12. We're family
Pov John
Sapevo che lo avrei trovato sulla sua poltrona, nel suo palazzo mentale.
Chi sa da quanto tempo è li, a rimuginare sulle sue azioni o ad analizzare ogni cosa.
Decido di non infastidirlo: so per lui quanto è faticoso restare nella sua testa senza l'utilizzo di una dose e a quanto pare è quello che sta succedendo ora. Per lui è difficile annebbiare la sua mente al punto giusto da non sentire nulla al di fuori di essa.
Entro con cautela nell'appartamento e mi poggio sulla mia poltrona rossa, accanto al camino, nel silenzio più totale e aspetto che ne esca da solo, senza disturbarlo.
...
Pov Sherlock
Il freddo che mi pervade mi avvisa del tempo che corre. Sono rimasto fermo nella stessa posizione per ore e ora sono intorpidito e gelido come un cubetto di ghiaccio, apro i miei occhi lentamente e cerco di abituarmi alla penombra. Il mio udito lo sente benissimo il respiro pacato che invade la stanza, come il mio fiuto annusa l'odore di pino: John.
Accendo il lumino posto al mio fianco e subito la sua luce fioca illumina quel poco che basta per poterlo guardare in viso.
È stanco, spezzato, debole.... Glielo si legge nelle rughe che, per quante poche sono, costellano la sua fronte e gli angoli dei suoi occhi. Ha pianto e a farne testimonianza sono i solchi asciutti sulle sue guance, tutto questo mi stringe il cuore: lui non merita questo dolore.
Mi alzo silenziosamente e prendo una coperta posandogliela sulle gambe e sul petto fino alle spalle. Mi chino su di lui portando le mie labbra all'altezza del suo capo, poggiandole in un bacio innucuo come quello che si da ad un figlio per la buonanotte.
-non hai risposto al mio messaggio-
Un sussurro a mala pena udibile sfugge alle sue labbra ancora vicine al mio viso che non ho ancora spostato.
Poso il mio sguardo sull'Oceano che sono quegli occhi così profondi e poso una mano sul suo viso, accarezzandolo delicatamente per paura di frantumarlo.
-non devi preoccuparti per me ma per te e tua figlia, per la tua famiglia- i nostri respiri si scontrano, si mischiano e sono rumorosi, affannati.
Lui poggia le sue mani sul mio petto, io ormai sono seduto sulle sue gambe e entrambi siamo così vicini che anche un solo movimento può far scontrare le nostre bocche.
-io mi preoccupo per te perché tu sei la mia famiglia, adesso- le sue mani salgono sulle spalle fino ad agganciarsi al mio collo.
Il silenzio ci avvolge facendoci udire bene i nostri battiti e respiri. Il lumino ci illumina ancora e io posso vedere i suoi occhi farsi languidi e vagare dal mio sguardo, ancora puntato su di lui, e le mie labbra, che bramano di assaporare le sue da troppo tempo.
-noi siamo una famiglia- l'ultimo sussurro prima di distruggere la distanza che ci separava unendo le nostre labbra in un bacio a lungo sofferto e sperato, ma che finalmente entrambi abbiamo.
~angolo autrice
salve a tutti :)
Mi duole dirvi che manca poco alla fine di questa storia ed è proprio per questo che ho deciso di pubblicare ora un altro capitolo.
Ormai è quasi tutto pronto, manca solo la stesura delle idee, saranno si e no 6 capitoli. O almeno questi ho contato per ora.
Chissà però, magari un giorno potrei fare un sequel o che so uno spin off.
Detto questo ci risentiamo, questa volta davvero per metà ottobre.
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