OC per Deus Ex Machina

-lycxris scusa ancora per il ritardo.

ঌ 𝐑𝐮𝐨𝐥𝐨:

Gladiatore: il suo effettivo ruolo è noto ai più, poiché il suo compito è quello di combattere e, occasionalmente, uccidere. A differenza di un soldato o un mercenario, però, combatte esclusivamente per intrattenere un pubblico, che decide di assistere a questi "particolari" spettacoli.

Ora, Rùno detesta il suo lavoro, perché di lavoro si tratta alla fine (anche se non ha mai avuto particolare scelta in merito): non ha mai desiderato combattere né uccidere, lo fa perché costretto come tanti altri che si sono ritrovati come gladiatori a Fana. Spera sempre di avere un'occasione per andarsene, ma per farlo deve restare in vita e quindi per lui ormai è solo questione di "uccidere o essere uccisi", chiunque sia il suo avversario.

ঌ 𝐍𝐨𝐦𝐞:

Rùno: nome che ho rubato alla lingua Quenya, si traduce più o meno come "colui che libera". Per il Rùno bambino non c'è nessun motivo particolare per avere questo nome, semplicemente era quello del suo bisnonno che i genitori hanno deciso di usare per lui, ma per il Rùno gladiatore esso assume una connotazione ironica, dato che lui, in un certo senso, "libera" gli avversari dalla loro vita.

L'alternativa dei genitori sarebbe stata Icarus, e forse sarebbe stato un nome più azzeccato con la sua storia, dato che la rovina di entrambi è stata la curiosità, che li ha portati, in modi diversi, a perdere le ali. Questo, ovviamente, i genitori non potevano saperlo e così scelsero Rùno.

ঌ 𝐂𝐨𝐠𝐧𝐨𝐦𝐞:

Nightglide: il cognome tradotto rozzamente significa "planare nella notte" ed effettivamente calza a pennello per un demi-human facente parte di una famiglia di corvi (infatti prende il cognome da sua madre). Come si può notare, il cognome è inglese, questo perché la famiglia di Rùno è originaria di Maeriel e nel tempo si è spostata gradualmente, fino a giungere in una piccola città sulle sponde del fiume Hy', dove poi si è stabilita ed è rimasta per molto tempo.

Ma come sono arrivati a Fana?

Non è certo il motivo del loro spostamento, ma si dice che un antenato di Rùno abbia deciso di assecondare il desiderio dei propri figli di vedere la ricca città di Babel e che quindi si siano trasferiti da una regione all'altra: i corvi, si sa, hanno una grande curiosità verso gli oggetti luccicanti, in particolar modo quando sono giovani, e quale miglior città per assecondare la loro curiosità se non Babel? Dopo questo, tutta la famiglia è permanentemente rimasta a Fana, anche se non nella capitale.

A loro si sono col tempo aggiunte altri gruppi di demi-human ed è così che arriviamo ai genitori di Rùno: Ressia e Kiaw. La madre, Ressia, è un corvo imperiale come suo figlio, mentre il padre viene da una famiglia di ghiandaie dei pini. Oltre a loro in famiglia c'è anche Illeth, sorella minore di Rùno, che, diversamente dal fratello, è anch'essa una ghiandaia dei pini. Nonostante le ovvie differenze tra le due razze, non si può dire che non ci sia stato affetto in questa bizzarra famiglia: entrambe le specie sono molto attente alla propria famiglia, e per Rùno non è stato diverso. Aveva un legame molto stretto con tutti, in particolar modo con Illeth, più giovane solo di un anno e con la quale andava a cacciarsi in ogni sorta di pasticcio quando era piccolo.

Ad essere del tutto onesti, è per colpa della sorella se Rùno è diventato un gladiatore: per evitare che lei si facesse scoprire mentre tentava di rubare un pezzo di ametista da una bancarella, ha tentato di causare una distrazione che però ha attirato tutta l'attenzione su di lui, impedendogli di fuggire. Non gliene fa una colpa però: anche se all'inizio avrebbe tanto voluto non aver fatto niente, adesso vorrebbe solo rivedere lei e i suoi genitori.

ঌ 𝐓𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨:

Reaper: il mietitore. È ovviamente un titolo che gli è stato dato durante la sua brillante, se così si può dire, carriera come gladiatore, per la sua capacità di vincere tutti gli incontri a cui ha dovuto partecipare e in cui ha dovuto uccidere qualcuno. A dispetto di quello che si potrebbe pensare, non gli dispiace troppo come titolo: a esso è collegata la sua fama, che gli ha permesso, se incontrato per sbaglio in fuga verso Maeriel, di non essere attaccato o fermato da nessuno. Inoltre si è rassegnato all'essere visto solo come "assassino" da intrattenimento, indossa questo titolo come se ormai fosse il suo nome, anzi lo preferisce: è come se Rùno fosse morto nel momento in cui è stato preso, rinascendo come Reaper e infatti si presenta con questo titolo a chiunque lo chieda, un po' per comodità (in fondo è conosciuto per questo) e un po' per questa ragione.

ঌ 𝐍𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀:

Fana. È nato e cresciuto in questa regione, in un piccolo paese sulle sponde del fiume, e prima di fuggire a Maeriel non l'aveva mai lasciata. Nonostante non abbia mai visto nessuna delle altre regioni, ne ha sentito molto parlare, in particolare da sua madre, cantastorie del paese: gli è sempre interessato visitare Maeriel e vedere la terra di origine della sua famiglia, ma anche Shingetsu per l'aria di mistero che avvolge tutta la regione.

ঌ 𝐄𝐭𝐚̀:

Ha ventitré anni, che compie il primo di aprile (a questo punto la sua intera esistenza è uno scherzo), giorno che lo rende del segno dell'Ariete.

ঌ 𝐑𝐚𝐳𝐳𝐚:

È un demi-human che riprende l'aspetto dei corvi imperiali. La sua famiglia non possiede alcuna caratteristica magica particolare, quanto più fisica: infatti sono caratterizzati da un grande paio d'ali e gli occhi sono neri, come lo sono quelli dell'animale da cui prendono l'aspetto. Hanno una forza superiore rispetto a quella di un uomo, anche se non di molto. Ah, e ovviamente possono volare.

ঌ 𝐀𝐬𝐩𝐞𝐭𝐭𝐨:

Rùno è certamente un ragazzo dalla corporatura ben piazzata, anche se non si può definire estremamente muscolosa. La sua altezza, di un metro e ottantacinque, aiuta sicuramente a farlo sembrare più imponente di quanto non sia in realtà e quindi a tenere la gente alla larga, bonus che apprezza parecchio. Ha quasi tutto il corpo percorso da cicatrici: alcune, di ferite più leggere, sono ormai linee sottili e quasi invisibili, mentre altre sono più evidenti e spesse.

I suoi occhi hanno una piccola particolarità: infatti il destro ha l'iride completamente nera, mentre il sinistro è metà nero e metà azzurro; la ragione di questa colorazione particolare è semplicemente dovuta al fatto che i corvi giovani hanno gli occhi azzurri, mentre gli adulti li hanno neri, e Rùno sta completando il suo passaggio all'età adulta. A breve infatti, quel poco di azzurro che è rimasto nel sinistro, sparirà per lasciare posto al nero.

Come gli occhi, anche i capelli sono scuri: sono mossi e tenuti all'altezza delle spalle. Non ci tiene particolarmente, l'unica cosa che gli interessa è che non lo infastidiscano e a questa lunghezza non gli cadono sugli occhi, almeno per la maggior parte: infatti ci sono sempre quelle due o tre ciocche fastidiose che al minimo movimento gli ricadono sul viso.

Ha la pelle abbronzata, un po' già di suo, un po' anche a causa del caldo onnipresente a Fana.
Il viso è ovale, con la mandibola abbastanza definita, che gli conferisce un aspetto più duro. Il naso è diritto e il labbro superiore è più sottile del labbro inferiore.

Le sue ali hanno un'apertura alare di quattro metri (ogni ala misura due metri): le sue piume sono nere, anche se, come molti altri corvi, possono avere un riflesso iridescente se viste attentamente sotto la luce. Sarebbero la cosa di cui Rùno va maggiormente fiero se non fosse per il fatto che sono state tagliate e che ora non può più usarle per volare: infatti, per impedirgli di fuggire, gli sono state tagliate le penne primarie, ovvero quelle che permettono il volo. Da quel giorno le ha sempre tenute così, sia perché in parte costretto, sia perché, se volesse riprendere a volare, dovrebbe strappare via quelle tagliate e questa cosa gli fa paura.

Crediti: lunopal_ su instagram

ঌ  𝐀𝐛𝐛𝐢𝐠𝐥𝐢𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨:

Solitamente indossa abiti pratici, che gli permettano di muoversi con estrema facilità: non essendo, ovviamente, ricco, non si veste con ricercatezza, ma si limita a mettere ciò che gli viene dato, tendenzialmente abiti di qualche altro gladiatore che è passato a miglior vita. Il colore predominante è il beige: essendo un colore chiaro, riflette bene la luce del sole, facendo sì che chi indossa gli abiti non venga assalito costantemente dal caldo, anche se può capitare gli passi sottomano qualche indumento verde, donato da qualcuno.

È sua abitudine restare a testa scoperta, a discapito del sole: è scomodo avere un cappuccio o una sciarpa mentre si combatte; quindi, ne fa a meno il più possibile e si limita a tenersi i capelli bagnati, per evitare un'insolazione. Parti del suo vestiario abituale sono: stivali di cuoio che arrivano poco sotto il ginocchio, pantaloni larghi, una casacca e infine vari pezzi di armatura, che indossa a seconda dell'avversario che deve affrontare. Gli unici pezzi a cui non rinuncia mai sono il cinturone per tenere i suoi pugnali, dei gambali e delle protezioni per le braccia e il torso.

Crediti: in realtà non li ho trovati, ho cercato arabian fantasy clothes

ঌ 𝐂𝐚𝐫𝐚𝐭𝐭𝐞𝐫𝐞:

Inizialmente Rùno era un ragazzino molto socievole, che non aveva troppi problemi a stringere amicizia con altri. Ma ci interessa ben poco di quel bambino adesso, perciò non ne parleremo. Il corso degli eventi ha fatto sì che sparisse e al suo posto si trovasse un giovane adulto incredibilmente chiuso e scostante ed è proprio di lui che vogliamo parlare.

Come appena detto, Rùno è un individuo molto chiuso e sulle sue: ha imparato che se si vuole stare tranquilli è meglio non fraternizzare con nessuno per nessun motivo, perché gli altri potrebbero usare qualsiasi informazione per ferire. Per questa esatta ragione ha smesso quasi completamente di approcciarsi alla gente, se non per lo stretto necessario e, quando lo fa, parla il meno possibile.

In aggiunta a questo suo essere così poco propenso a relazionarsi con le persone, si irrita molto facilmente quando qualcuno invade il suo spazio personale. Per lui l'unico tipo di contatto che ormai esiste è quello nel combattimento; perciò, chiunque gli si approcci in qualsiasi altro momento, nella sua mente, è lì per infastidirlo: diventa subito scontroso e parecchio sarcastico, al limite del crudele, e così ha spesso dato inizio a risse che si sarebbero potute evitare se fosse stato zitto. Diciamo che il suo brutto carattere viene a galla facilmente alla minima provocazione e si manifesta prima a parole, con commenti sarcastici o insulti, e poi anche a fatti, se le parole non bastano. E spesso e volentieri non bastano.

Un tratto che si porta dietro fin dall'infanzia è la sua testardaggine: tende a non seguire ciò che dice la gente, prima perché spesso gli impediva di "andare all'avventura", come la chiamava lui, ora perché, adesso che ha acquistato la libertà vuole godersela davvero, sbagli compresi. È un pensiero sciocco, che non tiene molto conto del pericolo: infatti prima o poi se ne pentirà o cambierà idea. Ma perché dovrebbe ascoltare quello che le persone dicono se non si fida di loro? C'è da dire che questa sua testardaggine va a comodità: se gli conviene fare quello che gli altri fanno allora non dirà o farà niente al contrario, altrimenti...

Altro tratto che si porta dietro è il suo amore per gli scherzi e gli inganni: lo scherzo è nella sua natura e in più è un tratto molto utile che possiede, per cui perché non utilizzarlo? In questo modo, tramite la sua abilità di imitare suoni e voci, non solo è riuscito a evitare che lo seguissero mentre se ne andava da Fana, ma si è anche tenuto compagnia per i tratti in cui era da solo. Per quanto non riuscirebbe a socializzare fin da subito con i compagni, potrebbe però utilizzare questa sua particolarità per prenderli un po' in giro.

Come già si sarà capito, non è un tipo di molte parole, ma non per questo non si fa capire: gli basta uno sguardo per essere molto comunicativo. La parola è uno dei suoi molti limiti, come appunto il contatto fisico: non essendo abituato, è qualcosa che lo mette profondamente a disagio e dal quale si distanzia più che può appena ne ha l'occasione. Questo non capita invece con la presenza di altri individui: l'esistere insieme in uno stesso spazio non è assolutamente un problema, a patto che ognuno non invada lo spazio altrui. Un esempio? Mettiamo il caso che prima o poi sia necessario accamparsi da qualche parte: nessuno si aspetti di vedere Rùno seduto vicino agli altri, sarà almeno a un metro di distanza da tutti a farsi i fatti suoi.

Da quello che ho appena detto sul nostro gladiatore si potrebbe credere che sia un individuo estremamente antipatico ed egoista, ma non è così. Cioè, antipatico forse sì, ma egoista non è esattamente nelle sue corde: non si fa troppi problemi a dare una mano, ma così come è veloce ad aiutare è altrettanto veloce a dileguarsi per risparmiarsi l'imbarazzo di un eventuale ringraziamento. Si rifiuta di credere di essere una brava persona: insomma, perché non si è fatto ammazzare subito, senza fare troppe storie? Cosa ha lui in più di altri?

Si sente estremamente colpevole per tutto quello che è accaduto, in particolare per ciò che ha dovuto fare. Come disse una volta una saggia donna (che non è assolutamente la vedova nera, noo) "il suo registro è pieno di note rosse" e una delle cose che vorrebbe di più è farsi perdonare per questo, per questo ha deciso che farà di tutto per portare a termine l'incarico affidato dall'Autore.

È molto raro vederlo sorridere, ma questo non vuol dire che non accada: quando vede qualcosa di particolarmente bello, come un fiore o un paesaggio interessante, la vita gli sorride di nuovo e Rùno fa lo stesso. Non fateglielo notare però, negherà di aver fatto alcunché.

Diciamo che in fin dei conti non odia le persone, ha solo bisogno di tempo per riambientarsi e ricostruire la sua fiducia, cosa che è anche propenso a far accadere.

Concludendo con una nota positiva, è una persona determinata: non si tira indietro facilmente davanti a una sfida, anche se sa quando conviene accettarne una (e vorrei ben vedere), e si impegna a portarla a termine al meglio che può. La determinazione può fare molto in una persona e per Rùno è probabilmente la ragione per la quale è ancora vivo.

ঌ 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚:

Rùno nacque a mezzogiorno di un luminoso primo di aprile, con grande gioia da parte della sua famiglia. Il suo bisnonno era morto qualche settimana prima, perciò, per fargli un regalo, i genitori del bambino lo chiamarono come lui. Un anno dopo gli venne fatto il dono di una sorellina, Illeth, con cui legò ben presto.

Durante l'infanzia i due bambini legarono con quelli di altre famiglie lì presenti, formando una piccola compagnia con la quale inventavano ogni genere di gioco e avventura, che per i genitori era più un cacciarsi nei guai che altro. Però vedere i loro figli crescere così in armonia tra loro, anche se tra specie diverse, riempiva a tutti il cuore di gioia. Il migliore amico di Rùno e Illeth era Zip, un demi-human volpe (da non confondere con una kitsune eh): erano un trio inseparabile, facevano tutto (o quasi) assieme.

I bambini, si sa, vogliono avere le risposte su tutto e conoscere tutto, e loro tre non facevano eccezione. Ressia, madre di Rùno e Illeth, essendo la cantastorie del villaggio, aveva riempito i loro giochi e i loro sogni di mondi favolosi, dove tutto era possibile e aveva anche risvegliato in loro il desiderio di vedere il mondo. Così, per accontentarli, quando ebbero quattordici anni, i genitori dei tre ragazzi diedero loro il permesso di visitare Babel, la capitale della regione, a patto che non attirassero troppo l'attenzione.

Immaginate la loro gioia quando ebbero la notizia: per giorni si misero a pianificare cosa avrebbero fatto una volta in città, cosa avrebbero visitato prima di tutto, chi avrebbero potuto incontrare e quali meraviglie avrebbero scoperto.

Inizialmente la loro gita andava alla grande: avevano passeggiato nei quartieri più ricchi, ammirando i giardini e le imponenti costruzioni, poi erano andati verso la zona del mercato. E lì erano iniziati i guai. Si erano fermati a guardare i tessuti variopinti, poi si erano spostati verso la zona delle spezie, dove avevano comprato qualcosa da portare a casa, infine erano arrivati alle bancarelle di pietre preziose: lì Zip aveva visto un pezzo di ametista particolarmente bello e ovviamente troppo costoso, ma non si era fatto fermare dal prezzo.

Dopo aver gironzolato un po' intorno, il ragazzino chiamò i due fratelli, impegnati a discutere fra loro se comprare un cristallo ai propri genitori, e spiegò loro che aveva intenzione di rubare l'ametista dal mercante presso cui l'aveva vista: Illeth era svelta e poteva occuparsi lei del furto vero e proprio, mentre Rùno sarebbe rimasto nascosto pronto a intervenire se fosse successo qualcosa e Zip avrebbe distratto il mercante con un fiume di chiacchiere, cosa in cui era eccellente. I due accettarono: era un'avventura eccitante e poi loro erano piccoli e veloci. Cosa sarebbe potuto andare storto?

Tanto per cominciare, il mercante era ben poco propenso ad ascoltare le chiacchiere di Zip, che stava faticando a mantenere l'attenzione su di lui e, per quanto veloce fosse Illeth, quella maledetta ametista era proprio sotto gli occhi del proprietario. Così Rùno decise di intervenire improvvisando: si alzò in volo senza farsi vedere e, una volta assicuratosi che fosse il momento giusto per il suo diversivo, si lasciò cadere di peso proprio sulla bancarella, mandando all'aria tutti i cristalli. Il piano funzionò un po' troppo bene: Zip e Illeth riuscirono a prendere l'ametista e a nascondersi nel trambusto generale che si era creato, ma Rùno fu visto da una guardia e, ancora rintronato dalla caduta, non si rese conto di quello che stava succedendo finché non iniziò a essere trascinato via.

Venne portato insieme ad altre persone in un luogo particolarissimo, che avrebbe ben presto odiato e dove avrebbe passato nove anni della sua vita: l'arena dei gladiatori.

Li divisero inizialmente in gruppi in base all'età, includendo anche individui che erano già lì e spiegarono loro in breve che da quel momento in poi tutta la loro vita, se breve o lunga dipendeva da loro, sarebbe stato il combattimento e che di fatto erano ormai schiavi. Rùno imparò ben presto a tenersi a distanza da tutti, perché aveva visto cosa succedeva a chi cercava di fare amicizia o allearsi con qualcuno: era il primo a morire, che fosse in combattimento o "dietro le quinte" non importava. E poi ne aveva già prese un bel po' anche per aver parlato senza che gli fosse stato dato il permesso, non ci teneva proprio a finire male. Quando iniziò ad allenarsi, vedendo altri individui ben più grandi e pericolosi di lui, si ripromise che avrebbe fatto di tutto per sopravvivere e batterli, in modo da riuscire ad andarsene, prima o poi.

Passò qualche anno ed effettivamente Rùno stava iniziando a crearsi una certa nomea, quando Myrei arrivò nell'arena. Contrariamente a quello che si era ripromesso, Rùno iniziò a legare con il giovane e diventarono ben presto amici, anche se lo dimostravano con una rivalità che non feriva nessuno. Quelle volte che erano stati messi uno contro l'altro a combattere, il pubblico aveva adorato questo loro finto odio e aveva sempre deciso di risparmiare chi dei due era il perdente dell'occasione, perché erano sorprendentemente forti uguali.

Ma le cose belle non sono fatte per durare e infatti accadde che una volta il pubblico si stufò di vederli entrambi vivi: era stata una lotta particolarmente accesa quella, che aveva lasciato pesantemente feriti entrambi i ragazzi, ma Rùno era riuscito ad avere ugualmente la meglio, avendo il vantaggio di poter volare (anche se era limitato anche in quello, grazie a una catena alla caviglia). Vedere la realizzazione negli occhi di Myrei mentre il pubblico gridava morte gelò il sangue di Rùno, che, nonostante ciò, diede il colpo di grazia all'amico. Non fu il gesto eclatante che tutti si aspettavano, come una decapitazione, ma una veloce stilettata al cuore, così che il ragazzo soffrisse il meno possibile. Era la fine di uno storico rivale, di un amico, e Rùno non poteva permettersi di fare quello che gli altri volevano e disonorarlo così.

Fu l'unica volta che pianse, per di più davanti a tutto il pubblico, mentre alzava un pugno in gesto di trionfo, che per lui non significava niente. Quella notte decise di scappare: la porta della sua stanza, se così vogliamo chiamarla, era rimasta socchiusa e ne approfittò immediatamente. Riuscì a eludere il primo gruppo di guardie, ma, quando si era appena alzato in volo per andarsene, sentì qualcosa di pesante atterrargli addosso e bloccargli i movimenti: una rete.

Gli vennero tagliate le penne primarie, per impedirgli di fare altri simili giochetti e, ritenendola una punizione abbastanza grave, non gli accadde nient'altro, forse anche perché i suoi capi sapevano bene che Rùno stava diventando uno dei preferiti del pubblico e non potevano permettersi di rovinarlo troppo.

Passarono altri cinque anni, relativamente calmi: Rùno si era riconquistato pienamente la fiducia dei suoi capi ed era riuscito ad entrare nelle grazie di un paio di loro. Ma il ragazzo non aveva abbandonato l'idea di fuggire, oh no. Certo, ora sarebbe stato più complicato, ma gli sarebbe venuta un'idea. E finalmente arrivò: riuscì a convincere uno dei suoi due protettori che gli spettacoli avrebbero avuto ancora più successo se si fosse organizzato qualcosa di simile privatamente per dei cittadini ricchi. Ed effettivamente sembrò essere una buona idea: avrebbero aumentato i soldi nelle casse dell'arena e si sarebbero fatti conoscere maggiormente.

Così, una sera, mentre erano diretti verso l'abitazione di un ricco mercante, riuscì a provocare una distrazione e corse via nel buio. All'inizio fu anche inseguito, ma fortunatamente riuscì a depistare chiunque gli stesse dietro e si trovò ben presto in un luogo che poteva essere ritenuto sicuro. Ma non poteva restare nascosto per sempre, quindi dove andare? Non aveva il cuore di tornare a casa, non dopo quello che aveva fatto. Si ricordò così di Maeriel, dei racconti di sua madre, e decise di dirigersi verso quella regione per cercare aiuto. Ed eccolo qui oggi.

ঌ 𝐏𝐨𝐭𝐞𝐫𝐢:

Essendo un demi-human, non ha poteri veri e propri, più che altro ha le abilità legate alla sua natura. In queste è ovviamente incluso il fatto di volare (anche se al momento non è che ne sia proprio capace eh). Inoltre, essendo in parte corvo, può imitare alla perfezione i suoni che sente, anche se questa è più una cosa che fa per divertimento.

Le armi che preferisce usare sono diversi tipi di pugnali, che tiene attaccati alla cintura, e occasionalmente una spada ricurva, che porta legata alla schiena quando viaggia.

ঌ 𝐏𝐮𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐟𝐨𝐫𝐳𝐚 𝐞 𝐩𝐮𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐢 𝐝𝐞𝐛𝐨𝐥𝐞𝐳𝐳𝐚:

Punti di forza:

- combattente molto abile: in nove anni di combattimenti ne è uscito sempre vivo e molto spesso in ottime condizioni, questo perché si è sempre rifiutato di spendere il suo tempo libero in qualsiasi altra attività che non fosse allenarsi. In questo modo è diventato ovviamente più forte e veloce, riuscendo man mano a guadagnarsi la fama che ha oggi grazie alle sue (quasi) continue vincite.

- la sua capacità di imitare suoni alla perfezione gli permette in molti casi di sorprendere, e quindi distrarre, l'avversario, lasciandogli il tempo per colpire prima che l'altro se ne accorga.

- vista: i corvi hanno una vista superiore rispetto ad altre specie e questo risulta particolarmente utile ora che deve fare attenzione a cosa e chi gli sta intorno (non che non fosse utile anche prima).

- conosce le basi delle cure mediche: come fermare il sangue e fare un bendaggio decente, ma niente di più.

Punti di debolezza:

- ali: quelle che prima erano assolutamente un punto di forza, poiché gli permettevano di distanziarsi da qualche attacco, ora non sono niente di più che un ingombro che gli ricorda cosa ha perso.

- sfiducia: anche se potrebbe essere considerata un punto di forza per certi versi, in realtà è più una debolezza perché, non fidandosi di niente e nessuno, si distanzia da ciò che potrebbe essere un aiuto.

- Il suo brutto carattere: non c'è bisogno che dica molto riguardo a questo, dato che così si è attirato un bel po' di risse che avrebbe tranquillamente potuto evitare. Ma, in fin dei conti, il detto "non disturbare il cane che dorme" esiste per un motivo.

- conoscenza limitata delle altre razze: ovviamente conosce gli umani e altre razze, come i dragonici, ma non ha mai incontrato una strega o uno stregone e quindi, se ciò capitasse, avrebbe ben poche possibilità di uscire da uno scontro con loro. Deve per forza esistere qualcuno che può fargli il culo, solo che ancora non l'ha incontrato. Ma se ciò accadesse...

ঌ 𝐏𝐚𝐮𝐫𝐞:

Talassofobia: è la paura delle acque profonde e di quello che esse contengono. Il motivo di questa paura è molto semplice: Rùno non sa nuotare. Questa sua mancanza gli fa provare una grande paura riguardo al mare e a quello che potrebbe esistere nelle sue profondità, perché nell'eventualità che ci dovesse finire dentro, non saprebbe come tirarsi fuori da quella situazione. Se si trovasse di fronte a questa paura non pensa di riuscire a superarla, la eviterebbe come la peste.

Acrofobia: è la paura delle altezze. È una fobia che prima non aveva, dovuta al fatto che se dovesse precipitare da qualche luogo alto, ora non potrebbe più volare e salvarsi, ma sarebbe costretto ad affrontare la caduta. Per questo motivo, se può, Rùno si tiene alla larga dai luoghi in alto e, se non può, cerca di fare bene attenzione a dove mette i piedi e a chi si trova con lui in quel momento, per evitare spiacevoli incidenti.

Agorafobia: paura dei luoghi aperti, in particolare affollati. In questo caso è più legata al fatto che è in fuga da Fana, quindi non vuole essere riconosciuto, e ha paura che anche in una zona affollata qualcuno lo riconosca e lo riporti indietro alla sua vita. Inoltre, non essendo un grande fan del contatto fisico, stare in mezzo a tanta gente lo fa stare male. Siccome non può sempre evitare le folle, in questo caso stringe i denti e cerca di pensarci il meno possibile, altrimenti comincia a salirgli l'ansia.

Phasmofobia:paura dei fantasmi. Rùno è terrorizzato dall'idea che le anime di coloro che haucciso tornino a tormentarlo, anche se non avrebbe mai voluto porre fine alleloro vite. Non ha un vero e proprio metodo per affrontare questa paura, se nondire una piccola preghiera a mente perché abbiano pace, anche se si rifiuta divenerare alcuna divinità.

ঌ 𝐒𝐨𝐠𝐧𝐢 𝐞 𝐎𝐛𝐢𝐞𝐭𝐭𝐢𝐯𝐢:

Vuole assolutamente cambiare il corso della propria vita e crearsi un futuro che gli piaccia, non importa quanto complicato possa essere: la sua infanzia gli è stata portata via, non ha intenzione che questo accada anche per il resto della sua vita, se può evitarlo. Una volta portata a termine la missione affidata dall'Autore ai Personaggi, spera di potersi stabilire in qualche posto tranquillo e trovarsi un lavoro che gli permetta di aiutare le persone, ma che allo stesso tempo gli permetta di starsene per conto suo, come ad esempio il fabbro. Non vuole molte emozioni dal suo futuro, solo pace e la libertà di poter cambiare la sua vita come vuole e quando vuole.

ঌ 𝐂𝐨𝐬𝐚 𝐩𝐞𝐧𝐬𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐝𝐢𝐯𝐢𝐧𝐢𝐭𝐚̀?

Prova molto risentimento verso di loro. Cosa hanno mai fatto per lui? Gli hanno solo procurato un bel po' di dolore e per questo non si sente obbligato in alcun modo a venerarli, ma non critica chi invece lo fa. Insomma, a ognuno il suo.

ঌ 𝐏𝐚𝐫𝐞𝐫𝐢 𝐬𝐮𝐥𝐥𝐚 𝐬𝐢𝐭𝐮𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞?

A essere completamente onesti, tutta questa situazione gli fa un po' schifo: l'Autore poteva anche evitare di tirargli dietro un casino dietro l'altro, ma a questo punto Rùno deve tirare fuori il meglio da ciò che gli è stato dato e non ha nessuna intenzione di rovinare la storia. Non ha dato molto peso ai pericoli che dovrà affrontare, preferisce considerare un problema alla volta senza farsi venire l'ansia prima che le cose accadano.

ঌ 𝐏𝐫𝐨𝐧𝐨𝐦𝐢, 𝐈𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐠𝐞𝐧𝐞𝐫𝐞, 𝐎𝐫𝐢𝐞𝐧𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨:

Rùno si identifica con i pronomi he/they: non ci ha mai pensato bene, ma li sente giusti. Come orientamento, invece è asessuale panromantic*: non prova attrazione sessuale verso nessuno, ma attrazione romantica verso tutti i generi.

ঌ 𝐀𝐥𝐭𝐫𝐨:

- Gli piacciono molto i fiori, gli ricordano che ci sono ancora delle cose belle al mondo che valgono la pena di essere viste. I suoi preferiti sono la dalia, le gerbere e la hoya.

- La sua pietra preferita è la smithsonite, ne ha viste alcune in una bancarella la prima volta che è andato a Babel e ha sempre voluto portarne una ai suoi genitori per ringraziarli di quello che hanno fatto per lui. Needless to say, non ci è mai riuscito.

- Detesta con tutto il cuore le sciarpe, gli prudono nel collo. Sarà che forse non ha mai capito come si indossano per bene, sta di fatto che si rifiuta categoricamente di metterne una.

- Una cosa che fa è prendere un sassolino da ogni posto nuovo che visita, così da ricordarselo. Li tiene tutti in un piccolo sacchettino che tiene legato alla cintura.

- Ha la brutta abitudine di fissare le persone: in realtà è una cosa che non si accorge nemmeno di fare, può essere che stia pensando a qualcosa (o anche a niente) e il suo sguardo si fissa, così da risultare inquietante, mentre magari sta considerando cosa mangiare per cena.

Bene, credo di aver finalmente finito. Ammetto che è stato un parto, non scrivevo da tanto ma ci tenevo a questo... coso che ho creato. Spero che ti piaccia quanto piace a me, -lycxris. Se qualcosa non torna o va cambiato, dimmelo e provvederò immediatamente.

Enjoy!

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