DI COSE PROIBITE (9)
@max: sono atterrato e sono andato direttamente al Jack
@max: dovresti venire
@max: seriamente Nena, vieni
@max: non hai idea di quanta voglia ho in questo momento
@max: credimi, non vuoi perderti questa serata.
I messaggi illuminano lo schermo del telefono della ragazza poggiato sulla tovaglia, lì accanto al suo posto apparecchiato. Nina ci butta un occhio ogni volta che il cellulare si illumina e ogni volta stringe un po' di più le gambe, pensando che di questo passo a fine serata non ci arriva proprio.
Sopratutto se quei messaggi continuano ad arrivarle mentre sta seduta a tavola con i suoi genitori.
<<Metti via quel telefono>> le dice infatti suo padre, seduto a capotavola alla sua sinistra.
<<Sto aspettando una notizia importante>> cerca di ribellarsi lei, facendo finta di niente e affondando il coltello nella fetta di carne che si ritrova nel piatto.
<<Antonia, per una volta che possiamo mangiare tutti insieme potresti anche evitare>> gli dà man forte sua madre, dal lato opposto rispetto a quello del padre.
Nina vorrebbe far loro presente che non è certo colpa sua se l'idea stessa di fare pranzo e cena insieme è diventata ormai un'utopia, ma si sta zitta. Afferra il cellulare, dove nota un altro messaggio, e se lo poggia sulle gambe. Sentirlo vibrare nuovamente e non poter leggere cosa c'è scritto le fa sentire un pugno nello stomaco ancor più forte mentre si porta una mano tra i capelli per ritrovare una calma che sembra ormai persa.
Fosse per lei scaraventerebbe il tavolo all'aria, manderebbe i suoi genitori a quel paese e correrebbe fino al Jack dove Max, Max, la vuole con sé.
Considerando poi che non si vedono da quella sera, la voglia è tanta. Di vederlo, di toccarlo, di baciarlo. Di sapere che è tutto vero. Che lui può farle provare certe cose, che lei può sentirsi così.
Il fatto poi che lui sia tornato dall'Austria vincente non può che farle ben sperare di trovarlo in uno stato d'animo che difficilmente crederebbe di vedere altrimenti. Infatti, per quanto Nina odi il fatto che lui sia un pilota, sa anche quanto di buon umore lo metta tagliare il traguardo per primo. E non vede l'ora di poterlo constatare con i suoi occhi.
<<Sono finite le lezioni?>> la domanda di suo padre la riporta con i piedi per terra, mentre dover balzare fuori da quei pensieri le fa quasi cadere la forchetta di mano. Perchè parlare di università con suo padre quando può stare zitta e pensare a Max Verstappen ?
<<Settimana prossima>> risponde comunque, evitando lo sguardo di Lucien Duval e pensando piuttosto a versarsi un mezzo calice di pregiato vino rosso dalla bottiglia lasciata al centro del tavolo.
<<E gli esami?>> continua lui, coprendo la voce di sua madre che esclama <<quel goccio e poi basta vino>>
La ragazza vorrebbe alzare gli occhi al cielo, ma se lo facesse si scatenerebbe il finimondo quindi si limita ad annuire, a chi non si sa, pensando che non è così male poi il fatto che i suoi genitori la abbandonino costantemente.
I coniugi Duval non erano così un tempo. Certo, Nina è cresciuta tra babysitter e governanti, ma quando era più piccola trovavano sempre il tempo per ricordarle che le volevano bene.
Lucien è un pezzo grosso della finanza, poco abituato a trattare cordialmente con le persone e tendenzialmente non avvezzo a passare troppo tempo in casa. Non è cattivo, semplicemente da quando è cresciuta sembra non essere capace di interfacciarsi con Nina se non parlando di studi. Almeno quando era bambina quelle poche volte che era con lei potevano giocare, potevano scherzare senza sentirsi dei perfetti idioti. Ora invece Nina non crede di ricordare l'ultima volta che hanno riso insieme.
Non le ha mai neanche posto dei paletti sul futuro. Sei libera di fare ciò che vuoi, purché tu non perda tempo e ti ritrovi almeno con una laurea, le ha sempre detto. Che è anche un po' il motivo per cui Nina non gli ha mai confessato di aver lasciato l'università.
Neanche lei vuole perdere tempo, per questo non poteva sprecare ore in un'aula dove parlavano di robe per lei altamente inutili o studiando cose che non le interessava sapere. C'è Benny per quello. Lei invece è una creativa. E quelli come lei certe cose le aborrano.
Suo padre capirà. Lo metterà davanti al fatto compiuto e allora non potrà dirle niente se non essere fiero.
Sua madre la farà contenta invece con un paio di vestiti degni delle migliori sale del Principato di Monaco. Che poi è tutto ciò che le interessa davvero, fare bella figura ai cocktail party spendendo i soldi del marito in Spritz e lamentandosi con le amiche della sua monotona vita da mantenuta. Sono obiettivi di vita anche questi, o meglio, lo sono della maggior parte della popolazione monegasca, ergo Nina non si sente di giudicarli.
Non lo condivide, ma non giudica.
Al suo posto investirebbe la sua fortuna per coltivare qualche passione, ma se la passione di sua madre è l'alcool allora che dire. Tutto fila.
Magari per essere più coerente potrebbe non farle storie per qualche dito di vino, ma tanto di sua madre ha ben poca considerazione.
Nel frattempo il cellulare comincia a vibrare ripetutamente, questa volta per una chiamata in arrivo. Il suo cuore perde un battito.
<<Mi date un secondo per favore? E' Benny con una notizia urgente>> domanda allora, scostando la sedia dal tavolo e togliendosi il tovagliolo dalle gambe, mentre con lo schermo del telefono nascosto contro il petto si allontana senza aspettare davvero una risposta.
Nina attraversa il corridoio correndo fino a raggiungere il bagno, più vicino della sua camera, e ci si chiude dentro mentre senza aver bisogno di leggere chi sta chiamando risponde.
<<Cosa c'è?>> esclama, venendo subito investita dalla musica che arriva dall'altro apparecchio. Osserva il suo riflesso nello specchio sopra il lavandino e si accorge di star sorridendo.
<<Perché non sei ancora qui?>> la domanda è posta da una voce che vorrebbe sembrare autoritaria, ma che in realtà appartiene a qualcuno che sembra averci davvero dato addosso con i festeggiamenti.
<<Quanto hai bevuto?>> gli chiede quindi, non riuscendo a trattenere una mezza risata.
<<Aspetto te per bere ancora>> risponde subito l'altro <<Ma fai in fretta, sono circondato da gran belle ragazze che sembrano proprio volere attenzioni da me>>
<<Tanto lo so che preferisci me a loro>> esclama lei, mordendosi le labbra.
In realtà, il pensiero che lui sia effettivamente in quel posto e mezzo ubriaco le fa contorcere lo stomaco. Ha visto come si comporta quando è lì, come le ragazze gli si fiondano addosso e come tutte sembrano essere pronte a fare di tutto pur di passare qualche momento con lui. Lei però sa di essere diversa.
Anche se lui non risponde.
<<Ah Nena>> dice piuttosto, abbassando la voce <<Per ciò che mi riguarda, puoi portarti avanti e neanche metterle le mutande>>
Max chiude così la chiamata, lasciando la ragazza con un'espressione allibita e il telefono ancora vicino all'orecchio. Si ritrova con le guance rosse, il respiro corto e nessuna voglia di tornare di là per finire la cena con i suoi.
Anzi, trova addirittura imbarazzante dover passare del tempo con loro mentre si sente così su di giri. Però si costringe a farlo, prende un grosso respiro e fa per uscire dal bagno, poi torna indietro e si sciacqua velocemente il viso sperando che basti a farla apparire più calma.
Si risiede a tavola come se nulla fosse successo, riprende a rispondere alle seriose domande del padre, finge di non sentire le prediche di sua madre e nel frattempo la sua testa viaggia in posti dove quasi si vergogna ad essere con i suoi genitori accanto. Non appena suo padre poi scosta leggermente la sedia, segno che la cena è finita, Nina fa altrettanto.
<<Devo andare da Benny, abbiamo un progetto da consegnare e se non ci portiamo avanti di notte non riusciremo mai a finirlo. Forse dormo lì>> esclama mettendo su un sorriso innocente.
Dieci minuti dopo è già per strada e cammina frettolosamente verso il Jack. Il suo abbigliamento è molto più sobrio di ciò che avrebbe voluto, considerando che agli atti sta semplicemente andando a dormire da un'amica, ma sotto il lungo e kimono colorato indossa un vestitino nero che rende chiare le sue intenzioni per quella serata. Però le piace l'idea che Max quella vista debba conquistarsela.
Non ha avuto altri suoi messaggi o chiamate, il che le fa domandare cosa stia facendo, se stia pensando a lei o si sia lasciato prendere da altro. Non è sicura di volere una risposta, ma una parte di lei è convinta che Max davvero preferirebbe lei a chiunque altro. Anche perchè gli eventi della scorsa sera hanno confermato loro che quella sintonia che li ha sempre caratterizzati mentalmente, beh, non si esaurisce lì.
Che quando due persone vanno così d'accordo, non possono che trovarsi bene anche in altre situazioni. Sì, anche nello scomodissimo abitacolo di un'Aston Martin.
Quando la ragazza riesce finalmente ad arrivare al Jack un fremito la scuote. Ha agognato quel momento per sette lunghissimi giorni ed ora che sta per rivederlo il cervello le va in tilt. Si chiede come sarà ritrovarsi faccia a faccia, come la saluterà, quali dovrebbero essere le loro prime parole. Sopratutto, come farà a comportarsi normalmente ora che sa cosa si prova a sentirlo parte di sé.
A sentire la propria pelle farsi plasmare dalle sue mani e il suoi baci ovunque.
Oh, i suoi baci.
Anche se è a quelli che sta pensando mentre attraversa l'interno del locale per raggiungere il giardino esterno, una volta lì non può fare a meno di vedere ogni pensiero abbandonare la propria testa. Ci mette mezzo secondo ad individuare Max, i suoi occhi trovano quelli di lui come fossero una calamita.
Da quel momento in poi tutto ciò che non c'entra con Max sembra non avere più senso.
L'oggetto delle sue attenzioni è stravaccato al centro di un divanetto bianco, con le gambe aperte e un braccio poggiato sulla spalliera, l'altra mano trattiene dal collo una bottiglia. In piedi, davanti a lui, c'è un ragazzo che Nina crede sia Serge intento a dirgli qualcosa che Max però non sta evidentemente ascoltando. Accanto al pilota sono sedute due tipe che chiacchierano tra loro, ma neanche loro meritano la sua attenzione.
L'unica cosa alla quale Max sembra interessato è Nina, che con un sorrisino sulle labbra e la camminata allegra raggiunge il loro tavolo. Vittima di quello sguardo, Nina si sente stranamente naturale. Come se si fosse resa conto solo in quel momento che tutte quella congetture con Max non servono, che tutte le domande sono superflue.
Che Nina, quando lui la guarda, non può che essere Nina e Nina soltanto.
Per questo sì, il cuore le batte nel petto in modo quasi furioso e la testa a tratti le gira tant'è la potenza di quel momento, ma riesce comunque a sorridergli con fare spontaneo, a camminare in quel modo che è sempre stato suo fino ad arrivargli davanti e, lasciando alle sue spalle ogni insicurezza, esclamare <<bentornato>>
La sua frase scatena diverse reazioni.
Quella delle due ragazze, che si girano a guardarla con fare interrogativo.
Quella di Serge, che non riesce a trattenersi dal dire con fare sorpreso <<Nina, non mi aspettavo che venissi>>
Quella di Max, la più importante, il cui viso prende le sembianze del suo solito ghigno prima che le sue labbra si separino per mormorare un <<ti stavo aspettando>>.
L'attimo dopo il ragazzo allunga un braccio per passarle la bottiglia di champagne, Nina la afferra dal collo, le loro mani si sfiorano in quel passaggio. Lui lo fa apposta, accarezzandole le dita con i polpastrelli prima di lasciarla andare.
Lei osserva quel gesto, come ipnotizzata.
Quando poi riporta lo sguardo su di lui, trova sul suo viso un'espressione sfacciata e gli stessi occhi accesi con i quali ha fatto conoscenza la scorsa notte e dei quali, si rende conto rivedendoli, non vorrebbe mai più fare a meno.
Senza distogliere lo sguardo si porta la bottiglia alle labbra e comincia a buttar giù champagne.
Lui deglutisce piano.
Nella testa di Nina si ripete una frase in loop.
Max, sarai la mia rovina.
E mai l'idea di una disfatta le è sembrata più dolce.
La cosa bella di conoscere qualcuno da tanto è che il suo carattere potrà anche cambiare col tempo, ma certe cose rimangono esattamente come sono sempre state. Infatti, mentre chiunque al Jack sembra essersi fatto ormai prendere dalla musica pop e sia finito in mezzo al locale a ballare tra i tavoli, a Max poco importa della calca.
Le feste continuano a non essere il suo forte.
Così, rimane seduto sul divanetto per la maggior parte del tempo con Nina accanto, tra una sigaretta e un sorso di champagne, finchè i sorsi non diventano bottiglie e stare seduti e basta, senza toccarsi, comincia a diventare difficile.
Si smezzano una sigaretta con il loro solito modo di fare, forse con un po' più di intimità delle altre volte.
Nina prende un tiro, poi lui avvicina le dita alle sue labbra e le sfiora, sfila il filtro e se lo porta tra le proprie.
<<Hai mai ripensato all'altra sera mentre eri via?>> si azzarda a chiedere lei, complice la leggerezza che le hanno regalato i fiumi di champagne.
<<Ci sono cose più importanti a cui pensare durante un weekend di gara>> risponde lui con il fumo che gli fuoriesce dalle labbra, prima di ripassarle la sigaretta.
La ragazza non gli toglie gli occhi di dosso però, conoscendolo abbastanza da sapere che quello è il momento giusto per estorcergli informazioni.
Max è totalmente perso.
Lo vede dagli occhi, dai movimenti lenti, da come non prova neanche a nascondere di essere ubriaco.
<<Non ci credo che non hai pensato neanche per un attimo a ciò che è successo tra noi>> lo sfida quindi, beccandosi in risposta uno sguardo languido.
<<Sì>> afferma dopo qualche attimo lui, sbattendo piano le palpebre <<Ho pensato a te. Vuoi sapere come?>>
Nina si morde le labbra per frenare un sorriso inopportuno e piuttosto scuote la testa.
<<Sai di cosa ho voglia?>> gli domanda, piantando le mani sulle sue gambe e avvicinandosi pericolosamente al suo viso <<Di ballare>> esclama subito dopo, sfruttando quell'appoggio per mettersi in piedi.
Il passaggio in verticale le provoca un giramento, ma è esaltata per farci caso. Non ha davvero voglia di ballare, non è mai stata forte in questo, ma sente tutta quest'energia in corpo e la musica in sottofondo è bella e tutti sembrano divertirsi, così vuole farlo anche lei. Con lui.
Max di contro alza gli occhi al cielo, mostrando il suo solito rigetto. Però Nina sta volta crede di sapere come convincerlo.
Sotto il su sguardo attento scioglie il nodo che tiene chiusa la cinta del kimono e lascia che la stoffa colorata si scosti, facendo intravedere l'altro abito.
Il ragazzo non le toglie gli occhi di dosso, sollevando le spalle dallo schienale e mettendosi a sedere dritto. Non mostra segni di cedimento, ma quello sguardo in realtà le indica che è sulla strada giusta.
Così lei allunga un braccio e fa per prendere la sua mano.
Prova a tirarlo su senza avere successo mentre il ritornello di una canzone le fa muovere i piedi e la fa cominciare a saltare, con un sorrisone che le si apre sul viso.
Poi si porta la mano di lui sulla vita e così fa con l'altra, ondeggiando leggermente il bacino.
Probabilmente riterrebbe il tutto altamente imbarazzante se fosse sobria, ma la cosa bella è che non lo è. E che lui sembra apprezzare.
Le mani di Max difatti rimangono poco e niente lì su, cominciando a scendere lentamente sul suo sedere e più giù, fino ad arrivare al bordo tra la gonna corta e morbida del vestito e le sue gambe nude.
Lei però le afferra e le riporta su.
<<Alzati dai>> gli dice e forse quelle parole flebili saranno anche state coperte dalla musica, ma lui riceve il messaggio.
Solo che quando si mette in piedi tutta la sicurezza che lei provava viene annientata dal modo in cui lui incombe su di lei, da come con fare possessivo porta una mano dietro la sua nuca e la stringe, dal fuoco nei suoi occhi.
Max piega il viso leggermente fino a raggiungere con le labbra l'orecchio di lei. Lascia un bacio proprio lì, tra il lobo e la mascella.
<<Non voglio ballare>> sussurra prima di tornare a guardarla.
Eppure in qualche modo è chiaro cosa voglia fare davvero.
Restano così a guardarsi per qualche attimo, lei ancora intrappolata nella morsa della sua mano, con le labbra dischiuse, la testa piegata verso l'alto. Lui che la guarda come non l'ha mai guardata, sotto le luci calde del locale, con la bocca ad un soffio dalla sua.
<<Champagne>> grida però una voce alle loro spalle.
Nina al solo pensiero di poter perdere quel momento sente un dolore allo stomaco. Max si limita a guardare cosa sta succedendo dietro di lei.
L'attimo dopo si ritrova con l'ennesima bottiglia in mano.
Scrolla le spalle e si scosta quanto basta da Nina per riuscire a bere un sorso, poi inaspettatamente stringe la presa sulla sua nuca, quasi tirandole i capelli, e avvicina anche a lei il collo della bottiglia.
La osserva bere mentre attorno a loro il gruppo di amici di Max fa casino e la musica incalza e la sua mano passa dal collo fino a cingerle i fianchi, finché non allontana lo champagne dalle sue labbra e si avvicina ancora una volta al suo orecchio per dirle <<non dovevi andare in bagno?>>
Qualche minuto dopo Nina si ritrova seduta sulle piastrelle fredde del lavandino del Jack. C'era la chiave dietro la porta e Max gli ha dato una mandata, non che la cosa faccia stare tranquilla la ragazza ma probabilmente essere scoperta a fare sesso in un bagno pubblico è l'ultimo dei suoi problemi.
È sempre così quando ti ritrovi sotto il tiro di qualcuno come Max.
È lui il vero pericolo.
E tu ti ci butti tra le braccia, noncurante.
Perché il modo in cui i suoi baci ti sfiorano il collo e le sue mani ti si infilano sotto la gonna, è qualcosa per la quale saresti pronto a dare la vita.
<<Le hai messe comunque>> commenta Max mentre le sfila gli slip, facendola gemere contro il suo collo.
<<Non sono ancora pronta a fare tutto ciò che mi dici di fare>> controbatte Nina, infilandogli le mani sotto la maglietta per sentire la sua pelle nuda, i muscoli della schiena che guizzando per assecondare i suoi movimenti.
<<Dici?>> domanda lui allontanando il viso per guardarla dritta negli occhi.
L'attimo dopo le sue dita sono dentro di lei.
<<Max>> esclama lei stringendosi alla sua schiena <<Perché non andiamo da te?>>
Max si lascia sfuggire una mezza risata per poi affondare di nuovo, con il pollice che nel frattempo rimane fuori e si muove in un modo che le fa inarcare la schiena fino a poggiarla contro lo specchio alle sue spalle, sospirando, chiedendone ancora.
<<Si, e magari poi dormiamo anche insieme>> commenta Max, con un sarcasmo latente <<quanto corri, Nena>>
<<Ti piacerebbe dormire con me>> risponde la ragazza, riprendendosi e portando frettolosamente una mano a slacciargli i pantaloni, come a fargli capire cosa gli aspetterebbe.
<<Non succederà>> afferma però lui, perentorio. <<Però magari ti faccio fare un giro di casa uno di questi giorni>>
<<Oh, fantastico. Sono molto interessata all'architettura monegasca>> decide di buttarla sul ridere la ragazza, con un sorrisetto furbo. La sua mano nel frattempo comincia a muoversi all'interno delle mutande di lui.
<<Mi risparmio la battuta che ho in mente>> mormora Max, con un mezzo sorriso. Le sue labbra sono ora sulla spalla di Nina, dove lascia dei piccoli morsi fino a farle scivolare via dalle braccia il kimono.
Nina se ne libera definitivamente e si aggancia al collo di Max, passa una mano tra i suoi capelli, scompigliandoli, stringendolo, godendosi quella vista che sa di cose proibite.
Lui nel frattempo sfila le sue dita per passagliele sulle labbra. Nina le bacia. Poi bacia lui, con l'intensità che ha bramato per tutti quei giorni, e la passione, e quasi il bisogno di sentirlo di nuovo così.
Vicino.
Stretto a lei.
Vivo, sotto le sue mani.
<<Ah comunque, complimenti per la vittoria campione>> mormora contro le sue labbra, consapevole di quanto la cosa potrebbe fargli piacere. Forse anche più di un bacio.
<<Puoi dirlo forte>> risponde lui prima di farsi strada dentro di lei.
Nina schiude le labbra piano, proprio contro le sue, e mormora il suo nome.
Sbatte fuori dal suo cervello quel modo in cui le ha risposto sull'andare a casa sua e lascia entrare ciò che c'è di buono, ciò che per il momento sa essere loro e loro soltanto.
Ciò che verrà si vedrà.
Per il momento, ciò che ha, è qualcosa che assomiglia tanto al paradiso, e che mai avrebbe pensato di trovare nel bagno del Jack con le dita affondate sulla schiena del demonio.
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