Capitoli 15 e 16
Capitolo 15: Hanno detto che mi portano a vedere la città
21 Dicembre 1992
Siamo arrivati e io ho tanto sonno.
Il viaggio in aereo è stato lungo, però ne è valsa la pena.
La casa dei nonni a New York non è tanto grande e io e le mie sorelle dormiamo tutti nella stessa stanza: ci sono due letti a castello, io dormo sotto a Yasmine, mentre Paloma e Zuleika sono nell'altro letto. Anche qui la porta viene sempre chiusa a chiave e davanti papà ha messo il vecchio cassettone della nonna. Lei si è un po' lamentata quando ha visto che papà lo spostava, ma lui non ha voluto sentir ragioni; dice che non c'è altro modo per tenermi al sicuro.
Domani la mamma e il papà hanno detto che ci portano a vedere la città; non vedo l'ora anche se con questi cambiamenti di orario credo di dover provare immediatamente a dormire, altrimenti domani sarà così stanco e non potrò godermi la passeggiata...
Capitolo 16: Il violinista
22 Dicembre 1992
Oggi Yasmine e Paloma hanno deciso di stare a casa, erano troppo stanche. Di solito sono io quello che dorme più di tutti, adesso che non devo andare a scuola sono capace di svegliarmi anche a mezzogiorno. Mamma ha detto che non durerà per molto, dopo le vacanze mi ha assicurato che si preoccuperà di mettere le lezioni di pianoforte al mattino.
Un vero peccato, ma lei dice che non posso stare un anno a dormire fino a mezzogiorno.
Comunque, stamattina invece mi sono svegliato prima di tutti. Non vedevo l'ora di uscire!
La verità è che mi piace guardare fuori dalla finestra e vedere una città che ancora non conosco e sono troppo curioso di sapere com'è fatta. Per il poco che ho visto nel viaggio dall'aeroporto alla casa dei nonni, è molto diversa da Londra e da Parigi.
La mamma ha messo Fortuné nel passeggino e sono uscito insieme a lei. Papà ha detto che era anche lui troppo stanco. In realtà anche la mamma continua a sbadigliare e questo mi fa pensare che si sia alzata solo per me.
Il primo posto in cui mi ha portato è stato Time Square. Tutti quei grattacieli altissimi mi hanno fatto sentire così piccolo e sono stato fermo per due minuti buoni ad osservarli, quasi a bocca aperta.
Per la strada ho incontrato un sacco di gente davvero curiosa.
Un signore con una lunga barba bianca suonava il violino e ho trascinato la mamma vicino a lui, per ascoltare la musica. Era lenta, anche se sembrava aumentare d'intensità man mano che la melodia proseguiva.
Ho scoperto che la musica in strada è qualcosa che mi piace molto. Camminare e essere accompagnati dal suono delle note musicali.
"Ti piace?" mi ha chiesto la mamma, tenendomi per mano in mezzo a tutto quella gente.
"Sì!" ho risposto, senza smettere di guardarlo nemmeno un attimo.
"Tieni, dagli una monetina allora" ho preso il dollaro che la mamma mi ha dato e sono andato a lasciarlo nel cappello che il violinista aveva lasciato a terra per strada. L'uomo mi ha rivolto un sorriso che ho ricambiato.
"Grazie" mi ha detto "vuoi provare?" ho spalancato gli occhi, non ho mai suonato un violino.
"Ma io non sono capace" ho risposto.
"Vieni" mi ha detto allora, tendendomi la bacchetta.
Ho guardato la mamma, vicino a me, e lei ha fatto di sì con la testa.
Il signore mi ha fatto suonare il suo violino: beh, ci ho provato almeno, ma è uno strumento così diverso dal pianoforte!
"Sei molto bravo!" mi ha detto poi, rivolgendomi un ultimo sorriso.
La mamma gli ha messo un'altra monetina nel cappello.
"Cosa si dice, Mica?"
"Grazie, signore" e poi ho seguito la mamma e insieme abbiamo continuato a camminare.
"Mica, guarda" mi ha detto poi, quando ha visto che io ormai avevo occhi solo per il violinista e continuavo a voltarmi indietro.
Ho seguito il suo sguardo e ho notato che poco distante dall'uomo con la barba bianca, una donna stava dipingendo un quadro. Ho osservato quasi incantato il modo in cui faceva scorrere il pennello sulla tela.
Arte e musica.
"Oh, a Yasmine piacerebbe tanto"
"A casa le dirai di venire qui, che ne dici?"
Ho annuito piano.
Sarei rimasto in quel posto per sempre, mi ricordava tutte le cose che mi piacciono.
Però poi la mamma ha detto che era ora di tornare per pranzo e mi ha promesso che quel pomeriggio papà mi avrebbe portato in un altro posto.
E dopo pranzo siamo partiti, tutti e sette insieme, e siamo andati a Central Park.
"Mica, stai attento, se cadi l'acqua è fredda e ti fai male"
La mamma mi ha ripetuto quelle parole tantissime volte oggi pomeriggio, ma io ho continuato a camminare per il bordo una fontana. Tenevo le braccia aperte e mi sforzavo di mettere un piede davanti all'altro, ma io non ho tantissimo equilibrio.
"Ehi, aspettami o così ti farai male sul serio" papà mi ha detto quelle parole e si è avvicinato a me. Mi ha tenuto la mano e mi ha aiutato a stare in equilibrio, così ho potuto camminare intorno a quella fontana senza problemi.
Yasmine aveva portato un foglio e dei colori e si era seduta sotto un albero a dipingere.
Paloma giocava a nascondino con Zuleika, anche se lei è troppo piccola e a volte non rispetta sempre le regole del gioco.
La mamma invece camminava con Fortuné.
Ad un certo punto Zuleika si è messa ad urlare a gran voce "Girondo, Mica, Girondo"
"Girotondo, Zu" l'ho corretta io.
Credo che le piaccia quando alla fine bisogna cadere tutti per terra.
Le ho detto che volevo continuare a camminare sul bordo della fontana, ma alla fine papà mi ha convinto a giocare un po' con lei.
Ho sbuffato e papà mi ha ripreso, ma alla fine ho raggiunto mia sorella.
Adesso sono davvero stanco e chissà, magari domani chiedo alla mamma se mi riporta ancora a sentire il violinista di stamattina.
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Buoooongiorno :D
Stavolta ce l'ho fatta a non far passare un mese dall'ultimo aggiornamento!
Due capitoli, perché il primo decisamente troppo corto; il capitolo 15 aveva un po' lo scopo di far vedere un Mika emozionato all'idea di New York e allo stesso tempo stanco dal viaggio, per questo è uscito così corto.
Eeee niente, ringrazio molto chi ha recensito il capitolo precedente, come al solito :)
A presto :)
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