13. 'Un uomo non può piangere'
Qualcuno ha spento la luce
Qualcuno ha spento la luce
In questa casa silenziosa.
Arranchi verso un tavolo
Alla ricerca di una candela consumata.
Le tue mani tremano
Le tue gambe tremano
Le tue ciglia tremano.
Qualcuno ha spento la luce
Forte di un diritto
Che nega la dignità.
Tu non esisti in questa casa;
Nessuna carta porta il tuo nome.
Tu non ci sei.
Qualcuno ha spento la luce
In questa casa
In cui piangi in silenzio
Abbracciando una fotografia:
Lacrime di un uomo per un uomo.
Qualcuno ha spento la luce
Ma quasi non te ne accorgi:
Il buio è sceso
Da che lui non c'è più.
*
Poche parole, su un foglio a quadretti scritto in fretta, sulla scrivania dell'Agenzia di Traslochi; poche parole, ma alla segretaria bruciano gli occhi, mentre le legge e rilegge: è tristezza la sua, assomiglia molto allo sdegno, mentre sente ancora la voce dell'uomo con gli occhi da cucciolo mormorarle appena: "Non ho potuto nemmeno decidere dove seppellirlo...".
*
Piove, in questo pomeriggio lungo e cupo; piove fuori... E anche dentro... Ma non è una novità. Le spiace per gli inquilini che abitano di sopra, direttamente sopra il suo ufficio, che dovranno di nuovo rompere il pavimento per capire quale guasto ci sia questa volta.
Il secchio rosso saluta le gocce che cadono dal soffitto ingiallito; lei le guarda: le fanno compagnia, ora che i lavori alla strada sono terminati e gli operai non sono più lì fuori a cantare allegramente tra un metro di sampietrini e l'altro; ora che l'uomo con gli occhi da cucciolo e i bambini non passano più davanti alla sua porta a vetri. Solo la signora del palazzo all'angolo passa ancora a salutarla nel suo modo bizzarro, solo lei le fa compagnia, e le goccette che cadono dal soffitto.
L'uomo con gli occhi da cucciolo si è trasferito da qualche giorno. La segretaria si sente sola, senza il suo saluto, senza il vociare dei bambini. Qualche volta, quando spunta un pallido raggio di sole, esce sull'uscio, si appoggia al muro e, tristemente, guarda in su, a quel balcone spoglio che parla di lutto, di solitudine, di freddo, di polvere, di sterco di piccioni; ogni volta ha una fitta di nostalgia.
Si chiede cosa farà, l'uomo con gli occhi da cucciolo, nella sua nuova casa che lei non riesce ad immaginare: "Come farà a camminare in avanti, ora che la strada che stava percorrendo da quasi dodici anni è stata così bruscamente interrotta; ora che non ha più niente di ciò che aveva pochi mesi fa: non ha più l'affetto falso di parenti acquisiti; non ha più il computer nuovo tramite il quale avrebbe potuto trovare illusoria consolazione, lo stereo con l'ultimo CD che lui gli aveva regalato, l'automobile bianca piena di graffiature, la grande casa del secondo piano... E, soprattutto, il suo uomo: quello che aveva scelto e da cui era stato scelto per condividere il viaggio della vita".
Anche ora lo sta chiedendo e mentre riflette si fa notte. La pioggia ha smesso di cadere, le nuvole si sono diradate e in cielo stanno spuntando, timidamente, le prime stelle.
*
Non molto lontano dalla via in cui è situata l'Agenzia di Traslochi, su un balcone al primo piano, tra vasi di fiori semi-appassiti e foglie ingiallite, il cucciolo biondo, attraverso una grande vetrata, guarda il cielo appena appena nuvoloso, si fa tutto serio, poi si rivolge all'uomo con gli occhi da cucciolo e chiede: "Lele, quale stella è Mimo?". Lì accanto, l'uomo con gli occhi da cucciolo, preso alla sprovvista: "Quella più luminosa" gli risponde, ricacciando indietro lacrime pungenti: "Perché un uomo non piange... Un uomo non può piangere... Non davanti a un bambino".
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top