Post Scriptum. Qualche anno dopo
1. Nostalgia canaglia
E' settembre. Il mese in cui io e Gioele abbiamo cominciato a conoscerci.
Era fresca l'aria, ieri sera, al parchetto, ma io avevo freddo. Sola, seduta su uno scalino assistevo ad una festa, tutt'intorno a me. Avrei voluto qualcuno, seduto accanto. Quel qualcuno era distratto dalla vita e non ha guardato che poche volte i miei occhi. Gli ho sorriso, sempre. Non gli ho chiesto di starmi vicino. Era chiaro che non lo volesse, e va bene così. Non è ancora arrivato per me il momento di andare a Capo Nord. C'è ancora qualche mese prima che sia di nuovo maggio. C'è tempo per trovare il vero amore.
Un barbone mi si è avvicinato. Abbiamo unito le nostre solitudini mentre mi raccontava una vita avventurosa di successi e insuccessi, cattive compagnie e delusioni; qualcuno mi guardava: domani forse mi giudicherà per aver trascorso il mio tempo con un barbone.
Quello che non sa è che quell'uomo – un uomo, non un mucchio di stracci - mi ha fatto compagnia e mi ha aiutata a distrarmi, perché il mio pensiero era altrove, nel tempo e nello spazio. Ad altre feste, ad altre vie, ad altri volti – sarebbe stato bello avere una spalla su cui poggiare la testa e raccontargli di due uomini, due bambini per mano e due borsoni colorati: il mio pensiero, ieri sera, era per gli inquilini del piano di sopra. Sembrerà strano, forse: è passato tanto tempo da quando abitavano lì... Tempo riempito dalla nuova amicizia con l'uomo con gli occhi da cucciolo, che ora mi manca come non mai....
Penso spesso a loro, non riesco a staccarmene e questa voglia di averli qui, di averlo qui, questa nostalgia...Questa nostalgia canaglia... Mi prende allo stomaco e non mi lascia più, mentre continuo a scrivere e non riesco a smettere...
"... Perché potrò incontrare mille occhi, ma mai saranno gli occhi tuoi... Potrò ballare in tutte le piazze del mondo, ma non sarai a ballare con me... Perché i ricordi si confondono con i suoni e le luci di una discoteca e restano dentro tutta la notte... Mani e corpi nulla sanno, ma parlano di te... Dei silenzi che ci univano e il sapore di quello che eravamo...
Con te ho pianto, con te ho riso... Sei scivolato nei miei pensieri e impigliato non ne esci più... Ma non ero lì, mentre volavi via... Forse per un attimo, distratta, mi son dimenticata di te... Ed è bastato perché sciogliessi il nodo con la nostra vita senza che mi accorgessi che non c'eri più... E diventassi quell'urlo muto nella mente quando mi chiedo se mi hai cercata almeno un po'.... E se hai avuto paura".
Gioele era ancora... Due mesi fa... Ma ora...
Mi basterebbe una parola, una carezza, un respiro...
Il silenzio è opprimente...
Perché nessuno può capire che...
Gioele era vento...
E...
Immobile è l'aria
Gioele era vento...
Gioele era Aliseo,
Gioele era Maestrale, era Grecale.
Gioele era freddo e deciso,
nel voler andar via, per sempre.
Gioele era vento...
Gioele era Tramontana,
con le sue sferzate a ciel sereno.
Era Scirocco, era Zefiro, era Monsone:
cuore caldo,
umido di pianto per un amore perduto
sollevava polvere dai nostri animi,
ci sconvolgeva i pensieri.
Gioele era vento...
Gioele era Brezza... Tra noi.
Era venticello fresco e leggero,
le sue risa si facevan eco delle nostre
e ballava e cantava in vortici di vita
che sollevano per un po'
e poi con violenza ti ributtano giù.
Gioele era mio amico...
Gioele era vento
E non lo afferravi mai del tutto,
ti scivolava tra le mani e sgusciava via
ma c'era, e lo sentivo sbuffare...
Gioele era un uomo malato...
Di nostalgia...
Lo ha inghiottito l'oscurità...
O una nuova luce che non conosco
E quindi non c'è... Per me.
Gioele era vento... Non soffia più.
Non ha più eco.
Silenzio.
Immobile è l'aria.
- Solo mi consola l'idea che sia tornato con lui...
L'uomo che chiamava Amore -.
2. Verso il futuro
Forse questa non è una storia che parla di speranza; forse non infonde serenità ed ottimismo. E' la storia della nascita di un'amicizia; non pretende di essere di più.
Ho sorvolato leggera su temi quali l'amore, il dolore, la malattia. Ho accennato al buio spirituale ma anche a quello materiale, in un Paese in cui c'è chi può spegnerti la luce da un giorno all'altro solo perché "nessuna carta porta il tuo nome".
La speranza, però, in fondo in fondo, c'è: che arrivi qualche emozione, che qualche frase possa far immaginare, conoscere, realtà tanto vicine quanto ignorate, e faccia riflettere...Almeno un po'... O anche tanto.
E in qualche modo possano rivivere, gli inquilini del piano di sopra, tra i loro vasi di piante in fiore, rallegrati da voci di bambini...
Io, che non sono più triste e annoiata, che non sogno ma progetto, ne parlerò, ne parlerò sempre; il vento del loro amore mi scalda. Il silenzio non è muto; la mia voce non urlerà, ma decisa affermerà sempre il mio NO ... Ad un diritto che nega la dignità...
Un ultimo pensiero va al "bimbo grande", al "cucciolo biondo" e all'enorme affetto della loro mamma, con cui condivido sentimenti e ricordi: loro sono sempre con noi, lo sapete, insieme lassù, su quella stella.
Adele F.
________________________________
Grazie per aver letto questa storia o almeno una parte di essa.
Nata nel 2002 come dono per un amico, è diventata un modo per non dimenticarlo e per mostrare uno squarcio su realtà tanto vicine quanto poco conosciute.
Nel frattempo molte cose sono cambiate, ma quanto c'è ancora da fare?
______________________________
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top