17. È tutto finito

-Perché lo fai? Perché uccidi le persone?- chiede John, mentre tu sei nascosto in attesa del momento giusto per attaccare.
L'assassino è in piedi e dà le spalle all'uomo legato alla sedia, rigido come un pezzo di legno, con le braccia incrociate al petto, ghigna ed emette un verso stizzito.
-perché, mi chiedi? È molto più interessante il perché Tu hai sparato a quell'uomo tanti anni fa, non trovi? Uccidere in guerra è una cosa ma questo....- risponde, la sua voce è cupa e bassa, ti dà un senso di inquietudine.
-anche tu sai che era un assassino- risponde John sulla difensiva, cominciava ad avere paura.
-non mi risulta che abbia mai ucciso qualcuno con le sue mani.- si avvicina al prigioniero, osservandolo attentamente- stai tremando! Non avere paura, johnnino non sei tu la mia preda di oggi, sto aspettando il tuo compagno, lui sì che mi ha dato un sacco di problemi ultimamente.- era ora, il gioco stava per finire.
[…]
Ce l'avevano fatta, il giustiziere era stato preso: Lestrade era arrivato giusto in tempo per arrestarlo.
Tutto era andato per il meglio e loro ne erano usciti vincitori, insieme.
Elly era tornata a casa e John era felicissimo, quasi piangeva. Non se l'era passata bene quella volta, soprattutto psicologicamente, a causa della morte di Mary. Ma ora è tutto finito, e loro erano salvi.
Poco tempo dopo la sua cattura, l'assassino si suicida in carcere, dopo aver ingerito un veleno preso non si sa dove.
Il poveretto aveva perso il padre, la madre e la sorellina a causa di un assassino e per questo, dopo aver perso la testa, si era dedicato anima e corpo ad uccidere le persone che commettevano omicidio.
Pov John
Ho appena finito di fare un bagno rilassante, mi ci voleva proprio. Elly è con Sherlock, li ho lasciati che giocavano al detective: alla fine ha vinto lei, decisa che è la strada che vuole prendere.
Un piccolo gorgoglio mi sale lo stomaco: è ora di cena.
Mi muovo verso la cucina per prepararmi qualcosa da mettere sotto i denti ma la scena che mi si presenta davanti agli occhi mi blocca: sul divano poggiato alla parete, Sherlock e Elly dormono beati.
Senza pensarci due volte affero di fretta il cellulare, cercando di non fare nulla che li possa svegliare, per poi scattare una foto ai due. Resto a guardarli ancora per un po': Elly con la testa poggiata sul petto di Sherlock che le teneva una mano sulla schiena per evitare che cadesse, la testa sul bracciolo del divano.
Mi avvicino di soppiatto, accucciandomi al suo fianco lasciandogli un bacio sul collo che lo fa trasalire, svegliandolo. I suoi occhi si posano su di me, indagano e chiedono e io non so che rispondere. Lo bacio, le sue labbra sono morbide e la sua bocca impastata ma non rompo il contatto finché entrambi non restiamo senza fiato, staccandoci con un sonoro schiocco.
Elly, ancora distesa su Sherlock, si muove nel sonno profondo che la avvolge ma noi continuiamo a guardarci.
"Cosa c'è?" sussurra lui, cercando di non svegliare Elly e il mio cuore si riempe d'amore al solo pensiero di lui al mio fianco come altro padre di mia figlia.
-Ho cambiato sfondo del cellulare- dico, completamente senza senso e lui mi guarda confuso, finché non mostro la foto scattata poco prima.
-È bello come in una sola foto si possa racchiudere la mia intera vita. Grazie di essere qui a completarmi, Sherlock- una lacrima scende sul mio viso, ormai al limite delle forze e subito viene raccolta dall'uomo di fronte a me.
Mi attira a se per un altro bacio, dolce e lento, poi si stacca piano e mi accarezza il viso.
-E tutto finito.-

~angolo autrice
Finalmente sono riuscita a pubblicare anche questo mese.
Manca davvero poco, so di non essere brava a scrivere, presto questa tortura finirà.
Alla prossima 💙

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