𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐗𝐈𝐈𝐈

Sharon's pov
L'avevo fatto,l'avevo baciato,certo non era stato un dei migliori baci,era stato pieno di insicurezze,ma l'avevo fatto dopo tanti anni.

Quando le nostre labbra si sono unite,in quei pochi istanti la piccola Sharon è tornata a bussare al mio cuore,quel cuore che aveva ormai abbandonato da tempo.

L'ho rivista e,quando l'ho accarezzata il mio petto ha iniziato a martellare,era così piccola,così felice.

E in pochi istanti ho pensato a quello che crescendo ha dovuto sopportare,le liti dei suoi genitori,le urla,l'autolesionismo,problemi ad accettare se stessa,con il cibo.

Ma lei era ancora qui,ho pensato a me,a quello che avevo superato o a quello che stavo ancora cercando di superare.

"Certi mostri te li porti dentro a vita,non riesci a liberartene,ma riesci a zittirli"
Pensai alle parole di una vecchia signora,incontrata in ospedale quando mio padre era stato picchiato.

Io non ero mai riuscita a zittirli,erano lì,di solito di giorno erano solo nei miei pensieri,ma la notte,uno ad uno venivano a farmi visita,riportando alla luce quei ricordi che avrei preferito eliminare.

Venivano lì,si sedevano accanto a me e cominciavano a parlare.

"Faresti meglio a sparire dopo quello che hai fatto a tuo padre,non ricordi?l'hai ucciso ed è tutta colpa tua se ora tua madre è sola"
Mi aggomitolavo a terra facendomi piccola cercando di diventare invisibile si loro occhi,che però mi trovavano sempre.

La testa iniziò a vagare tra mille domande a cui mai sono riuscita a dare una risposta,come sarebbe stata la mia vita se non fosse successo quell'episodio?

So che la bimba non avrebbe mai abbandonato il suo posto nel mio cuore,quel cuore che era colmo di lei,io ero ancora lei,prima di allora.

Ora è tornata,per quanto resterà non lo so ma spero che rimanga per il resto della mia vita,rivedendola tutte le certezze che avevo,come quella di aver dimenticato quel lato di me bambina,erano crollate.

Nel mentre che i miei pensieri attanagliavano la mia mente avevo chiamato un taxi,speravo fosse lui a riaccompagnarti a casa ma siccome non era stato così,non mi volevo male tanto da camminare per le strade di Boston da sola.

Il taxi si era appena parcheggiato e mentre salivo la mia tasca vibrò,speravo fosse Noah,speravo mi avesse mandato per lo meno la buonanotte,invece era Ethan.

Ero contenta del fatto che mi avesse scritto,certo non si era comportato bene ma neanche io l'avevo fatto.

"Mi dispiace per come mi sono comportato,avevo bisogno di staccare,avevo capito che tra voi stava nascendo qualcosa,lo avevo visto seguirti e...avevo capito che non potevo più combattere,che ti avevo persa per sempre,che le promesse che ci eravamo fatti,di essere infinito non erano bastate a tenere saldo il nostro rapporto affinché ritornasse quello di prima,ma bimba,se mi permetti ancora di chiamarti così,io ci sarò sempre quando tu ne avrai bisogno,qualcosa lega anche noi,ed è un sentimento che va ancora più oltre all'amore,non possiamo distruggere tutto così"

Decisi di visualizzarlo,almeno per il momento,poi sarei andata da lui,mi mancava questo era vero,ma come ho sempre detto,io so solo fuggire da quello che provo.

Il tassista mi riportò alla realtà.
"Signorina mi scusi se interrompo il suo flusso di coscienza interno,ma sono quasi dieci minuti che siamo arrivati"

Mi feci rossa come un peperone,avevo pensato davvero per così tanto tempo?
Mi erano sembrati neanche due secondi.

"Mi scusi,tenga anche il resto le ho fatto perdere tempo"
Il tassista mi salutò con un sorriso amichevole mentre io entravo in casa.

Mamma sarà furiosa,certo non ero più una bambina,non poteva controllarmi,ma vedendo come tornava a casa mia padre aveva paura che mi potesse succedere qualcosa infatti in questi giorni in cui ci sono stata poco le mandavo sempre qualche messaggio rassicurante.

A me questo non dava fastidio,infondo se si preoccupa è perché mi vuole bene,ed è l'unica che c'è sempre stata,nel modo giusto.

Non era troppo tardi ma neanche troppo presto,quindi non credevo fosse sveglia,ma invece appena mi vide sul ciglio della porta mi corse incontro abbracciandomi.

"Amore di mamma tutto bene?mi sei mancata tanto avevo così tanta paura che non ho dormito quasi per niente"

"Mamma sto bene tranquilla"
La strinsi ancora più forte per farle capire che non stavo mentendo.

"Ti preparo qualcosa da mangiare?hai fame?"

"No mamma tranquilla ho mangiato fuori"
Cazzate,non avevo mangiato nulla ma avevo talmente tanti pensieri per testa che avevo lo stomaco chiuso.

Andando in camera e indossando il pigiama mi guardai.
Quei segni rossi ormai facevano parte della mia pelle,non scomparivano mai.

Ogni tanto mi domandavo quello che la gente pensasse su di me,tutti dicono che sono una stronza.

Quello che dico io e che mi ci atteggio solo per creare una barriera intorno al muro che mi sono certa,che ho innalzato intorno alla mia anima.

Ma lui il muro non l'aveva nemmeno visto,perché era la sua anima che aveva provato ad entrare,riuscendoci.

La sua anima era passata attraverso il muro e non aveva barriere,ecco perché sapeva leggermi dentro,con lui non potevo avere segreti.

Anche se un segreto che dovevo dirgli ancora c'era,ma non l'avrei distrutto di più,o forse da egoista non glielo dicevo solo per non strappare a me questo momento.

Stremata dai giorni passati mi addormentai,cullata dal suono del vento che soffiava fuori dalla finestra semiaperta.
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"ti cerca"
Solo questo riuscì a sentire quando mi ritrovai mia madre davanti,che spavento,non perché si era appena svegliata e sembrava Samara,ma perché era stato inaspettato trovarmela lì davanti come se volesse mangiarmisi nel sonno.

"Cosa?"
Domandai con la bocca ancora impastata dal sonno.

"Alzati pigrona c'è un ragazzo che ti sta aspettando fuori"
Mi ammiccò con lo sguardo
"Ed è proprio un bel fusto ragazzina"

"Mammaa"
La rimproverai mentre usciva dalla stanza ridendo in modo sommesso.

Un ragazzo?
Ethan lo conosceva non poteva essere lui,vi prego non ditemi che è Noah.
Sarebbe un pazzo sgravato a venire qui.

conoscendolo potrebbe ferirmi da un momento all'altro e non so quanto con mia madre la sua esistenza potrebbe essere ancora fattibile.

Quando Ethan una volta mi aveva fatta star male,mamma gli aveva bucato tutte le ruote delle macchina così che lui non potesse venire a trovarmi.

Ma dopo che il buon Ethan se l'era fatta a piedi,sinceramente ancora non ho capito perché non aveva chiamato un taxi,lei addirittura non gli aveva aperto per tipo tre giorni di seguito,fin quando poi non l'ho fatto io.

Mi sto perdendo troppo in chiacchiere sono curiosa di sapere chi è.

Andai verso la porta ancora mezza assonnata ma quando vidi dallo spazio poco aperto della porta che era Noah fuggì subito indietro.

Mi chiusi in camera mica potevo farmi vedere in quelle condizioni,avevo i capelli che mi facevano sembrare un leone,se uscivo di casa così,presto mi avrebbero chiamata allo zoo.

Decisi di darmi una sistemata,almeno per quanto potevo in quel poco tempo che avevo.

Non volevo farlo vegetare lì sul pianerottolo due ore.

Indossai un vestitino rosso con temi floreali bianchi.
Era carinissimo,ma mi stava un pochino stretto,ormai ci ero abituata,mi ricordavano il prossimo obbiettivo.

Mi misi una leggera passata di mascara e presi il telefono.
C'era un messaggio da lui.
"Buongiorno mymoon preparati che andiamo a fare colazione"

Mamma mia lo stavo facendo aspettare troppo.

Ma poi come diavolo aveva avuto il mio numero?

"Come hai avuto il mio numero?"
Inviai il messaggio cercando di temporeggiare.

"L'ho sempre avuto,l'ho preso quella notte che ti ho portata a casa mia"
Questo ragazzo mi farà dannare.

Diedi un bacio a mia madre e aprì la porta.
"Buongiorno leoncina,eri buffa ma bella prima quando sei scappata"
Cazzo mi aveva vista,le mie goti avvamparono.

Indossava uno smoking blu,come se dovesse fare qualcosa di importate,quindi da ficcanaso domandai.

"Vestito elegante dove devi andare a qualcosa di importate?"

"Si fare colazione con te è abbastanza importate"
Cioè si era vestito così per me?
Ora mi sentivo in difetto indossavo solo un semplice abito con temi floreali,sembravo una bambina ora che ci penso,anche se il vestito era bellissimo.

Mi guardò negli occhi per un secondo,ossia il tempo che riuscì a sostenere il suo sguardo.
"No non preoccupati stai benissimo così,sei bella come la luna"

Era tremendo,come faceva a capire cosa stavo pensando.

"Hai qualche super potere?"
Domandai incredula sulla facilità con la quale aveva capito cosa stavo pensando.

"Capisco i silenzi più di quanto capisca le parole"

Fu la sua risposta.
Mentre mi porgeva un casco,perfetto la cosa che ci voleva,solo indossare il casco.

"Non potevi portare la macchina?"

"Voglio vederti con il casco,secondo me sei buffa"
Mi beffeggiò.
E in fare di sfida lo indossai.

"Okay okay non ti scaldare mi sbagliavo"
Gli lanciai un'occhiata soddisfatta mentre lo vedevo indossare il casco,un modo più sexy di quello non l'avevo mai visto.

Le mani ricoperte di vene tenevano il casco,il collo si sporgeva in avanti e le vene sotto la pelle pompavano il sangue e quella camicia,quella dannatissima camicia faceva intravedere il petto ricoperto di addominali.

Sharon basta concentrati su altro.
Mi invitò a fare la vocina dentro la mia testa.

Tanto che ero concentrata sul suo belvedere che non mi ero neanche accorta che eravamo partiti.

"Potresti andare più piano"
Domandai con fare affermativo.

"No tu non ti reggi a me,vado veloce fin quando non sarai costretta a farlo pur di non cadere"
Questo detto mentre continuava ad aumentare la velocità.

Mi avrebbe dato tanti ma tanti problemi.

Sbuffai quando effettivamente fui costretta ad agganciarmi a lui pur di non cadere.

E in breve,vista la velocità alla quale stava andando arrivammo al bar più famoso di Boston.

Il "The Bell In Hand Tavern",un'insegna nera con la scritta del posto in oro.

All'interno c'erano molti tavoli rotondi,sembrava un posto molto antico,ciò si capiva dagli arredamenti.

Entrammo dentro e ci accomodammo poco distanti dal bancone,lui ordinò un cappuccino e un cornetto al miele,mentre io,solo un caffè.

"Non fai colazione?"

"No"
Risposi con tono freddo che secondo il mio pensiero poteva mascherare quel che c'era davvero dietro a quella risposta.

Mille pensieri,il fatto di non sentirsi mai all'altezza,mai abbastanza bella e magra quanto le altre ragazze.

Guardarle con fare ammiratore e tentare in tutti i modi di voler diventare come loro.

Ricordo quando alle superiori buttavo tutte le mattine la merenda,perché sì,tanto non avevo fame.

Mi fissai a guardare un punto fisso nella stanza.

"No lì non mettere la cinta fascia troppo"
La voce di mia madre si faceva sempre più vivida nella mia testa.

"Non saltare che vuoi far sfondare il pavimento?"
Mio nonno mi diceva.

Poi però non erano solo persone a ricordarmi quanto io dovessi dimagrire,ma...

"Oggi a casa non c'è nessuno salta il pranzo che ingrassi"
La vocina nella mia testa,mentre mi guardavo allo specchio distrutta e priva di forze.

Mi sedevo a terra con la schiena appoggiata alla porta,riflettendo su tutti gli sforzi che io facessi,senza vedere risultati,o almeno questo lo credevo io.

Ero entrata in un loop di circoli viziosi infinito.
Mangi a pranzo salti la cena,mangi a cena salti il pranzo.
Colazioni mia più fatte,merende proibite.

Ma non era mai abbastanza,nessuno mi aveva mai detto che stavo scomparendo,non sono mai riuscita ad arrivare al mio obbiettivo.

Ci sono tanti modi per suicidarsi,ma nessuno di essi è così crudele come quello di guardarsi morire ogni notte.

Ora le mie gambe non si toccavano,avevo un fisico che le altre invidiavano,ma ancora per me non era abbastanza.

Rispetto a prima stavo meglio,o forse mi ero obbligata a starci,ma per me non era ancora abbastanza.

Se ne avevo la possibilità saltavo i più pasti possibili,mamma non lo sapeva,non sapeva nulla perché non ho mai voluto aiuto.

"Il cibo è l'unica cosa che in questa vita non bisogna meritarsi"
Mi riportò alla realtà Noah.

"Sei bella,questo te lo sto dicendo anche troppo ultimamente,ma lo sai che con me non c'è segreto che tenga,io so leggerti dentro come nessun'altra sa fare,so a cosa pensi"

Forse di questo dovevo avere paura.

"Sorridi,ridi così tanto per nascondere agli altri ciò che ti sta pesando sull'anima,per nascondere tutti quei pensieri che alla sera vengono a far visita alla tua mente,lo so perché siamo uguali"
Fece una pausa

"Il cibo non è deleterio,so di quando avresti voluto sprofondare,ma io non ti lascerò annegare da sola"
Forse dovevo fidarmi,forse era di lui che avevo bisogno,di qualcuno che riuscisse a zittire i miei mostri.
Quello che lui sapeva fare.

"So che è affrettato dirlo,ma l'amore ha un profumo e quel profumo è il tuo.
Non so cosa voglia dire amare o essere amati,ma con te sto provando emozioni mai vissute prima,forse proprio emozioni che si provano amando e essendo amati"
Mi guardava perso,come io guardavo lui.

I suoi occhi,avevano l'aria stanca di chi aveva sofferto fin troppo,erano colmi di vuoto,nelle sue iridi non vedevo nulla.
Aveva l'aria di un ragazzo diventato immune ed estraneo per fino a se stesso.

Forse lui non era umano,forse stavo sognando,ma no non poteva essere.

Lo guado e vedo il suo dolore,non è un cattivo ragazzo,ci si comporta per proteggere il piccolo Noah che è dentro di lui,è solo un ragazzo spezzato che cerca di andare avanti.

"Non voglio dire di amarti,ma ti dico che sarei pronto a tutto pur di stare con te,sarei pronto a uccidere,anche me stesso,sarei pronto a giocare con il diavolo,a scendere negli inferi,pur di vederti felice,pur di vedere che anche se non sono riuscito ad aggiustare me,sono riuscito ad aggiustare te,che ormai fai parte di me"

Non mi aveva mai parlato in questo modo,ma c'era qualcosa di strano nel suo sguardo.
"Hai le pupille dilatate,hai preso qualcosa?"

"Sono lucido,se è questo che vuoi sapere.
I miei occhi sono vuoti,vogliono riempirsi di te,come quando siamo al buio le nostre pupille si dilatano per far entrare la luce,in modo da permetterci di vedere,ora ho davanti la luce che si scontra con il mio buio interno,voglio che i miei occhi si riempiano della tua luce,i miei polmoni del tuo profumo."

Appoggiò delicatamente la sua mano sulla mia.

"Riesci a zittire i miei mostri"
Confessai a voce bassa,avevo il bisogno di dirglielo ma volevo che lui lo sentisse il meno possibile.

Mi stavo mostrando vulnerabile,con lui,anche se facevo la dura lo ero sempre stata.

Ma le probabilità che lui potesse farmi del male,erano alte,molto alte.
Infondo,era incasinato tanto quanto me,il male che potevamo farci andava oltre qualsiasi male.

La nostra storia sarebbe stata molto pericolosa.

"Posso salvarti da tutto e tutti,ma non da te stessa,anche se ti prometto che proverò con tutto me stesso a proteggerti da quei mostri che non se ne andranno mai,non so rassicurare è questa ne è la chiara prova,ma te lo giuro che sono pronto,voglio rischiare,con te."

E nelle sue parole c'era sempre un posto sicuro,nel quale io mi ci ero buttata a capofitto,senza pensare a quello che però sarebbe potuto accadere dopo.

Spazio autrice:
Hey come state?spero tutto bene,ho un paio di domande da farvi.

🌒Come credete che stia andando la storia?
Si capisce la trama o qualcosa lo trovate ancora non scritto in modo chiaro?

🌒Il linguaggio secondo voi è adatto o dovrei elevarlo come registro?

🌒Vi andrebbe bene se la storia avesse magari più personaggi ma senza il loro pov?

🌒Giuro ultima domanda,come definireste questa storia?

Come al solito mi sono dilungata e le domande non sono state un paio ma dovevo chiedervi queste cose alle quali spero voi possiate rispondere.

🌒Inoltre volevo ringraziarvi tanto per le 250 letture,magari per chi è abituato ad averne di più potranno essere poche ma per me fidatevi che sono un bel traguardo quindi grazie mille ancora❤️‍🩹

Vi amo🫶🏻

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