Come scotta la realtà!

L'arrivo nella moderna villa di Gabriel, con grandi vetrate che si lasciavano attraversare dalla luce bianca del sole fittizio, aveva sorpreso Tanis che forse si aspettava qualcosa di più demoniaco. Quando però aveva mosso un passo in direzione della bella cucina hi-tech, il pavimento si era trasformato in un fondale marino. In un primo momento aveva temuto di caderci dentro, tanto era realistico ma, saltellando atterrita, si era resa conto della sua solidità e che, a ogni suo passo, si lasciava dietro dei cerchi concentrici in grado di allontanare i pesci sottostanti.

Era certa che gli animali non fossero veri, anche se non avevano mai movimenti ripetitivi, per cui era possibile che stessero riflettendo l'immagine di uno scenario tropicale presente sulla terra. Il soffitto invece era rivestito di coralli neri, piuttosto eleganti e del tutto in pendant con il mobilio nero lucido del salone.

Si trovavano in quella casa da alcuni giorni, Gabriel era molto impegnato nella ricerca di sua madre e della sua migliore amica. In quel lasso di tempo, convivendo col mezzodemone, aveva potuto aquisire altre informazioni su di lui: innanzitutto non era un tipo mattiniero. Si svegliava ogni giorno non prima delle nove e questo probabilmente perché le sue notti non erano proprio riposanti.

Non appena finivano di cenare, verso le undici, si davano la buonanotte e poi si ritiravano nelle loro stanze. Lui si trovava al piano di sopra lei invece era stata lasciata in quello di sotto, così avrebbe avuto tutto a disposizione qualora avesse avuto fame.

L'uomo non sembrava affatto propenso a mostrarle il resto della casa e l'aveva ben capito dal comportamento delle scale fatte di sabbia. Si palesavano solo quando lui le attraversava, altrimenti andavano a chiudere, come una parete, l'ingresso al primo piano.

Stava sorseggiando il suo tè, in attesa che il compagno si svegliasse. Sapeva bene che si intratteneva con diverse ospiti la notte, non le aveva mai viste giungere o andare via ma le era capitato di sentirle a causa di una qualche finestra del piano di sopra chiusa alla bell'e meglio.

Anche quella mattina prese la sua tazza e si avvicinò alla vetrata per guardare l'agglomerato di ville demoniache che occupavano il quartiere. Dirimpetto a quella di Gabriel c'era una scuola per bambini: piccoli esserini con cui non si era mai relazionata, anche se apparivano davvero buffi e carini. Le loro madri li adoravano. Vedeva come non si stancavano mai di sbaciucchiarli ogni mattina prima di lasciarli e poi all'ora di pranzo, quando andavano a riprenderseli.

Sua madre non era mai stata così costante nell'affetto che le aveva offerto e, quando ormai era abbastanza cresciuta da capire quanto fosse instabile, aveva concluso che forse i suoi gesti affettuosi erano solo parte della sua pazzia. Niente era reale, dunque.

-Buongiorno.-

La voce alle sue spalle la fece scattare indietro. Gabriel si era appena palesato: indossava dei lunghi pantaloni bianchi, di lino. Faceva molto stile marittimo, con quelle infradito ai piedi.

Diversamente, lei aveva deciso di tenere il suo kimono da casa, in raso nero. Pensava di cambiarsi dopo la colazione, anche perché non era certa che il coinquilino sarebbe sceso in tempo per mangiare con lei.

In genere si faceva sempre trovare vestita al mattino e infatti notò una impercettibile tensione nell'aria. Lo disturbava che fosse a cosce scoperte?

Il compagno la raggiunse, molto serio, affiancandosi a lei e guardando i bambini entrare nell'edificio. -Li osservi sempre con molto interesse. Come mai?- Il tono era tanto pacifico che pensò di accantonare la sua percezione iniziale.

-Mi chiedo chi sarei stata se avessi avuto del vero affetto da mia madre. Nella tenuta non ci sono scuole, ho potuto frequentare solo qualche vicino e loro andavano sempre a scuola... li ho spesso invidiati. Io dovevo studiare a casa, da sola. Adesso poi... mi rendo conto di tante altre cose, come tutti questi baci. Nemmeno temessero di vederli svanire nel nulla.-

-Immagino che separarsi da un figlio che si ama davvero sia così, soprattutto se tanto piccolo. Demoni e Vampiri non sono prolifici come i mortali. Ma ti consolerà sapere che ben pochi mezzodemoni sono amati dai loro genitori. Solitamente siamo considerati falsi figli, delle marionette che svolgono i compiti del genitore demoniaco nel tentativo di acquisire una loro indipendenza.-

Tanis spostò gli occhi cristallini su di lui, intuendo che quella fosse la sua storia. -Mi dispiace.-

E l'altro scese a guardarla, ora in maniera diversa. Rimase in silenzio mentre lei gli appariva innocente. Allungò una mano poi, andando a sfiorarle il volto con le nocche, rimanendo sempre molto serio. Seguì il movimento della propria mano, indugiando lungo il collo candido e seguendo la piega della spalla, coperta dal tessuto lucido. Ne accarezzò il bordo con il pollice, afferrandolo con l'indice e cercando si spostarlo verso l'interno, nel tentativo di coprire meglio il seno prosperoso... ma fu inutile. -Dovresti andare a cambiarti, Tanis.-

Lo sguardo cupo di lui tornò a incrociare i suoi occhi e lei schiuse le labbra, sembrava intimorita di aver fatto qualcosa di sbagliato. La mano si spostò di nuovo sul suo volto e non poté proprio evitare di accarezzare col pollice la pelle subito sotto il carnoso labbro inferiore. La vide venirgli incontro, abbassando la bocca e cercando un nuovo contatto, per poi domandargli, a bruciapelo: -Perché non vuoi che venga di sopra?-

Gabriel strinse le palpebre, spostando il pollice e decretando: -Perché non è un posto per te.- Gli sembrava strano vederla così disinibita, cosa le stava passando per la testa?

Lei parve offesa da quella replica lapidaria e allontanò il viso dalle sue dita, mostrandogli quindi il suo cipiglio. -Non sai un bel niente di me.- E stavolta lo oltrepassò, lasciando la sua tazza nel lavandino.

Lui, vedendola tornarsene in camera con quell'aria impettita, le disse dietro:  -Non avremo quel rapporto io e te, Tanis. Sei molto giovane, devi fare le tue esperienze e...-

-E sono sempre io che decido cosa voglio o non voglio fare- stabilì lei. -Anche perché, come ti ho già detto, non mi conosci affatto.-

Stava per andarsene, ma Gabriel, colpito davanti a quella posizione così decisa, decise di provocarla, visto che ormai si parlava apertamente. -Vuoi forse dirmi che conosci il mondo dei piaceri?-

La bruna si bloccò e alzò un sopracciglio. Poi si volse con lentezza calcolata verso di lui e gli lanciò un'occhiata aggressiva. -Quindi, visto che secondo te sono vergine, non sono in grado di capire, apprezzare o disprezzare ciò che fai!? Dopo aver fatto sesso pensi che si acquisisca questo grande potere di giudizio?- E non poté che lasciarsi sfuggire una risata incredula.

Gabriel però non stava affatto ridendo. -Il sesso fa parte di diversi mondi. Non penso affatto che una o un vergine siano meno intelligenti o che il loro parere valga meno, ma è innegabile che siano privi di argomenti, come lo è, a mio parere, qualcuno che ama e fa sesso solo nella maniera più tradizionale o solo per amore... anche se in molti sostengono essere quella più esauriente. Se mi passi il termine.-

-Quindi picchi le donne? Sei un sadico? E questo il tuo grande segreto?- gli domandò, tagliando corto, ma mostrandogli un'espressione ben poco impressionata.

Gabriel ammorbidì la propria espressione, sorridendole pacifico. -No, bambina. Odio la violenza. Non la concepisco.-

E Tanis apparve ben più frustrata da quella replica. Alzò il mento e strinse la mascella, insieme ai pugni. -E allora cosa?!- domandò irritata.

Lui la fissò un momento e poi scosse il capo, dandole le spalle e decidendo di andare a lavare la tazza che aveva lasciato nel lavabo. -Non voglio in alcun modo coinvolgerti nelle mie... necessità, Tanis. Sono diverso dall'uomo che pensi io sia, anche se capisco che il mio comportamento ti possa aver lasciato intendere che ti volessi. Credimi quando ti dico che mi fai molta tenerezza. Ti chiedo scusa se ti ho offesa con il mio rifiuto, sappi che non è a causa del tuo aspetto o del tuo carattere.- Riportò la tazza al suo posto, tornando quindi a guardare la compagna, poggiando le mani sul bancone della cucina. -Ti prego di non avercela con me per questo. Voglio sinceramente aiutarti e fare in modo che tu riesca a trovare la tua strada, anche se spero non sia con qualcosa di illegale, come l'allevamento delle chimere.- ammise, storcendo la bocca, dispiaciuto.

Tanis ascoltò il suo monologo e poi guardò altrove, rossa in viso. -Non ti stavo certo implorando di scoparmi. Se non vuoi passare il tempo con me anche in quel modo non posso farci niente, ero solo curiosa e non cambierò idea su di te dopo che mi avrai detto cosa ti piace fare a letto. Anche se dovesse essere disgustoso. Da quel punto di vista... credo che ognuno abbia il diritto di avere le proprie perversioni, purché siano condivise con persone che le hanno a loro volta.-

Gabriel annuì, sempre con un mezzo sorriso sulle labbra. -Sono del tutto d'accordo con te. Spero davvero che questa cosa non incrini la nostra conoscenza. Mi fa piacere trascorrere questo periodo con te, come anche averti qui.- le disse con grande sincerità.

Lei parve apprezzarlo e annuì, ammorbidendo le spalle. -Se non ti allontanerai tu, non lo farò nemmeno io.-

"Che ho fatto?"

Piuttosto che al dolore della scottatura, il pensiero di Hermione, subito dopo il suo gesto impulsivo, era stato quello. E, mentre osservava la bruciatura sul palmo della mano sinistra, la destra si era infilata nella sua borsetta a perline, alla ricerca di un rimedio. Ma il suo vicino non glielo permise.

Draco le afferò il polso, alzandosi in piedi e spingendola a fare lo stesso. -Andiamo.-  e la grifona si sentì trascinare in bagno, mentre Harry ascoltava le inutili giustificazioni di Ron. Il rosso forse sperava di dare una lezione al biondo con quel gesto?

Una volta davanti alla specchiera, Draco iniziò a riempire il lavabo di acqua fredda. -Immergila.- Poi iniziò a rovistare nei cassetti.

-Che fai?- domandò la ragazza, alzando gli occhi imperlati dalla mano tremante.

–Sistemo quella bruciaura.-

 Lei apprezzò il tentativo, ma tenne a informarlo: –Ho dell'essenza di dittamo, devo solo trovarla.-

-Come sprecare pozioni che potrebbero servirci a ben altro, complimenti- liberò con velato sarcasmo lui, dandole la sensazione di stare sottovalutando la cosa.

–Mi fa molto male! – dichiarò offesa, aveva notato persino alcune vescicole sulla pelle. Forse più per la rabbia che non per il dolore, una lacrima sfuggì poi al suo controllo e Draco tirò fuori due piccoli contenitori: una pomata e una sorta di saliera.

Guardò la ragazza, notando il broncio tremante sul suo viso. -Lo so.- Poi le afferrò il polso e tirò fuori la mano scuotendo la saliera sul palmo. Della polvere bianca vi si depositò, creando della schiuma una volta a contatto con l'acqua. Il rossore e la leggera escoriazione stavano passando.

Draco tornò a guardarla, notando la sua sorpresa davanti a quel rapido rimedio. Nonostante la naturale antipatia che provava per la grifona, non poté davvero evitare di mostrarle la sua riconoscenza: allungò una mano al suo viso e le cancellò una lacrima. –Grazie, comunque.-

Lei rimase del tutto ammutolita davanti a quel gesto affettuoso e in imbarazzo tornò a guardare la mano. –È stato... istintivo- mormorò, con una breve alzata di spalle.

Draco continuò a osservarla per un momento, ammorbidendo lo sguardo e pensando che nonostante il loro carattere insopportabile, forse erano davvero dei "buoni". Non c'era uno solo dei suoi ammiratori Serpeverde che avrebbe frapposto la mano tra lui e un caffé bollente per proteggerlo. I grifoni non erano certo suoi amici, ma la ragazza aveva comunque avuto l'istinto di difenderlo e questo perché era semplicemente una persona di buon cuore. Quella consapevolezza fu piuttosto strana per Draco, non aveva mai conosciuto persone di quel tipo.

E, mentre veniva attraversato dalle ramanzine di Gabriel riguardanti la sua forte esigenza di farsi dei veri amici, notò che la schiuma si era ormai asciugata. Prese un asciugamano, tamponò con delicatezza la zona lesa, poi vi spremette un breve cilindro di pomata. Quando iniziò a massaggiarla, non poté proprio fare a meno di commentare: –Beh, almeno, oltre ai denti, hai anche i riflessi da scoiattolo.-

Hermione, che iniziava a credere che un pizzico di gentilezza ci fosse anche nel Malfoy, cambiò subito idea e spalancò la bocca, scattando su di lui, oltraggiata: -Ma...! Come puoi!? E poi da che pulpito, furetto!-

Lo vide scoppiare a ridere, cosa che la contagiò appena. Non aveva mai visto la sua risata, non quella vera e spontanea. Ma non si lasciò certo trascinare dal moto di tenerezza che aveva provato per lui e che magari l'aveva spinta a quel gesto. Iniziò a dargli della manate sulla spalla e sul braccio nudi, per farlo smettere, ma lo sentì solo giustificarsi: -Era d'obbligo, Granger! Non hai il minimo senso dell'umorismo!- lamentò infine, vedendola smettere di colpirlo e scuotere il capo. Aveva di nuovo abbassato gli occhi sulla mano.

–Non avrebbe dovuto parlarti in quel modo... del gesto non ne parliamo proprio.-

-Non mi importa niente di quello che pensa- rispose immediato il biondo, tirando fuori un orgoglio tipicamente maschile e di cui, grifoni o meno, tutti i maschi erano dotati.

Lei sorrise appena, assumendo un'espressione bonaria. –Se così fosse stato, forse non gli avresti risposto in quel modo...-

Draco intercettò la sua occhiata e storse la bocca, tornando alla mano ormai risanata. Forse non aveva tutti i torti. -Hai ragione. Mi irrita, ma non voglio distruggere l'equilibrio già precario che sussiste fra noi. Di base non voglio litigare con Potter. È il suo migliore amico, per una motivazione che ancora mi è del tutto sconosciuta.-

Hermione fu felice di sentirlo parlare in maniera più sincera. Non si aspettava certo che si aprisse con loro, ma conversare in modo civile, a suo parere, era ormai diventato indispensabile alla loro convivenza. –Ron è un ragazzo molto buono, te lo assicuro. Ma l'idea che si è fatto di te in questi anni gli viene difficile da superare. Anche per me e Harry continua a essere complicato ma, come ormai avrai capito, io e lui abbiamo sempre avuto fiducia cieca in Silente. Se lui ha visto qualcosa in te, deve esserci... anche se dubito che Ron ci crederà presto.-

Draco era tornato a guardarla, non potendo evitare di pensare che senza l'intervento del preside non sarebbe mai riuscito a unirsi al gruppo. Nemmeno grazie al Veritaserum.

Dopo un momento di silenzio però, la ragazza aveva deciso di continuare: -Dopo tutte queste settimane e... questo- indicò l'abitazione, facendo un ampio gesto con la mano -...non so se ce l'abbia più con te, per il modo in cui l'hai trattato, o... per invidia.- e gli lanciò una breve occhiata, vedendolo alzare un sopracciglio. -A differenza nostra, Ron è un ragazzo molto insicuro e temo che a questo sentimento, che ha sempre provato verso ciò che possedevi e ciò che rappresentavi, si sia aggiunto il rinnovato carattere e le nuove capacità che stai rivelando, cose che lui non ha mai sviluppato. Anche se non ci ha nemmeno mai provato- non poté che concludere, con una nota di severità nella voce.

-Mi sono impegnato molto per acquisire queste conoscenze.- Le fece notare il biondo, ora forse poco più irritato davanti a quella novità. Alla faccia dei buoni!

-Oh, lo immagino. Ron non credo se ne renda conto. Sei migliorato enormemente in diversi ambiti della magia, quando a scuola non hai mai spiccato in nulla. Per questo sono certa che non deve essere stato facile.-

Draco apprezzò la comprensione che stava palesando la ragazza, anche se stava cercando di mettere una parola buona per entrambi. Come lui, di certo non desiderava infiammare gli animi, ma solo che quella guerra finisse.

-In ogni caso non mi sento affatto responsabile della sua insicurezza. Non siete certo i primi che mi mostrano il loro disprezzo sperando di nascondermi certi sentimenti. Sono un Malfoy, erede di una delle famiglie Purosangue più antiche e conosciute di tutta la Gran Bretagna e non me ne vergogno affatto, anzi... adoro tutto il pacchetto, se proprio vuoi saperlo, soprattutto ora che me lo merito davvero.-

Hermione notò con quale fierezza parlava della sua famiglia e di ciò che essa rappresentava. Si era impegnato molto e non si sentiva in errore né nel sottolinearlo, né nel compiacersi dell'invidia altrui, anche se aveva con abilità glissato su ciò che lo aveva portato a cambiare carattere e abitudini.  Quel mistero, suo malgrado, iniziava a incuriosirla, ma dubitava che il Malfoy si sarebbe mai confidato con qualcuno. Non sembrava nemmeno averne il bisogno, appariva molto sicuro e soddisfatto di se stesso.

-Tu e Ron siete del tutto diversi...-

-Che occhio.-

-Caratterialmente- sottolineò lei, con rimprovero. -E quindi penso che ci voglia solo un po' di pazienza, tutto qui- concluse, bonaria.

-Beh, me lo auguro, anche se nel dubbio eviterò di rispondergli quando ha a portata di mano oggetti contundenti o... tazzine di caffè.-

–Sono sicura che non accadrà più, non lo permetteremo.- gli sorrise, facendo riferimento a lei e Potter, cosa che lo sorprese di nuovo. Appariva piuttosto positiva ma soprattutto... protettiva.

Credeva che uno come lui avesse bisogno di difensori? Non aveva idea di quanto si sbagliasse, anche se ora era chiaro il motivo per cui aveva sentito l'impulso di frapporsi tra il caffé bollente e la sua faccia.



Spazio Autore

Ohhh ma quanto è carino il nostro Draco che si preoccupa per Herm?? Cuuuteee XD Chissà come sarà invece questa amica di famiglia di Tanis... sì, lo so che loro due non vi interessano troppo per ora, ma con il tempo confido che possano incuriosirvi... se avrete la pazienza di leggere anche i brevi trafiletti che li riguardano XD (Scommetto che qualcuna li sta saltando XDXD)

Passo ora a ringraziarvi ragazze, questo fine settimana mi sono davvero divertita con voi, mi avete fatto una grande compagnia con tutti i vostri commenti! Grazie mille davvero! corinna_black303, angimarry03, stel_lina, GiovannaMarongiu, Annarita_Esposito, Mlizzie23, IHaveSomeDream, Enzagiuffre, Noemim97, katnissgreypotter, Harly00, Carietta91, Fiorentinasara, _kiki11_, RoseTorez, FlaviaYes, InnamorataDiUnRiddle, Aspasia13_07, MarinelaRezi, Want_To_Love, petrov4queen, Liby654

Allora allora, la mia nuova e immancabile domandina! I tratti fisici del vostro uomo ideale. Se poteste descriverlo, come lo vorreste?? Beh, sono stata convinta fin da piccola che i biondi fossero senz'altro la mia passione (Erik di rossana, Riley di mewmew, i supersayan amoremiovegetaXD, e poi beh, il nostro Draco, ovvio) ma negli ultimi anni, ormai, ho cambiato radicalmente idea e alcune di voi capiranno molto bene il perché. Il mio ideale ormai ha i tratti di un tipo ben piazzato, viso scultoreo, con una bella mascella volitiva, occhi di ghiaccio, capelli corvini e... possibilmente, uno di quei sorrisini malevoli in grado di scioglierti. XD Qualcuna l'avrà certo riconosciuto, non ne dubito... le altre beh, se ne avranno la pazienza... potranno averne un assaggio XD

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top