L'imperatore degli elementi
"Quindi è questa la zona portuale?" chiese Alyiah, affacciata dalla finestra di un ostello.
"E come dovremmo passare con tutte quelle guardie là davanti?" chiese Rechet.
La vasta zona portuale era divisa in due sezioni ed entrambe possedevano grandi ormeggi fatti di ferro.
Ad essi erano legate le navi marine dell'impero e come raccontava il rol poco prima, lungo la zona est, dormivano i draghetti piumati.
I sacchetti di Zro venivano buttati, durante il giorno, in un enorme contenitore di acciaio e di notte, i draghetti piumati portavano i sacchi lontano dalla città.
Non si sapeva la destinazione, ma sembrava che i sacchi, dopo essere partiti dal porto, non si rivedevano più.
"Oggi la guardia è molto più intensa del solito" disse il rol robusto.
"Si tiene alta la guardia solo quando c'è qualcosa di importante da proteggere" disse il vecchio rol.
"Non ci serve la tua filosofia nonnetto" intervenne Rechet sfacciato "Dobbiamo trovare un piano concreto per entrare nel porto o il portale lo rivedremo alla prossima supernova piramidale"
Alyiah fece una smorfia confusa. "Ora sei tu quello che parla strano"
"Siete voi ad essere ignoranti" sussurrò Rechet tra sé e sé.
"In ogni caso" disse Alyiah ignorando palesemente Rechet "Cosa farete dopo le esplosioni?"
"Che domande, si scatenerà l'inferno. E mentre questo succederà, noi resteremo qui nascosti per crearci un alibi"
Rechet intervenne: "Ma le esplosioni non rischiano di fare del male a qualcuno?"
Il rol robusto rispose: "I nostri hanno detto di aver attaccato i fogli in punti dove la gente di solito non passa"
"In ogni caso, è un male necessario" aggiunse il vecchio rol "Se non smuoviamo le coscienze delle persone, come potremmo pretendere di cambiare le cose?"
Le parole del vecchio rol continuarono a tormentare Alyiah, mentre camminava lungo il tragitto per raggiungere la piazza centrale.
Fare del male a delle persone per portare a compimento il bene superiore...
Alyiah non se la sentì di criticare il vecchio rol per il suo pensiero, ciò che fece lei a Rechet non era tanto diverso.
Ciò nonostante, si chiese se la missione, non avrebbe rischiato di farla diventare un mostro.
"Può davvero il fine giustificare i mezzi?" pensò Alyiah tra sé e sé.
"Stai bene Alyiah? È da quando siamo partiti che non fai altro che fissare il vuoto. Stai pensando alle parole del vecchio?"
"Cosa faresti se tu fossi al mio posto Rechet?"
"Mmh? Che vuoi dire?"
"Se tu avessi una missione da compiere e compierla implicasse l'uccisione di qualcuno, come andresti avanti?"
Rechet sorrise, incrociando le mani dietro la nuca.
"Mi sono già trovato in una situazione simile. Sai cosa ho fatto?"
"Sei andato avanti fregandotene delle tue vittime?"
"No, in realtà la cosa mi tormenta ancora. Non passa mai..."
Alyiah notò subito l'apatia nell'espressione di Rechet, la stessa che vide, quando lo affrontò riguardo al tatuaggio che aveva sul collo.
Alyiah capì che Rechet non era tipo da mostrare apertamente i suoi sentimenti o parlarne, così si limitò semplicemente a tenergli la mano, consolandolo con un sorriso.
Senza nemmeno accorgersene, i due avevano già raggiunto l'affollata piazza centrale.
Le case esplodevano di decorazioni colorate ed i coriandoli svolazzavano di qua e di là cadendo sulle teste dei presenti.
Le persone esultavano, esclamando il nome del loro "amato" sovrano.
"Mi bruciano gli occhi" disse Rechet disgustato "Com'è possibile che tutti siano così..."
"Stupidi? Forse è l'effetto della paura" rispose Alyiah poco sorpresa.
In effetti, l'eccitazione era tale che le persone si spintonavano per raggiungere le prime file e stare il più vicino possibile al podio.
I ragazzi intravidero due esseri, dall'aspetto di un rettile dalle scaglie aguzze. Si colpivano, prendendosi a pugni e a code in faccia.
Rechet ed Alyiah rischiarono di essere coinvolti quando una voce a loro famigliare, li chiamò a sé.
"Hey, ragazzi! Da questa parte!"
"Luara! Siete riusciti a passare allora!"
"Shh, tecnicamente non dovrei essere qui ma a sistemare i tavoli del buffet. Seguitemi! Conosco una scorciatoia, a meno che non vogliate restare qui"
I ragazzi videro la rissa diventare molto più intensa e decisero di seguire volentieri la nipote del vecchio rol.
Alyiah, grazie alla bassa statura, passò facilmente tra le persone ma Rechet continuava a beccarsi gomitate sul mento e orecchie giganti dure come un masso direttamente in faccia.
"Siamo quasi arrivati"
Il palco era pieno di guardie dell'imperatore, si contraddistinguevano dallo stemma delle corna, disegnato su un fascio che portavano sul braccio destro.
Luara vide due krug in particolare e cercò di attirare l'attenzione dei due ragazzi.
"Vedete quei due? Quella donna con le corna adornate e l'uomo con lo scudo con le corna sopra?"
I due annuirono.
"Quelli sono rispettivamente il braccio destro ed il braccio sinistro dell'imperatore. La donna è Orwa l'assassina, conosciuta per aver sterminato decine di villaggi in una notte. Quello invece è il generale Skeiss, lo scudo dell'imperatore, conosciuto per aver perso una sola battaglia in 45 anni di carriera. Entrambi costituiscono l'Élite della forza militare dell'impero"
"Speriamo di non doverli affrontare" disse Alyiah prima che l'attenzione dei presenti, venisse completamente stravolta da un fortissimo vento.
Fece volare via i coriandoli e fu una fortuna che il cibo non era ancora stato servito.
Un'enorme ombra calò sulla piazza, costringendo i presenti a restare a bocca aperta.
Era enorme, riusciva addirittura a nascondere il sole da tutta la piazza centrale. Il modo in cui restava in aria era sconosciuto a tutti i presenti, tranne a Rechet, il quale di queste cose, ne ha viste a non finire.
Due ali enormi che sporgevano dal corpo centrale, erano ciò che fece sembrare il suo aspetto più vicino a quello di una razza marina, che di quello di un volatile.
Dalla gigantesca nave, scese una sfera di vento che conteneva dentro una persona.
Fu in quel momento che tutti cominciarono ad urlare e ad esultare.
"Eccolo, sta arrivando" disse Luara con sguardo attento.
"Imperatore!" urlò qualcuno dalla piazza.
"Imperatore Shalahai, lei è la forza del grande impero krugs"
Un krug, vestito con un abito lungo, tracciò un simbolo magico sulla mano e poggiò il dito all'altezza della gola ed iniziò ad urlare: "Lunga vita a Shalahai, il giusto, il liberatore, colui che mostra la retta via, l'onnipotente."
"Lunga vita all'imperatore!" urlava la folla costituita da krugs e non.
Sul palco, arrivò finalmente l'avversario di Alyiah, colui che lei era destinata a sconfiggere.
...
...
Mani unite, passo deciso e la grazia e l'eleganza di un vero imperatore.
Alyiah si chiese come qualcuno potesse essere così ipocrita. La capacità dell'imperatore di recitare la parte del sovrano virtuoso la disgustava.
Mentre parlava, muoveva le mani come in una specie di danza ipnotica. Le masse non poterono fare altro che restare a guardare la fermezza e la leggiadria dimostrata da Shalahai.
Alyiah però lo vedeva per come era realmente. Un tiranno, un usurpatore, un'oppressore che non meritava nemmeno di esistere.
"E così, decisi tempo fa che era il momento. Non vivrò per sempre, questa è una realtà che ormai ho deciso di affrontare a viso aperto. Così, io e mia moglie Laila, abbiamo deciso di concepire un nuovo erede, che prenderà il mio posto come vostro sovrano dopo la mia morte"
I presenti restarono a bocca aperta, la notizia di un nuovo erede esaltò i soldati, ma per coloro che odiavano l'imperatore, questo era un incubo che si ripeteva. Addirittura i non-krugs che poco prima lo esultavano, smisero di fiatare.
"Inoltre, come segno di gratitudine per il duro lavoro di voi cittadini di Ulma, ho deciso di aumentare le scorte di cibo settimanali provenienti dalle nostre fattorie"
Di nuovo, i presenti restarono a bocca aperta ed improvvisamente, tutta la piazza ricominciò ad esultare.
"Davvero basta questo per tenerli buoni come cani?" disse Rechet stringendo i denti dalla rabbia.
"Hai visto il cibo che ci viene dato, no?" disse Luara, facendo ricordare a Rechet il cibo sui carri sui cui era salito. "Non puoi biasimarli, Rechet"
"Ma..." Rechet rimase perplesso. "Alyiah, tu cosa ne pen—"
Alyiah sparì dal campo visivo di Rechet, il quale restò successivamente paralizzato per ciò che vide in cielo.
"Non è finita qui, prima di tutto vorrei ringraziare i nostri comandanti di alto rango che come vedete sul podio, sono stati tutti premiati con una medaglia. E quindi, arriviamo al punto principale di questo annuncio pubblico, la forza militare"
Rechet non riusciva a distogliere lo sguardo dalla nave, il suo cervello non riuscì ad elaborare ciò che stava vedendo. Troppe domande stavano sbocciando nuovamente.
"Come avete tutti visto, sono arrivato proprio da quella gigantesca nave volante, lì alta nel cielo. Ebbene sì, quella è la nuova meraviglia ingegneristica creata dall'impero. L'abbiamo nominata la cattura-venti. Ciò che è in grado di fare credo vada oltre la vostra comprensione ma cercherò di essere il più semplice possibile. Come sapete, l'impero è disseminato di stazione di controllo meteo, che permettono ai soldati che non possiedono il mio stesso potere, di affrontare i nemici oltre i nostri confini. Inoltre, negli anni, ci hanno anche permesso di evitare disastri naturali che avrebbero potuto causare migliaia di vittime, bloccandoli."
"O creandoli" sussurrò Luara a Rechet, la quale notò il suo sguardo paralizzato fisso nel cielo.
"Rechet, cos'hai?"
"Questa non è tanto diversa, è una stazione di controllo meteo mobile in grado anche di ospitare i nostri soldati. È capace di manipolare il vento creando cicloni grandi quanto l'intero continente. Ma non è tutto."
L'imperatore tracciò un sigillo magico e come l'annunciatore, si mise il dito all'altezza della gola.
"Questa meraviglia ci permetterà di abbandonare Ariah"
Rechet non seppe cosa dire o pensare, trovò assurdo che una civiltà che vive in capannoni e che trasporta la merce usando degli animali, sia in possesso della tecnologia per il viaggio spaziale.
"Molte sono le leggende che parlano di altre civiltà oltre le nuvole del nostro mondo, io sono qui per dirvi che sono vere e presto, amici miei, il dominio dell'impero si estenderà oltre il nostro pianeta, ve lo garantisco"
In quel momento, coloro che sostenevano l'impero fremerono alla notizia datali dall'imperatore, mentre i suoi nemici tremarono davanti all'immensità della cattura-venti. Nessuno mai si immaginò, che il potere di Shalahai sarebbe arrivato a quel punto.
In mezzo alla platea, Alyiah rimase sconvolta a causa dei nuovi eventi, come chiunque altro. Solo che nel suo caso, dentro di lei ardeva una rabbia incontrollabile.
Pensò che trovare la stella del mattino non sarebbe più servito a niente, serviva una soluzione immediata, che ponesse fine all'impero ed impedire che il potere di Shalahai venisse ereditato.
Prese una fionda dallo zaino e caricò un sasso con la magia esplosiva. Un solo contatto con la pietra e tutti i suoi problemi sarebbero spariti. In quel momento non le interessò di ciò che le sarebbe successo dopo, tutto ciò che voleva era che quella storia finisse subito.
L'occasione c'era, niente avrebbe potuto fermarla, l'imperatore era troppo occupato a parlare con uno dei suoi sottoposti. La mira era perfetta, non poteva mancarlo. Non c'erano guardie nelle vicinanze, nessun ostacolo.
Eppure esitava, le sue braccia tremavano, la sua fronte sudava e deglutiva in continuazione.
Il tempo però scadeva, se l'imperatore avesse abbandonato Ulma, vivo, le nazioni ancora indipendenti avrebbero sofferto. Con la morte di Shalahai, le vittime sarebbero cessate. O almeno, questo è ciò che lei pensò in quell'istante in cui stava per lasciare il laccio della fionda. Per lei bastava quello, lasciare quell'elastico.
Ma esitò troppo e fu fermata.
"Alyiah cosa stai facendo? Ma sei impazzita?"
"Lasciami Rechet! Posso farcela!"
"Ah sì? E dimmi dopo credi che i soldati ti lasceranno andare tanto facilmente?"
"Non mi interessa! Se lui morisse adesso, tutti i nostri problemi finirebbero! Non avrò deluso nessuno."
Luara intervenne, cercando di mostrare la realtà ad Alyiah.
"Alyiah, se lo fai, metterai fine all'impero ma tu non uscirai viva da questastoria. Inoltre ti sbagli se pensi che non ci saranno più vittime. Le altre nazioni di Ariah odiano profondamente l'impero, quando Shalahai morirà,l'impero avrà vita breve"
"Non è ciò che tutti vogliamo?" chiese Alyiah urlando.
"Sì ma, quell'odio verrà scatenato anche sui krugs innocenti, quelli che non condividono le azioni dell'imperatore. Subirebbero il triplo di ciò che stiamo subendo noi, forse anche più di ciò che patirono nell'era degli imperi titanici.Pensaci bene Alyiah, le vittime non smetteranno mai di esserci perché viviamo in un mondo crudele."
"E chi dice che il nostro piano funzionerà? Anche noi faremo delle vittime conle nostre azioni"
"Noi non faremo proprio niente Alyiah. Questa gente si è condannata molto tempo quando ha venduto l'anima per un po' di cibo."
Shalahai smise di parlare con il suo sottoposto e si rivolse nuovamente alla platea.
"I miei doveri da sovrano mi chiamano. Miei sudditi siate sempre forti! Lunga vita all'impero!"
"Lunga vita all'impero! Lunga vita all'imperatore!" esclamò la folla.
"Allora Alyiah, cosa hai deciso" chiese Luara cercando di tenere la ragazza sotto pressione.
"Alyiah non farlo, credimi non ne vale la pena"
Così, Alyiah neutralizzò il sigillo esplosivo e mise via la fionda. Afferrò immediatamente il foglio col sigillo degli esplosivi sparsi per la città.
"Dobbiamo continuare con la missione" disse Alyiah con tono più tranquillo.
"Sì, esatto" disse Rechet rassicurandola.
Alyiah premé sul sigillo magico.
All'unisono, tutte le bombe esplosero ed una moltitudine di colonne di fumo si ersero sulla città.
Il boato distrusse le finestre e tutta la città, scese nel caos più totale.
Ormai, non si potè più tornare indietro...
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top