John Sherlock Percival Relish
Nome: John Sherlock Percival
Famiglia: Relish
Età: 29
Aspetto: John è un uomo bellissimo, al punto da risultare quasi una visione; capelli ricci color biondo oro, la pelle bruciata dal sole, con profondi occhi metallici, feroci, ma capaci d'amare. Possiede un fisico non troppo robusto ma nemmeno troppo esile, riesce infatti ad essere agile e forte allo stesso tempo.
Carattere: E' un cinico, sprezzante delle regole e della sua stessa vita, coraggioso come chi non ha nulla da perdere e tutto per cui lottare, come se non ci fosse un domani per lui.
E' furente, passionale, morboso, sarcastico. Un cavaliere con il cuore di un eroe, cresciuto all'inferno, costretto a diventare un demone per sopravvivere. Scaltro, caparbio, addirittura testardo...ma disperatamente romantico nonostante tutto, nonostante tutti. Un'affascinante libertino, John fa spesso cose discutibili. È un praticante volontario di intimidazioni, crudeltà e violenza, ma mai senza motivo. Sebbene sia contorto, non è del tutto ignobile. Da qualche parte dentro di lui ci sono principi e inclinazioni nobili che ha represso da tempo in reazione a un mondo crudele e arbitrario. Almeno, questo è il suo punto di vista.
"Tutti abbiamo bisogno di essere presi in giro di tanto in tanto, per non cominciare a prenderci troppo sul serio".
Peculiarità: La sua peculiarità è quella di essere in possesso della telecinesi. Con quest'ultima può spostare oggetti, animali e addirittura persone, anche se con quest'ultime è molto difficile. Gli unici a conoscenza di questo potere sono i suoi familiari, poiché John lo ha sempre tenuto segreto. Le poche volte in cui ha mostrato la sua capacità a qualcuno era quando questo qualcuno stava per morire, così da portarsi il segreto nella tomba.
"How time seemed to blur and slow and even stop, how the past and the future vanished until there was noting but the instant, how fear fled, and thought fled, and even your body. "You don't feel your wounds then, or the ache in your back from the weight of the armour, or the sweat running down into your eyes. You stop feeling, you stop thinking, you stop being you, there is only the fight, the foe, this man and then the next and the next and the next, and you know they are afraid and tired but you're not, you're alive, and death is all around you but their swords move so slowly, and you can dance through them laughing."
Storia: Nacque a Norwich, nel Norfolk, la sera del 7 Agosto del 1791. Da piccolo era di salute cagionevole e per questo motivo la nonna materna lo condusse da una fattucchiera che, eseguendo un complicato rituale, riuscì a guarirlo dai disturbi da cui era affetto. Dopo quell'esperienza infantile, l'interesse per le pratiche magiche lo accompagnerà per tutta la vita, anche se lui stesso era il primo a ridere della credulità che tanti manifestavano nei confronti dell'esoterismo. La sua è una storia di avventure, scandali e magia. Passò gran parte della sua infanzia a Londra e lì studiò legge all'università, mostrando poco interesse verso la materia ma risultando particolarmente portato.Terminati gli studi, Relish viaggiò a Corfù e a Costantinopoli. Nello stesso anno fu rinchiuso, a causa della sua condotta piuttosto turbolenta, dalla fine di marzo alla fine di luglio. Più che l'applicazione di una pena, fu un avvertimento tendente a cercare di correggerne il carattere. Viaggiò a Napoli e a Roma, dove prese servizio presso il cardinal Acquaviva, ambasciatore della Spagna presso la Santa Sede. L'esperienza si concluse presto, a causa della sua condotta imprudente: infatti aveva nascosto nel Palazzo di Spagna, residenza ufficiale del cardinale, una ragazza fuggita di casa. Durante il primo soggiorno nella città era stato costretto a passare la quarantena nel lazzaretto, dove aveva intessuto una relazione con una schiava greca, alloggiata nella camera superiore alla sua. A Venezia avvenne l'incontro con il patrizio Matteo Bragadin, che avrebbe migliorato sostanzialmente le sue condizioni. Colpito da un malore, il nobiluomo fu soccorso da John e si convinse che, grazie a quel tempestivo intervento, aveva potuto salvarsi la vita. Di conseguenza prese a considerarlo quasi come un figlio, contribuendo, finché visse, al suo mantenimento. Nelle ore concitate in cui assisteva Bragadin, John venne in contatto con i due più fraterni amici del senatore, Marco Barbaro e Marco Dandolo; anch'essi gli si affezionarono profondamente e, finché vissero, lo tennero sotto la loro protezione. La frequentazione con i nobili attirò l'interesse degli Inquisitori di Stato e Relish, su consiglio di Bragadin, lasciò Venezia in attesa di tempi migliori. Il 26 luglio, all'alba, fu arrestato e ristretto nei Piombi. Come d'uso all'epoca, al condannato non venne notificato il capo d'accusa, né la durata della detenzione cui era stato condannato. Ciò, come in seguito lo stesso John ammise, si rivelò dannoso, poiché se avesse saputo che la pena era di durata tutto sommato sopportabile, si sarebbe ben guardato dall'affrontare il rischio mortale dell'evasione e soprattutto il pericolo della possibile successiva eliminazione da parte degli inquisitori, i quali, spesso, arrivavano a operare anche molto lontano dai confini della Repubblica. Questi magistrati erano l'espressione più evidente dell'arbitrarietà del potere oligarchico che governava Venezia. Erano insieme tribunale speciale e centrale di spionaggio. Sui motivi reali dell'arresto non tutto è chiaro. Certo è che il comportamento di John era tenuto d'occhio dagli inquisitori. In definitiva l'accusa era quella di "libertinaggio" compiuto con donne sposate, di spregio della religione, di circonvenzione di alcuni patrizi e in generale di un comportamento pericoloso per il buon nome e la stabilità del regime aristocratico. Di fatto, John conduceva una vita alquanto disordinata, ma né più né meno di tanti rampolli delle casate illustri: come questi giocava, barava e aveva anche delle idee abbastanza personali in materia di religione e, quel che è peggio, non ne faceva mistero. Anche la sua adesione alla Massoneria, che era nota agli Inquisitori, non gli giovava, così come la scandalosa relazione intrattenuta con una suora, certamente appartenente al patriziato, monaca nel convento di S. Maria degli Angeli in Murano e amante dell'ambasciatore di Francia. Insomma, l'oligarchia al potere non poteva tollerare oltre che un individuo ritenuto socialmente pericoloso restasse in circolazione. O forse c'era qualcos'altro.
Comunque sia, gli appoggi, di cui certamente poteva disporre nell'ambito del patriziato, lo aiutarono notevolmente, sia nell'ottenere una condanna "leggera" sia durante la reclusione, e addirittura ne agevolarono l'evasione. Appena riavutosi dallo shock dell'arresto, John cominciò a organizzare la fuga. Un primo tentativo fu vanificato da uno spostamento di cella. Nella notte fra il 31 ottobre e il 1º novembre mise in atto il suo piano: passando dalla cella alle soffitte, attraverso un foro nel soffitto praticato da un compagno di reclusione, uscì sul tetto e successivamente si calò di nuovo all'interno del palazzo da un abbaino. Passò quindi, in compagnia del complice, attraverso varie stanze e fu infine notato da un passante, che pensò fosse un visitatore rimasto chiuso all'interno e chiamò uno degli addetti al palazzo il quale aprì il portone, consentendo ai due di uscire e di allontanarsi fulmineamente con una gondola. Ad un certo punto si spostò a Parigi, dove riprese a esercitare pratiche esoteriche insieme alla marchesa d'Urfé, fino a che quest'ultima, resasi conto di essere stata per anni presa in giro con l'illusione di rinascere giovane e bella per mezzo di pratiche magiche, troncò ogni rapporto con l'improvvisato stregone che, dopo poco tempo, lasciò Parigi, dove il clima che si era creato non gli era più favorevole, per Londra, dove fu presentato a corte. Nella capitale inglese conobbe la funesta Emily con la quale cercò di intessere una relazione. In questa circostanza anche il grande seduttore mostrò il suo lato debole e questa scaltra ragazza lo portò fin sull'orlo del suicidio. Non che fosse un grande amore, ma evidentemente John non poteva accettare di essere trattato con indifferenza da una ragazza qualsiasi. E più lui vi s'intestardiva, più lei lo menava per il naso. Alla fine riuscì a liberarsi di questa assurda situazione e si diresse verso la Russia e giunse a San Pietroburgo. L'anno successivo si recò a Mosca e in seguito incontrò l'imperatore Alessandro I, anche lui annesso alla straordinaria collezione di personaggi storici incontrati nel corso delle sue infinite peregrinazioni. Merita una riflessione la straordinaria facilità con cui Relish aveva accesso a personaggi di primissimo piano, che certo non erano usi a incontrarsi con chiunque. Evidentemente la fama lo precedeva regolarmente e, almeno per effetto della curiosità suscitata, gli consentiva di penetrare nei circoli più esclusivi delle capitali. Un po' la questione si autoalimentava, nel senso che in qualsiasi luogo si trovasse, Relish si dava sempre un gran da fare per ottenere lettere di presentazione per la destinazione successiva. Evidentemente ci aggiungeva del suo: aveva conversazione brillante, una cultura enciclopedica fuori del comune e, quanto a esperienze di viaggio, ne aveva accumulate infinite, in un'epoca in cui la gente non viaggiava un granché. Insomma John il suo fascino lo aveva, e non lo spendeva solo con le donne. Sempre in Russia avvenne un episodio che segnò profondamente il Relish: il duello con il conte Branicki. Questi, durante un litigio a causa della ballerina veneziana Anna Binetti, lo aveva apostrofato chiamandolo poltrone inglese. Il conte era un personaggio di rilievo alla corte del re e per uno straniero privo di qualsiasi copertura politica non era molto consigliabile contrastarlo. Quindi, anche se offeso pesantemente dal conte, qualsiasi uomo di normale prudenza si sarebbe ritirato in buon ordine; John, invece, che evidentemente non era solo un amabile conversatore e un abile seduttore, ma anche un uomo di coraggio, lo sfidò in un duello alla pistola. Faccenda assai pericolosa, sia in caso di soccombenza sia in caso di vittoria, in quanto era facile attendersi che gli amici del conte ne avrebbero rapidamente vendicato la morte. Il conte ne uscì ferito in modo gravissimo, ma non abbastanza da impedirgli di pregare onorevolmente i suoi di lasciare andare indenne l'avversario, che si era comportato secondo le regole. Seppur ferito abbastanza seriamente a un braccio, Relish riuscì a lasciare l'inospitale paese. Si diresse a Vienna, da dove fu espulso. Tornò a Parigi, dove, alla fine di ottobre, lo raggiunse la notizia della morte di Bragadin, il quale, più che un protettore, era stato per John un padre adottivo.
Si recò quindi in Spagna, ormai alla disperata ricerca di una qualche occupazione, ma anche qui non andò meglio: fu gettato in prigione con motivi pretestuosi e la faccenda durò più di un mese. Lasciò la Spagna e approdò in Provenza, dove però si ammalò gravemente. Fu assistito grazie all'intervento della sua amata Henriette che, nel frattempo sposatasi e rimasta vedova, aveva conservato di lui un ottimo ricordo. Riprese presto il suo peregrinare, recandosi a Roma, Napoli, Bologna, Trieste. In questo periodo si infittirono i contatti con gli Inquisitori veneziani per ottenere l'agognata grazia, che alla fine giunse. Per vivere, si propose agli Inquisitori come spia, proprio in favore di coloro che erano stati tanto decisi prima a condannarlo alla reclusione e poi a costringerlo a un lungo esilio. Le riferte di John non furono mai particolarmente interessanti e la collaborazione si trascinò stancamente fino a interrompersi per "scarso rendimento". Probabilmente qualcosa in lui si opponeva a esser causa di persecuzioni che, avendole provate in prima persona, conosceva bene. Rimasto senza fonti di sostentamento, decise di fare ritorno a Londra.
Passioni: Il duello di spada e pistola, le donne, i libri, suonare il violino e ovviamente viaggiare.
Conoscenze: (Fatemi sapere!)
Curiosità: È stato con più di 100 donne diverse negli anni. Ha utilizzato la telecinesi di fronte a un uomo che stava per morire per vedere la sua reazione. Grazie alle esperienze passate, e ai suoi poteri, è in grado di evadere da diverse prigioni. Ha conosciuto personalmente diverse figure importanti quali lo Zar di Russia, Alessandro Manzoni è Thomas Carter. Oltre all'inglese sa parlare l'italiano ed il francese.
"Il mondo è pieno di cose brutte. Puoi combatterle, puoi riderne o puoi guardarle senza vederle... puoi ritirarti in altri spazi, dentro di te"
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