15) I nani non hanno calli, loro sono calli.

«Il secondo nome di Cava Inferno è Tomba dei nani, ed è laggiù, sotto, che troverai gli ultimi nani, nel loro inferno.» così concluse le sue storie Campana, il fabbro allevato dal nano Lologgi, anche questi grande fabbro.

«E questa cava non si può sapere dove sia?»

«È più probabile trovarla per caso, giocando a mosca cieca, piuttosto che trovare qualcuno disposto a dirti dov'è.»

Congedarmi da quel fabbro, Campana, mi fu difficile come congedarmi da un fratello, o comunque da qualcuno che condivide la mia stessa passione, non per la fucina, certo un incapace come me non poteva dirsi fabbro, ma per lo spirito nanesco e tutto quello che raffigurava nelle nostre menti: forza, tenacia, resistenza, testardaggine e solida risolutezza.

«Addio Campana.»

«Se mai trovassi Lologgi, ricordagli di me, è stato come un padre, sappia che nella mia casa lo chiamerò e tratterò ancora, e sempre, come un padre.»

«Mi scriverò queste parole e gliele dirò esatte come tu le pronunci.»

«Grazie.»

«Addio.»

Prima di entrare nella capitale e prima che io scriva cosa lì accadde, segno qui l'ultima testimonianza che ricevetti.

Per un caso fortuito incontrai un giudice, un erudito a cui concessi di leggere il mio diario di viaggio, smodatamente interessato questi pretese di scrivere lui stesso l'appunto che segue:

I nani non hanno calli e non li conoscono, sono loro stessi calli, calcificazioni di pietre spaccate. Adesso, i nani non si trovano sotto al Sole. Sono interrati nelle caverne da due generazioni, tanto da non distinguerli più dal buio delle grotte.

C'è una famiglia però che vive sulla soglia di una cava. Il capostipite si chiama Ror. Io non lo conosco, ma una volta si diceva che questo Ror, più lo credi pazzo più te ne innamori, più intraprende ambizioni assurde più sembra degno di stima. A parte i commenti, quella famiglia è l'unica testimonianza reperibile della loro razza. A meno che tu non sappia scavare.

«Scavare quanto?» gli chiesi.

Egli non rispose.

Io abbassai lo sguardo. Capì che non avrei mai scavato abbastanza e con la sua benedizione volsi il passo alla capitale.

Il giudice ancora mi avvisò di un'ultima cosa, prima che mi distanziassi troppo, disse che i cittadini mi avrebbero accolto con molta eccitazione, sia in senso positivo che in negativo. Trascurai cosa intendesse dire e mi avviai a petto gonfio.

Chiunque fossero, stavo arrivando io, Rododendro del sud, cantastorie pieno di aneddoti, ero sicuro che sarei piaciuto moltissimo.

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