CURSED

Nome:

Eva

ETIMOLOGIA. Di origine ebraica: da 'hawāh' voce semitica, adattata poi in greco e quindi in latino ecclesiastico nella forma 'hāyāh': vivere. Il nome è ripreso dalla prima donna, Eva, creata da Dio secondo la Genesi dalla costola di Adamo

SIGNIFICATO. Letteralmente "Colei che dà la vita, che feconda". Dal momento che rifiuta il concetto di donna così come le tradizioni e le consuetudini lo vogliono, Eva si mette direttamente a confronto con l'uomo in tutti i campi, sia professionale che familiare, e detta le sue condizioni. Se riuscirà a trovare il modo per mediare, sarà l'artefice di una vera felicità 

La cosa ironica però è che Eva è il completo opposto del suo nome ma non è mai stata interessata a cambiarlo o a farsi chiamare in altri modi, dopotutto i morti non hanno volontà e vanno ricordati come sono morti, no? 

Cognome:

Foster

O almeno questo è il cognome che aveva prima che i suoi genitori la ripudiassero, disconoscendola come loro figlia dopo il giorno dell'incidente, ma, non contando lei quei giorni coma alcuni di quelli in cui era viva ciò non è mai successo e quindi lo porta e lo usa ancora

Età:

16, nata il 2 Novembre, la festa dei morti 

Cosa sempre molto ironica visto la malattia di cui soffre, per non parlare del fatto che lei sarà sempre convinta di avere sedici anni, o almeno che la sua anima si sia fermata a quell'età, per questo il suo carattere negli anni non cambierà mai, portandola sempre a comportarsi come un'adolescente 

Genere/Pronomi/Sessualità:

Femmina

she/her

Demi-aroace: riesce a provare attrazione fisica e sessuale solamente per persone con cui prima ha stretto un forte legame. Nonostante la propria malattia e ciò di cui è fermamente convinta, lei crede anche di poter ancora amare, o almeno che il suo spirito e la sua anima lo possano fare. Si concederebbe in maniera fisica solo dopo essersi accertata che il proprio amore sia reale, così come quello dell'altra persona. L'unico rischio sarebbe che poi lei potrebbe tentate di uccidere la persona amata, così da renderla come lei, oppure si convincerebbe che anche questa in realtà non sia più in vita

Prestavolto:

All'apparenza una semplice ragazza dai capelli rossi e corti con in verità nessun tratto veramente particolare, tranne il fatto che non sia poi tanto alta, ma oltre a questo non si mostra molto particolare. Però, come al solito, si trova un "ma", infatti porta una cicatrice molto evidente su tutto il fianco sinistro, diciamo pure che non è una cicatrice da "niente"

Carattere:

Attiva, allegra, vivace, si può dire che sprizza vitalità da tutti i pori, basta questo per capire quanto in verità la ragazza sia un totale controsenso. Nonostante la depressione e i vari disturbi di cui soffre c'è una particolarità di lei che sempre spicca: la testardaggine e il menefreghismo. Farebbe di tutto per avere ragione e le conseguenze per lei non sarebbero mai un problema, arriverebbe a saltare giù da un tavolo o addosso ad una delle infermiere per una sfida o mostrare il proprio punto, e lo farebbe anche con piacere. Solitamente gli attacchi di depressione avvengo solo la sera, quando, almeno fisicamente, è da sola e in un certo senso più fragile, anche se poi sembra completamente dare di matto, come se non fosse più in sé. Con altri intorno però ciò succede veramente molto raramente, anche perché tende ad allontanare le persone, non volendo più di tanto creare legami con altri. Un altro tratto particolare di lei è che ci tiene a risultare sempre pulita e in ordine, cosa che le persone solitamente affette da questa sindrome non fanno mai, tendendo anzi a trascurarsi sotto ogni singolo aspetto. Eva però è convinta che anche lo spirito debba sempre essere perfetto

Malattia:

La sindrome di Cotard, conosciuta anche col nome di "sindrome dell'uomo morto" e "sindrome del cadavere che cammina"

è una rara patologia psichiatrica caratterizzata dalla convinzione di essere morti e di aver perduto gli organi interni (tutti o una parte di essi). Alcuni pazienti dichiarano persino di sentire l'odore della propria carne marcescente. Si manifesta in tre fasi successive di gravità crescente: nella prima si palesa un grave disturbo depressivo accompagnato da eventi psicotici e ipocondria; nella seconda il paziente comincia a negare di essere vivo e a dichiarare di aver perduto i propri organi e il sangue; nell'ultima la condizione si cronicizza e le gravi allucinazioni impediscono al paziente di dare un senso alla realtà che lo circonda. Sortunatamente questo è lo stato momentaneo di Eva, convinta di essere ormai morta. Talvolta i malati credono che anche le persone care siano morte. Spesso la sindrome di Cotard è legata all'illusione di Capgras, che determina un'altra delirante convinzione: per i pazienti tutti i parenti, gli amici e i conoscenti sono sostituiti da impostori, questo tratto però non sembra ancora condizionare la mente della ragazza. Oltre alle allucinazioni i pazienti sperimentano ansia e senso di colpa.

Spesso i pazienti che manifestano la sindrome di Cotard soffrono di psicosi come la schizofrenia e altre condizioni mentali (disordine bipolare, depressione post parto), ciò nonostante essa può emergere anche in seguito a malattie neurologiche (come l'epilessia e la demenza), traumi gravi – ad esempio in seguito a un incidente stradale –, tumori e infezioni cerebrali. La storia clinica indica che le lesioni a carico del lobo parietale sono quelle più associate allo sviluppo della patologia. Colpisce soprattutto le donne e la fascia di età più interessata è attorno ai 50 anni, tuttavia sono noti diversi casi di giovani, come un ragazzo 14enne affetto da epilessia che sperimentava i sintomi della sindrome dopo gli attacchi. La condizione può essere scatenata anche da una reazione fisiologica avversa a un farmaco antivirale come l'aciclovir.

Credendosi morti, i pazienti colpiti dalla patologia cominciano a trascurare se stessi, isolandosi completamente dal contesto sociale. A causa della mancanza di igiene personale, non ritenuta più necessaria così come l'alimentazione, spesso si determina anche l'allontanamento dei famigliari e delle persone più vicine. Alcuni iniziano a frequentare cimiteri, altri chiedono di essere condotti all'obitorio per poter stare assieme agli altri morti. I pazienti con la sindrome di Cotard rinunciano spesso ai propri vizi – come quello del fumo – e in alcuni casi credono di aver perduto anche la propria anima. Pensando di essere già morti alcuni pazienti paradossalmente credono di aver raggiunto uno stadio di immortalità: per dimostrarlo c'è chi tenta il suicidio, anche per questo debbono essere costantemente seguiti da personale specializzato.

Rapporto con gli altri:

Tende spesso a isolarsi, parlando raramente con altre persone, anche se non è raro vederla magari parlare "da sola". Non avendo una vera e propria percezione della realtà non sa cosa sia reale e cosa no, non arriva a distinguere se qualcuno è vivo o meno. Quello che però sa per certo è che le infermiere non portano mai a nulla di buono, per questo le evita in tutti i modi, e così anche la direttrice, anche se il fatto che le teme in un certo senso non le impedisce di dare ogni giorno spettacolo mostrando il meglio di sé 

Curiosità:

-pur di tenere sempre quella lunghezza di capelli se li stacca a morsi o proprio se li strappa;

-ignora l'esistenza della propria cicatrice, anzi, lei è convinta che non ci sia più, che dopo la sua morte il proprio spirito sia tornato alla forma perfetta che era all'inizio;

-per un periodo l'hanno sottoposta all'elettroshock, dovendo essere questa la cura più consigliata a chi soffre di questa sindrome, ricevendo però come risultato solo dei segni sulle tempie della rossa;

-le luci forti la infastidiscono, portandola a rintanarsi in posti più bui almeno per un po' 

Cosa ne pensa del logo?

Lo associa ad una prigione dalla quale non può scappare nonostante ormai sia morta, però non lo teme, proprio come non teme le punizioni che le assegnano lì, anzi le piacciono, è convinta che anche grazie ad esse può dimostrare di essere morta e che il suo corpo stia anzi andando in putrefazione. Non tocca mai il cibo che le viene dato, convinta di poterne fare tranquillamente a meno, però spesso viene anzi costretta a mangiare, cosa che non le da nemmeno fastidio ma è come se non ne sentisse il bisogno. Tenendo abbastanza alla propria igiene, cosa già abbastanza strana, odia il fatto che quel posto sia tanto sporco, ma almeno, grazie alle voci e le immagini presenti nella sua mente, quel posto e la sua camera non sembrano tanto un mortorio, anche se magari lei è totalmente sola, non le interesserebbe nemmeno di uscire dato che non è mai sola

Rapporto con la famiglia:

I genitori non la riconoscono più come loro figlia, anzi hanno adottato un bambino dopo averla praticamente cacciata fuori di casa, facendola finire in quel posto. Lei però gli vuole ancora bene come prima, convinta che in verità pure loro gliene vogliano ma che abbiano dovuto lasciarla perché ormai morta. La cacciarono dopo un incidete stradale nel quale la ragazza rimase traumatizzata e dove anche si procurò quella brutta cicatrice, ricordo che ancora porta nonostante per lei non esita, altra dimostrazione secondo lei della sua morte. Finché i sintomi del trauma si limitavano all'isolamento e alla depressione continuarono a lottare ma appena la ragazza iniziò anche a delirale e parlare della propria morte e di quella di altre persone capirono che ormai non c'era più niente da fare. Tentarono pure con alcune cure ma niente e ormai i genitori erano arrivati al limite, iniziando proprio a provare odio verso di lei, decidendo persino di privarla del suo cognome, cosa che ancora lei non ha accettato

xt0xic_buvnyx scusa l'orario, spero vada tutto bene ^^

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