2. Nodi


Il corso di vela iniziava alle dieci circa, ma l'istruttore e i suoi aiutanti (compresa la sottoscritta) dovevano arrivare alle 7.50 per preparare le barche e tirare fuori tutto il necessario per la sicurezza dei bambini.

Avevo passato la settimana che mi separava da quel giorno in una sorta di attesa, poi la tensione si era allentata fino a ripresentarsi quella mattina stessa. Non sono mai stata la tipica ragazza che si facesse problemi per come vestirsi o truccarsi o cose di questo tipo, mi bastavano un paio di jeans, una felpa e delle comodissime e comunissime superga, che usavo perennemente. Se fosse dipeso da me le avrei usate anche sotto ai vestiti per le occasioni importanti, ma mia madre era decisamente il mio opposto. Quindi non fu questo il problema.

Quella mattina mi svegliai con una sola idea in testa, pensando all'unico problema che stranamente non mi ero posta prima di quel momento.

Non avevo ancora detto niente ai miei genitori.

Non perché li volessi tenere all'oscuro di tutto, volevo semplicemente prendere in mano le redini della situazione e nella foga, mi ero scordata di avvertirli. E ora mi ritrovavo con il pensiero di mia madre, super apprensiva e super iperprotettiva, inchiodata di fronte a me che mi avrebbe fatto una lista lunghissima di raccomandazioni per poi terminare con qualcosa che sarebbe suonato come: "Se avessi saputo che avevi bisogno di soldi o di un lavoretto avrei potuto trovarti qualcosa di meglio...di più tranquillo e più vicino."

Mia madre aveva il dannato vizio di tenermi sotto la campana di vetro, ma io non ero più disposta a starci.
E non ero neppure disposta a darle retta o a farmi venire i sensi di colpa nei suoi confronti.
Quindi optai per una piccola bugia...

Feci scattare la sveglia presto, spegnendola velocemente e sgusciando in bagno con i vestiti sotto braccio, gli occhi ancora impastati dal sonno. Vestendomi velocemente mi ricordai dove avevo lasciato la sacca la sera prima e la tirai fuori dall'armadio degli asciugamani. Mi lasciai sfuggire un altro sbadiglio e mi sbrigai a scendere in punta di piedi, infilandomi in cucina per afferrare una mela dal centrotavola e le chiavi dal ripiano in corridoio.

Chiusi la porta con soddisfazione, benedicendo il fatto che i nonni mi avessero dato la loro vecchia auto per farmi le ossa a guidare. Così non avrei dovuto prendere in prestito macchine che teoricamente non avrei potuto guidare. E, inoltre, mi ritrovavo con un minimo di autonomia.

Il lago Maggiore di fronte ai miei occhi si dipinse come una distesa azzurra su cui i raggi del sole si riflettevano in caldi rivoli dorati spuntando da dietro la Rocca di Angera, con la stessa timidezza che ebbi io una volta giunta alla Lega, dove riconobbi uno scuter blu all'ombra dell'edificio.

Avvicinandomi alla riva dove attendevano le barche coperte dai teli osservai Yuri parlare con Andrea, serio. Yuri non era un uomo molto alto, aveva una fronte solcata spesso da rughe espressive profonde, occhi chiari severi che raramente sorridevano in special modo quando lavorava e corti capelli bianchi tenuti in stile militare. Quando mi vide corrugò ancora di più la fronte, facendo voltare il ragazzo alto di fianco a sé.

Il sole accarezzò i suoi capelli d'oro mentre l'aria mattiniera glieli scompigliava, quando mi rivolse un sorriso sghembo.

Il mio cuore fece una capriola mortale nel petto, ma mi sforzai di calmarmi e di ricambiare.

- Francesca! Cosa ci fai ancora vestita così? Vai a cambiarti!

Eseguii immediatamente gli ordini del "capo", chiudendomi in uno spogliatoio, lí accanto, con il borsone in spalla.

Iniziavamo bene la giornata, insomma...

*****

- Ok, capito tutto? Sì? Allora chi vuole ripetere?

Osservai il sole riflettersi su dodici testoline intente ad osservare il disegno che Andrea aveva fatto per spiegare le varie parti che componevano la barca a vela. C'era chi aveva un visino perplesso, chi molto curioso e chi annoiato. Qualcuno alla sua domanda levò la mano sopra la propria testa, richiamando l'attenzione.

Sorrisi guardando il ragazzo biondo chinarsi verso una bambina e farle fare un passo avanti per scandire con la sua voce squillante tutte le parti della barca. Rise quando finì con un acuto da topina e le accarezzò i capelli scuri.

- Bravissima. Ora alle barche!
- Siiiii! - gridarono in coro i bambini, seguendomi verso la riva con Yuri al mio fianco. Mi fece segno di aiutarli ad armarle e a insegnar loro i nodi.

Mi affrettai a obbedire, salvo in seguito sentirmi improvvisamente osservata.
Infastidita alzai lo sguardo e incrociai i suoi occhi scuri.
Andrea mi osservava con un leggero sorriso sulle belle labbra e mi fece cenno di mostrargli il nodo che avevo appena fatto.

- Dovresti supervisionare l'operato dei bambini, non il mio... - gli feci notare, mentre si avvicinava e mi sfilava dalle dita le corde, posizionandosi dietro di me.

- Ti ricordo, che anche tu sei nuova qui... quindi... - si interruppe alzando un sopracciglio e tornando a guardarmi - Perfetto.

Sorrisi soddisfatta, mentre si avvicinava, chinandosi verso di me. Mi prese una mano tra le sue e infilò l'altro lembo della corda su un mio dito.
Mosse in modo rapido e attento le mani esperte.
Quando mi lasciò guardare vidi un nodo identico al mio, delicato sulla pelle e dalla forma perfetta.

- Carino anche il tuo savoia*, ma l'hai stretto poco... - gli feci notare, sotto gli occhi attenti dei bambini che sorridevano divertiti.

- Per non farti male... - scrollò le spalle e me lo sfilò, accarezzandomi la mano con delicatezza - Comunque sei stata brava.

- Te l'avevo detto che lo faccio da quando ho 7 anni?

- Me l'avevi accennato, credo...- si chinò a far vedere come far passare la corda nel nodo a un bambino. Lo imitai con un'altra bambina un po' impacciata. Avevo sempre avuto talento con i bambini, riuscivo a parlarci e a fargli mantenere un certo ordine. Era bello vederli così entusiasti e disposti ad aiutarsi a vicenda, c'erano i più grandi che si prendevano il compito di stare accanto ai più piccoli e ogni tanto Andrea chiedeva loro il nome di qualche pezzo della barca indicandolo.

Una volta armate le vele, Yuri istruì i bambini sul da farsi in acqua e noi li aiutammo a indossare il giubbotto salvagente e ad allacciare le scarpe per la barca a vela. Erano tutti molto eccitati mentre li dividevamo in gruppetti.
Yuri ci disse di prendere il gommone e di tenerli d'occhio da lì, pronti a soccorrerli in qualsiasi momento e in qualsiasi caso.

Andrea mi aiutò a salire, per poi piazzarsi alla guida e sollevare uno schizzo d'acqua che fece ridere i bambini e aggrappare me al bordo. Ci piazzammo non troppo lontani e mi sfilai i pantaloncini del costume da uomo sotto al quale tenevo il bikini azzurri che adoravo. Il sole mi accarezzò le cosce in modo piacevole come i suoi occhi. Quando lo notai, voltò la testa dall'altra parte e arrossí leggermente.

- Ti ho visto.- rimasi quasi interdetta dalle mie stesse parole. Non ero mai stata così sfacciata e mi sentii le guance andare in fiamme, non sapendo cosa mi stesse succedendo.

Il cuore fece una nuova capriola mentre fermava il motore e si voltava a guardarmi negli occhi. Mi si avvicinò, guardandomi lentamente e sorridendomi.

- Lo so che mi hai visto. Anch'io vedo te. - e con quella frase enigmatica mi accarezzò una guancia - E ti vedo così...-

Non terminò la frase che Yuri passò di fianco a noi, richiamandoci all'ordine e all'attenzione. Ridemmo entrambi, ma il cuore mi batteva ancora così forte.

Osservai le spalle del ragazzo di fronte a me e sorrisi. Lo stomaco in subbuglio e la sua mano posata lievemente sulla mia con non calanche...

L'estate si prospettava davvero dolce...



*Nodo savoia: tipo di nodo può essere eseguito su qualsiasi tipo di corda, anche se può presentare qualche problema con le cime elastiche in caso di ciclo di carico e scarico a bassa tensione. Sicuramente è il più famoso nodo d'arresto, grazie soprattutto al pregio di non stringersi eccessivamente e di non usurare o indebolire il cavo. Può essere usato anche come nodo di giunzione tra due corde dello stesso diametro o tra due capi della stessa corda.

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