10. Progetto di fuga
È felice Christian. Si asciuga le ultime lacrime e prende lo smartphone dalla tasca.
"Amore! Ho da darti una bella notizia! Ci vediamo tra mezz'ora al solito posto, sotto i nostri alberi di ciliegio!"
Esce da casa di corsa. Sale a bordo del suo fuoristrada e si reca verso la porta 12.
Arriva velocemente alla sua solita uscita. Una delle sentinelle di guardia è un suo vecchio amico.Lo saluta calorosamente.
"Allora Christian si esce a cercare stelle?" Dice l'amico, ridendo.
"Eh si! Anche se ho già trovato la più luminosa!" Risponde strizzando l'occhio.
"La tua tuta è al solito posto. Nel bunker di filtro."
Ogni uscita della città è dotata della camera di filtro e del bunker di isolamento. Il filtro è un ampia stanza dove si trovano le tute anticontaminazione e vari tipi di esoscheletri.
La tuta è obbligatoria per chiunque esca dalla città.
È pronto Christian. Si è vestito più velocemente del solito. Ha fretta. Aspetta ansiosamente che gli aprano le porte per uscire, il suo amico lo saluta con una vigorosa stretta di mano e scherzosamente gli dice "ma un po' di tempo per qualche birretta con un vecchio amico ti rimane? O questa stella ti ha completamente accecato e non vedi altro che lei?"
Risponde ridendo e dando uno schiaffetto affettuoso alla testa del suo amico.
"Vado! Dai, quandi torno ci sentiamo e organizziamo!"
"Se! Vediamo" risponde salutando con la mano.
Fuori dalle mura, dopo un breve tratto, la vegetaziome è incolta e le strade non sono più quelle di una volta. È evidente che mano umana non tocca vegetazione e strade da un po'.
Dopo circa un quarto d'ora Chrisrian arriva agli alberi di ciliegio. Si sono sempre incontrati lì, sia prima che dopo la divisone della popolazione. È stato sempre il loro rifugio quel posto. Gli viene in mente di quando Elisa con un piccolo cutter incise su un albero un cuore con i loro nomi all'interno e la scritta insieme per sempre. A lui sembrava un gesto banale e la prese anche un po' in giro, lei molto seriamemte rispose che quello sarebbe stato per sempre il loro posto, per sempre anche dopo il matrimonio, diceva lei. "Ci porteremo anche i nostri figli" disse quel giorno ed era solita ripeterlo.
Sogni di giovani, sogni normali in una vita normale, mai si sarebbero aspettati di vivere il loro amore così, un po' come Romeo e Giulietta, come spesso ripeteva Elisa.
La conosceva da sempre. Avevano frequentato le scuole insieme e le loro famiglie abitavano vicinissimo, inoltre i loro genitori erano amici e le mamme lavoravano insieme nel reparto di pediatria del Policlinico. Insieme erano anche il giorno dell'incidente, erano morte entrambe quel giorno.
Scende dall'auto e si incammina verso il loro albero. Non era male la loro vita prima delle mura pensa Christian con un po' di malinconia. Si ferma a guardare l'incisione sull'albero, ricordando momenti della vita passata.
Dopo circa cinque minuti un rumore d'auto lo riporta alla realtà. È Elisa, scende dall'auto,gli fa un cenno con la mano e si incammina verso di lui.
Il vento le muove dolcemente i suoi capelli biondi e ricci, avanza, sorridendo, velocemente verso di lui nei suoi jeans attilati. Arriva da lui e con i suoi occhi color nocciola lo guarda e sorridendo gli dice "allora questa grande notizia? Finalmente hai deciso di chiedermi la mano?" E scherzosamente gli porge il dorso della mano sinistra, lui le bacia la mano galantemente e poi si tuffa sulle sue labbra. Si baciano appassionatamente.
"Prossimamente le darò l'onore di essere la mia signora, signora" aggiunge ridendo dopo il bacio.
"Sei sana, amore mio!" Dice subito dopo poggiandogli le mani sul vitino e sollevandola leggermente per due volte.
"Sia ringraziato il cielo!" risponde Elisa con sollievo.
"Bella! Bellissima notizia!" Aggiunge, tuffandosi, questa volta lei, sulle labbra di Christian.
"E molto probabilmente stasera mio padre ti vaccinera'!" Aggiunge Christian mentre le carezza i capelli.
"Vieni! Ricciolino! Andiamoci a sedere sotto il nostro albero!" propone Elisa, prendedolo per mano.
Si fermano davanti all'incisione, lei lo guarda e gli chiede "ti ricordi il giorno che l'ho fatta? Tu facevi il simpaticone, prendendomi in giro. Ma io me lo sentivo che questo sarebbe rimasto per sempre il nostro rifugio, anche se non immaginavo il nostro futuro proprio così!"
"Certo che me lo ricordo. Ci pensavo un attimo fa'. Però, amore mio, non so più se rimarrà il nostro rifugio per sempre. La situazione è sempre più tesa, stanno pensando di bombardare le zone d'Italia dove ancora ci sono dei non vaccinati, vogliono usare il nucleare! Siamo alla resa dei conti, se tuo padre non cede, Modena verrà rasa al suolo ed i vaccinati saranno trasferiti. Ho sentito dire che avranno l'onore di essere i primi abitanti di Marte. Hai capito Elisa? Vogliono mandarci su Marte!"
Lo sguardo di Elisa si fa' improvvisamente serio e triste, guarda l'unico amore della sua vita nei suoi occhi neri e gli risponde "su Marte? Il nucleare? Ma come siamo potuti arrivare a questo? Com'è possibile? Eravamo felici un tempo, ricordo quelle domeniche che si stava tutti insieme a casa mia o a casa tua. Ricordo le nostre mamme, ricordo i nostri papà, che oggi sono uno contro l'altro, guardare il calcio insieme e punzecchiarsi amichevolmente. La nostra vita è qui Christian, non so se voglio venire su Marte, io voglio la nostra vita normale di prima, voglio una vita normale ma sulla Terra, ne su Marte ne sottoterra!"
"Sottoterra?" La interrompe meravigliato.
"Si sottoterra. Adesso ho capito perché mio padre sta facendo costruire un rifugio sotto la nostra casa. Avrà saputo anche lui del possibile bombardamento atomico!"
"Un rifugio sottoterra? "
"Si Christian! I suoi uomini ci lavorano da un po' ed è quasi finito. Ho sentito che vuole portare un ristrettisimo numero di persone. Si sta preparando al peggio. Ormai è deciso ad andare fino in fondo a questa storia e probabilmente se sapesse che sto per vaccinarmi, probabilmente mi ucciderebbe. Ma oggi io mi vaccino. Così posso uscire dall'Italia. Scappiamo Christian! Andiamo via da tutta questa follia. Andiamo a Londra, dove hai sempre detto che ti sarebbe piaciuto vivere. Scappiamo. Arriviamo prima in Austria. Ci nascondiamo nel furgone di quel signore, quello che diverse volte ci ha chiesto se volevamo fare una gita in Austria, quel simpatico uomo che va a prendere il latte lì, come si chiama?"
"Si, Raffaele!" Risponde mentre la segue attentamente e con stupore.
"Esatto! Ci nascondiamo nei suoi bidoni di acciaio per il latte ed arriviamo in Austria. Lui dice sempre che al confine ormai lo conoscono e gli controllano al massimo uno o due bidoni, ma sempre quelli più esterni mai quelli in fondo e i centrali. Scappiamo da questo inferno Chri, prendiamoci la nostra vita normale!"
Christian la guarda stupefatto, ma l'idea gli piace e lo ha praticamente già convinto.
"Va bene!" Le risponde. Elisa lo abbraccia felicissima.
"Devo solo contattare Raffaele e avvisarlo che una di queste mattine partiamo con lui, però non dobbiamo fargli capire che il viaggio per noi sarà di sola andata, perché sicuramente avviserebbe mio padre!"
"Benissimo! Facciamolo il prima possibile!" Risponde lei, visibilmente emozionata. Si sdraiano sotto il loro albero e continuano a parlare della loro fuga.
Mentre chiacchierano e si coccolano squilla lo smartphone di Christian, risponde ed Elisa lo vede parlare in modo preoccupato. Al termime della telefonata gli chiede "chi era? Tutto bene?"
"Era mio padre, mi ha detto che dobbiamo rientrare velocememte a Modena, era preoccupato e teso. Sarà successo qualcosa di grave, mi sa che siamo agli sgoccioli. Mi sa che stasera ti vaccini e domani mattina scappiamo in Austria. Dai rientriamo, lascia qui la tua auto, prendiamo la mia, una volta dentro provo a contattare Raffaele, tu per questa notte penso che rimarrai nel bunker di isolamento!"
"Va bene!" Risponde. "Andiamo! Scappiamo il prima possibile da questo inferno"
Si scambiano un altro bacio e si incamminano velocemente verso l'auto.
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