Battaglia al porto - parte 2

Dal porto emergeva una colonna di fumo, provocato dalla combustione del cemento a seguito dell'esplosione innescata da Rechet.
Impossibile non notarle, fu un segno di preoccupazione per i soldati che assistettero alla scena dall'altra parte del ponte distrutto.
"Credi che il generale e Orwa si siano fatti sconfiggere?" chiese uno dei soldati preoccupato.
"Che cosa stai dicendo!?" chiese Khaq prendendo il soldato dal collo dell'armatura "Come puoi solo pensare che due dei combattenti più forti dell'impero possano farsi sconfiggere da dei dilettanti?"
"Quei due ragazzini hanno provocato il caos in città, distrutto una stazione di controllo meteo ed abbattuto molte delle nostre guardie. Io non li sottovaluterei" intervenne Vha, separando Khaq dal soldato.
Khaq fece una smorfia, infastidito, per poi allontanarsi dal gruppo di soldati.
"Cosa gli sarà preso?" chiese il soldato aggredito.
"Il generale è stato suo mentore per molto tempo, tra noi, lui è quello che l'ha conosciuto in modo più personale. Quando la sua forza viene messa in discussione, è come se si sentisse attaccato" raccontò Vha, mentre guardava preoccupato la colonna di fumo.
"Spero stiate bene" pensò Vha tra sé e sé.


Il fumo era di certo molto più intenso da Alyiah, la quale per avvicinarsi al luogo dell'esplosione, dovette coprirsi col suo velo.
"Se lasciassi Rechet qui, non me lo perdonerei mai. Che idiota, gli avevo detto di non strafare..." pensò mentre sgattaiolava fuori dal raggio visivo del generale "Ti prego, fa che stia bene"
Arrivata vicino alle macerie, si piazzò dove lei poteva vedere tutto, ma in cui nessuno poteva vedere lei. Sotto la finestra mezza distrutta dell'edificio.
Skeiss scavava con le sue mani urlando il nome di Orwa a destra e a sinistra.
Un colpo di tosse attirò l'attenzione del generale. "Oh Orwa, guarda come ti hanno ridotto" disse mentre passava la sua mano sul corno distrutto.
La faccia di Orwa era ricoperta di sangue e a malapena si intravedevano i resti dell'occhio destro. Le sue labbra erano nere come il carbone ed il braccio sinistro, diventò pietra.
Ad Alyiah non interessava dello stato dell'assassina, ma non riusciva a vedere Rechet da nessuna parte, finché qualcuno non la afferrò tappandole la bocca, trascinandola via dalla finestra.
Alyiah sentiva che la mano era intrisa di sangue ed il respiro affannato la fece voltare dietro di sè.
"Rechet! Sei ancora..."
Alcuni dei capelli erano bruciati, non riportò ustioni gravi ma di certo, il suo corpo ebbe visto giorni migliori.
"Rechet, mi dispiace, non sono riuscita a raggiungerti..."
Rechet le poggiò le mani sulle guance e disse: "Alyiah, non dovevi preoccuparti per me, devi attivare il portale ed arrivare viva all'isola"
"Rechet stai sanguinando... E perché dovrei lasciarti qui da solo?"
"Se non distraggo Skeiss, ti ucciderà. Tranquilla, trovo sempre il modo di farla franca"
"Non questa volta Rechet. Ascolta e segui un dannato piano per una volta!"
"Va bene, promesso"
"Non lo seguirai. Rechet giuro che se ti butti come un'idiota, aiuterò Skeiss a finirti. Chiaro?"
"Chiaro"
"Manca un passaggio per attivare il portale, devi mettere a contatto la tua pietra con il sigillo che ho disegnato a terra. Poi tutte le persone sul sigillo verranno teletrasportate. Se tutto va bene, non sarà nemmeno necessario combattere"
"Quando usciremo dal fumo, Skeiss ci vedrà, come faremo a non combattere?"
"Come ho detto, basta che tu tocchi il sigillo e la vittoria sarà nostra"
"Sei troppo ottimista Alyiah, mi piace"
Rechet prese per mano Alyiah, correndo come se della lava li stesse inseguendo.
Skeiss lasciò la sua amica, arrugò la fronte ed i suoi occhi passarono da un giallo acceso ad un rosso fuoco ed i suoi passi, iniziarono a creare crepe sul terreno.
"Non preoccuparti Orwa, loro morte sarà lente e dolorosa, promesso."

Shalahai osservava l'intero scenario da uno dei palazzi più alti nella zona portuale. Sorseggiava una bevanda calda, mentre il vento muoveva i suoi eleganti vestiti in tessuto.
"Questi due sono molto più resistenti di quel che pensassi. Gli umani non si smentiscono mai." Pensò tra sé e sé.
Uno dei soldati intervenne: "Imperatore! Le navi sono pronte a trasportare i soldati al porto!"
Shalahai sorrise e col suo solito sguardo magnetico rispose: "Non saranno necessari tutti quei soldati, quel combattimento finirà molto presto"
L'imperatore poggiò la sua tazza e continuò: "Vorrei invece che tu diramassi un nuovo ordine "
Gli occhi di Shalahai si illuminarono ed un brivido attraversò tutto il suo corpo. Continuò ad osservare il porto, estasiato ed il soldato confuso gli chiese: "Signore? Quali sono i nuovi ordini?"
"Voglio che li portiate entrambi vivi, siamo intesi?" rispose con un ghigno maligno.
"Sissignore!"
Shalahai mise una mano sulla tasca e con l'altra, liberò il suo potere. Il vento iniziò nuovamente a soffiare in città. Il presagio di un'altra tempesta di sabbia? No, stava arrivando qualcosa di gran lunga peggiore...
"Vediamo se così riesco a mescolare nuovamente le carte in tavola..."


Le navi volanti iniziarono a riempirsi di soldati, come un sacco che si riempie di monete ed una ad una partirono verso il porto.
"Dai Vha, devi salire o partiremo senza di te!"
"Prima devo trovare Khaq! Tu vai, io prenderò la prossima nave!"
Il krug buono iniziò a correre lungo la strada percorsa dall'amico. Non l'avrebbe mai lasciato solo, nonostante la persona testarda che era.
Vha era da sempre convinto che a Khaq servisse solo una guida, qualcuno di cui fidarsi.
Ma anche Vha iniziò a sentire il vento tirare lungo le vie della città. Spaventato, iniziò ad urlare il nome dell'amico, girandosi furiosamente su sé stesso.
Fece un sospiro di sollievo quando vide l'amico d'infanzia aiutare dei bambini a rientrare nelle loro case.
"Tornate dentro marmocchi! O giuro che finirete in cella per il resto della giornata!"
Cercava di aiutare, ma a modo suo.
"Khaq! Finalmente ti ho trovato!"
"Vha, perché sei qui? Dovresti essere partito con le altre navi"
"Stavo aspettando te, ma non ti sei presentato"
"Scusa, dovevo sistemare qualche teppistello di qua e di là"
"Dai fratello, andiamo prima che-"
Vha alzò lo sguardo, le nuvole diventarono dello stesso colore dell'asfalto, il boato dei tuoni iniziò a battere nei cuori delle persone. Il tipico odore di pioggia iniziò a farsi più intenso.
"Non è possibile..."
Tra la folla, una persona urlò il nome del fenomeno che stava per abbattersi sulla città.
"CICLONE!"
La popolazione iniziò nuovamente a cadere nel panico, si misero tutti a fuggire senza meta, consapevoli che non ci sarebbe stato modo di scappare dal ciclone.

"State fermi razza di idioti! Hey-"
Khaq intimava ai passanti di fermarsi, ma era tutto inutile, nessuno si aspettava quel ciclone, nemmeno i soldati dell'imperatore.
"Shalahai ci ha fottuti tutti!" esclamò Vha frustrato.
"Perché dovrebbe fare una cosa simile? Distruggerà tutte le navi che sono partite per raggiungere il porto!"
"Perché è malvagio Khaq! È per questo che io non lo sostengo!"
"Fai attenzione a quello che dici Vha, è sempre il nostro imperatore!"
"Uccide chi e come gli pare, cosa ti aspetti da un soggetto simile?"
Le parole dell'amico risuonavano nella testa di Khaq come un eco, come poteva dire una cosa simile? La loro conversazione però, fu interrotta da uno spiacevole incidente.
"Vha, attento!"

Alyiah e Rechet, che fuggivano dal generale Skeiss, arrivarono finalmente vicino al portale. Rechet però cadde a terra, impossibilitato a muovere le gambe o il braccio meccanico.
"Hey, cos'hai? Sei pallido Rechet, con cosa ti ha ferito quella psicopatica?"
"Non è niente"
Alyiah controllò gli occhi del ragazzo ed il battito cardiaco, poggiandogli il palmo della mano all'altezza del collo.
"Veleno di manticora! Merda Rechet, perché non me l'hai detto prima?"
"Scusa, non volevo preoccuparti" rispose ridacchiando e tossendo.
Skeiss si fermò, inchiodando il piede nel terreno.
"Sembra che per il tuo amico sia giunta l'ora di dire addio"
"Non l'ho portato fino a qui per morire" disse Alyiah sfidando il generale.
"Ragazzina, per quanto tempo ancora vorrai combattere? Lo sai che tutto questo è inutile"
"Inutile è chi sta fermo a non fare niente aspettandosi dei risultati dalla vita"
Rechet sorrise guardando Alyiah, orgoglioso delle parole della bambina.
La tempesta si avvicinava al porto, i tre non se ne accorsero fino a quando una delle navi non precipitò in acqua.
"Shalahai sa bene che le navi volanti stavano partendo, ciò nonostante ha evocato questo ciclone. È questo l'imperatore che venerate?" urlò Alyiah a squarcia gola.
Skeiss sospirò e disse: "Tu non puoi capire, lui per noi non è solo un sovrano. Lui è la nostra divinità. Se dobbiamo combattere per lui lo facciamo, se dobbiamo morire per lui... lo facciamo. Chi non è disposto a sacrificarsi per il proprio sovrano, non può essere uno di noi"
"Al diavolo il vostro popolo!" esclamò Rechet tossendo.
"Rechet calmati... oh dio le borse sotto gli occhi stanno diventando più scure. Il veleno sta agendo troppo in fretta"
Mentre i tre si confrontavano apertamente, ciò che si trovava sul porto, veniva spazzato via dal forte vento. Ad Alyiah volò via il velo e con le lacrime agli occhi disse: "Mi dispiace Rechet, è tutta colpa mia"
Rechet rispose con tono sarcastico: "Lascia perdere" poi le diede un leggero schiaffo alla guancia ed aggiunse: "Ormai ci sono abituato"
Alyiah rise, mentre il ciclone continuava a minacciare la città. La ragazza rimase scioccata quando Rechet si staccò la mano del braccio meccanico.
"Tieni, attiva il portale e vai senza di me"
"Cosa!? Non se ne parla, andiamo insieme"
"Guardami Alyiah, sono un cadavere che respira. Non riesco nemmeno a muovermi"
La ragazza cercò di tirare Rechet più vicino al portale, erano davvero pochi metri, ma non potè spostarlo di un centimetro.
"Alyiah, ascoltami, vai. Non ne vale la pena, ti prego, così finirai per essere catturata anche tu."
"Ma io..."
Rechet colpì Alyiah col braccio meccanico ed esclamò: "Devi andare ora!"

Riluttante, Alyiah corse piangendo verso il portale, le mancava un passo per attivare il portale, come al generale mancava un passo per arrivare a Rechet.
"Hey bestione, come va?"
"Sul serio? Sono queste le tue ultime parole?"
"Bhe, non proprio..."
"Non ho tempo per queste cose, levati di mezzo!"
Alyiah attivò il sigillo ed improvvisamente, tutto attorno a lei diventò blu, in mezzo al grigio della tempesta, la sua era l'unica luce che splendeva dal porto.
"Dannata ragazzina!"
Rechet afferrò il piede del generale, il quale lo calciò via. Sfoderò la spada e la puntò dritta alla testa del ragazzo.
"Rechet, no!"
Dalla pioggia delle navi volanti però, ne arrivò una che finì per distruggere il pontile su cui si trovava il portale, facendo precipitare tutti in acqua.
Tutti tranne Alyiah, la quale continuava a fluttuare dentro alla sua bolla di energia blu.
La ragazza, senza esitazione, si gettò in acqua, lasciando la bolla fluttuante, sospesa in aria, pronta per essere utilizzata.

Nel frattempo, Khaq continuava disperatamente a sollevare le travi cadute sull'amico d'infanzia, il quale si risvegliò immediatamente dopo aver perso i sensi.
"Che succede? Khaq, cosa sta..."
"Tranquillo fratello, ci sono io qui!"
"Khaq, non sento più le gambe"
"Cosa?! No aspetta, ora ti libero"
Vha alzò lo sguardo e vide una parte del tetto scoperchiata, mentre il resto minacciava di cadere sull'amico.
"Khaq, devi andartene! È troppo pericoloso!"
"Non posso lasciarti qui! Sei mio fratello!"
"Khaq, se non mi lasci qui, morirai anche tu. Devi andartene prima che il ciclone spazzi via questo posto. Ti scongiuro per una volta... ascoltami!"
"No!"
"Khaq, io ti... voglio bene. Sei un'idiota ma sei l'unica cosa simile ad un fratello che ho mai avuto in vita mia. Non posso morire sapendo che perderai la vita per me. Ti supplico, vattene!"
"Non posso..."
Una delle travi cadde, sfiorando Khaq per un soffio, mentre il vento spazzava via i carri dalle strade. Improvvisamente, una porta per i sotterranei si aprì.
"Devi entrare lì Khaq, solo stando sotto terra potrai salvarti!"
"Tranquillo, ci salveremo entrambi"
"Khaq, andiamo, non c'è modo per te di sollevare queste travi e anche se ci riuscissi, non riuscirei a camminare fino alla botola"
Khaq disegnò sulla sua mano il simbolo di un ariete e ricolse il palmo della mano verso il mucchio di travi.
"Khaq non farlo!"
L'orda d'urto dell'incantesimo rimbalzò sul krug, che cadde a terra dolorante.
"Merda!" esclamò piangendo.
"Andrà tutto bene, starò bene Khaq, te lo prometto"
"Non posso farcela senza di te..."
"Sei forte e hai una passione che non ho mai visto in nessun altro nella mia vita. Vorrei solo che imparassi a scegliere la giusta parte con cui schierarti"
"Cosa vorresti dire?"
"Khaq, segui sempre il tuo cuore. So che il generale è una figura importante per te, ma non sempre chi ammiriamo è nel giusto. Devi trovare la tua strada, fratello"
"Io... lo farò, fratello"
Vha sorrise e con fare malinconico disse: "Addio"



Nel porto invece, Alyiah cercava di svegliare Rechet, il quale rimase a galleggiare su una trave di legno.
"Svegliati!" Rechet sentì una voce, ma non fu quella di Alyiah. Un'altra ragazza, la quale voce era molto più melodiosa, chiamava Rechet nel sonno.
Fu dopo averlo colpito alla testa con un pezzo di legno, che si svegliò.
"Che cazzo ci fai qui! Mi sono sacrificato per te e ora tu mi ripaghi mandando a puttane il piano?"
"Ero preoccupata per te stronzo!"
Rechet abbassò lo sguardo ed Alyiah aggiunse: "Non sarei mai partita sapendo di averti lasciato da solo a morire"
"Che dolce, vuoi morire insieme a me"
"No idiota"
Alyiah alzò la mano meccanica di Rechet, attirando a sé la sfera blu.
"Ce ne andiamo insieme"
"Per un attimo mi hai spaventato..."
"Non sapevo se avrebbe funzionato, ho giocato d'azzardo"
"Questa è la mia allieva!"




Quella sera, la natura si trovò assoggettata al volere di altre creature.
Non era sicuro di quale sarebbe stato il destino della città di Ulma. L'imperatore non disperse mai il ciclone, nonostante i due, ormai, erano già partiti per l'isola di Elda.
In quel momento, non si seppe se l'imperatore perse il controllo dei suoi poteri o se lasciò il ciclone per soddisfare il proprio sadismo.
Ciò che è certo è che gli avvenimenti ad Ulma, diedero inizio ad una serie di ribellioni sia all'interno che fuori dall'impero.
I krug si ritrovarono impotenti davanti a sole due persone e questo, fece apparire l'impero indebolito, nonostante gli enormi sviluppi tecnologici che avevano lo scopo di gettare il terrore nei cuori dei loro nemici.

Quel giorno, nuovi legami si rafforzarono, altriinvece si spezzarono... per sempre.
Coloro che persero i propri cari in quell'incidente, ribollirono dalla rabbia.
C'è chi incolpava i due umani, chi invece, non credeva più nell'imperatore oiniziava a perdere la propria fiducia in esso.
Ciò che successe all'isola di Elda però, sarebbe stato ciò che avrebbe plasmatoil futuro di Ariah. La luce del cielo, era pronta a splendere nuovamente...

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