𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐈

Sharon's pov
Entrai e mi diressi al tavolo di Ethan,mio amico da sempre,questa sera giocavo con lui e con i suoi amici,nessuno di loro mi aveva mai infastidita ma stasera c'era un essere diverso che pronunciò tali parole
"Ciao bambola"
Feci una risata sommessa tanto da far capire a quel coso,dotato di un arto che alla mia vista si stava alzando e,amiche care,non parlo delle braccia,che con me non c'era da scherzare.
"Con me non si gioca" risposi acida
"Ah no?quindi non sei qui per gio-ca-re"
Marcò la parola con un tono beffardo
"Vedremo qui chi gioca e chi fa sul serio fiocco di neve,ti si stanno per sciogliere gli occhi" feci una smorfia di soddisfazione quando vidi che egli non era riuscito a rispondere.
Boom colpito e affondato baby.
Smise di fissarmi e abbassò lo sguardo sul tavolo.
La serata iniziò alla grande direi,riuscì a vincere solo alla prima partita duemila euro.
Credevo che l'inizio fosse stato una bomba ma la fine lo fu ancora di più.
"Tesoro chi è che giocava?"
Beffeggiai quello stronzo,che intanto mi fissava con un sorrisetto malizioso,dopo avergli fottuto cinquemila euro.
"Vado in bagno" pronunciai mentre intanto mi avvicinavo all'orecchio del tipo di cui non sapevo neanche il nome.
"Non farò parte di una delle tante bam-bo-le che ti porti a letto fiocco di neve pertanto tieni a bada l'amichetto "
Sentì un ghigno mentre mi allontanavo per vedere se il trucco mi si fosse mosso nel mentre delle tante sudate fatte per portare a casa quei settemila euro.
Mi guardai allo specchio senza riconoscermi,sensazione che provavo ogni qualvolta entrassi in quel bagno dopo aver  recuperato quei pochi spiccioli che non mi permetteranno di salvare mia madre.
Tirai fuori il telefono che era quasi sul punto di morte e digitai il numero di una delle tante persone a cui mio padre doveva dei soldi.
"Vieni al casinò ho altri soldi da darti,ti aspetto fuori"
Non ricevetti risposta sentì solo la linea staccarsi,sapevo che stava arrivando.
Uscì dal bagno e senza passare per la sala principale decisi di prendere la porta sul retro che mi avrebbe portata direttamente fuori.
Passarono dieci minuti,il rombo della macchina si stava avvicinando.
Scese dalla macchina e si diresse verso di me posizionandosi in modo da sovrastarmi.
"Allora?"
Gli porsi i soldi
"Sono settemila euro"
"Settemila euro?"
Rise.
Mi strinse la mano intorno al collo costringendomi ad attaccarmi al muro.
"Penso che questa sera mi dovrai altro in natura bellezza"
La sua mano iniziò a vagare sulla mia coscia,ma quando toccò l'interno fece scattare qualcosa in me che mi appannò la vista.
"Non farò sesso con uno stronzo come mio padre"
E senza neanche dargli il tempo di fare altro gli posai un gancio destro nella zona della tempia,forte tanto da farlo cadere a terra così da darmi il tempo di poter tornare dentro,dove di sicuro non sarebbe venuto a disturbarmi.
Ero turbata,molto,ma non potevo andare da Ethan in quelle condizioni dovevo calmarmi.
Feci un bel respiro prima di entrare dalla seconda porta,consapevole del fatto che quel respiro non sarebbe servito per nascondere l'espressione cupa che mi era venuta in volto.
Strinsi la maniglia della porta interamente di vetro,ma non riuscì a compiere quel semplice gesto di spingerla verso l'interno,quando gli occhi di Ethan si posarono su di me.
Mi voltai di scatto con l'intenzione di arrivare il più presto possibile alla mia auto,il groppone in gola si stava facendo sentire,le lacrime scalpitavano dentro ai miei occhi nell'intento di voler uscire,il naso iniziava a colare,ma non era quello il momento.
Mentre mi dirigevo con passo svelto verso la vettura che si trovava proprio al di là della strada,sentì una voce,la voce,di Ethan che era ormai uscito dal casinò e mi rincorreva nell'intento disperato di fermarmi.
Non era il momento quello di fermarsi a parlare con lui,è vero delle volte vorrei solo raccontare a qualcuno le cose che mi passano per testa,ma non capirebbero,o forse non sarei brava io a spiegarle.
Le emozioni che mi assalgono in questi momenti di afflizione sono difficili da esternare,non sono solo le emozioni che provo per quella determinata cosa successa,ma quando mi capita di stare male,quando me lo concedo,salgono a galla tutte quelle emozioni negative che non ho sfogato a tempo debito e l'unica cosa che mi rimane da fare,l'unico appiglio al quale io posso aggrapparmi è salire in macchina e girovagare per la città con la musica dello stereo che mi avvolge,lasciando spazio al momento di liberazione.
Ethan mi confermò nuovamente che ci teneva a me quando dopo avermi seguita per tutto il mio tragitto in macchina me lo ritrovai dietro di me mentre stavo per entrare in casa,perché,ricordate ragazze,i gesti parlano,le parole mentono.
"Cosa ti è successo dopo essere andata in bagno?"
Mi fermò la sua voce calma e rassicurante.
Mi conosceva meglio di tutti molto probabilmente pensava che avessi avuto qualche mia crisi per via del mio aspetto ma ciò che era successo forse andava oltre ciò che poteva mai immaginare.
Senza neanche rispondergli mi voltai e slanciai le mie braccia intorno al suo collo mentre le sue mani grandi e le sue braccia accoglienti si stringevano intorno alla mia vita.
"Vuoi venire a dormire da me stanotte bimba?"
Non avevo voglia di sentirmi dire altro in quel momento.
Accennai un si con il capo.
"Allora forza prendi il pigiama e andiamo"
Corsi su per le scale come una furia,tra me e Ethan c'era stata molto più di un'amicizia e sapete per colpa di chi era finta? Della sottoscritta,stupida che si è fatta scappare un ragazzo che le avrebbe dato il mondo è che continua a darglielo tutt'ora nel momento del bisogno.
È stata la mia luce nel buio che mi circondava,l'unico barlume di speranza che mi ha evitato di sprofondare,era un periodo difficile per me quando stavamo insieme,era una relazione bellissima,tanto da fare invidia a tutte le altre ragazze che per l'età che avevo se la sognavano una relazione del genere,ma purtroppo il male ha vinto su di me,su di noi.
Ma comunque ora non è tempo di stare a rivangare nel passato,è giù che mi aspetta mi devo muovere.
Prendo uno zainetto e infilo dentro il pigiama,le infradito e il mio spazzolino.
Mentre mi dirigo verso la porta vedo mamma che ormai si era abbandonata al sonno senza neanche spostarsi dal divano ,inconsciamente un sorriso mi si formò sulle labbra,sembrava così tranquilla e spensierata mentre dormiva,perché non mi aveva regalato anche questa dote?.
Scesi giù di corsa Ethan mi stava aspettando da troppo tempo e neanche avevo la scusa di essermi cambiata!!
Sembravo una bambina a cui hanno appena comprato un giocattolo quando Ethan mi ha aperto la portiera della macchina per permettermi di salire.
Arrivati a casa sua mi diressi verso la camera con l'intento di mettermi il pigiama ma prima che io potessi infilarmi il pantaloncino rimasi a fissare quei segni rossicci che circondavano il mio giro vita e l'interno coscia.
Toccai con mano i segni che la panciera aveva causato sulla mia pelle,mi capitava spesso di vederli ma tutte le emozioni negative di questa sera facevano si che li notassi ancor di più.
Avevo un bel fisico o almeno questo è quello che mi dicevano tutti,ma credo che loro non capiranno mai quanto delle volte sia difficile mangiare,cosa significhi vedersi allo specchio e non vedersi per quello che si è,cosa significhi pensare costantemente al male che si sta facendo a quella povera bambina,che voleva solo essere accettata per com'era e sentirsi impotenti davanti a ciò che giorno dopo giorno ti logora dentro sempre di più.
Persa tra i miei pensieri non mi ero resa conto della figura alle mie spalle che mi stava fissando mentre io continuavo nervosamente a sfregare i segni rossi.
"Che succede? E quei brutti segnetti bimba?"

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top