3. Il trasloco


E' una mattina di fine settembre inondata di sole; viene quasi voglia di andare al mare. Non è difficile sognare, con gli occhi socchiusi e un amore dolce nel cuore. La segretaria, appoggiata al muro, sull'uscio aperto dell'Agenzia di Traslochi, sogna.

I nuovi inquilini stanno traslocando. I suoi colleghi scaricano mobili dal retro di un furgone bianco per caricarli su una piattaforma aerea che li porterà al balcone del piano di sopra, dove i muscoli giovani e tonificati di un operaio dal ciuffo biondo li attendono per sistemarli nella nuova casa.

Lentamente, la segretaria riemerge dai suoi più intimi pensieri, dalle sue più rosee fantasie, dalle fragili illusioni, e guarda i suoi colleghi. Dal furgone escono: due divani a due posti, una libreria a scaffali, tavole di un armadio smontato. Li osserva fingendosi distratta: nota una panca in legno chiaro, un tavolo rettangolare in legno chiaro, una credenza in legno chiaro con due antine superiori in vetro decorato... Le ricordano la cucina dei suoi sogni. Vede, poi, a terra, un materasso matrimoniale coperto di stoffa giallo fosforescente e le viene un po' da ridere. L'uomo con gli occhi da cucciolo è in finestra e controlla i lavori.

La ragazza è richiamata al suo lavoro dallo squillo del telefono. Una cliente l'ha contattata per l'ennesima volta, l'ansia nella voce stridula, per conoscere gli ultimi dettagli riguardanti il trasloco di alcuni mobili antichi da una villetta a tre piani - con una scala a chiocciola tra il secondo e il terzo piano - a un garage sotterraneo, a qualche chilometro di distanza, dove dovranno rimanere accuratamente imballati per qualche mese - la signora spera pochi, pochissimi, mesi. I mobili: "Sono pesanti, ma anche molto delicati e non sono smontabili; il letto in ferro battuto apparteneva alla povera nonna, la toletta è in ceramica dipinta a mano, il comò ha un piano in marmo e lo specchio ha una cornice intarsiata...".

Quando finalmente la segretaria può affacciarsi di nuovo, il trasloco è terminato. I suoi colleghi hanno già smontato la piattaforma aerea e stanno chiudendo il furgone. La salutano e vanno via; torneranno dopo pranzo per rimontare gli armadi e i pensili della cucina. Poco dopo, l'uomo con gli occhi da cucciolo esce dal portone e si dirige verso la sua vecchia abitazione, dove l'altro uomo, forse, lo attende. La ragazza dovrà attendere ancora qualche minuto, prima di poter chiudere l'ufficio e andare a casa, dove spera di trovare pronto un pranzetto che non sia a base di verdure.

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