Colui che avrebbe condannato un popolo

Come una bocca gigante, la sabbia divorò l'intera città di Stoiss e la missione di Alyiah, andò in fumo.
In fumo come la sua testa, che esclamando, si rivolse al ragazzo: "Ne è valsa la pena!?". Alyiah gli si avvicinò, mentre era ancora sdraiato sulla sabbia e continuò: "Ti prego, dimmi che almeno ne è valsa la pena! No perché, in questo momento, ci hai appena condannati tutti!".

Il ragazzo rimase perplesso dalle parole di Alyiah, la fissò per un attimo mentre lei gli sbraitava contro. "Tra tutte le tombe di questo posto, tu hai saccheggiato la peggiore, ne sei consapevole, vero?"
Il ragazzo, mentre si rialzava, rispose: "E' il mio lavoro"
Alyiah perse le staffe e con tutta la rabbia che aveva in corpo, diede un pugno dritto sulla faccia del ladro di tombe, che cadde a terra col naso sanguinante.
"Potresti smettere di cercare di uccidermi per soli cinque minuti?" esclamò dolorante.

Alyiah fece una smorfia e poi iniziò a piangere, sedendosi sulla sabbia.
"Mi dispiace" disse singhiozzando.
"Non importa, tranquilla"
"Non parlavo con te idiota"
Il ragazzo iniziò lentamente a rendersi conto di aver fatto un grosso errore e iniziò ad avvicinarsi ad Alyiah.
"Mi stavo rivolgendo al mio popolo, ora non abbiamo più nessuna speranza di libertà. È tutto perduto, ormai"
Gentilmente, poggiò la sua mano sulla spalla di Alyiah e le disse: "Scusa se ho fatto qualcosa di sbagliato, sembrava essere importante per te e il tuo popolo."
Alyiah smise di piangere e gli chiese: "Tu non sei di qui, giusto?"
Il ragazzo rispose: "No, vengo da un pianeta lontano di nome Marley, il mio nome è Rechet"
"Rechet? Che nome strano" disse storcendo il naso "Il mio nome è Alyiah, la ragazza a cui hai appena rovinato la vita"
"Oh andiamo" disse tutto scettico "Cosa sarà mai? Non morirà nessuno"
Alyiah gli tirò un'occhiataccia e lui si ritirò, pronto a difendersi nell'eventualità che gli arrivi in faccia un altro pugno.

La ragazza però, notò il guanto di Rechet. Era fatto di un metallo che non aveva mai visto prima, di un colore simile al bronzo.
Capì che era quello l'oggetto con cui Rechet riuscì a sfuggirle dentro al palazzo.
"Posso vedere il tuo guanto?" chiese con tono innocente.
"Ehm, sì, magari non farlo esplodere, ok?" rispose poco convinto.
Non lo notò prima, ma riuscì da intravedere una pietra di colore blu al centro del guanto, molto più intenso di quello dei piloni o delle pietre dello sciamano.

Le creature del Nido, sono tutte legate dalla magia e per questo, coloro che la praticano attivamente, riescono a rilevare una certa tipologia di energia magica quando vengono a contatto con gli oggetti o le persone che la possiedono.
Posso anche rilevarla da grandi distanze. Ogni tipologia di magia: acqua, fuoco, mente, spazio ha una diversa traccia energetica.
I maghi la descrivono come un gusto, altri come diversi profumi ed altri, lo sentono in base alle sensazioni tattili che avvertono in quell'istante.

Alyiah lo sentiva tramite i brividi. Riusciva a distinguere i diversi tipi di magia dalla sensazione di brivido che le attraversava il corpo.
Quello del guanto di Rechet era molto, di gran lunga più intenso dei piloni, ma la magia era la stessa.
Pensò: "Questo forse potrebbe aiutarmi ad attivare il portale, ma anche se non fosse così, almeno non sarò tornata a casa senza averci provato".
Le venne in mente poi il modo in cui lei ha cercato di ucciderlo quasi un'ora fa e capì che non l'avrebbe seguita così tanto facilmente.
Però, un'idea ce l'aveva ed era diabolica.

"Posso toglierti il guanto?" chiese di nuovo con un tono innocente, più falso del precedente.
"Ehm, mi piacerebbe, però non posso toglierlo perché non è un guanto. È la mia mano robotica"
Alyiah fece una smorfia. Non sapeva come funzionasse una mano robotica, non c'erano queste cose nel suo villaggio. Si conosceva solo la magia e l'arte dell'alchimia.
Però, lo accontentò e gli disse: "Oh mio mi dispiace tanto!" Gli prese l'altra mano, quella normale ed esclamò di nuovo: "Cosa ti è successo alla mano? Conosco una guaritrice al villaggio che saprebbe come aiutarti"
"Oh no, non importa tranquilla. Ci sono abituato." Alzando la mano robotica disse esaltato: "E poi è il mio portafortuna, non sai quante volte mi ha salvato questo gioiello"

Alyiah si alzò di scatto, girandosi per evitare lo sguardo di Rechet.
"Cos'avrei detto di male ora? Huh-"
Rechet notò che sul dorso della mano sinistra, c'era inciso un simbolo a forma di libellula.
Il simbolo sparì poco dopo, ma sul dorso sentì immediatamente un forte prurito. Iniziò a grattare forte, fino a far diventare tutta la zona del dorso rossa.
"Cosa mi hai fatto sta volta?!" esclamò esasperato.
Alyiah si girò verso Rechet. "Quello è il simbolo della maledizione delle larve. Sarai per una settimana obbligato a seguirmi e a fare quello che ti dico o la maledizione si attiverà."
Il ragazzo prese uno spavento e chiese scettico: "Aha e cosa dovrebbe farmi questa maledizione?"
Alyiah fece un buco nella sabbia e disegnò lo stesso simbolo sulla sabbia.
Il simbolo sparì e poco dopo dalla sabbia, uscirono delle larve dai denti aguzzi.
Rechet balzò dallo spavento ed esclamò: "Tu... tu sei pazza!"
"Mi credi adesso? Dovrai fare quello che ti dico o questo..." disse indicando il terreno "E' ciò che ti succederà"
Rechet restò a bocca aperta, fu come se gli avessero tagliato la lingua.
Pensava che fosse ingiusto che per aver semplicemente distrutto un'intera città vecchia di millenni, meriti di morire.
Rechet però ancora, non comprendeva il peso della missione di Alyiah, disposta a tutto pur di completare la sua opera.

"Hey ma che stai dicendo?! Tu sei una psicopatica, io-"
"Cosa vorresti fare? Sappi che anche se tu dovessi farmi del male, la maledizione si attiverebbe comunque" Poi raccolse il suo zaino e gli disse: "Ora muoviti, se non vuoi che migliaia di minuscoli esseri ti facciano a pezzettini"

Rechet si alzò, sapendo di non avere altra scelta.
Guardò il dorso della sua mano destra ancora una volta e frustrato, si mise a seguire Alyiah, che senza perdere tempo si era già avviata verso la prossima destinazione, la spiaggia piangente, dove si trovava il portale per l'isola di Elda.

"Dove stiamo andando? Manca ancora molto?" chiese esausto il ragazzo.
"Stiamo camminando da sole due ore e sei già stanco?" rispose ridendo.
"Non hai risposto alla mia domanda" disse il ragazzo con aria disinteressata.
"Quale delle due?" Alyiah sospirò e poi continuò: "Stiamo andando verso la spiaggia piangente, dove si trova il portale per l'isola di Elda"
"Perché spiaggia piangente?"

Alyiah raccontò a Rechet la storia di una donna. Un'umana come lei, che abitava sul pianeta millenni prima. Si dice fosse una strega potente, poteva lanciare incantesimi in grado di plasmare la realtà e controllare le menti delle altre creature.
Un giorno la donna incontrò un uomo affascinante, anche lui un mago.
Lui però possedeva un potere che la donna non riusciva a replicare, un potere che le avrebbe dato ciò che aveva sempre desiderato, il controllo assoluto.
Così ne diventò invidiosa ed iniziò a praticare i più oscuri rituali per imitare quel potere, ma non ci riuscì.
Divenuta una minaccia, l'uomo ricevette l'ordine di fermarla a tutti costi, prima che potesse mettere a repentaglio tutto l'universo.
L'uomo però la amava, lui non volle farle del male, così decise di incontrarla sulla spiaggia. Lei non volle sentire ragioni, il suo cuore era così cieco, che le parole dell'uomo non bastarono a farla desistere.
Così non ebbe altra scelta che affrontarla. Riuscì a ferirla mortalmente, ma dopo essersene pentito, decise di lasciarla andare viva.
Tutta l'invidia repressa della donna si scatenò e con un incanto, finì per uccidere l'uomo, il quale potere, di cui lei era tanto invidiosa, svanì.
Non si sa se le sua rabbia fosse dovuta alla frustrazione di non essere riuscita e rubare il potere che desiderava così ardentemente o arrabbiata con se stessa per aver ucciso l'unico uomo che l'amava.
La donna, però, lanciò una maledizione sulla spiaggia condannandola ad una tempesta eterna, che avrebbe proibito a chiunque di navigarci.
Il motivo di questa scelta è sconosciuto e per molti anche illogico, ragion per cui viene considerata solo una storiella per bambini.
Forse era l'irrazionalità dovuta alla rabbia o all'amore, ma voleva che nessuno dopo di lei, visitasse quel luogo.

"Wow!" esclamò Rechet.
"Una storia davvero triste" disse Alyiah "Però sai, non credo proprio che sia inventata"
"Perché no?"
"Io credo che... abbia a che fare con la stella del mattino. Non ne sono sicura"

Rechet scrutò la ragazza, cercando di capire cosa le passasse per la testa.
Le sue gambe gli facevano male, da dove viene lui si viaggia usando diversi veicoli. Non è mai stato abituato a camminare nel deserto per ore.

"Sai, da dove vengo io, possiamo viaggiare da una parte all'altra del pianeta in pochissimo tempo. Non avete qualcosa di simile?"
Rechet perdeva fiato, mentre Alyiah sbuffava, stanca di sentire le sue lamentele.
"Ci sarebbe la magia spaziale, ma richiede un sigillo magico e delle pietre che contengano quel tipo di energia. Solo che col disastro che hai combinato, non ci è più possibile farlo".

Alyiah si fermò di scatto. Perché non ci pensò prima? C'era una pietra spaziale proprio accanto a lei, che si lamentava di sole due ore di camminata sul deserto.
"Rechet, perché non usiamo il tuo guanto?"
"Posso usarlo solo se so dove sto andando. Risponde ai miei comandi mentali, devo mettere bene a fuoco il luogo in cui voglio andare nella mia testa, per fare in modo che mi ci porti"
"No idiota, non parlavo di quello"


Alyiah prese un bastone dal suo zaino e velocemente iniziò a tracciare un simbolo magico, diverso dagli altri. Questo era molto più difficile da disegnare.
Un cerchio con al centro un triangolo, decorato sui bordi con delle piccole lettere in una lingua che Rechet non aveva mai visto prima.
Altri simboli più grandi vennero tracciati negli spazi vuoti tra il cerchio ed il triangolo.

"Useremo il tuo guanto per dare energia al sigillo, che aprirà il portale per la spiaggia piangente"
"Te l'ho detto, io non ho mai visto la-"
"Non sarà necessario. Io l'ho vista, questo basta"
Rechet si grattò la testa e disse: "Anche noi abbiamo la magia, nonostante ci siano persone che non ci credono. Però questi incantesimi sono tutt'altro livello, dove li hai imparati?"
Alyiah sospirò: "Li ho imparati nel villaggio in cui sono nata. Sono stata addestrata dal capo sciamano dei Farir"
"Fico"

Alyiah si sentì un attimo in colpa per ciò che gli aveva fatto, ma essendo disposta a fare di tutto per concludere la sua missione, decise che era meglio tenere ancora sotto controllo Rechet.
"Poi per essere mio prigioniero mi fai un sacco di domande, quando a fartele dovrei essere io"
Rechet si sedette sulla sabbia con le gambe incrociate, poggiando le mani sulle ginocchia.
"Va bene ragazzina, dimmi cosa vuoi sapere. Sono tutto orecchi"
Alyiah fissò Rechet per un attimo, mentre preparava il rituale per legare l'energia magica del guanto a quella del portale.
"Come sei arrivato qui? Hai usato quel guanto? Quanto può portarti lontano?"
Rechet si mise a ridere: "Fai sul serio allora? Ok va bene, ti spiegherò tutto"
Rechet raccontò ad Alyiah che arrivò qui per puro caso, con una navicella spaziale. Si schiantò sul pianeta dopo che il nucleo della navicella si era guastato ed alcuni pezzi si sono dispersi nella sabbia.
"Aspetta una secondo..." Alyiah prese un piccolo cristallo dello stregone. Era scarico, il che significava che era uno di quelli che usò per attivare il primo pilone del portale. Gli occhi di Rechet si illuminarono ed esclamò:" Sì! Sono i frammenti del nucleo! Dove li hai trovati?"
"Me li ha dati il capo stregone, mi disse che la loro energia poteva aiutarmi ad attivare i piloni. Quindi sono parti di questo "nucleo"? Forse lo sciamano Izbul nemmeno se lo immaginava che venivano dallo spazio"
"Coincidenze eh?" chiese scettico.
"Pensò di sì" disse facendo spallucce.


Alyiah finì il rituale per il legame magico, ma aveva un'altra domanda per Rechet. "Rechet, perché eri così interessato alla tomba dell'inquisitore?"
La voce di Rechet si fece più squillante e disse:"Te l'ho detto, è il mio lavoro. Sono un'aspirante archeologo e vado in giro di qua e di là, scoprendo cose..." poi si guardò a destra e sinistra e continuò sussurrando: "E rubandone altre, sai?"
"Se fossi stato interessato a ciò che c'era in quel palazzo, saresti andato nella tesoreria. Nella camera della tomba c'era solo la tomba, niente a cui un profanatore di tombe o un ARCHEOLOGO, come ti fai chiamare, possa interessare"
La voce di Rechet si fece più cupa e con un'espressione seria disse: "Hai finito?"
Alyiah non si sentì affatto minacciata, infatti rispose guardandolo dritto negli occhi, con uno sguardo più freddo di un ghiacciaio.
"Certo, ho finito. Magari me lo dirai un'altra volta. Magari in quel momento mi spiegherai anche il significato di quel tatuaggio sul collo"
Rechet fece voto del silenzio ed il disagio divenne tale che lo si poteva addirittura toccare nell'aria.
Alyiah e Rechet si piazzarono sopra al sigillo.
"Sei pronto?"
"Aspetta, aspetta" Rechet si spostò dal sigillo magico insieme ad Alyiah
"Prima proviamo a mandare qualcosa dall'altro lato e a farlo tornare"
"Non ti fidi di me?"
"Quante volte hai fatto questo incantesimo?"
"Fammi pensare..." Passò del tempo mentre Alyiah continuava a trastullarsi sul numero di volte in cui ha praticato quell'incantesimo.
"Mai, haha"
"HA, HA, HA. Certo Talia, Ala o come ti chiami. Sarai anche una maga di Tier A, ma so perfettamente come voi maghi siate messi quando usate un incantesimo la prima volta. DISASTRO!"
Alyiah sbuffò ed alzando gli occhi al cielo disse: "Va bene allora, leghiamo questa scatola vuota dentro al mio zaino e vediamo come va a finire, ok?"

E così fecero. Alyiah attivò l'incantesimo e Rechet, con una corda, fece calare lo scrigno dentro al portale magico.
Alyiah e Rechet fecero diverse smorfie prima di osservare, avvicinandosi lentamente, quel portale apparentemente sicuro.
"Tutto bene finora, vero?"
Alyiah rispose facendo spallucce.
"Ah ragazzina! Sono orgoglioso di te. Si vede che sei una-"

L'entusiasmo di Rechet si fermò quando dal portale, esplose qualcosa.
Erano i pezzi della scatola, che per lo schianto si conficcarono nella sabbia.
"Se devo ipotizzare il numero di pezzi che si sono sparsi qua attorno, credo siano 40"
"40 pezzi. Ok, credo che sopporterò altre 4 ore di camminata. Bel lavoro comunque, Boomboom-girl"
Alyiah aprì la bocca, facendo una smorfia e diede un pugno dritto al fianco di Rechet, che cadde a terra dal dolore.
"Ti piace questo?!"
"Meglio preso a pugni che fatto esplodere da una maga crea esplosioni" disse dolorante.
Alyiah iniziò a prenderlo a calci. "Non chiamarmi di nuovo Boomboom-girl razza di ladro imbranato. Non sono stata io a gettare un'intera città nelle fauci di sabbie assassine"
"Almeno non l'ho fatta esplodere!"
"Faccio esplodere te se vuoi!"
"Ah perché? Non è ciò che stavi provando a fare da 1 giorno?"

Così, i due dovettero continuare verso la loro destinazione, a piedi, con Rechet che si lamentava ogni due per tre ed Alyiah sul punto di disegnargli sul petto un sigillo magico esplosivo.

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