That witch zar, that witch...

[Questa è una conversazione che, per quanto fosse possibile, avrei voluto far avvenire tra Mila e Vladimir dopo la rivelazione di Charlotte. Purtroppo temevo si perdesse tra i commenti, quindi ho deciso di farci un capitolo a parte piuttosto che metterla così a caso e poi perderla...
So enjoy!]

"Mila?"
La voce giunse da dietro una delle fontane, la giovane principessa giapponese che sobbalzava mentre il quaderno volava fiori dalle sue mani. Avrebbe riconosciuto quella voce tra mille e, quando si voltò, non fu per niente sorpresa nell'accogliere con un sorriso l'amico d'infanzia.
"Vlad! Da quanto tempo!"
I due si abbracciarono, incuranti di possibili sguardi o sotterfugi: tutti sapevano della loro amicizia, nessun reale europeo escluso, quindi a cosa poteva nuocere quell'umile abbraccio?
Mila non si rese neanche conto di come le braccia del ragazzo le avessero accarezzato i capelli, la preoccupazione quasi palpabile dai movimenti stretti del principe russo.
"Tu... Tu stai bene vero?"
"Certo. Di cosa ti preoccupi?"
Poi i ricordi la colpirono come un fulmine: la conversazione con Charlotte le si ripresentò, una memoria fugace, un fulmine nell'ombra che era la sua tranquillità, facendo irrigidire la giovane ancora tra le possenti braccia di Vladimir.
"Stai mentendo", notò infatti immediatamente il giovane, prendendola per la vita e conducendola verso la panchina più vicina.
"Vlad, io..."
Parlargliene? Sarebbe stato utile?
Mila sbattè le ciglia per schiarirsi i pensieri prima di parlare, senza mezzo termini, andando dritta al punto e sconvolgendo le carte in tavola senza curarsi delle conseguenze:
"Non devi fidarti di lei."
La reazione di Vladimir non fu immediata ma il sorriso che gli riscaldava i lineamenti si fece più esitante, l'ombra del dubbio che faceva la sua comparsa sulle sue gote.
"Che intendi dire?"
"Non fare il finto tonto, sai benissimo di cosa sto parlando."
All'ennesimo cipiglio confuso la ragazza scattò, ringhiando, tentata di dargli uno schiaffo ma trattenendosi in tempo dal farlo.
"La strega."
Il ragazzo si alzò in piedi di scatto, guardandosi intorno impanicato e rimettendosi seduto soltanto dopo essersi assicurato che no nei fosse nessuno, avvicinandosi a Mila in un sussurro ardente, spaventato:
"Non pronunciare quella parola ad alta voce. Non collegandola a me, altrimenti sapranno."
Mila sgranò gli occhi ma capì, comprese che lui aveva intuito.
"Chi te l'ha detto?"
Quella domanda la lasciò piuttosto perplessa ma fece comunque il nome di Charlotte, vedendo il suo amico d'infanzia che scivolava sotto la sua lastra di ghiaccio espressiva, tipica del nord, segnando il nuovo nome sulla lista delle persone a cui stare lontani.
"In cosa... In cosa ti sei cacciato, Vlad? Finirai per morire, anzi, brucerai al rogo per colpa delle loro stupide superstizioni!"
Ad un'immagine simile Mila rischiò di scoppiare a piangere, afferrando la camicia del giovane per attirarne la più totale attenzione, perché sentisse lei e soltanto lei.
Vladimir deglutì nervosamente il groppo che aveva in gola, Mila lo vide, prima di risponderle in un sussurro rassegnato, ebbro di dolore e di tristezza.
"Mila... C'è ancora del buono in lei, lo so. Io l'ho visto e lo voglio tirare fuori, voglio portarla fuori dell'oscurità."
"MORIRAI PRIMA DI RIUSCIRCI, SCIOCCO!"
Mila gridò a voce bassa, angosciata, sbattendo il pugno sul petto di lui senza ottenere nessun risultato: sentì soltanto i pettorali di lui sobbalzare per la sorpresa ma nulla di più, lo sguardo ghiacciato che si incrinava fino ad ammorbidirsi, come riusciva soltanto con lei.
"Mila... Io non morirò. Starò attento. E poi, se mi impiccassero, scatenerebbero una guerra senza precedenti, lo sai bene! Ti giuro sulla mia stessa vita che non mi farò trascinare dall'oscurità: il mio regno ha bisogno di me più più che mai. Ma tenterò comunque di aiutare Melanie, di salvarla dalle fiamme, perché in lei si nasconde tanta luce quant'è l'oscurità che sprigiona, io lo so!"
La principessa annuì, mordendosi il labbro tremante prima che Vladimir la abbracciasse con trasporto, tenendola stretta a sè nel vano tentativo di consolarla.
"Piccola Mila, non piangere, andrà tutto bene..."
Oh, quanto si poteva facilmente illudere Mila che quelle parole fossero vere...

Ma sapeva quanto fosse malleabile Vladimir quando si trattava di dubbi e di sentimenti. Sapeva quanto fosse fragile in realtà, sotto quella corazza, scalpita più volte durante la guerra contro i mongoli e altre popolazioni vicine pur di difendere il proprio territorio, la propria discendenza, la sua famiglia.
Fu quello il giorno in cui Mila giurò qualcosa, nel suo cuore innocente, pieno di sogni e di speranze: sarebbe stata attenta e lo avrebbe protetto, in un modo o nell'altro.
A qualsiasi costo.
Avesse dovuto ingannare lui o il mondo intero.
Avrebbe fatto sì che Vladimir rinsavisse qualsiasi cosa gli potesse accadere... Per sempre.
Perché ancora ricordava la loro corsa sul prato, da bambini, un'alleanza stretta quasi per caso, potente, che sarebbe durata nei secoli a venire.
Per il loro sempre.

Sperduta16
-skytears
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-Anna_Chiara-
lacrymediluna

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