1. Il generale

Mattina presto, dagli ampi vetri del suo ufficio, il generale Albertini, sorseggia il suo caffè corretto al sambuca e ammira la Ghirlandina con aria malinconica.

"Come eri bella Modena un Tempo! Piena di verde e parchi, produttiva, prosperosa, piena di attività e vita, una città a misura d'uomo! Adesso eccoti qua! Rinchiusa in quattro mura sempre a causa dell'arroganza della razza umana!"

"Buongiorno papà! Com'era il caffè stamattina?"

"Buongiorno a te Christian! Buono! Molto buono! Sei decisamente migliorato tanto"

"Grazie! Sono arrivati gli esiti degli esami di Elisa?" Chiede con determinazione.

"Porca miseria! Non perdi tempo eh? Vai subito diritto al punto! Si!"

"Allora?" Adesso la voce è meno determinata, si avverte decisamente la preoccupazione.

"Sana come un pesce! Ma ti devo dire che ci devo pensare!"

Mentre un ampio sorriso gli illumina il viso e gli occhi si rivolge al padre, risentito ma con enorme rispetto.

"Non puoi farmi questo papà! Lei sarebbe dalla nostra parte se solo non fosse la figlia di quel pazzo esaltato! Guarda cosa sta facendo alla sua gente! Le Quattro Stelle hanno deciso di sterminarli! Parlano addirittura di un attacco nucleare!"

Albertini alza il tono della voce,innervosito.
"Sono nostri amici! Cazzo! Un tempo facevamo con loro delle grigliate spettacolari! Sono nostri concittadini! Sono Italiani! Io non sparerò mai su civili indifesi! Stessero un attimino tranquilli le quattro stelline!"

"Ma io la amo papà! E farò di tutto per portarla via con me! E' sana!" Di nuovo la determinazione nelle sue parole.

"Ho capito! Ho bisogno di un po' di tempo! Devo trovare il modo di muovere i vaccini dalla farmacia senza che vengano tracciati"

"il tempo è poco papà! Le quattro stelle..."

"Ho capito" risponde seccato.

Si siedono alla scrivania ovale che in tanti casi era diventata una vera e proprio tavola rotonda come quella di Artù. Si guardano negli occhi. Dai vetri entrano i primi raggi di sole , il Duomo e la Ghirlandina iniziano a proiettare la propria ombra su piazza grande. La città inizia a svegliarsi ed il telefono che squilla li riporta alla realtà.

"Porca miseria! Ferrari! Deve trovarsi una donna quest'uomo qua! Il primo pensiero del mattino sono sempre io".

Si guardano e ridono rumorosamente e di gusto. Intano i primi rumori di motori messi in moto ed i primi gioviali buongiorno arrivano alla finestra dello studio.

"Ci penso io Christian! Salutami Elisa! Tanto lo so che andrai immediatamente da lei! Stai attento Chri! Non è ancora protetta"

"Sei sempre stato il mio eroe papà! Adesso ancora di più!"

Christian se ne va con gli occhi lucidi, strofinandoci ripetutamente l'avambraccio sopra.

"Ci si vede pà"

"Si"

Il telefono intanto smette di squillare. Lo riprende e con voce rassegnata scandisce bene "Ferrari"

Dall'altra parte dopo appena uno squillo risponde una voce ansiosa ed affannata.

"Allora generale?"

viene interrotto immediatamente.

"Come vorrei che questa enorme Arca di Noè affondasse! Ne parliamo da vicino! Arrivo"

"Ma generale!"

si sente timidamente controbattere.

"Ho detto che arrivo"

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