La torre delle tempeste


In città era il disastro, le esplosioni causate da Alyiah annientarono diversi edifici abbandonati e le persone, spaventate dall'insorgere di nuove esplosioni, cercò di scappare dalla città.
All'entrata infatti, una folla di persone continuò a spingere il muro di soldati che bloccava l'uscita principale.
"Lasciateci passare! Vogliamo andarcene via di qui!" esclamò qualcuno dalla folla.
"Tornate indietro feccia!" disse uno dei soldati.
"Non pensate di aver fatto abbastanza cercando di ucciderci con quegli esplosivi?"
"Ma di cosa stai parlando donna? È meglio se ti allontani se non vuoi farti del male!" rispose il soldato con tono minaccioso.
Qualcuno altro intervenne e disse: "Perché minacciare noi ed i nostri figli con degli esplosivi? Cosa abbiamo fatto di male? Perché cercare di ucciderci?"
"L'impero non è responsabile di quello che è successo!"
"Non è vero! Siete dei bugiardi! Ho visto i soldati aggirarsi di notte per le strade della città. Ammettetelo, state cercando di ucciderci tutti!!"
Le persone urlavano disperate e terrorizzate, mentre i krug cercavano di resistere alla folla che diventava sempre più grande.
"Vi abbiamo detto di stare indietro, sono stati i vostri a commettere questo atto terroristic-"
Uno dei presenti dalla folla, si avvicinò al soldato. Un naso era a due centimetri dall'altro.
"Mi stai prendendo in giro?" disse prima con tono calmo per poi esplodere urlando: "Pensi saremmo così stupidi da fare una cosa simile?! Dopotutto quello che sappiamo sul vostro impero pensate davvero che—"
Il soldato non seppe cosa dire o pensare, si limitò quindi ad usare la violenza, allontanando l'uomo.
"Che cosa sta succedendo?" pensò il soldato.

Nel frattempo, dall'altra parte della piazza, Alyiah e Rechet uscirono da un locale, nascosti per evitare la folla.
"Non pensavo sarebbe andata a finire in questo modo" disse Alyiah sconvolta.
"Sembra quasi che quei sudditi, così leali verso l'impero, non fossero poi tanto leali" continuò Rechet.
"Sono rimaste coinvolte persone innocenti dalle esplosioni? Devo saperlo, ti prego"
Il cuore di Alyiah le martellava nel petto e le orecchie le fischiavano talmente forte che a malapena sentiva il caos che le persone, fuggendo dalla piazza, stavano causando.
Continuò a girarsi attorno finché una mano amichevole non le prese la sua.
"Vecchio rol!" esclamò sorpresa.
"Puoi stare tranquilla Alyiah, nessuno è morto a causa delle esplosioni"
"Come fa a saperlo?"
Da un vicolo, arrivò Luara che esclamò: "Ragazzi! Non ci sono state vittime fortunatamente! Sembra che la maggior parte delle persone fosse concentrata nella piazza centrale! C'è solo qualche ferito ma nulla di grave! In compenso, però, la città è nel delirio più totale!"
Per Alyiah fu liberatorio sentire quelle parole.
"Alyiah!" esclamò Rechet "Ora devi svegliarti! Non abbiamo molto tempo, dobbiamo raggiungere il porto, ora!"
Il rol robusto raggiunse i presenti ed esclamò: "Ragazzi, il portale è ancora lì! Non è ancora stato mosso quindi avete ancora tempo"
Quando Alyiah si riprese realizzò che, poco prima, stava per mandare a monte tutto ciò a cui lei e lo sciamano Izbul stavano lavorando da anni.
"Cosa mi era preso?" pensò tra sé e sé.
"Alyiah! Allora?" chiese Rechet insistente.
"Sì, ci sono" Alyiah guardò i tre rol "Grazie mille per il vostro aiuto, prometto che un giorno verrò a liberarvi, tutti quanti"
Il vecchio rol sorrise: "Grazie a voi, per aver dato una svegliata a questa massa di capre. Magari tutta questa storia smuoverà le coscienze di qualcuno. Tu sei una ragazza speciale Alyiah, non dimenticarlo mai."
Luara aggiunse: "E se mai abbiate bisogno di fermarvi qui per qualche strana ragione, non esitate a venire da noi!"
"Sì sì, tutto questo è commovente. Ora muoviamoci per favore prima che aumentino la guardia al porto" disse Rechet frettoloso.
"Questo non è un addio! Ci rivedremo presto" aggiunse il vecchio rol.
"Lo spero davvero" rispose Alyiah con affetto.
Così, i due si diressero verso il porto, nascondendo i loro volti coi turbanti ed evitando più sguardi indiscreti possibili.

"Imperatore! Abbiamo esaminato il luogo delle esplosioni. Mio signore, c'è qualcosa di molto strano in ciò che abbiamo scoperto." Disse il soldato krug intimidito.
"Parla soldato, cosa avete visto di tanto strano" rispose Shalahai.
"Ecco... non so come spiegarlo... ma non c'era traccia di esplosivo"
"Che cosa?!" intervenne il generale Skeiss "E' una presa in giro? Cosa significa che non c'erano esplosivi?"
Il generale era un krug di costituzione robusta, che portava uno scudo adornato con un paio di corna in oro. La sua voce era così minacciosa, che le braccia del soldato smisero quasi di funzionare.
L'imperatore sogghignò e mise la sua mano davanti al generale come per dirgli di farsi indietro.
"Ignori il generale Skeiss, soldato." disse con voce rassicurante "Parla liberamente."
"Ehm... sì mio signore, come le ho detto, non c'era traccia di componenti esplosivi. Sembra che la reazione sia avvenuta dal nulla"
"Questo non è possibile" disse insistente il generale Skeiss.
"Calmati Skeiss" disse mentre poggiava il mento tra il pollice e l'indice della mano. "Questo è possibile e come, ma conosco solo una persona in gradi di fare una cosa simile" poi l'imperatore pensò:" Maestro Izbul, ci sei tu dietro a questo?"
Ci fu una breve pausa, poi l'imperatore si espresse.
"Quindi signore? Come ha deciso di procedere?"
"Se i nostri attentatori sono qui in città, non devono essere molto lontani. Vorrei usare i miei poteri, ma questa potrebbe essere l'occasione perfetta per usare una stazione di controllo meteo in una delle nostre città come pacificatore di massa." L'imperatore fece segno con la sua mano per dare un ordine ai soldati. "Attivate la torre delle tempeste!"

Alyiah e Rechet ancora non sapeva cosa li avrebbe colpiti, in effetti se lo avessero saputo, non avrebbero corso così distanti uno dall'altro.
"Il porto deve trovarsi a due isolati da qui, almeno da quello che ci ha detto quel rol robusto" disse Rechet mettendosi qualcosa sull'occhio.
"Cos'è quella cosa?"
"E' un Diasar, sarebbe complicato da spiegare ad una bambina ignorante come te."
"Ignorante sarai te."
"Le metti su un occhio e ti permettono di parlare con qualcuno, tracciare una mappa di dove ti trovi o anche guardare un film"
"Cos'è un film? Potrei averne uno?"
Rechet alzò gli occhi al cielo e sbuffando disse: "Sì, potrebbe essere una buona idea per tenerci in contatto, ma se la fai esplodere..."
"Smettila con questa storia..."
Alyiah provò ad attaccare all'occhio sinistro il Diasar. Continuò a farlo cadere ripetutamente, finché non finì per rotolare dentro un vicolo.
"Ah lo sapevo... Alyiah! Ti prego, non romperlo!" poi sussurrò tra sé e sé "Stavo per perdere un braccio per avere quei Diasar"
Alyiah entrò nel vicolo, guardando per terra in cerca del congegno.
Lo trovò vicino ad un bidone dei rifiuti.
"Trovato! Se invece di criticare mi aiutass---"
Un forte vento iniziò a tirare sulla città, facendo muovere violentemente i volantini e a sbattere ripetutamente le finestre e le porte.
Alyiah si girò di scatto verso Rechet, ma fu travolto da una tempesta di sabbia, che colpì anche Alyiah, facendola cadere a terra.
Tutta la città fu colpita dallo stesso fenomeno. Anche i soldati stessi, che cercavano di fermare la folla inferocita, ne furono travolti.
"Hanno attivato la torre delle tempeste?! Ma sono impazziti?!"
"Vuoi discutere gli ordini dell'imperatore?!" chiese Khaq afferrando il collega. "Mantenete la posizione, nessuno deve uscire da questa città!"


I due avventurieri, quindi, furono separati uno dell'altra. Alyiah si ricordava bene delle stazioni di controllo meteorologico di cui le parlava lo sciamano Izbul.
Per permettere agli altri soldati krug di sconfiggere i nemici con i disastri climatici, Shalahai progettò queste strutture in grado di manipolare il tempo.
Ognuna era unica e funzionava in modo diverso, ma tutte erano alimentate da un nucleo di energia elementale. Il nucleo possedeva l'energia dell'elemento legato al disastro che doveva causare.
Lo sciamano Izbul sembrava conoscere molto bene i segreti dell'imperatore, ma questo non incuriosì mai Alyiah più del dovuto.
"Devo trovare subito Rechet, senza di lui non posso attivare il portale" pensò Alyiah.
Così, cercò di alzarsi, divincolandosi dalla pesante stretta del vento.
Si rifugiò dentro ad una delle case, entrando dal retro. La casa era vuota, nessuna traccia dei proprietari se non qualche volantino del festival in giro per la sala del pranzo.
"Tra tutti i poteri, manipolare il tempo è quello più opprimente in guerra. Mi chiedo come mi aiuterà la stella del mattino contro una forza simile" pensò tra sé e sé.

Dopo un po' di tempo, la tempesta cessò ed Alyiah potè vedere di nuovo ciò che si trovava all'esterno. Le persone che si erano coperte restando a terra, si rialzarono confuse e spaventate.
Tutte le urla ed il caos in città cessarono ed una quiete quasi innaturale, colpì Ulma.
"State tutti bene?" chiese Khaq agli altri soldati.
"Sì, credo mi sia entrata un po' di sabbia in bocca, ma nulla di grave" rispose il soldato sputando.
"Qualcuno ha visto dove è andato a cacciarsi quel rompiscatole di Vha?" poi Khaq pensò tra sé e sé :"Spero non si sia messo nei guai come al solito"

...

...

...

Alyiah uscì dalla casa abbandonata e si affacciò a quella strada divenuta oramai gelida.
I tetti erano ricoperti di sabbia, come anche le strade che sembravano essersi bloccate nel tempo.
Tutti restarono semplicemente a bocca aperta, l'impero non poteva essere fermato, questa era una realtà che dopo quell'azione, si affermò sempre di più nelle menti dei popoli di Ariah.
Alyiah però non desisté e senza perdere tempo, tornò per cercare il Diasar caduto. Ci mise un po' di tempo, ma lo trovò ricoperto dalla sabbia della tempesta. Brillava ancora, quindi secondo lei doveva essere ancora funzionante.
"Spero che questo coso mi aiuti a ritrovare Rechet" disse attaccandolo all'occhio destro.
"Rechet, mi senti?" ripetè insistente "Non risponde, spero non gli sia successo niente di grave"
Si rimise a camminare per le strade di Ulma, esclamando continuamente il nome del suo compagno. Nessuna risposta, solo la sua voce che riecheggiava tra le strade ormai spente della città.
Alyiah iniziò a battere il Diasar. "Dai stupido coso, fai qualcosa di utile. Il tuo padrone è sparito, aiutami a trovarlo"
Il Diasar iniziò a funzionare, creando una mappa della città di Ulma. Alyiah si spaventò, non avendo mai vistò una cosa simile, fu normale una tale reazione.
"Finalmente! Serviva solo una parola magica" disse svoltando la strada sbagliata.
Sbagliata non perché non doveva andare da qualche parte, ma perché l'avrebbe messa faccia a faccia con l'ultima persona sul pianeta che avrebbe mai voluto incontrare.
Le cose iniziarono a farsi sempre più pesanti per Alyiah, la quale non sapeva ancora cosa la attendeva.


Nelle vicinanze, Rechet si risvegliò dolorante in mezzo ad un mucchio di scatole in legno. L'unica cosa che ricordava è di essere stato travolto e di aver utilizzato il guanto per fuggire.
Sfortunatamente, essendo un luogo che non aveva mai visto, si teletrasportò a mezz'aria, vicino alla torre che vide ore prima.
"E' una fortuna che io non sia caduto su quel mucchio di spade" disse pulendosi il sudore dalla fronte.
"Dov'è Alyiah? Merda, non immaginavo mi sarei teletrasportato così lontano da lei."
Rechet si rialzò, teletrasportandosi sul tetto di una delle case vicine.
"Vediamo se ha ancora con sé il Diasar" disse premendo un pulsante sul congegno.
"Eccola! Trovata! Aspetto un secondo... ma quello è..."
Rechet sentì una voce.
"Piccola, ti sei persa per caso?"
No, non era solo una voce, lui sapeva benissimo chi era. Alyiah si trovava in pericolo e doveva trovarla subito o le cose per i due, si sarebbero messe davvero male.

"Scusa per il casino che abbiamo causato, ma era necessario per riportare un po' di tranquillità in questa bellissima città"
La voce dell'imperatore era come sempre calma, elegante, quasi rassicurante e senza imperfezioni. Quante persone avrà ingannato con le sue parole e il suo modo di parlare?
"Sembra che tu abbia perso i tuoi genitori, vuoi che i miei soldati ti aiutino a cercarli?"
Alyiah restò inchiodata sulla sabbia, non seppe cosa dire né cosa fare. L'imperatore non capì che era umana, aveva il volto ricoperto da un velo di stoffa. Il problema fu che ancora si vedeva il Diasar attaccato all'occhio e da cui Rechet provava a comunicare con lei.
"Alyiah! Alyiah! Alyiah mi senti?! Devi andartene, adesso! Se scopre chi sei è la fine"
Niente da fare, la ragazzina sentiva la voce di Rechet, ma non riusciva a reagire, la presenza di quell'uomo davanti a lei era troppo da sopportare.
"Imperatore!" esclamò una soldatessa krug "Imperatore, l'avevo persa di vista mi dispiace, la tempesta ha oscurato la mia visuale"
Era Orwa, la krug spietata di cui parlava Luara. Colei che avrebbe decimato interi villaggi in una notte.
"Non ti preoccupare Orwa, come vedi qui c'è solo una povera bambina sperduta e poi c'è Skeiss con me"
"Vuole che mi occupi di lei?" chiese insistente l'assassina.
"Potresti aiutarla a trovare i suoi genitori, dopotutto siamo stati noi a farla perdere"
"Le interessa davvero di questa bambina signore?"
L'imperatore sorrise, accarezzando il capo di Alyiah.
"Diciamo che mi ha ricordato me da bambino. Ora che ci penso, cosa ci fai con questo velo di stoffa addosso?"

"Merda si mette male" disse Rechet sul tetto "Devo trovare il modo di allontanarlo da Alyiah!"
Rechet strinse il pugno e chiuse gli occhi. Pensò intensamente, ma non al luogo dove voleva andare ma ad un oggetto che possedeva. Un piccolo portale si aprì e l'oggetto cadde sulle mani di Rechet. Era un fucile di colore bianco dal design fantascientifico. Un nucleo emetteva una luce intermittente verde e dava energia all'arma.
"Speriamo che funzioni, non lo uso da mesi"
Rechet poggiò il ginocchio destro, prendendo la mira dal tetto.
La mano dell'imperatore si avvicinava lentamente al velo in stoffa di Alyiah, la quale era ancora fissata al terreno come un bastone.
"Non ti preoccupare, non voglio farti del male" disse Shalahai rassicurandola.
Il fucile si caricò e Rechet, senza la minima esitazione, sparò, dimenticandosi di essere stato il peggior tiratore all'accademia navale.
Il colpo energetico fu così potente, da fare breccia nella casa di fianco all'imperatore.
Shalahai indietreggiò da Alyiah immediatamente, mentre Skeiss e Orwa cercavano di capire da dove venisse l'attacco.
Rechet caricò il secondo colpo energetico, che questa volta fu parato da un muro di roccia eretto dall'imperatore, istantaneamente distrutto.
"Lì! Da quella parte"
Rechet caricò il terzo colpo, ma fu parato dallo scudo del generale.
"Come osi attaccare il nostro imperatore! Pagherai con la testa criminale!" esclamò Orwa, correndo verso la posizione di Rechet, indemoniata.
"Imperatore dobbiamo andarcene immediatamente" disse frettoloso il generale.
Shalahai si voltò per cercare Alyiah, ma era sparita dalla sua vista nell'istante in qui il muro fu abbattuto da Rechet.
Il ragazzo dovette abbandonare subito la postazione, ma la torre vicino alla quale era precipitato poco prima, era l'unico rifugio in cui poteva prendere un po' di tempo.

Alyiah nel frattempo, si rifugiò in un vicolo, al sicuro dalle guardie krug che oramai avevano circondato l'intero perimetro.
Si trovava accovacciata a terra, tutta tremante. Non riuscì a ragionare lucidamente, finché dal Diasar, non uscì la voce di Rechet.
"Alyiah! Mi senti?!"
"Sì, ti sento" disse prendendo un bel respiro.
"Alyiah ascolta, credo di trovarmi nella stazione di controllo meteo di cui parlava Shalahai durante il festival"
Alyiah confusa rispose: "Cosa? Quale stazione? Intendi quella torre che sto vedendo in questo momento?"
"Tu dove sei?"
"Non sono molto lontana da dove mi trovavo prima, ma sono letteralmente circondata da una squadra di soldati. Non posso affrontarli tutti"
"Non dovrai farlo!"
"Cos'hai intenzione di fare?"
"Mio nonno diceva, se non puoi combatterli, unisciti a loro!"
"Vuoi attivare la stazione? Ma è del tutto inutile, non riuscirai a vedermi e non potrai raggiungermi."
"Fidati di me, ok?"
"No che non mi fido di te Rechet, sei un idiota!"
"Lo so, è per questo che i miei piani funzionano sempre!"
"Io non- E cosa dovrei fare?"
"Appena te lo dico, devi uscire dal vicolo ok?"
"Che cosa!?"
"Fidati di me!"
L'insistenza di Rechet convinse Alyiah ad accettare qualunque cosa sarebbe successa da quel momento in avanti.


Rechet riuscì a neutralizzare i due soldati all'interno della torre, ma acomplicare le cose, arrivò Orwa.
"Se vuoi che la tua morte sia la meno dolorosa possibile, ti converrà uscireallo scoperto e arrenderti" urlò l'assassina dal piano terra.
"Che bella proposta, questo è il quoziente intellettivo medio dei migliorisoldati dell'imperatore?" urlò Rechet dall'altro della torre.
Orwa sorrise ed il suo viso si riempi di rughe, ormai aveva più di un motivoper volere Rechet morto.
"Questi schemi sono complicati, ma credo che potrei riuscire a-"
Rechet non se lo aspettava, ma Orwa fu così veloce che era già arrivata metàstrada.
"Merda, seriamente mi restano pochi secondi di tempo?" disse chiudendo la portae bloccandola con una sedia.
"Credi che questo mi fermerà? Credo tu non abbia idea di chi io sia!"
"Sei una psicopatica! Esattamente come la mia amica!"
Rechet riuscì finalmente ad attivare i sistemi della torre, non mancava chepremere il pulsante. Quando si affacciò al vetro della finestra però, notò chec'erano molti altri soldati in arrivo e sapeva che avrebbero avuto bisogno ditempo.
"Alyiah, adesso!"
"Ma la torre?!"
"Fidati di me! Esci dal vicolo ora! Devo riuscire a vederti!"
Così Alyiah, con la speranza di non morire, si mise a correre fuori dal vicoloe come si aspettava, fu immediatamente fermata dai soldati di pattuglia.

"Hey ragazzina! È pericoloso qui, devi andartene subito!"
La voce del krug fu famigliare ad Alyiah. Era Vha.
"Dai su, torna a casa tua!" esclamò prendendola per una spalla.
Alyiah diede uno schiaffo alla mano del soldato ed esclamò: "Rechet! Muoviti!"
Rechet attivò il pulsante e Orwa sfondò la porta. Immediatamente diede un pugnocon il braccio meccanico sulla console, fracassando i comandi della torre inmille pezzi.
Orwa rispose lanciandogli un coltello ma prima di schivarlo, teletrasportandosivia, disse: "Gustati la sabbia stronza"
Il coltello distrusse il vetro del finestrone e nuovamente, la città vennecolpita dal forte vento.
Rechet si teletrasportò immediatamente vicino ad Alyiah e dopo aver dato uncalcio a Vha, crea una barriera attorno ai due.
E così, la seconda ondata di sabbia ebbe inizio...

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