare con lui per farlo ridere. Da quando era morto, il bambino era rimasto solo perché i genitori lavoravano tanto e non volevano un altro cane in casa. Revilo provò per la millesima volta a sfiorare la mano del padroncino e mugolò triste quando non ottenne risposta. Si voltò indietro e vide la lontana luce accecante della Porta che lo avrebbe portato di là, dove c'erano tutti i cani come lui e gli altri animali, dove avrebbe potuto rivedere la sua mamma e il gatto Aicim. Ora Revilo sapeva perché si era addormentato e non si era più svegliato, l'anno prima.
La Porta lo seguiva sempre; tutte le volte che si voltava Lei era lì. Un richiamo gli suggeriva di entrarci, ma lui non voleva lasciare Carlos. Se fosse andato di là sarebbe potuto tornare a trovarlo solo ogni tanto, magari nei sogni, ma era una pratica molto difficile. Aveva appreso tutto questo subito dopo aver chiuso gli occhi, perché la mamma era venuta ad accoglierlo e a spiegargli tutto, ma lui non aveva voluto seguirla. Carlos era più importante.
Arrivarono davanti alla casa, era sera e Mamma era appena tornata dal lavoro. Dovevano solo più passare dove, veloci, sfrecciavano quelle scatole colorate che gli umani chiamavano "macchine". Mentre il bambino attraversava facendo attenzione che non ci fosse nessuno, Revilo vide lì vicino un cane che aveva incontrato più volte quando era vivo: era un giovane randagio, abbandonato perché cresciuto più delle aspettative. Era simpatico, con una lunga e arruffata pelliccia color sabbia ed era schivo, come tutti i randagi, ma desideroso di avere qualcuno che gli volesse bene. Sarebbe stato un ottimo amico per Carlos.
Con uno stridore, una macchina tagliò una curva e, senza controllo, si precipitò proprio verso il bambino, che si immobilizzò terrorizzato. Mamma urlò e Revilo, spinto da un istinto inspiegabile, si fiondò sul randagio. Riuscì a vedere con i suoi occhi e a muoversi con le sue zampe. Per un attimo, tornò vivo seppur nel corpo di un altro. Diede la ragione, la velocità e la forza al cane per scattare in avanti, saltare e spingere Carlos lontano dalla macchina.
Il cane e il bambino caddero a terra e Revilo venne sbalzato fuori dal corpo. Rimase a guardarsi intorno, confuso.
Arrivarono i medici e un veterinario, che controllarono tutti. Il randagio e Carlos erano perfettamente illesi. Quest'ultimo si inginocchiò vicino al cane e lo abbracciò. <Grazie> sussurrò prima di essere allontanato dai genitori preoccupati. Si lamentò e chiese di adottare il povero randagio che lo aveva salvato. Revilo pregò che i genitori del padroncino ascoltassero le suppliche e ululò estasiato quando, seppur titubanti, accettarono. Quello sembrava quasi un miracolo.

Il nuovo arrivato venne chiamato Benvì e ricoperto fin da subito di tanto amore. Quella notte, i suoi sogni e quelli di Carlos si mescolarono in un unico, dove Revilo passò a fargli visita. Giocarono a lungo all'interno del giardino di casa, distorto leggermente dalla loro fantasia. Finalmente, Revilo e Carlos potevano nuovamente toccarsi.
Questo fu l'ultimo speciale saluto di Revilo, che alle prime luci dell'alba chiese a Benvì di prendersi cura del bambino e salutò Carlos per l'ultima volta. Poi si voltò e camminò lentamente verso la Porta, che non era più così lontana come prima. La luce intensa lo accecò, ma senza ferirlo. Guardò indietro un'ultima volta e una lacrima rotolò lungo il suo grosso muso di cane, abbassò la testa per un attimo, poi guardò Carlos e scodinzolò; non voleva che fosse triste. Si salutarono con lo sguardo e infine Revilo saltò nel cerchio di luce.
Carlos rimase da solo con Benvì mentre la Porta si chiudeva. Si svegliò di scatto insieme al cane e lo abbracciò piangendo. Questa volta, però, qualcuno poteva consolarlo.
<Grazie, Revilo> sussurrò mentre accarezzava la folta pelliccia del suo nuovo amico. Sapeva che quel sogno era reale e che non sarebbe più stato solo, anche se buona parte del suo cuore apparteneva solo a Revilo e Aicim.
Revilo si voltò a guardare la porta che si chiudeva e mugolò, spaventato. Forse sarebbe dovuto rimanere con Carlos. I dubbi svanirono appena la mamma e Aicim lo raggiunsero e il gatto gli giurò di aver appena visto il bambino, promettendogli anche di spiegargli come fare a trovarlo più spesso. Gli sussurrò all'orecchio che era stato un buon cane, fedele fino all'ultimo, e che adesso il suo compito era finito; poteva prendersi una pausa. Revilo annuii e seguì la coppia sul Ponte dell'Arcobaleno, pronto ad iniziare una nuova avventura. Il suo cuore, però, sarebbe sempre rimasto con Carlos.


Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top