Cugini Insospettabili

Un'imponente figura mascolina fronteggiava la tenuta di campagna dei Malfoy. Dopo aver notato la tetra eleganza del giardino, abitato da candidi pavoni albini, aveva deciso di raggiungere l'ingresso e di utilizzare, per mera cortesia, il battente dalle rifinite scanalature che dominava il portone. Sembrava rivestito di piccole squame metalliche che ricordavano la pelle di serpente. Chi gli aprì fu un giovane elfo domestico dagli occhi languidi ed enormi.

-Le do il benvenuto a Malfoy Manor, signore. Posso offrirle qualcosa mentre aspetta il padrone?-

L'uomo aveva distolto rapidamente l'attenzione dalla creatura per guardarsi intorno, decise così di liquidarla, prima di dare un'occhiata più attenta. -No, grazie.-

E iniziò a muoversi nell'atrio, notando per primo il grande camino marmoreo sovrastato da uno specchio incluso in una cornice d'oro. Non dubitava che lo fosse davvero, così come i piedi del divano o lo scheletro del lampadario di cristalli che pendeva dal soffitto. Persino il tappeto damascato, e che invadeva l'intera sala, presentava delle cuciture dorate che lo impreziosivano. Peccato che i colori spenti scelti per quello spazio offrissero un'eleganza fredda e distaccata all'ambiente.

-Benvenuto, signor Stehodensky. Siamo onorati di poter godere della sua presenza nella nostra umile dimora.- Così aveva esordito Lucius Malfoy dopo averlo fatto attendere.

L'uomo, quando lo vide, lo trovò perfettamente abbinato al contesto. Quella finta modestia che gli aveva appena palesato gli fece presto intendere con quale tipo di persona si sarebbe dovuto confrontare, da quel momento in avanti.

-Sembra che mia madre fosse molto legata a voi- rispose Gabriel Stehodensky, all'apparenza un giovane uomo, dai brillanti occhi verde mela. I lineamenti virili e volitivi lo rendevano davvero attraente, come aitante la sua massiccia figura. Differente da quella più sottile ed elegante del padrone di casa.

-Sì, vostra madre era una carissima amica di famiglia, confido dunque che l'amicizia possa perpetuare nel tempo. Magari... con Draco, mio figlio.-

Gabriel incontrò gli occhi argentei dell'uomo. -Sappiamo entrambi che sono solo apparenze quelle che ho intenzione di mantenere, signor Malfoy. Mio padre è molto affezionato alle vicende che hanno sempre coinvolto la vostra rinomata famiglia, per questo vorrebbe che stessi qui e facessi parte delle vostre vite, visto che vi aspettano grandi cambiamenti, a quanto sostiene...- E superò l'uomo, portandosi le mani in tasca e iniziando a osservare i grandi dipinti appesi ai muri. C'erano generazioni di allampanati Malfoy ovunque.

-Cambiamenti, dite? Di che tipo?-

-Non sono tenuto a rispondervi, ma mio padre vorrebbe che dessi il mio personale contributo e obbedirò, restando da parte. Anche solo un mio dito potrebbe cambiare del tutto le sorti della futura realtà londinese, per cui... farò in modo che siate voi i soli e unici responsabili di ciò che accadrà.-

Lucius deglutì e, sebbene con passo cauto e misurato, inseguì Gabriel, cercando di indagare. -Mi rendo conto che non proviate per noi lo stesso affetto riserbatoci da vostra madre, ma...-

-Lo provava per la nonna di vostra nonna, certo non per voi. Cosa che sapete bene. Io sono del tutto disinteressato a queste cose... da labili mortali- liberò con vago disgusto. -Il vostro mondo non mi entusiasma affatto, al contrario. Siete tutti molto simili e noiosi, soprattutto fra i Purosangue... qualunque cosa significhi per voi- commentò con stizza, continuando a tenere il capo alto mentre non poteva che ammirare il tocco dell'artista. Forse questo era il lato più interessante dei terrestri: la loro originalità nell'arte. Che dipendesse dalle risapute dimensioni delle loro anime? L'arte e l'anima potevano avere un nesso?

Mentre i pensieri dell'individuo si muovevano altrove, Lucius cercò di attirare di nuovo la sua attenzione, stringendo il pugno attorno alla testa di serpente fissata al suo bastone da passeggio. -Eppure credevo che conosceste meglio di chiunque altro il significato di certi termini.- Quella mezza provocazione riuscì finalmente a far abbassare lo sguardo dell'ospite, il quale non poté che gradire la sua sfacciataggine.

-È naturale li conosca, visto che nel mio mondo hanno davvero un significato. Qui, invece, non ne hanno alcuno. Non vi è una reale differenza fra Purosangue e Mezzosangue e nessuno quanto voi lo sa, visto che è proprio per questo che temete la diffusione dell'impurezza. Quando anche le ultime caste inizieranno a sporcarsi, persino quelle più legate ai loro beneamati principi cadranno. Insieme alla loro insopportabile alterigia.-

Così lo oltrepassò, offrendogli un bieco sorrisino e tornando a rimirare i quadri appesi.

-Allora perché siete qui? Cosa volete?-

-La libertà- replicò immediato Gabriel, soffermandosi davanti a una casetta in campagna, dipinta in un bosco. Il quadro era illuminato da due candelabri a muro che regalavano un pizzico di calore a quell'angolo della sala.

Lucius si volse perplesso e corrucciò lo sguardo. -Voi? Volete forse dirmi che non siete libero di...-

-Sono qui per volere di mio padre, prima che per amore di mia madre. Era una Purosangue come voi, con idee non dissimili, ma non sono mai stato uno che si fa influenzare e ho sempre osservato questo mondo con i miei occhi, dando le mie conclusioni. Se però non obbedirò a mio padre, non potrò essere libero di fare la vita che desidero, con la donna che desidero. Ogni cosa verrà decisa da lui e io mi limiterei a vivere per l'eternità con la miseria che mi passerebbe, con una persona scelta da lui.- Fece una breve pausa. -Non sarà qualcosa che permetterò- decretò quindi, dedicandogli un'occhiata glaciale e mostrandogli tutta la sua determinazione, per poi tornare sul quadro.

Lucius alzò ambedue le sopracciglia, sorpreso nel sentirlo parlare in quel modo. Nemmeno lui era stato libero di scegliere chi amare, ma non gli era risultato poi così difficile con Narcissa. Era una donna molto dolce, anche se poteva sembrare austera.

-Capisco. Allora... benvenuto in famiglia, amato nipote. Potrai venire a trovarci quando più vorrai e verrai invitato a ogni festa, naturalmente- gli disse, sorridendogli gioviale e mostrandogli tutta la falsa cortesia di cui era dotato.

Gabriel però non fu da meno. -Ne sono lusingato, amato zio. Ricuciremo presto il rapporto andato perduto.-

-Padre! Ho l'assoluta necessità di avere una scopa nuova! Tutta la squadra merita niente meno che le nuove... e voi? Chi siete?-

Un dodicenne pretenzioso e dai capelli laccati all'indietro aveva appena fatto la sua comparsa, insieme a tutta la sua stizza da Purosangue.

Gabriel lo guardò dall'alto, con un istintivo desiderio di scompigliargli tutti quei bei capelli platinati, ma Lucius lo distrasse con il suo intervento. -Costui è Gabriel Stehodensky, Draco. Un tuo lontano cugino...-

E guardò il preso in causa che stirò un vago sorriso mentre Draco incrociò le braccia sul petto e piegò il capo di lato. -Ste... cosa? Che cognome assurdo!- osservò, liberando persino una risata sprezzante, ma la mano solida del padre sulla sua spalla lo fece smettere subito. -Il signore ci farà compagnia per un periodo speriamo molto lungo, e...-

-Che?! Vivrà qui con noi!?-

-Niente affatto- intervenne prontamente Gabriel, rassicurando il ragazzino che fece scattare un sopracciglio.

Il genitore proseguì: -Pretendo che tu abbia il massimo rispetto per lui, Draco. È senz'altro un nostro pari.-

Il giovane sbatté gli occhi varie volte, con sorpresa, poi li spostò su Gabriel che aveva assunto un'espressione sorniona.

-Ne siete certo, padre? Io non ho mai sentito parlare di questa famiglia Ste-qualcosa.-

-Mi auguro che tu non stia mettendo in dubbio le mie parole, Draco.-

Il giovane indietreggiò appena, presto intimorito. -Certo che no!- Scattò così su Gabriel, offrendogli l'identica falsità che gli aveva dedicato suo padre, poco prima. -Benvenuto, cugino. Sono certo che gradirete molto l'ospitalità della nostra rinomata famiglia.-

 -Non ne dubito, cugino- replicò il mezzodemone, intingendo le proprie parole nell'ipocrisia, come sembravano essere soliti fare i membri di quella famiglia.

Draco tornò quindi sul padre che annuì in sua direzione e il ragazzo dunque lo sollecitò: -Comunque, vi stavo parlando delle scope della squadra e...-

-E avrete tutto ciò di cui necessitate. Non temere. Ora puoi andare.-

Quello, pienamente soddisfatto, se ne andò. Non vedeva l'ora di sfidare il detestabile Potter.

Anche Gabriel decise di ritirarsi. -È meglio che vada anche io. Abbiamo detto tutto il necessario... e anche di più.-

Diede le spalle all'uomo che però gli domandò, mostrandogli un'arguzia tutta dedicata alla sua casata: -Le novità di cui parlavi riguardano "Colui-che-non-deve-essere-nominato"?-

Gabriel stirò un sorrisino, poi volse solo il capo, scandendo, prima di smaterializzarsi: -Chi lo sa.-

Come previsto da Lucius, era stato proprio il ritorno di Voldemort ciò che aspettava la sua famiglia e nessuno più di lui poteva essere inasprito dal ritorno dell'Oscuro Signore. Per anni aveva potuto godere della libertà di spadroneggiare e imporre la sua autorità al ministero, ma con il ritorno di quel mostro il suo libero arbitrio era finito. Era una guerra ciò che Voldemort desiderava, era spargere distruzione... cose che a lui, in realtà, non interessavano affatto.

Lui amava il potere e la ricchezza, ma anche se avessero vinto quella guerra, sarebbe dovuto sottostare al volere di qualcun altro per il resto dei suoi giorni.

Qualcuno a cui però sapeva di non potersi opporre.

Era un sabato sera estivo di due anni dopo. I mangiamorte si erano tutti raccolti a Villa Malfoy, sfruttando le risapute risorse dei suoi abitanti senza alcun ritegno. Oltre l'atrio, c'erano due ingressi che davano alla sala da pranzo. Quella sera, la bella stanza aveva visto la sua lunga tavolata centrale spostarsi e accostare un'intera parete, in quel modo aveva ospitato il sontuoso buffet. Dall'altro lato era stato adibito un salotto per favorire la conversazione.

Mancava solo il protagonista della serata che stavolta non era Lucius, con enorme rammarico di quest'ultimo, ma nemmeno suo "nipote".

Il platinato padrone di casa vide Gabriel materializzarsi proprio in quel momento, poco avvezzo, come al solito, a farsi accogliere e presentare da uno dei loro elfi domestici. Il mezzodemone si trovava al centro della balconata esterna, oltre la grande vetrata che fronteggiava gli ingressi. Essendo quest'ultima spalancata, permetteva agli invitati di ammirare il giardino interno, popolato da candide rose sullo sfondo verde scuro del prato. 

Lucius lo raggiunse con la solita espressione altezzosa e l'altro gli fece un cenno con il capo: stava osservando chi fossero gli invitati, mentre gli veniva incontro ed entrava nella sala. -Salve, caro zio.-

-Gabriel, mi rende molto felice averti qui.-

I due si sorrisero appena, comunicando all'altro il reale disappunto nel trovarsi insieme nella stessa stanza. Nel corso del tempo il rapporto fra loro non era affatto migliorato.

Era la prima volta che Gabriel veniva a far loro visita, quell'estate. Il Torneo Tremaghi aveva avuto un finale che nessuno si sarebbe mai aspettato: il ritorno di Lord Voldemort.

-Sembra che questo Tom Riddle sia un individuo di una certa rilevanza, così sono venuto qui.-

Lucius non parve scomporsi davanti alla libertà che si era preso l'uomo. Ormai lo conosceva e sapeva che tentare di infondere in lui del reverenziale timore verso il Signore Oscuro era tempo sprecato, anche se iniziava a temere che la sua presenza avrebbe inficiato il regolare svolgimento della festa.

-Curiosità, dunque? Sono sorpreso... - osservò Lucius, alzando un sopracciglio.

Gabriel gli sorrise benevolo. -Che sciocchezze. Conoscete bene le mie motivazioni. E poi... praticamente vi avevo avvisato- ultimò, offrendogli uno dei suoi sorrisini biechi. Era consapevole di quanto Lucius detestasse i parassiti, insieme a chi si permetteva di dargli degli ordini. La sua vita stava prendendo una piega davvero scomoda.

Non lo vide cedere un solo momento alla provocazione. Era chiaro che si stava allenando bene con il nuovo despota. Il tono mellifluo gli parve del tutto convincente. -Praticamente sì, certo. E io non vedevo l'ora che la vostra predizione si avverasse. Il ritorno del nostro amato signore è stato una gioia immensa.-

Gabriel dovette stringere le labbra: gli stava quasi sfuggendo una risata. Non avrebbe mai creduto che vedere quell'insopportabile signorino venir calpestato da qualcuno potesse persino divertirlo. Per un attimo, venne attraversato da un pensiero di empatia nei confronti di tutti i Demoni che trovavano un reale svago nell'osservare le vite dei mortali. Ma solo per un attimo.

L'arrivo della star del momento salvò Lucius da una delle repliche sardoniche del suo affezionato "nipote".

La faccia da serpente era celata sotto il mantello e lo sguardo assassino scandagliava l'intero salone, cercando gli occhi dei suoi seguaci, ma non trovandone alcuno. Tutti si erano presto inchinati davanti a lui, ma Lucius, a fianco a Gabriel, fu l'ultimo a farlo.

-Bene, bene... c'è un ardito fra noi- commentò l'uomo, muovendosi sul pavimento, mentre faceva aleggiare il lungo mantello nero sporco attorno alla sua figura.

Gabriel era in piedi e osservava i tratti serpentiformi dell'individuo, i cui occhi erano invece del tutto umani. Voldemort fissava con interesse la boria con cui quello sconosciuto si stava permettendo di fronteggiarlo... e già pregustava la lezione che gli avrebbe dato da lì a pochi istanti: sarebbe stata d'esempio per tutti.

-Mio signore, lasciate che vi presenti un mio lontano nipote...- iniziò quindi Lucius, messosi presto al fianco dell'Oscuro Signore che non aveva tolto gli occhi da Gabriel nemmeno per un istante. Quest'ultimo non ebbe alcuna particolare reazione.

Sentendo il padrone di casa iniziare a sproloquiare sulla parentela che lo legava a quel nuovo volto, Voldemort alzò il palmo della mano, liquidando il chiacchierone e facendogli notare, con la sua voce sibilante: -Sono certo che questo ritrovato nipote sia provvisto anche di una lingua... per il momento.-

A Gabriel non poté che far sorridere quella minaccia e rispose: -Oh, sì che c'è l'ho. Respiri bene con quelle due fessure?- gli domandò poi, come se avessero chissà quale confidenza.

Voldemort aprì il suo orrendo sorriso gengivale prima di far scattare la propria bacchetta contro di lui. Quel tentativo fu però inutile. Venne fermato e reso del tutto incapace di muovere il resto del corpo. Qualcosa lo stava trattenendo e, sebbene il suo interlocutore non avesse mosso un dito, era certo che fosse proprio lui il responsabile.

Inutile dire che Tom sarebbe avvampato se la sua pelle grigia glielo avesse permesso.

-Che cosa sta succedendo!? Che razza di incantesimo...!?-

-Mio signore...- iniziò Lucius, tirando fuori la bacchetta nel tentativo di spezzare la magia del mezzodemone, ma quest'ultimo parlò: -Non sono qui per bisticciare, signor Serpente. Non si preoccupi.- E lo liberò per primo, visto che nessuno sarebbe riuscito a interrompere l'effetto dei suoi incantesimi non verbali.

-Chi diavolo sei!?- scattò però Voldemort, vedendolo oltrepassarlo e muoversi verso il buffet. Non si era accorto della presenza di Draco, balzato in piedi dal vellutato divano che lo aveva ospitato fino a quel momento. Ormai aveva quattordici anni. La sua espressione era scioccata.

Nonostante il tempo che aveva trascorso a casa sua, non aveva idea di cosa fosse Gabriel. Non doveva mai essersi davvero informato sul mezzodemone.  Evidentemente non l'aveva mai ritenuto un individuo degno del suo interesse.

-Lui è un mio lontano nipote! Ve l'ho detto, mio signAHHH!-

-Silenzio!- berciò Voldemort, scattando con il Cruciatus verso Lucius che crollò sul pavimento, urlante. -Oh, no, vi prego! Mio signore!-

Narcissa e Draco accorsero, terrorizzati, implorando il mostro e Gabriel li osservò con espressione glaciale, mentre sorseggiava il suo drink. Voldemort non poté ignorare la sua insofferenza.

-Parla, dannato!-

-È la verità. Sono un loro lontano parente. Anche se i nostri legami risalgono a più di un secolo fa.- Non era affatto la verità, sua madre era stata solo un'amica di famiglia per i Malfoy, ma suo padre aveva insistito perché si spacciasse per un parente.

Le sue parole lasciarono tutti abbastanza perplessi e Gabriel piegò il capo di lato, mostrando a Voldemort il suo sorrisino: -Ti si è accesa una candela, Signor Serpente? O dovrei chiamarti Tom? Cosa preferisci?-

E Voldemort si materializzò davanti a Gabriel che però non smise di succhiare dalla sua cannuccia, nemmeno quando fu faccia a faccia con l'essere: -Cosa diavolo vuoi... demone?-

L'altro storse la bocca, alzando gli occhi al soffitto e correggendolo: -Tecnicamente, sarebbe mezzodemone. Anche se per te non fa alcuna differenza, restiamo comunque...- E si avvicinò al suo orecchio, sussurrandogli compiaciuto: -... imparagonabili.-

E tornò indietro, sorridendogli appena e notando Lucius rialzarsi tremante, sorretto da moglie e figlio. Voldemort invece non aveva smesso di guardarlo con enorme disgusto e le sue parole non gli trasmisero meno disprezzo: -Ebbene, mezzodemone... cosa vuoi?-

L'altro fece spallucce, scuotendo il capo con noncuranza. -Un bel niente. Sono solo uno spettatore annoiato. Osserverò a cosa porterà questa disperata ricerca di attenzione e riconoscimenti.-

Com'era ovvio, tutti quei commenti non poterono che far borbottare i mangiamorte. Voldemort non poteva mostrarsi debole, sarebbero dovute essere delle dimostrazioni di forza quelle che avrebbe dovuto offrire loro... non quello spettacolo imbarazzante.

-Mi vuoi quindi far credere che non interverrai!? Che non ti unirai a quei miserabili scolaretti che sperano di contrastarmi?!-

-Non so di che parli, ma se sono con i Malfoy è perché ho sempre avuto molta più simpatia per i "cattivelli", piuttosto che per i denominati "buoni". Non so niente di voi, deciderò col tempo... ma conviene che tu faccia il bravo con me, Tom. Sono un tipo piuttosto permaloso-  lanciò così una rapida occhiata ai Malfoy, per poi allontanarsi verso il buffet.



Spazio Autore:

Eccomiiii!! E dopo quasi due settimane dal mio avviso... inizio a postare! Ho finito la storia poco fa, dopo tre settimane intense di scrittura! Sono molto emozionata e mi auguro con tutto il  cuore che possa piacere a tutte\i! Chi mai sarà questo aitante Mezzodemone XD? Un bacione! Spero di sentirvi numerose! Il prossimo lo posterò Mercoledì! Ciaoo!

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