3. Punto di domanda
Passa Natale ed è il Nuovo Anno, salutato durante un veglione in un ristorante sul lago di Vico, e con l'inizio del nuovo anno cominciano anche i lavori alla pavimentazione stradale, proprio davanti all'Agenzia di Traslochi. I saluti mattutini si moltiplicano: ora la segretaria saluta anche i selciaroli chini a risistemare sampietrini.
I sampietrini sono abbondanti nel suo paese; li sci in superficie, pensava fossero piatti; ora che li vede estrarre dalla terra le appaiono come grossi canini grigi e la strada davanti al suo ufficio le sembra un'enorme dentiera. Ieri ha chiesto di poter prendere un sampietrino come ricordo - pensava che la strada sarebbe stata asfaltata - ma le hanno risposto di no: "Ché quei sampietrini verranno rimessi al loro posto"; potrebbe prenderne uno di nascosto, di sera, quando i lavori sono interrotti, ma non vorrebbe lasciare la strada sdentata.
Gli operai sono quasi tutti giovani, qualcuno canta per tenersi allegro; alla segretaria fanno compagnia. I saluti si moltiplicano e i sorrisi anche; ma è con un senso di sgomento e smarrimento che questa mattina si è resa conto che, da qualche tempo, un saluto manca all'appello.
E' da poco iniziata la Quaresima ed è più o meno dal periodo natalizio che non vede l'insegnante. All'inizio pensa che, forse, è periodo di scrutini a scuola, per cui ha cambiato orario di lavoro e torna a casa più tardi così che i nuovi orari non coincidono con i suoi; oppure che i lavori alla strada ostacolano il passaggio davanti alla porta a vetri dell'Agenzia e, infine, che, non essendo utilizzabile il parcheggio della piazzetta a destra dell'Agenzia di Traslochi, non abbia motivo di passare da quella parte.
Vede, però, sempre, i bambini con l'uomo con gli occhi da cucciolo, ma l'insegnante no: non lo vede andare con loro a fare la spesa, non lo vede andare a buttare l'immondizia ,non lo incontra la mattina recandosi a lavoro, non lo vede sul balcone a sistemare le piante.
Vorrebbe chiedere qualcosa; sente in sé crescere un senso di inquietudine, ma non ha confidenza con l'uomo con gli occhi da cucciolo, anche se ora si dicono: "Ciao" anziché "Buongiorno" o "Buonasera", e non vuole metterlo in imbarazzo, sentendosi a disagio lei stessa. "Chissà, magari l'insegnante se ne è semplicemente andato di casa...", anche se non crede molto a questa sua nuova idea. Chiede un po' in giro a qualche vicina, lasciando cadere vaghe considerazioni nel bel mezzo di un discorso che non c'entra niente; non ottiene risposte precise e rimane con il suo punto di domanda galleggiante nel vuoto.
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