8. A casa


La segretaria è seduta, da sola, al tavolo della cucina di casa sua, quella di sempre; è un po' delusa perché non ha trovato la fumante minestra di verdure: aveva dimenticato che questa sera i suoi genitori sarebbero stati fuori a cena. All'iniziale meraviglia mista a gioia che ha accompagnato il suo sospiro di sollievo nell'aver trovato, invece, una insalata di riso ricca di sottaceti, würstel e uovo sodo fatto a pezzettini, è subentrato uno strano senso di solitudine e nostalgia, in questa casa silenziosa di un silenzio piacevole a cui, però, non è più abituata, dopo aver convissuto giorni e notti con tante persone che sbucavano in tutti gli angoli, anche in bagno, quando era a truccarsi e non chiudeva la porta a chiave.

Il suo cane le lecca i piedi, mentre spilucca la cena senza troppo appetito; è tornata alla routine, una routine rassicurante cui si dovrà riabituare. Pensa stancamente che dovrà disfare la valigia ed avrà soltanto domani per riposarsi dal viaggio, ché dopodomani la routine la invaderà con tutto il suo vigore, già dalla mattina, quando riprenderà il lavoro nel suo ufficio spoglio, in quella via che non è stata ancora del tutto risistemata, in un paese che ora sonnecchia perché si avvicina la notte e continuerà a sonnecchiare anche di giorno per il gran caldo.

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