A Godric's Hollow

I ragazzi si erano materializzati in una via deserta, coperta dalla neve. C'era molto freddo e, nonostante gli abiti pesanti, i ragazzi rabbrividirono sentendo presto la mancanza del clima mite della Foresta di Ashural. I tre maghi si trovavano nei pressi di una piccola chiesa, dal grande portone socchiuso un coro intonava dei canti natalizi: la nenia si udiva di sottofondo in tutto il piccolo paese, offrendogli la tipica atmosfera nostalgica delle feste.

-Dev'essere la Vigilia, Harry- disse in tono concitato Hermione, prendendo sotto braccio l'amico e afferrando Draco per il polso.

Il biondo si scambiò con lei un'occhiata, dopo essere rimasto un po' intirizzito dal gesto, ma la lasciò fare.

Harry invece sembrava più impegnato a guardarsi intorno circospetto. Avvertiva una strana sensazione, come un senso di familiarità per quel piccolo borgo. Avvertiva un legame e, in cuor suo, sapeva bene il perché. Il suo sguardo si era fermato sul piccolo cimitero accostato alla chiesetta e, mentre camminavano, non poté evitare di fermarsi. Sapeva che l'obbiettivo era un altro, non erano lì per perdere tempo, ma domandò: –Pensi... che siano lì, Hermione?-

Hermione alzò gli occhi dorati sul volto dell'amico, notandolo serio, forse nel tentativo di reprimere le forti emozioni che provava. Non erano soliti parlare dei suoi genitori e vederlo così assorto, le fece sentire un moto di dispiacere per lui. –Penso di sì, Harry...- Avrebbe voluto sembrargli positiva e ben disposta verso quella deviazione che stavano prendendo, ma non era certa di esserci riuscita. Una parte di lei era in allerta e temeva che quel silenzio insieme al quartiere quasi disabitato fossero due condizioni ottime per un agguato.

Harry sembrava di diverso avviso e si mosse all'interno del cimitero, ignorando il commento di Draco: –Miseriaccia, che freddo...- Era ben cosciente della possibilità che qualcuno li stesse spiando e non era escluso che potesse essere proprio Severus, il professore li conosceva bene e mantenere anche le abitudini di Weasley sarebbe stato molto semplice grazie alla sua Polisucco.

Una volta però all'interno, Hermione si separò dai due ragazzi e superò Draco, avvicinandosi a un tumulo che aveva subito attirato la sua attenzione. Harry invece era andato avanti, come se sapesse dove si trovava la lapide dei suoi genitori.

Il Malfoy si fermò quindi, osservando la strega che stava spostando della neve per poter leggere a chi appartenesse quella tomba.

–Ignotus Peverell- commentò la giovane, focalizzandosi però non sul nome, ma sul simbolo inciso poco sopra.

-Lo conoscevi?- le domandò, visto che ormai conosceva quello sguardo: era molto concentrata su qualcosa.

La strega si alzò in piedi. –Lui no, ma quel simbolo... è ricorrente nel libro di Beda, inizio a credere che non sia lì a caso, né che... sia opera dell'autore. Probabilmente è stato aggiunto.- La voce si era ridotta a un sussurro, si era posta persino una mano davanti alla bocca affinché potesse sentirla con chiarezza solo lui.

Draco a quel punto offrì il suo interesse all'incisione: si trattava di un triangolo in cui era inscritto un cerchio diviso a metà dall'altezza del triangolo. -Ho già visto anche io quel simbolo...- le disse dopo qualche istante.

Hermione spostò così gli occhi su di lui, non aspettandosi quella replica. –Dove?-

Il Malfoy ci stava pensando con intensità, ma dopo qualche istante si arrese e scosse il capo. –Niente, ci devo pensare. Dov'è finito Pot... Harry?- si corresse, forse preso per un momento dall'ansia di non vedere più il bruno nelle vicinanze.

La coppia si guardò intorno circospetta, ma fu Hermione a inquadrare l'amico per prima. –Deve averli trovati- mormorò dolente. –Andiamo- Evitò di chiamare l'amico ad alta voce, non voleva attirare l'attenzione, così fece per prendere ancora una volta il polso di Draco, ma stavolta la mano di lui le venne incontro e afferrò la sua. La strega rabbrividì, non soltanto per il contatto inaspettato con la stretta calda e decisa del ragazzo, ma dal gesto stesso: era stato del tutto inaspettato. D'altro canto però c'era la possibilità che avesse deciso di atteggiarsi a Ron per entrare meglio nella parte. Non poté indagare sulla cosa perché ormai avevano già raggiunto Harry.

Il ragazzo era immobile mentre fissava la tomba dei genitori. Non disse niente, nemmeno nel momento in cui gli si avvicinarono. Era un momento intimo, che forse avrebbe preferito rimanesse soltanto suo, ma Hermione non riuscì proprio a lasciarlo solo con se stesso e chissà quali pensieri. A volte, nei momenti di sconforto, si faceva sobbarcare dal senso di colpa, per cui era sicura che una parte di lui si colpevolizzasse. Lasciò la mano di Draco e allungò l'altra verso il braccio dell'amico. –Harry...- lo chiamò in un mormorio, cercando almeno di fargli sentire la sua vicinanza.

Il giovane mago tirò su col naso e prese un respiro tremolante, cercando di ricacciare indietro ogni rimorso e dispiacere.

Hermione non sapeva proprio cosa dire per confortarlo, per cui tornò a osservare la tomba e si inginocchiò. Tirò fuori la bacchetta e le fece disegnare nell'aria un cerchio, materializzando una ghirlanda di piccole rose bianche per i defunti coniugi.

Draco aveva preferito rimanere indietro. Era la prima volta, in quelle settimane, che si sentiva di troppo. Era una situazione molto personale, in cui nessuna parola probabilmente sarebbe stata giusta o sbagliata, per questo rimanere in silenzio, seppur in imbarazzo, doveva essere la scelta per tutti. Quando però vide Hermione compiere quel gesto per lui, dovette ritrattare. Dove le parole non arrivavano, un gesto poteva tanto che, seppur per un breve momento, era riuscita persino a commuoverlo. Era sicuro che con nessuno dei suoi cosiddetti amici sarebbe mai riuscito a coltivare un'amicizia simile.

Le parole singhiozzanti di Harry ruppero il silenzio mentre Hermione tornava in piedi. –Buon Natale, ragazzi.-

Hermione spostò gli occhioni lucidi sull'amico e strinse le labbra, cercando di non lasciarsi coinvolgere dal momento. Rispose, seppur a fatica: –Buon Natale, Harry.- E gli si avvicinò, poggiando il capo sulla sua spalla.

Draco, sebbene trattenuto da una buona fetta del suo spirito irreprensibile, non riuscì ad evitare di allungare la mano e stringere l'altra spalla di Potter.

Quest'ultimo fu sorpreso dal gesto e spostò le iridi smeraldine alle sue spalle, scambiandosi con il biondo un breve cenno. Hermione si era resa conto solo in quel momento che il Malfoy era rimasto indietro, per cui portò indietro la mano e stavolta fu lei a stringergliela.

Per Draco quel momento fu quasi traumatico. Non si era mai sentito così vicino a qualcuno come in quel momento. Nonostante i loro trascorsi, erano riusciti comunque a farlo sentire incluso in qualcosa che credeva non avrebbe mai conosciuto. Non aveva idea di dove fossero gli arroganti Grifondoro che era certo fossero, ai tempi della scuola, perché quelli con cui stava avendo a che fare, per quanto testardi e orgogliosi, erano pieni di buoni sentimenti, ben lontani dalle moine che era convinto offrissero ai professori per ottenerne il favore. Che avesse davvero sbagliato tutto? Stava iniziando a cambiare il sistema con cui misurava il suo mondo?

Durò poco, qualche istante in effetti, ma per lui equivalse a un marchio inciso a fuoco. Iniziava a capire davvero cosa intendesse Gabriel quando cercava di fargli capire quanto fosse importante la profondità di quel rapporto. E si sentì rincuorato davanti al breve e fuggevole pensiero che, forse, loro... non lo avrebbero tradito o abbandonato. Forse di loro poteva fidarsi.

Sarebbero rimasti a fissare la tomba ancora per qualche minuto se Hermione non avesse colto dei movimenti poco lontano, oltre la staccionata, nei pressi della chiesa. Un'anziana, tarchiata e vestita di nero, era impalata in mezzo alla via, rivolta verso di loro. –C'è qualcuno che ci osserva, ragazzi...-

Gli altri due spostarono lentamente la visuale per controllare, mentre la strega aveva spostato la sua. –Sì, e penso di sapere chi è...- sostenne Harry, scambiandosi uno sguardo d'intesa con lei.

Hermione venne quindi superata dall'amico che si mise davanti alla coppia, ancora presa per mano. I due lo seguirono e Draco, approfittando della vicinanza con la strega, la cercò con aria interrogativa e questa gli spiegò in un sussurro: –Credo sia Bathilda Bath... lei conosceva Silente.- Poi si rivolse al bruno: –Dobbiamo fare attenzione, Harry. Non la conosciamo...-

Ma Harry non sembrava propenso a lasciarsi perdere quell'occasione. –Potrebbe sapere dov'è la spada...! Devo parlarle!- In effetti, se avessero trovato lo strumento magico, sarebbero riusciti a distruggere il dannato medaglione e tutti gli Horcrux che sarebbero venuti dopo di lui. Allungò dunque il passo, ormai deciso a rincorrere l'anziana che, nonostante il passo strascicato, rilevabile dall'impronta continua che la precedeva, era comunque piuttosto veloce.

Draco, che ormai sentiva lo stupido berretto di Weasley pregno di acqua, visto che non era idrorepellente come i suoi, non vedeva l'ora di rintanarsi al chiuso e nell'eventualità che quella vecchia gli avesse offerto un buon tè caldo e qualche biscotto appena sfornato, sarebbe stato ben felice di condividere il tavolo con lei, insieme a qualche pettegolezzo.

Il giovane Potter sarebbe di certo riuscito a raggiungere la donna, se però con la coda dell'occhio non avesse notato un rudere alla sua destra. Piantò i piedi sulla neve fresca, splancando le palpebre e venendo colpito da un ricordo tanto realistico che in quel momento gli parve persino di annusare l'odore del legno bruciato, il gonfiore caldo di un pianto struggente e poi le urla. Quelle urla che non avrebbero mai abbandonato la sua memoria. Stava tremando.

Hermione osservò l'amico e schiuse le labbra davanti all'edificio che, un tempo, probabilmente, era stato divorato dalle fiamme, forse a causa di un'esplosione. Non capì perché si fossero fermati fino a che non sentì il suo amico parlare. -È qui che sono morti.- Il ragazzo fissava con intensità quella che, in un'altra vita, sarebbe potuta essere casa sua. –È qui che lui li ha uccisi.-

La coppia intese subito quale forte disagio il ragazzo stesse provando quel giorno. Era possibile che quella fosse la prima volta in cui vedeva la tomba dei suoi genitori, come anche i resti della sua prima casa.

Rimasero tutti e tre a fissare il rudere, immersi nei loro pensieri, ma per poco Draco non imprecò nel notare di fianco a Harry la vecchia. Quando era tornata?! e perché non l'avevano sentita. Il suo sussulto contagiò i due Grifondoro, ma Harry domandò, nascondendo lo spavento con facilità. Aveva affrontato situazioni ben più pericolose. -Lei è Bathilda, vero?-

La donna osservò con fare eloquente il ragazzo, poi gli diede le spalle e si mosse verso casa propria, dove li invitò a entrare.

...

-Via, lasci fare a me.-

Una volta entrati in casa, Harry si offrì di aiutare la donna ad accendere una candela, visto che le sue mani tremavano eccessivamente. L'attenzione del grifone però venne presto catturata da una fotografia, posta su un ripiano in basso. -Chi è quest'uomo?- le chiese e quella, dopo averlo guardato con intensità, aveva preso il suo porta candela ed era salita sulla rampa.

Draco fu l'ultimo a entrare e si chiuse la porta alle spalle, assumendo un'espressione disgustata. Quella donna viveva lì? Circondata dal marciume? L'ingresso era cupo e inquietante, l'odore di muffa piuttosto forte e le ragnatele invadevano gli angoli superiori della stanza. C'erano pochi mobili antichi, scuri, ma con quel buio non si capiva in quali condizioni fossero. Capì che nessuno gli avrebbe offerto dei biscotti lì dentro e, nel caso, li avrebbe di certo rifiutati.

Harry, per quanto incuriosito dalla fotografia, aveva preferito seguire l'anziana, aveva uno sguardo eloquente, come se avesse in serbo per lui qualcosa...

Hermione tentò di richiamarlo, ma lui la ignorò.

-Siamo sicuri che questa tizia non sia fuori di testa? Così, per curiosità- buttò lì Draco, all'orecchio di Hermione

La strega si limitò a scuotere il capo. –Non lo so... Ron. Ma spero davvero che possa esserci d'aiuto.-

Mentre Harry seguiva Bathilda, facendosi luce con la bacchetta, Hermione e Draco esplorarono il piano terra. La casa era piuttosto grande, ma sembrava abbandonata. La luce non funzionava cosa che li aveva costretti a utilizzare il Lumos, i mobili erano marci, a causa di diverse finestre rotte che avevano permesso l'ingresso di acqua, insieme ai soffitti umidi e macchiati che in alcuni punti sgocciolavano sul parquet gonfio. Naturalmente, davanquel marciume, ai due balzò all'occhio il rosa e il verde acido dell'unico libro in perfette condizioni sul comò che dominava il lungo andito che dava a una stanza chiusa: forse la cucina o un bagno.

–"Vita e bugie di Albus Silente"- lesse Hermione, voltando l'oggetto e inquadrando l'elegante e biondissima Rita Skeeter che sorrideva ammiccante in direzione dell'obiettivo.

-Ah, questa baldracca farebbe di tutto per qualche pettegolezzo, posso garantirtelo...- commentò schifato il biondo.

Hermione levò le iridi dorate su di lui, alzando un sopracciglio con fare severo. –Davvero, Ron?-

Il biondo intuì di essersi lasciato pervadere dal proprio spirito, ma annuì, assumendo un'aria inebetita. –Certo, sono il migliore amico di Harry Potter, oltre al fatto che sono un Purosangue. Lo sai però che... quelle come lei non mi piacciono affatto.- E le accarezzò i ricci, vedendola poggiare il libro e superarlo, impassibile. Draco trattenne un sorrisino e la seguì.

...

Harry nel frattempo aveva seguito l'anziana nello studio al piano superiore e, quando la donna fece per chiudergli la porta alle spalle, notò che il giovane aveva il medaglione appeso al collo. Il bruno colse il suo sguardo e si scambiò con la donna una lunga occhiata, notando che il medaglione stava rumoreggiando. Che sapesse di essere ormai sul punto di essere distrutto?

Harry credeva che la vecchia gli avrebbe detto qualcosa e fu sorpreso nel sentirla rivolgersi a lui in Serpentese, probabilmente per accertarsi della veridicità delle sue parole. *Sei tu, Potter?*

Harry rispose, facendosi invitare dentro la stanza. *Sì, hai qualcosa per me?*

E lei gli indicò una credenza, dove Harry sperava di scorgere l'elsa della spada, il suo caratteristico rubino, ma vide solo un album di foto.

...

Hermione e Draco invece avevano deciso di muoversi lungo il corridoio, sentendo il pavimento scricchiolare a ogni passo. C'era un fastidioso ronzio nell'aria e si faceva più forte tanto più si avvicinavano alla porta, Draco stava storcendo il naso sempre di più, l'odore di muffa e stantio si stavano sostituendo a qualcosa di fetido, acre. Era nauseabondo.

–Questa puzza...- iniziò Draco, portandosi la mano guantata davanti a naso e bocca e scambiandosi un'occhiata disgustata con la strega.

Hermione invece aveva poggiato la mano sulla porta, spingendola verso l'interno dello stanzino. Ciò che le loro bacchette illuminarono subito dopo li fece trasalire in un istante.

...

Harry, dal piano di sopra, raggiunse l'album di foto, i cui volti non riconobbe anche a causa del buio, ma fu costretto a voltarsi, perché era riuscito a cogliere qualche strano movimento. La forma dell'anziana aveva iniziato a modificarsi in modo strano, ricordandogli Barty Crouch jr. quando, preso dagli effetti della Polisucco, aveva smesso di assumere le sembianze di Alastor Moody.

"Oh no..." il panico lo colse in un solo istante. Prese immediato una sedia, cercando di usarla come scudo nel vedere il corpo di Bathilda collassare. Dalle finte membra ne sbucò fuori niente meno che l'enorme anaconda di Lord Voldemort.

-Che fa Draco?- domandò dal nulla Tanis, mentre metteva da parte le linee guida per la ricerca di un impiego lavorativo nella Dimensione Demoniaca e su cui Gabriel stava cercando di istruirla. Le aveva detto che era bene sfruttare quei momenti di stallo, in cui non potevano certo intervenire, per mettersi avanti con l'inserimento della ragazza in società.

Il mezzodemone rimase sorpreso dal suo interessamento: era la prima volta che gli chiedeva del mago così esplicitamente. -Inizia a familiarizzare col gruppo, per fortuna, anche se non con uno dei tre: il rosso, che infatti ha deciso di andare via.-

Tanis alzò gli occhi scintillanti su di lui e alzò un sopracciglio. -Non mi dire, quindi è rimasto solo con Potter e la ragazza?-

-Esatto.-

La mora storse la bocca carnosa in un sorrisino saputo. -E Potter sta con la ragazza?-

-No, sono come fratelli.-

-Ahh...- rispose lei, alzando ambedue le sopracciglia e impilando un'altra serie di fogli che invece riguardavano la costituzione demoniaca. -E lei è già crollata ai suoi piedi?-

Gabriel intuì che volesse soltanto spettegolare un po', così le diede corda. -Non sono certo che sarà lei a cadere...-

E il candido sorriso di lei si aprì malevolo sul viso affilato, liberando persino una risatina argentina. -Sarà divertente vederlo trasformato in una pera cotta.-

Il compagno annuì appena, concordando con l'ilarità dell'eventualità e la sentì chiedere ancora: -Quindi comunque pensi sarà ricambiato?-

E stavolta Gabriel tentennò nella risposta. -Onestamente penso di sì, ma non so se... guardandoli con questa costanza non sto iniziando a tifare per loro, mettendo la parte la mia obbiettività.-

-Perché? Che direbbe la tua obbiettività?-

-Che non ci appiccicano niente, l'uno con l'altra... tranne in piccoli dettagli, forse. Ma davvero di poco conto...-

-Quindi pensi che solo persone simili possano essere felici insieme?-

-Essere simili significa poter condividere interessi e pareri. Se si è così lontani... l'amore deve riempire la distanza ed è difficile che ci riesca.-

Tanis considerò la sua posizione abbastanza logica, ma si fece più seria e gli domandò: -E allora non è dunque questo l'amore più forte? L'amore più grande, che supera anche le avversità?-

Gabriel, sentendola fare quel discorso, ebbe di nuovo gli stessi dubbi che gli erano sorti giorni prima, quando avevano parlato delle sue esperienze. -Sì, un amore altrettanto raro, dico soltanto questo.-

La vide annuire e ammorbidire lo sguardo, per poi dedicarsi alla raccolta di alcune mappe geografiche. Il compagno aveva cercato di indicarle le città della Dimensione più conosciute e popolose. Fece per fargli quindi una nuova domanda, ma stavolta lui l'anticipò: -Che facevi tutto il tempo? Oltre alle Chim...-

-Mi scopavo i vicini- tagliò corto lei, dopo avergli lanciato una singola, breve e lancinante occhiata. Era riuscita a cogliere quella curiosità che in realtà aveva illuminato le sue iridi diverse volte, da una loro vecchia conversazione. Era chiaro che gli era rimasto il pallino e fu felice di essere riuscita a farlo avvampare. Non poté incontrare il suo volto, ma notò l'improvviso rossore apparso sulle sue mani poggiate sul tavolo, insieme al suo respiro divenuto irregolare.

-N... non pensavo che potessi uscire dalla cupola.-

-Andavo in quelle dei vicini, infatti, erano protette non meno della nostra... per mia fortuna.-

Gabriel era rimasto davvero sorpreso dalla naturalezza con cui si era espressa. Forse anche una certa freddezza. Eppure all'inizio gli aveva dato un'impressione del tutto differente. Aveva letto ingenuità nei suoi occhi e poi! Il modo in cui aveva difeso il parere delle vergini, a suo tempo... era scattata come una molla, improvvisamente, senza nemmeno una vera giustificazione in realtà... e forse questo era il motivo. Aveva recitato, ma non era stata in grado di assumere quella parte al meglio, era stata esagerata, ma lui non l'aveva notato, si era lasciato coinvolgere dalla discussione e dalle sue accuse, dispiacendosi di essere stato maleducato con lei.

-Uh... fai quasi rumore con tutti questi pensieri...-

-Perché mi hai mentito quella volta?-

E la bruna assottigliò lo sguardo, alzando subito le pupille su di lui, stavolta: appariva minacciosa. -Non ti ho affatto mentito, tu hai dato per scontato che fossi vergine per i discorsi che facevo.-

Lo vide deglutire e comprendere di aver posto male la domanda -E perché me lo hai voluto far credere?-

-Perché non mi piace essere trattata con sufficienza, a prescindere dalle mie esperienze di vita. Ti ho fatto credere quello che volevi e ho trovato un modo per zittirti comunque.-

Il mezzodemone strinse le labbra, un pelo divertito stavolta. -È vero... anche se hai calcato un po' troppo la mano.-

-Se non te ne sei accorto, allora ho fatto un buon lavoro. A posteriori son bravi tutti.-

E Gabriel liberò una mezza risata, afferrandole una mano e accarezzandola. -Touché.-

La bruna, con una nuova espressione compiaciuta e finì di riordinare i suoi fogli di studio. Quel giorno la cena toccava a lei.



Spazio Autore

Ahiahiahi! Si mette male a Godric's Hollow! Che succederà con Nagini??

PAssiamo ora ai ringraziamenti! Come sempre siete tantissime! Grazie davvero per il vostro continuo supporto! : Herm_74, Giuliettapersempre, apyanna, _kiki11_, Liby654, Tikitiket, ledgomma, MarinelaRezi, Stel_lina, Fiorentinasara, Enzagiuffre, RoseTorez, galaxia33, petrov4queen, comecartabianca, Aspasia13_07, Carietta91, noemim97, FlaviaYes, katnissgreypotter, Mlizzie23, GiovannaMarongiu, bianchilisa00, angimarry03

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