DI SGUARDI SILENZIOSI (4)
<<Quindi è stato lui a spezzarti il cuore>>
Quello è stato il primo commento di Benny, quando Nina ha finito di raccontarle chi fosse per lei Max Verstappen, delle loro estati insieme, del loro strano bacio, di quella mattina da dimenticare.
Da quel momento, la ragazza non riesce a smettere di pensarci.
Inizialmente si è messa a ridere davanti a quell'affermazione, <<certo, come no>> le ha risposto.
Poi il dubbio ha cominciato a perseguitarla, impedendole quasi di addormentarsi la notte. E' tornata ad analizzare momento dopo momento, parola dopo parola, gli avvenimenti non solo degli ultimi giorni di quell'estate ma di tutto il tempo che lei e Max hanno passato insieme. Ha rimuginato, pensato, ricordato, e poi d'accapo.
Il resoconto, anche dopo tutti quegli anni, continua ad apparirle quasi scontato.
Max è sempre stato innamorato di lei e quella mattina le aveva mentito, esattamente come lei aveva mentito a lui. E' forse una delle prime cose che ha imparato sul carattere di Max: quando non riesci a vincere, fa tutto ciò che è in tuo potere per stare il più lontano possibile dalla sconfitta. Sminuire il loro rapporto, ferirla, era servito a questo. A farlo perdere un po' di meno.
Ma Benny non lo conosce Max, non conosce loro, e come nessuno è mai riuscito a capire quello strano rapporto tra Nina e Max, non c'è riuscita neanche lei. Se fosse stata capace di guardare le cose dalla sua prospettiva avrebbe affermato anche lei che, a chiudere quell'estate con il cuore spezzato, era stato Max. Tutto ciò che Nina aveva fatto era stato correre da lui per cercare di mettere una pezza, dar loro una fine più dignitosa di quel bacio rifiutato, provare a non mandare tutto a puttane, che non significa certo essere pronta a giurargli amore eterno.
Il cuore della ragazza ne è uscito più che intatto, considerando anche che poi con Kevin ci si è messa davvero. Infatti, se con una bugia da un lato ha perso Max e Susie, dall'altro, cercando un fondo di verità in quella menzogna, ne ha guadagnato la sua prima, vera, storia d'amore.
Forse è un vizio che non avrebbe dovuto prendere quello di lasciare ad altri il compito di cucire le ferite, o anche solo di riempire i vuoi, di non farla sentire sola. Prima o poi sarebbe riuscita a superare il tutto anche soltanto con le proprie forze, ma farlo a suon di cioccolatini della sua pasticceria preferita e passeggiate mano nella mano in giro per la Costa Azzurra ha sicuramente reso il processo più facile.
In quel preciso momento però, a pochi giorni da quell'inaspettato e improbabile incontro con Max al Jack, si rende conto che nessun cioccolatino e nessuna passeggiata mano nella mano con chiunque riuscirebbe a farle smettere di pensare a lui. E' come se tutto ciò che ha preso e impacchettato nel profondo della sua anima dopo quella mattina, tutto l'affetto che provava per lui, tutta la rabbia, tutte le aspettative, tutti i ricordi, tutto ciò che loro erano, sia improvvisamente riemerso e richieda tutta l'attenzione che non si è mai concessa di dargli nei sei anni passati.
Anche dopo tutto quel tempo non riesce a fare a meno di pensare a lui, non sa bene perchè, non sa in che modo, però lo fa. Ed è estenuante. Per questo, quella sera, decide di dare un taglio a tutto quel rimuginare e agire.
Com'era, "a volte devi dire fanculo, io vado?"
L'ultima volta che l'ha pensato non le è andata troppo bene, ma probabilmente il fallimento è parte integrante dell'avere il coraggio comunque di provarci.
Anche se tutto spera, quella sera, fuorché di fallire. E per il momento il fato sembra essere dalla sua parte.
<<Tu, piccolo, malefico, genio>> esclama Benny, apostrofando ogni aggettivo e guardando l'amica con la bocca spalancata e un misto tra approvazione e incredulità sul viso. Nina le lancia un'occhiata di traverso, le braccia incrociate sul petto e un sorrisino disegnato sulle sottili labbra rosee <<Ora sì che ti ho capita>>
Le due ragazze sono appena arrivate davanti al Jack, lo stesso posto dove pochi giorni prima avevano partecipato a quell'improbabile appuntamento a quattro. L'una accanto all'altra si prendono un momento prima di buttarsi nella mischia, Nina per gongolarsi sulla riuscita del suo piano, Benny per mettere apposto i pezzi del puzzle.
Vedere Serge intento a sbracciarsi in mezzo alla folla aiuta quest'ultima a capire la strana voglia che aveva Nina di concludere la loro serata andando a bere qualcosa al Jack, ma è scorgere l'imponente figura di Max al suo fianco che le fa comprendere tutto.
<<Come hai fatto a sapere che erano qui?>> domanda la ragazza rossa a denti stretti per non far leggere il labiale, nel mentre sorride guardando il ragazzo monegasco che sorride nella loro direzione. <<Stai ancora illudendo quel poveretto?>>
<<Gli ho solo chiesto quali fossero i suoi programmi per la serata>> afferma l'altra, sminuendo il tutto con un gesto della mano e un tono leggero <<Quando ha detto che sarebbe stato qui con Max, gli ho semplicemente risposto che forse saremmo passate anche noi prima di rientrare a casa>>
<<Dovrei dirti che queste cose non si fanno?>> chiede poi Benny, retoricamente.
Nina scrolla le spalle, sul viso un'espressione innocente.
<<Per vedere Max senza dovergli chiedere di vederci, mi giocherei qualsiasi asso nella manica>> risponde prima di muovere il primo passo verso il giardino esterno del Jack.
<<Poi dimmi di nuovo che è lui quello con il cuore spezzato>> borbotta Benny alle sue spalle, guadagnandosi una gomitata da Nina mentre quest'ultima finge di sorriderle amorevolmente. Benny si chiede, come spesso succede, se non sia forse il caso di smetterla di assecondare le follie della sua migliore amica. Poi però si chiede anche dove sarebbe il divertimento, se non nel vedere ogni piano studiato da Nina andare miseramente a fondo, così ride da sola mentre segue la ragazza bruna verso l'ennesima avventura di quella sera.
Il locale sembra completamente diverso rispetto a pochi giorni prima, i tavolini sono spariti e l'ampio spazio ricavatone è pieno di persone rivolte verso la postazione rialzata dove una ragazza suona musica elettronica con una loop station. Non si balla però, si sta in piedi a sorseggiare, ascoltare e chiacchierare, al massimo si ondeggia a ritmo in pieno stile monegasco.
Serge è leggermente distaccato dalla folla e accoglie le due ragazze con un bel sorriso in volto, le braccia spalancate e pronte a salutarle una alla volta con un abbraccio frettoloso ma al tempo stesso carico d'affetto.
<<Sono contento che siate riuscite a passare>> esclama lui, lanciando poi un'occhiata verso l'attrazione della serata <<Questo tipo di musica mi fa impazzire>>
<<Non dispiace neanche a noi, per niente>> risponde Benny per entrambe, notando il silenzio di Nina. Quest'ultima infatti è sin troppo impegnata a fissare il ragazzo distante qualche metro da loro per poter far caso alle parole di Serge. Ragazzo che, tra parentesi, non si è neanche degnato di girarsi per salutarle.
Nina si chiede se quella non sia una mossa per tenerla sulle spine o se semplicemente sia interessato a ciò che la ragazza che ha di fronte gli sta dicendo.
<<L'anno scorso tipo siamo riuscite ad andare a vedere James Blake>> continua a tenere banco l'altra, cercando di non far insospettire Serge.
<<Dai, lo amo follemente. Io l'anno scorso ho beccato al volo i biglietti per il concerto degli XX a Cannes, è stato magico. Se dovessimo trovare qualcosa del genere potremmo organizzarci e andare tutti insieme>> comincia a fantasticare quest'ultimo, guardando prima l'una e poi l'altra e strizzando la spalla di Benny tra le dita.
<<Dai, sarebbe bellissimo>> esclama la ragazza rossa, sforzandosi di sembrare entusiasta il più naturalmente possibile. Generalmente, quello è il ruolo di Nina.
Quest'ultima invece annuisce semplicemente, un'espressione confusa sul viso. Con gli occhi continua a cercare Max, a studiarlo, finchè anche lui ricambia il suo sguardo.
Max tiene le braccia incrociate ed è poggiato contro uno degli alti vasi che delimitano il Jack dal resto della banchina del porto. La posa è rilassata, disinvolta, gli occhi in quel momento puntati dritti in quelli di Nina mentre la ragazza dalla carnagione scura che gli sta tenendo compagnia continua a parlare come se niente fosse.
Nina pensava che quello sguardo sarebbe bastato a convincerlo a lasciar perdere la conquista di turno per andare finalmente a salutarla, eppure dopo quello scambio fugace di sguardi Max torna a prestare attenzione all'altra, lasciando Nina leggermente interdetta.
Sono tutte tattiche, si dice, obbligandosi a smettere di prestargli attenzione per dedicarsi piuttosto a Serge.
<<La tua giornata come è andata?>> domanda allora al ragazzo, mettendo su uno sguardo improvvisamente interessato, quasi adorante.
Serge deve accorgersi di quel cambiamento perché subito sorride, finalmente contento di ricevere le giuste attenzioni da lei.
Peccato che il suo momento di gloria duri molto poco.
<<Abbiamo una nuova assidua frequentatrice del Jack>> esclama Max Verstappen, comparendo alle spalle di Serge mentre quest'ultimo era intento a raccontare di un incidente avvenuto sul posto di lavoro quella mattina. La frase è satura di ironia e Nina riesce a tradurre immediatamente quelle parole in ciò che Max sta pensando davvero.
Lo so che sei qui per me.
<<Sta sera te ne vai di nuovo nel giro di qualche minuto o ci degni della tua presenza?>> gli risponde lei, giungendo le mani e guardando il nuovo arrivato con un'espressione estremamente docile, tanto da sembrare anche - giustamente - estremamente falsa.
<<Dipende da come si mettono le cose>> esclama il ragazzo, gettando le mani in tasca con nonchalance e girando la testa finchè il suo sguardo non ricade sulla ragazza bruna con la quale stava parlando prima, rimasta sola nello stesso punto in cui si trovava prima con lui e intenta a fissarlo mentre sorseggia il cocktail dalla cannuccia affondata nel bicchiere.
<<Sono piuttosto scioccata Max, una cosa era saperti interagire con il popolo femminile>> comincia Nina, scuotendo la testa davanti a quella scena mentre Max riporta l'attenzione sulla sua interlocutrice <<Una cosa è vederti in azione>>
La ragazza ne ride ma è davvero colpita dalla situazione. Sopratutto, mai si sarebbe aspettata che lui, anziché correre a salutarla, sarebbe rimasto a provarci spudoratamente con qualcun'altra. Un tempo non avrebbe mai nessuno nessuna davanti a lei.
<<Nena, non essere gelosa>> controbatte subito, il tono scherzoso su un viso senza sorriso <<Sarai sempre tu l'unica donna della mia vita>>
Il cuore di Nina perde un colpo mentre si costringe a ricambiare l'occhiata di Max cercando di non mostrare alcun cedimento, ma in cuor suo sa di aver fallito miseramente la missione. Ha l'impressione che le guance le siano appena diventate incandescenti.
Il modo in cui deglutisce, poi, risulta estremamente rumoroso.
<<Sono confuso>> si intromette Serge, rompendo quel gioco di sguardi.
Nina sbatte velocemente le palpebre e solo in quel momento ricorda dov'è e, sopratutto, con chi.
<<C'è qualcosa che dovrei sapere?>> aggiunge il monegasco, alzando un sopracciglio e guardando i due con fare interrogativo.
Improvvisamente, Nina si sente dannatamente in colpa per ciò che gli sta facendo quella sera, per averlo messo in mezzo in qualcosa di molto più grande di lui, molto più profondo e delicato di qualsiasi cosa potrebbe mai esserci tra loro. Vorrebbe quasi chiedergli scusa ma se lo vieta, passando piuttosto alla ricerca di qualcosa da dire che possa rilassare gli animi.
<<Che Nina ama lo champagne>> risponde Max per lei, lasciando perdere la ragazza per guardare l'amico e dargli una pacca sulla schiena <<Andiamo a prenderlo?>>
<<Grazie per la considerazione>> esclama Benny mentre i due ragazzi si allontanano verso il piano bar, spalancando le braccia e con un'espressione sul viso quasi sconcertata <<Davvero Nina, come puoi andare d'accordo con una persona del genere?>>
<<Lo so che non è un tipo facile>> mormora la bruna, senza togliere gli occhi dalla schiena dei due ragazzi che si poggiano sul bancone in attesa di essere serviti <<E non posso giustificare il suo comportamento, né mi spiego perchè io riesca ad andarci così d'accordo. E' così e basta>>
Benny non sembra convinta dalla sua risposta ma non indaga oltre, girandosi piuttosto nello stesso senso della folla per mettersi a guardare la dj in consolle. Prende subito il ritmo, ondeggiando leggermente prima su un piede e poi sull'altro, con i lunghi capelli rossi ad accarezzarle la schiena.
Nina le rimane accanto, troppo nervosa per prestare davvero attenzione alla musica. Si incanta piuttosto a guardare le barche ormeggiate alla banchina ondeggiare placidamente e l'intreccio delle luci della città che dal porto si sviluppano verso l'alto, in una ripida salita verso il buio nel quale cade poi il resto del paesaggio.
L'impressione è come se un tappeto di stelle fosse stato cucito sulla collina monegasca, un regalo del cielo solo per il Principato. Tutto ciò che si trova al di fuori dei suoi confini non importa.
<<Turiste?>> chiede improvvisamente una voce sconosciuta alle sue spalle, tanto vicina da farle il solletico sulla parte di schiena lasciata scoperta tra il taglio corto dei capelli e lo scollo del vestito.
La bruna sobbalza, costretta ad abbandonare quel momento di contemplazione per girarsi a studiare il suo interlocutore.
<<Ho visto come guardavi il panorama>> si spiega il ragazzo che si ritrova di fronte, rispondendo all'espressione interrogativa di lei <<Ho pensato che solo un turista potesse guardarsi attorno con tanto entusiasmo>>
<<Nata e cresciuta nel Principato>> risponde Nina, contraddicendolo. Scrolla le spalle e sorride al biondino che la osserva incuriosito <<E per qualche motivo subisco ancora il fascino di questo posto>>
<<E' ammirevole, continuare ad apprezzare anche le cose che si conoscono bene>> afferma lui poco prima di allungarle la mano libera, mentre nell'altra trattiene un bicchiere da cocktail <<Sono Quentin>>
<<Nina>> si presenta a sua volta, sorridendogli con gentilezza.
Un Quentin è certamente qualcosa che non si aspettava di affrontare in quella già delicata situazione e, per quanto se ne vorrebbe liberare, sa benissimo che non esiste un modo carino e piacevole per gestire queste situazioni. Semplicemente rimane lì davanti a lui, aspettando la sua prossima mossa per decidere cosa fare.
Nel frattempo, frettolosamente, il suo sguardo corre a controllare Serge e Max. Mentre il primo è rivolto verso il barman con il quale sta scambiando qualche parole, trova il secondo poggiato di schiena al bancone e, con le braccia incrociate sul petto, intento a guardarla.
Il suo viso è inespressivo, la guarda e basta, e quello sguardo è sufficiente a farle venire la pelle d'oca.
La ragazza si sente improvvisamente su di giri.
<<Ci sei?>> domanda il ragazzo, Quentin, in attesa di qualcosa e con le sopracciglia aggrottate. Deve averle posto una domanda che però non è riuscita ad afferrare.
<<Scusa, non ho capito>> si giustifica infatti, poggiandogli una mano sul braccio.
Esagerata, si dice. Troppo civettuola per i suoi standard, troppo immediata, però l'idea che Max stia lì a guardare le dà alla testa.
<<Ti ho chiesto cosa fai nella vita>> ripete gentilmente il biondo, portandosi il bicchiere alle labbra per berne un sorso. Con la coda dell'occhio la ragazza si accorge che anche Benny sta subendo lo stesso trattamento da quello che sembra un amico di Quentin, così decide di stare al gioco. Se non per farsi vedere da Max almeno per Benny che, dopo aver deciso di accompagnarla quella sera, merita di fare due chiacchiere con un bel ragazzo senza che lei rovini tutto.
In realtà era convinta che Max sarebbe intervenuto da un momento all'altro, che si sarebbe messo in mezzo col suo solito fare scorbutico, presuntuoso, rivendicando la sua attenzione. Però non succede mai.
Piuttosto, quando Nina cerca il suo sguardo, lo trova sempre fisso su di lei, come se quasi gli piacesse stare lì in disparte ad osservare quella scena.
E per la prima volta la ragazza si domanda che tipo di persona sia diventata il suo Emilian.
Quel giochino, ad ogni modo, si instaura in quel momento e lo continuano per tutto il tempo, e anche se tutto ciò è lontano anni luce da ciò che si sarebbe aspettata per quella sera, le mette addosso uno strano senso di euforia.
Dopo che Serge la raggiunge e la salva da Quentin, infatti, è Max che comincia a sparire a tratti. A quanto pare molte ragazze sembrano conoscerlo e ancora più ragazze cercano di avere la sua attenzione, così l'olandese passa da una compagnia all'altra, offrendo da bere, ascoltando conversazioni.
Però il suo sguardo cerca sempre quello di Nina.
Quando le ragazze lo sfiorano.
Quando lo guardano e ridono con fare civettuolo.
Quando gli si appiccicano addosso.
Guarda loro, poi guarda lei, poi di nuovo loro.
E a Nina quasi ribolle il sangue nelle vene.
Ha sempre pensato che vedere Max con qualcuna sarebbe stato qualcosa di insopportabile, ma avere una scena del genere davvero davanti agli occhi la manda seriamente fuori di testa.
Ma lui la guarda.
Gli occhi taglienti, spesse lame di ghiaccio che sembrano tenere a bada un fuoco indomabile.
E uno sguardo del genere non può che farti aggrovigliare le budella.
Nina decide di ripagarlo con la stessa moneta.
Rimane attaccata a Serge per tutta la sera, ride delle sue battute, parla amorevolmente con lui.
Anche se l'unica cosa che vorrebbe fare è cercare un muretto sul quale poggiarsi e chiacchierare con Max seduto al suo fianco, resta piuttosto con l'altro.
Non parla mai di Max.
Non gli si avvicina mai.
Però lei lo guarda.
Con i suoi occhi caldi, accesi come le luci che impreziosiscono il Principato. Occhi pieni di vita, occhi avventurosi, occhi che non vorrebbero mai lasciar andare quell'altro paio che ritrova sempre puntato su di lei, oltre la spalla di Serge.
<<Sai, non mi aspettavo che saresti passata sta sera>> dice ad un certo punto quest'ultimo, passandosi una mano tra i capelli chiari e dando prova per l'ennesima volta della sua genuinità <<Dalla scorsa sera sei stata strana e, niente, aspettavo solo il momento in cui mi avresti scaricato>>
Nina abbozza un sorriso leggero mentre con la mano gli afferra il braccio, gli lascia una carezza, prendendo tempo per cercare una risposta.
Da una parte vuole essere sincera, digli che tra loro non è scattata la scintilla, che è un fantastico ragazzo ma che non c'è spazio nella sua vita per uno come lui, al momento.
Dall'altro, egoisticamente, pensa che forse farebbe comodo tenerlo con sè. Ancora un po'. Solo un altro po'.
Alla fine non se la sente.
<<Sono passata perché mi piace la tua compagnia>> gli dice, mentendo più sul motivo per cui è davvero lì che sull'effettivo piacere che ha nel passare del tempo con lui <<Anche se più in amicizia che altro, spero che possa bastare>>
Serge la guarda e annuisce, tenendo le labbra strette e la mano sempre dietro la nuca, incassando il colpo con eleganza.
<<Ok, onestà. Lo apprezzo>> risponde poi, lasciando andare un sospiro. <<Anche a me piace la tua compagnia>> aggiunge cancellando qualsiasi ombra dal suo viso per aprirsi in un meraviglioso sorriso <<e quella di Benny ovviamente>>
La ragazza in questione è pochi passi più avanti rispetto a loro, ma basta perché non riesca a distinguere niente dei loro discorsi se non afferrare il proprio nome.
<<Cosa?>> grida infatti, girandosi a guardarli. È molto più inglobata nella folla rispetto a loro e si sta godendo appieno la musica.
<<Niente>> esclama Nina in risposta, accompagnata da un gesto della mano.
La rossa fa segno ad entrambi di raggiungerla, ha tutta l'aria di starsi divertendo da pazzi.
<<Tu vai, io mi allontano un attimo>> mormora la bruna, dando una leggera spinta sulla schiena di Serge per convincerlo ad andare dalla sua amica. Quando lui muove un primo passo verso la folla, Nina se ne distacca del tutto, camminando verso la parte più vuota del locale alla ricerca di un posto tranquillo dove poter fumare.
Quando qualcuno le si poggia accanto una volta guadagnato lo spazio su un divanetto, porgendole un ennesimo flûte di champagne, lei non se ne sorprende. Probabilmente è da quando è arrivata che entrambi aspettavano un momento del genere.
<<E' strano>> afferma il ragazzo, allungando una mano davanti al viso di lei.
Nina prende un tiro dalla propria sigaretta, dopo di che la infila tra l'indice e il medio di Max. Un gesto di una familiarità unica, tanto da farle credere per un attimo di essere ritornati adolescenti, su quello stupido muretto di casa di Susie.
Lui non è mai stato un fumatore, ma ogni tanto gli piace scroccare qualche tiro. Sopratutto se a Nina.
<<Cosa?>> domanda lei, senza guardarlo, mentre il fumo che esce dalle labbra di lui le si infrange contro la spalla.
<<Un po' tutto, non trovi?>> risponde, passandole nuovamente la sigaretta.
Mentre lo fa le loro dita si incontrano e Nina ha la sensazione che si trattengano contro le sue appositamente qualche secondo di più, come ad assaporare quel tocco.
Rimettersi il filtro tra le labbra è strano.
E' un pensiero stupido ma le ricorda il sapore di quella notte, di quel bacio.
Sa di qualcosa di intimo, qualcosa di loro, qualcosa.
<<A volte ho immaginato come sarebbe stato, sai, rincontrarsi>> ammette lei con sincerità, questa volta guardandolo con la coda dell'occhio.
Riconosce i suoi lineamenti marcati, la bocca sporgente con quel piccolo, particolarissimo neo in alto a sinistra. Il naso dritto e tagliente, la mascella larga. E' il ragazzo che conosceva un tempo e al tempo stesso non lo è più e questo, per qualche motivo, la ferisce.
Seduta lì accanto a lui non le importa più di tutta la rabbia accumulata nei suoi confronti dopo le parole di quella mattina, né le importa delle giustificazioni, delle volte in cui avrebbe voluto chiamarlo e chiedergli se davvero tutto il loro rapporto si riduceva ad una misera pulsione sessuale o se come lei credeva erano qualcosa di più. Tutto ciò che riesce a pensare in quel momento è come sarebbe stato bello continuare a passare le estati insieme, su quel muretto, e vederlo crescere poco per volta. Non avere davanti questo nuovo Max fatto e finito tutto d'un tratto, questo Max che infondo lei non sa più chi è.
<<E alla fine come è stato?>> le domanda, spallandosi leggermente sul divanetto e costringendola a girare la testa per continuare a guardarlo.
Lei butta giù un po' dello champagne che lui le ha portato, sperando di trovare tra le bollicine la forza di sopravvivere a quella situazione.
<<Naturale>> risponde dopo averci pensato su qualche attimo. Lui annuisce lentamente, comprendendo al volo ciò che intende dire. E' ciò che Max le disse quella sera di tanti anni prima. Tra loro è naturale. <<Anche se ti preferivo quando odiavi le ragazze>> aggiunge poi, lasciandosi andare in una risata della quale aveva decisamente bisogno.
Max, incredibilmente, ride a sua volta. La sua risata è breve, bassa, ed è un avvenimento così raro che Nina quasi si strozza con il fumo dell'ultimo tiro di sigaretta, esibendosi in un davvero poco elegante raptus di tosse. Come se non bastasse, l'attimo dopo la mano di Max le si poggia sulla schiena.
La stoffa pallida del vestitino che indossa è così sottile che il suo calore la oltrepassa, facendole venire la pelle d'oca. E' sempre stata una sua caratteristica avere le mani calde, una temperatura corporea ben superiore alla media, qualcosa di così contrastante con il gelo dei suoi occhi eppure anche per questo unicamente suo.
<<Tu invece riesci ancora a catturare gli sguardi di tutti>> afferma lui, abbandonando quella posa rilassata sul divanetto per mettersi in piedi, davanti a lei. Nel mentre lascia che la sua mano scivoli dalla schiena di lei per poi accarezzarle il braccio, il polso, sino a prenderla per mano <<Ma l'importante è con chi torni a casa, no? Quindi, Nena, io sono stanco e voglio andar via, posso lasciarti davanti al tuo portone come i vecchi tempi?>>
La ragazza ride per quella frase e probabilmente arrossisce anche, ma si sente improvvisamente così felice che non glie ne importa poi più di tanto. E' quel suo modo di fare da sbruffone, sono i suoi occhi puntati nei suoi, è fare qualcosa che le ricordi ciò che erano tanto tempo fa, è Max.
E Max, per qualche assurdo motivo, l'ha sempre resa felice.
Annuisce leggermente lasciandosi tirare sù dalla sua mano che poi lui lascia andare non appena si ritrovano spalla a spalla. Nina beve frettolosamente l'ultimo goccio di champagne e poggia il bicchiere su un tavolino lì vicino per poi seguire il ragazzo che con la sua solita andatura fiera ha già cominciato a camminare verso i loro amici.
Quando Serge e Benny si girano verso di lui, interrompendo qualsiasi discorso stessero affrontando, Nina si sente improvvisamente in difetto. Lascia a Max il compito di annunciare la loro dipartita, quasi mezza nascosta dietro la sua schiena, vergognandosi immensamente.
<<Ovviamente lasciamo anche te>> esclama rivolta all'amica, cercando almeno di fare la cosa giusta. Benny scrolla le spalle, indifferente.
<<Se ti va di restare puoi tornare con me>> ritratta però Serge, sorridendo alla ragazza con entusiasmo. Non c'è malizia nella sua proposta, non è qualcosa che gli appartiene. Probabilmente vuole solo continuare quella bella serata con una ancor più bella compagnia.
<<Perchè no>> afferma lei, sorridendogli <<Quando ci ricapita una serata con un sound così, a Monaco!>>
Nina annuisce, mordendosi le labbra con un leggero senso di colpa mentre si rende conto che mai avrebbe pensato di abbandonare la sua migliore amica in tale modo. Benny però sembra riuscire a captare i suoi pensieri e le fa un cenno con la testa, continuando a sorridere, come cercando di farle capire che è tutto ok, che non le dispiace rimanere lì con Serge. Solo allora la bruna si rilassa un po', abbozza un sorriso che rivolge anche al bel ragazzo monegasco al quale sta affidando la sua amica.
<<Alla prossima>> mormora, guardandolo con il cuore un po' più leggero rispetto a quando sono arrivate. Non c'è risentimento nello sguardo di lui, non c'è rabbia. Forse un po' di sorpresa nell'osservare la svolta inaspettata presa da quella serata, ma quella gli è dannatamente concessa.
Nina fa per guardare Max ma non appena si gira verso di lui scopre che il ragazzo si è già incamminato verso l'uscita. Alza gli occhi al cielo, facendo ridere Serge, e poi si precipita ad inseguirlo ringraziando di indossare una scarpa con un tacchetto molto, molto basso.
<<Ma la gente come fa a sopportarti?>> borbotta la ragazza una volta nuovamente al suo fianco.
Lui la guarda dall'alto, con la coda dell'occhio, mentre sul viso gli si dipinge un'espressione divertita e spocchiosa.
<<Chiedilo a te stessa>> afferma, beccandosi in risposta una spallata che vista la differenza d'altezza gli arriva dritta nel costato.
🌸🌸
Bene, ben ritrovate in questa triste, tristissima domenica.
Cioè che poi le vostre potrebbero essere anche domeniche felici, sempre che non siate tifose di Verstappen.
Se lo siete, unitevi al mio cordoglio.
Ma in una domenica da nervi a fior di pelle, non poteva certo mancare un nuovo capitolo de I nervi (mossa di marketing che datemi una laurea ad honorem proprio).
Spero vi siate godute questo capitolo, io un po' Nina e Max li amo già e mi fanno già prendere ammale che neanche vi dico.
Che dire, ormai non so più fare gli spazi autore, vi dico tutto nelle stories quindi bella, spero che pensare a Max e Nina vi abbia aiutato - come ha aiutato me - a non pensare a quel disastro che è stata per Max la gara di oggi.
Sosteniamoci, vvb e se mi commentate vi rispondo subito che così ci intratteniamo ancora un po' ✨
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