𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐈𝐗
Sharon's pov
Mi svegliai,ed ero ancora lì,in quel letto,dove la sera prima mi ero addormentata cercando di fuggire a quei ricordi.
Steso sul pavimento aveva pronunciato le sue ultime parole,mentre fuggivo via le udì.
"Sarà il nostro segreto"
No,non lo era,poteva essere solo il mio,non il suo,ne tantomeno quello di entrambi.
"Ti ho amato sempre"
E allora perché aveva fatto del male a chi diceva di amare?
Spero che nessun altro mi ami alla tua maniera.
Forse è meglio che ti dimentichi,non ci sarà mai più un "noi",voglio solo andare avanti e dimenticare quel che non serve ricordare.
Come quelle sere,abbracciati in riva al mare,dove cuore a cuore,la luna risplendeva su di noi,ricordarle fa solo male.
Ma i ricordi brutti,sono l'unica cosa che mi legano ancora a te.
Vorrei dimenticare ma l'illusione che mi ero fatta di te me lo impedisce,se c'è una cosa sulla quale credo è che non è il tempo a curare le ferite o a farci dimenticare,siamo noi che dobbiamo volerlo.
E si forse esagero,ma quanto male mi hai fatto,dovrei odiarti per avermi causato tanto dolore,o ringraziarti perché me ne hai risparmiata per diciotto anni.
Mi ero fatta un'immagine tanto sbagliata di te,che ancora oggi,dopo quello che mi hai fatto,ti ricordo sorridente,che mi abbracciavi,parlavi del mio futuro e di quanto tu volessi che io mi realizzassi.
Ma ora se sono qui,senza un lavoro stabile e costretta a recarmi in posti in cui la me del passato non avrebbe mai messo piede la colpa è solo la tua,papà.
Che bei ricordi,tu che gridi e te ne vai,lasciando la mamma lì,sola,nel buio della notte.
Io ti rincorrevo,si,non facevo altro che rincorrerti,perché avevo paura di perderti,ma forse sarebbe stata la cosa giusta già da anni.
Quando tornavi a casa malconcio e la mamma era sempre lì pronta a curare le tue ferite,lei si che ti amava.
Quante colpe date a chi di colpe non ne aveva neanche mezza?
Spero tu riesca ora a vedere,quante notti stesa su un fianco,gocce di pianto,non mi lasciavano dormire.
A volte vorrei solo spegnere il cervello,che mi permette di ricordarti,di amarti e di odiarti.
Forse sì,l'odio è un sentimento debole come dicevi tu,che di odio da parte degli altri ne subivi parecchio,ma ne ho il cuore pieno quando penso a te.
Non penso più a te con gli stessi occhi,che prima strabordavano d'amore,ora non brillano più quando ti ricordano.
Voglio che diventi un ricordo lontano,ma sei indelebile nella mi vita.
Ormai non c'è più.
Mi ripetei.
Mi voltai su un fianco,avrei voluto fosse lì,a guardarmi con le stesse iridi della sera prima,non quelle vuote,nelle quali non si scorge nessun tipo di emozione,ma quelle con le quali mi ha guardata prima che mi addormentassi.
Iridi che se pur non potevano parlare,cosa alla quale la bocca non ha voluto rimediare,emanavano emozioni tipiche della frase "Non preoccuparti ci sono io qui".
C'era una scintilla,come se quel cuore di ghiaccio a contatto con il mio,si fosse sciolto,come un fiocco di neve che stando in cielo è compatto,ma non appena tocca terra si scioglie,come se le nostre anime a contatto scambiandosi i propri segreti,riuscissero a rinascere.
Ma c'era una cosa sulla quale ero fermamente convinta,l'amore arriva quando non lo si cerca.
E se forse era arrivato? Quando proprio non lo cercavo.
Avrei dovuto rischiare,solo allora avrei potuto dire di aver vissuto.
Alzandomi,cadde dal letto un bigliettino che prontamente raccolsi.
"Ti ho lasciato il mio numero sul frigo"
Sarebbe potuto restare,non l'aveva fatto.
Mi rattristì pensando a ciò,ma nonostante questo cercai di pensare in modo positivo,infondo non sapevo nulla di lui,della sua vita lavorativa,forse era dovuto andare a qualche riunione,sembrava uno sofisticato.
Mi incamminai spaesata per la casa,avrei dovuto lasciarla,ma c'era il suo profumo.
E sul frigo,proprio come detto c'era un altro bigliettino.
"Come detto questo è il mio numero"
E in basso quasi nascosta un'altra piccola scritta.
Come se si fosse sentito obbligato a scriverla,chissà forse da se stesso,ma allo stesso tempo che non volesse che io la notassi.
"E ricorda,è dal dolore che si può ricominciare"
Piccole perline iniziarono a rigarmi il viso mentre mi domandavo se veramente ero intenzionata nel voler ricominciare.
E andando via da quella stanza,con il bigliettino in tasca,feci un grande passo,verso la libertà.
Verso una nuova vita,nella quale forse potrebbe esserci stato anche lui.
Ero diventata molto diffidente,con gli uomini,ma con lui,come avrei potuto esserlo? Con così poco era riuscito a darmi così tanto,cosa vi chiederete,ho riportato alla luce il mio cuore spinato è da quelle spine,da quel dolore,stava per nascere un fiore,la rosa.
La rosa,ritengo che sia il fiore più bello e accattivante che esista.
Sboccia sopra una pianta di spine pungenti.
La magia di questo fiore sta nel fatto che, quando i suoi petali si schiudono, i colori iniziano a sfumare dal più chiaro al più scuro, fino ad arrivare al pistillo. La rosa può sembrare un fiore delicato, ma in realtà, grazie al suo gambo spinoso, è molto forte.
Portai quel bigliettino con me,fino ad una vetrina,poi entrai e nel realizzare che il nostro destino insieme era già predestinato,chiusi gli occhi,sorrisi e aspettai la fine.
Spazio autrice:
Non so se avete notato l'immagine sopra,in caso l'abbiate fatto avrete già capito di cosa si tratta,nel caso contrario invece vi invito a guardarla.
Scusate se pubblico alle due di notte ma queste dell'ultimo periodo si stanno rivelando giornate davvero piene.
Detto questo vi ringrazio molto per i risultati che sta ottenendo la storia.
Vi amo roselline/i🌹❤️🩹
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