storia

Stavo scappando più velocemente possibile per non farmi beccare,ma prima che la storia finisca qua ve la raccontero dall'inizio.

Mi chiamavo Rachel Honest sono alta 1,71 porto i capelli corti e mossi di colore castano chiaro  e la mia vita e cambiata quando avevo 19 anni.

Avevo una vita tranquilla fino ai 11 anni , quando ho iniziato a comportarmi in maniera strana.  I miei genitori non ci fecero molto caso e quando si sono stufati del fatto che gli dicessi ogni poco cosa mi sentivo mi presero una psicologa.

Non so quante volte ho dovute cambiare psicologo. Ogni volta che finivo una seduta li chiamavano dentro per parlare e quando uscivano mi dicevano che avrei cambiato psicologa.  Fino a che non mi ci portarono più.

Nel corso della mia vita ho fatto altre cose. Come convincere i miei genitori a praticare il mio sport preferito, il tiro con l'arco. Per me non c'era cosa meglio al mondo. Ma non tutto andava bene.

Avevo un fratello di nome Hendy e sembra sempre che i nostri genitori volessero bene più a lui che a me. Alcune volte lo trattavano così bene che mi veniva il nervoso. Ed è qui che iniziarono a crearsi i problemi.

Iniziaiammo a staccarci man mano sia perché lui si vantava troppo di essere ammirato da loro sia perché non ci sopportavano più.

Era una giornata come le altre e c'era stato un test molto difficile,per quanto mi fossi impegnata presi 5 e ritornai a casa con amarezza. Naturalmente i miei genitori rimasero delusi e mi fecero una grossa predica prima di mandarmi in camera.

Mentre camminavo in crociai Hendy che aveva sentito tutto. E con un sorriso mi disse che poco fa aveva detto anche lui a mamma e papà del voto che aveva preso,e pur essendo abbastanza basso non l'avevano sgridato.

Mi salì un nervoso, era la millesima dimostrazioni che non mi amavano abbastanza. Iniziammo a litigare e urlarci contro. Fino a che non senti qualcuno dire qualcosa.
"Picchialo fino a fargli uscire sangue".

Non sapevo chi l'avesse detto non c'era nessuno nei dintorni. Ma quella frase mi aveva tentato.  Non ci eravamo quasi mai fatti male perché ci fermavano sempre. Ma in quel momento non mi importava molto.... ero arrivata al mio limite di furia.

Gli saltai addosso e gli diedi tantissimi di quei pugni. Per la caduta era rimasto stordito e ne avevo approfittato. Lo continuavo a picchiare e non riuscivo più a fermarmi , quasi fossi diventata una macchina.

Ma poi senti un urlo acuto e fui spostata violentemente da un lato. Vedevo mio padre in piedi davanti a me con sguardo furioso mentre mia madre era seduta e stava rialzando mio fratello in lacrime.
" sei un mostro" mi disse.Non mi dimenticherò mai quella frase.

Mio fratello fu bendato e dopo i miei genitori si misero in macchina con me e partirono. Non sapevo dove andavano ma lo scoprì molto presto. Una psicologa, avevo già timore che sarei dovuta entrare dentro e dire quello che avevo fatto, ma con mio grande stupore entrarono loro.

Passo molto prima che uscirono da lì e mi presero per ritornare a casa. Non mi dissero di cosa avevano parlato, ma adesso sembrava quasi mi odiassero. Passarono giorni e continuavo a ripensare all'accaduto ma non  me ne sentivo. Sapevo che si meritava quello che aveva avuto ma naturalmente i nostri genitori dovevano stare dalla sua parte.

Continuavo a fare tutto normalmente, o quasi. Mi sentivo osservata e ansiosa , alcune volte sentivo qualcuno parlare ma non c'era nessuno con me , vedevo i miei genitori ma non c'erano veramente e tendevo a cambiare umore. Pensavo che tutto poi si sarebbe risolto da solo ma non fu così.

Mi stavo ritirando da casa dopo un allenamento di tiro con l'arco. Entrai in casa e vidi i miei genitori compreso Hendy,ancora bendato,seduti a tavola.
Mi sedetti e iniziarono a parlare, ma non era una voce calma ma dura.

Iniziarono a parlare di Hendy e della gravità della cosa che avevo fatto e poi parlarono dei miei comportamenti anomali. Non capivo dove volevano andare a parare , ma non ci fu bisogno di capire....

Ospedale psichiatrico, quelle parole mi fecero tremare. Non ci volevo andare per niente  ma ormai era troppo tardi per fargli cambiare idea.

Mi ricorderò per sempre quel giorno. Il sole splendeva alto e avrei dovuto sbrigarmi perché fra pochi minuti sarebbero arrivate le persone che mi avrebbero portato via. Mi misi un'maglione grigio, un pantalone con un rigonfiamento nero, delle sniker grigie e un capello da pescatore  grigiastro.Il motivo per cui lo misi era il fatto che era abbastanza grande da comprarmi gli occhi ma farmi vedere. Non volevo mostrare l'amarezza nei miei occhi.

Venni portata da due uomini e appena arrivati notai subito una cosa. Una foresta?perché mai costruire un un'ospedale quasi vicino ad una foresta. Dopo questa riflessione una dottoressa mi portò in quella che sarebbe stata la mia camera per molto   tempo.

Mi davano una pillola strana e mi facevano parlare con una sorta di psicologa. Ma ogni giorno le chiedevo una sola cosa " che coso che non va?". Non mi rispondeva e ogni giorno ero sempre più frustrata,  perché non me lo volevano dire. Fino ad arrivare all'esaurimento totale.

Presi quella dal colletto la avvicinai a me e la inizia a minacciare. Fui chiusa in camera mia per dei giorni ,il motivo? Era che avevo aggredito la psicologa verbalmente. Non mi sentivo affatto se lei non mi diceva che cosa avevo non avrei neanche io dovuto parlargli.

Arrivai a non raccontarle più niente , e a far solo cenno col capo. Non riuscivo a fidarmi di loro si vedeva nel modo in cui mi guardavano che non mi volevano aiutare. Peggiorai di molto, ma non ero l'unica stramba li ce ne erano molti altri.

Arrivai a capire che di questo passo non mi avrebbero mai detto cosa avevi e che avrei dovuto scoprirlo da sola, ma come? .... Era una giornata come le altre,  era arrivato il momento di mangiare. Mentre guardavo il cibo con disgusto senti qualcuno.
"Prendi il coltello"

Mi girai più volte e affianco a me notai un tipo molto più grande di me , che me lo avesse detto lui? Ignoti il pensiero ma la tentazione e curiosità c'era.

Presi il coltello e lo nascosi nel cassetto di quella camera. Continuavo ad alzarmi dal letto ed andare a vedere il coltello fino a quando non decisi di portarlo con me nel bagno.

Mi guardai e davanti a me vidi l'immagine sfocata di me di un tempo. Fra pochi mesi avrei compiuto 20 anni ed ero ridotta in quel modo. Ancora con quel coltello in mano, lo fissavo intensamente. Quasi fosse l'unica cosa che mi era rimasta.

Lo avvicinai al mio volto ma mi bloccai e lo allontanai a me. CHE COSA STAVO FACENDO, non volevo quello coltello mi stava attirando a delle brutte sensazioni e avrei dovuto riportarlo dove era.

Ma mi arrabbia mi ricordai di Hendy e di tutto quello che era successo. Avevo il cervello annebbiato dalle cattive sensazioni e poi risenti la voce ma ne erano di più.

"Sei inutile in tutto,hai fatto arrabbiare i tuoi genitori e adesso che farai."

" Hai 19 anni e abiti ancora con loro, che disastro"

"ERRORE dovresti farti due X sugli occhi per segnalarlo".

Quelle frasi mi fecero salire quel nervo che mi fece quasi piangere e infine.
"X sugli occhi e finira tutto"

Finira tutto era una cosa che volevo sentire da così tanto. Ed è qui che feci la cosa più stupida della mia vita. Senti bruciare i miei occhi si chiusero e capii di aver fatto retta a delle stupidi voci. Caddi a terra e urlai il mio viso si riempiva di sangue e i ero distesa lì a terra.

Le ultime cose che senti erano delle voci in avvicinamento e poi buio....
Mi risvegliai e con fatica alzai le palpebre, notai di essere in una specie di sala operatoria. Ero abbastanza confusa prima di ricordarmi cosa fosse successo , inpanicata  scesi dall'lettino e iniziai a cercare uno specchio.

Volevo vedere il disastro che avevi combinato, aprì molti cassetti fino ad aprirne uno con dentro cartelle. Le guardai prima di capire che fra quelle c'era la mia . Subito mi dimenticai del dolore agli occhi e provai una gioia immensa. Cercai la mia cartella e la trovai, la guardai con gioia, prima di sentire qualcuno entrare nella stanza.

Mi rimisi sull'lettino e nascosi la cartellina , un dottore mi portò nella camera dove poi mi lasciò sola. Subito corsi nel bagno e mi vidi. Avevo dei cerotti alle palpebre e sotto gli occhi, subito cambiai umore ma poi mi ricordai della cartella.

La presi e la guardai fra le miei mani, così sottile eppure contenevano cose cosi così importanti. Troppa curiosità fa male mi ripeteva la mamma.....

Schizofrenia bipolare. Risi , risi per non piangere. Cosa avevo letto , perché questa cosa. Presto le risate smisero e lasciarono spazio alle lacrime. Su quella cartella erano spiegati i miei sintomi e del motivo dei miei comportamenti.

Ma allora perché i miei non ci hanno mai fatto caso? Perché mi avevano sempre rassicurato mentendomi?Ave lo dico io, non gli sono mai importata veramente. Non mi avevano mai dato peso perché non pensavano che fosse una cosa grave finché non ho picchiato il loro caro figlio Hendy.

Piangevo e finalmente vedevo la realtà dei fatti. Ma non volevo finisse così volevo vederli pentiti,dispiaciuti avevo che piangevano alle ferite che mi ero fatta, anzi che mi avevano fatto fare. Ma naturalmente i medici non mi avrebbero ma lasciata, per loro ero solo una delle tante pazienti fuori controllo da curare, co.e biasimarli.

Cosi preparai il mio piano,proprio così,. Non era tanto difficile avrei dovuto rimettere i panni con cui ero Centa e mettere quelli vecchi sotto alle lenzuola e sumularmi mentre dormivo. Poi con passo silenzioso ma veloce sarei dovuta arrivare all'uscita di emergenza ed andarmene. Cosa avrei fatto dopo non mi importava pensavo solo alla mia vendetta.

A notte fonda mi inizia a vestire, e in quel caso quel capello da pescatore mi stava aiutando a coprire quelle cicatrici sugli occhi di cui tanto mi vergognavo, simulati una specie di persona e iniziai ad uscire fuori dalla stanza. Con passo veloce ma silenzioso cercai di non farmi vedere da nessuno e arrivai alla porta di uscita.

Mi sembrava quasi un sogno che il mio piano stesse andando bene, e infatti ci fu un intoppo. Si sentì una specie di sirena dall'arme e si sentì una voce metallica.
"La signorina Rachel non è nel letto, ripeto la signorina Rachel non è nel letto"

Mi impanicai mi avevano scoperto, con tutta la velocità che avevo andai alla porta di uscita e me ne corsi fuori. Senti qualcuno dietro di me e inizia a correre. Il mio piano stava fallendo, correvo per la strada ma sembrava che non si areangiasse finché non senti una voce.
"Bosco,nascondiglio."

Perché non ci avevo pensato prima, mi inoltrai nel bosco. I rami mi sciafeggiavano il viso facendomi staccare i cerotti che avevo sugli occhi. Corsi a perdifiato ma non ce la feci.....

Senti delle mani prendermi con forza mentre emi bloccavano, era uno delle guardie che non aveva intenzione di mollarmi. Cercai di liberarmi ma non potevo... vedevo piano piano la vendetta che avevo preparato sgretolarsi. Ma non fu qui la mia fine.

Un tentacolo veloce come una vipera gli colpi il petto facendolo cadere a terra e farmi schizzare di sangue. Rimasi terrorizzata e fui bloccata dalla paura. Quello che mi si paragono davanti poteva essere soltanto frutto di immaginazione, ma sfortunatamente non fu così.

Pensavo di essere morta....che la mia vita si sarebb fermata ai 19 anni e non sarebbe continuata. Non morì ma solo per pura fortuna, quell'essere mi lasci viva per un dei  motivi , la mia bravura nel lancio, la mia agilità e il fatto di elaborare dei piani abbastanza funzinali.

Mi fece suo proxy ma non ero per niente felice, più volte provai a scappare con scarsi risultati. Fui riconosciuta come una specie di mutinonix.

Come detto la mia vita cambiò , non mi chiamavano con il mio nome ma mi chiamavano Fugitive in onore al fatto che ero riuscita a fuggire dall'ospedale , mi diedero una balestra e dei dardi e mi fecero uccidere persone innocenti. Io non volevo ucciderle ma se non lo facevo sarei  morta io.

Fine della storia ragazzi ditemi se vie piovuta e se qualcuno  gli viene in menti di fargli una fan art ne sarei più che felice. Nel frattempo metterò qua sotto altre immagini di Fugitive.

Questa non lo completata 😀.
Ci vediamo al prossimo capitolo dove inizierò la storia.

Se volete fare anche voi delle fan art su di lei spero che mi taggate.

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