Albertini cammina verso una porta situata di fronte alla sua scrivania,da li si entra a casa sua, è la porta da dove è entrato Christian. Lo studio è arredato in modo essenziale. La scrivania di spalle alla vetrata, un armadio sulla destra ed una scrivania da computer sulla sinistra. Si incammina verso il bagno mentre sorseggia una altro caffè, questa volta normale. Entra in bagno e nel mobile posto sotto al lavandino composto da otto cassetti, quattro a sinistra e quattro a destra, apre con decisione il secondo cassetto a sinistra.

"Quanto è premuroso il mio pargoletto!" Esclama divertito.

"Mi mette sempre questa cazzo di sigaretta elettronica sopra a quelle vere! Io voglio fumare questa, almeno al mattino, chiuso nel mio bagno! Voglio sentire bruciarmi la gola! Voglio sentire il gusto del tabacco!"

Si siede sul water e accende la sigaretta "dovrebbe vedermi la mia povera moglie" pensa divertito.

"Mmmmm che bontà! Perché devo negarmi questo momento in questo mondo ormai sottosopra? O meglio in questa Italia ormai sottosopra?"

Si avvicina allo specchio sopra al lavandino. Si guarda. I suoi capelli e la sua barba ormai sono più bianche che nere, i capelli sono ancora un pò mossi, nulla a che vedere con i ricci che aveva all'età di Christian. Si vede appena un filo di pancetta, ma il suo sguardo si ferma lì preoccupato e pensa "mi sa che è il momento di tornare ad allenarmi.

Si lava i denti e si avvia verso la sua camera.

C'è caldo a Modena, siamo in pieno luglio, decide di vestirsi con pantaloni lunghi di cotone

e la sua polo verde dell'esercito.

E' pronto, va verso il garage, toglie la sua Toyota dalla carica e parte.

Le auto sono tutte alimentate elettricamente, il petrolio è stato eliminato, inquinava troppo.

Sale in macchina ed il suo computer di bordo con una voce femminile calda lo saluta.

"Buongiorno generale dove ci dirigiamo questa mattina?"

"Da quel simpaticone di Enzo Ferrari, il sindaco, ma conosco la strada grazie!"

Avvia la macchina e parte.