4: Nessuno mi capisce
18 Novembre 1992
In un angolo della sala, vicino alla finestra più grande, c'è un pianoforte bianco.
Qualche volta mi siedo e schiaccio dei tasti a caso. Mi piace il suono che fa.
Papà sa suonare poche canzoni e me ne ha già insegnata qualcuna, promettendomi che con il tempo me le avrebbe insegnate tutte.
Mi piace quando le mie dita schiacciano i tasti e ne esce una bella melodia, mi sento capace di fare qualcosa, anche se non riesco bene a leggere la musica.
È più di un mese che non suono più e la mamma è preoccupata. Papà mi chiede sempre la sera di suonare insieme a lui, ma io gli dico sempre che non ho voglia.
Non invento più nemmeno quelle canzoncine che inventavo prima.
Le rime mi danno fastidio adesso.
La mamma è andata a parlare con le maestre e ha scoperto che tante volte non faccio i compiti. Quando è tornata a casa era molto arrabbiata e mi voleva mettere in punizione.
Però non sapeva come punirmi, perché non suono più, non gioco più e non disegno più con Yasmine. Allora mi ha detto che da oggi in avanti dovrò fare sempre i compiti con lei e non potrò alzarmi dal tavolo finché non li avrò finiti.
Sono corso in camera mia e mi sono messo a guardare fuori dalla finestra, come faccio spesso ultimamente.
Immagino di andare via da Londra.
Immagino di ritornare a Parigi, dove tutto andava bene. Immagino di nascondermi ancora nell'armadio di mamma e papà, immagino le mie sorelle che mi vengono a cercare e non mi trovano.
Stiamo diventando grandi ormai e non giochiamo più a nascondino. Paloma però ieri mi ha chiesto se volevo giocare con lei e io le ho detto di no.
"Perché non giochi più a niente?" mi ha chiesto, quasi delusa.
Le ho detto solo che non ho voglia.
Nessuno può capirmi, nessuno!
Mi arrabbio quando ci penso. Mamma sembra tanto preoccupata per come sono e per i miei voti a scuola, ma non capisce qual è davvero il problema.
Però io non posso stare sveglio ancora tanto stasera, o domani non riuscirò a svegliarmi per fingere di avere il mal di pancia e non andare a scuola.
Domani ci sono quattro ore di francese, perché la maestra di scienze è ammalata. E io non posso fare quattro ore con Mrs. Jenkins.
Meglio non pensare alla strega prima di dormire, altrimenti poi faccio i brutti sogni e io non voglio incontrarla anche mentre dormo.
Domani, domani forse racconto tutto quello che succede.
***
Eccomi di nuovo qui!
La storia ha un'evoluzione lenta per il momento, piano piano vengono introdotti un po' di tasselli della sua vita.
Non penso di avere altro da aggiungere, se non i miei grandi grandi grandi ringraziamenti a chi legge e a chi spende qualche secondo per lasciarmi un commento.
Il prossimo capitolo sarà "Non parlo più".
Ciao :D
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top