Capitolo 5

Era passata poco più di una settimana dall'arrivo dei fratelli Gavrila e più passavano i giorni e più Taylor era felice di condividere la sua casa con entrambi i ragazzi; fortunatamente Ryder non ebbe alcun tipo di dolore alla testa dopo l'ultimo di qualche giorno prima.
Durante il tempo trascorso insieme, Taylor scoprì che entrambi i fratelli si mantenevano facendo degli investimenti in proprio, viaggiando molto spesso era uno dei pochi modi di guadagnare che avevano trovato. Quasi li invidiava, ovviamente in senso buono, poiché era un lavoro che a lei interessava fare, ma secondo la sua poca autostima non aveva le abilità per farlo.
Non aveva grande fiducia in sé stessa e questo i due fratelli lo avevamo capito dal primo giorno che l'avevano conosciuta; non le piaceva parlare di sé, tagliava sempre il discorso giustificandosi di non aver nulla di interessante da raccontare.
Taylor aveva sempre avuto paura di annoiare le persone che la circondavano, a casa con la sua famiglia le trasmettevano esattamente ciò e il fatto di non avere tante amicizie non faceva altro che confermare il suo pensiero.
Era giovedì e la ragazza aveva la giornata libera dal lavoro e in accordo con i fratelli, i tre stavano sul divano azzurro a guardare un film alla televisione; fu il turno di Xavier a dover decidere cosa vedere quel pomeriggio e optò per "Behind enemy lines" con Owen Wilson che interpretava il ruolo del protagonista.
Improvvisamente il telefono di Taylor cominciò a vibrare sul tavolino in vetro davanti a loro e le si raggelò il sangue quando lesse il nome del padre sullo schermo.
I due fratelli avvertirono il cambio di umore della ragazza la quale si alzò in fretta e furia dal divano afferrando con forza il cellulare per poi scappare le piccolo corridoio che portava alle camere; Ryder aveva messo in pausa il film per non far perdere il finale alla, ormai, amica. Sia lui che il fratello, sapendo di sbagliare, cercarono di origliare la telefonata.

-Pronto...-

-Ce l'hai fatta a rispondere, tutte le volte la stessa storia! Poi ti lamenti che né io né tua madre ti chiamiamo!-

-Papà...- Le si bloccò la voce pronunciando quella parola -Cosa c'è? Perché mi hai chiamata?-

-Quando ci volevi dire che hai trovato qualcuno con cui condividere la casa? Non ci dici mai niente! Meno male che Adeline ha visto che hai tolto l'annuncio online, altrimenti quando mai ce lo avresti detto!-

-Eh sì, menomale che c'è Adeline che non si fa mai gli affari suoi...-

-Non ti permettere di rivolgerti a tua sorella maggiore in questo modo, chiaro?-
Sbottò l'uomo.

Taylor sospirò serrando il pugno destro lungo il suo corpo mentre la mano sinistra stava stritolando il telefono accostato al suo orecchio.
Dall'altra stanza, Xavier riusciva bene ad ascoltare l'intera conversazione mentre Ryder riusciva solo a sentire l'interlocutore dell'altra parte del cellulare che urlava senza sosta.

-Ora che avete saputo la notizia dalla Detective Conan, la vostra vita è cambiata in qualche modo?-

-Questa sera staremo alle sette da te per cena-

-C-cosa? Pronto!-

Taylor urlò al telefono non ricevendo alcuna risposta poiché il padre aveva riagganciato bruscamente.
La ragazza cominciò a tremare dal nervoso e con le lacrime agli occhi chiamò nuovamente il padre il quale le attaccò al primo squillo.
Con la stessa foga, Taylor cercò di comporre il numero del telefono della sorella; esso squillò all'infinito nonostante si trovasse in mano alla bruna.

-Maledizione!-
Ringhiò la riccia mentre si era arresa al fatto di dover chiamare la madre sperando in una risposta da parte sua.

Ryder fece per alzarsi per raggiungere Taylor, ma Xavier lo fermò con un cenno della mano e scosse la testa convincendo il biondo a sedersi nuovamente.

-Mamma! Mamma pronto!-
Esclamò non appena la madre rispose alla chiamata.

-Taylor, sono maniere queste? Urlare al telefono?-

-Cosa significa che vi siete autoinvitati a cena da me? Non è rispettoso nei miei confronti e non potete fare come vi pare nella mia vita, chiaro?-
Tuonò la ragazza ignorando le parole della donna.

-Siamo pur sempre la tua famiglia, cosa vorresti fare? Impedirci di venirti a trovare?-

-Esattamente così, non potevi scegliere parole più esatte-

-Mi dispiace per te, ingrata che non sei altro, ma noi questa sera staremo a cena da te e basta. Vogliamo vedere con chi condividi quella casa e decidere se questa persona può o non può rimanere. A dopo.-

- Ma non potet- -

Cadde la linea prima che Taylor potesse rispondere e questo la portò a coprirsi la bocca con la mano destra per impedire al pianto di fuoriuscire dalla sua gola; serrò gli occhi lucidi e le spalle le tremarono a causa degli spasmi che il nervoso le stava causando.

-Taylor...-
La voce calda di Ryder alle sue spalle le fece perdere un battito.

Si scoprì la bocca e con un gesto veloce si tolse gli occhiali e si asciugò le lacrime appena nate.
Si voltò verso il biondo mostrandogli il sorriso più falso che avesse mai fatto.

-Questa sera viene la mia famiglia a cena, spero non sia un problema per voi-

- N-no assolutamente... Ma tu, ecco... Tu stai bene? Ti abbiamo sentita un po'agitata al telefono o forse era una mostra impressione-

-Sto bene, assolutamente-
Le tremò la voce.

- Perché non ci dici la verità?-
Intervenì Xavier una volta raggiunti i due.

Il finto sorriso morì dalle labbra della castana che scoppiò a piangere portandosi entrambe le mani al viso.
Ryder si avvicinò a lei e la abbracciò silenziosamente accarezzandole i capelli.

-Sappiamo cosa vuol dire avere un pessimo rapporto con la propria famiglia. Non devi nasconderlo, non a noi-
Disse il moro.

-Me ne vergogno tanto-
Singhiozzò la ragazza cercando di fermare le lacrime.

-E perché devi essere tu a vergognarti di ciò? È a causa tua che tu e la tua famiglia non andate d'amore e d'accordo?-

Taylor scosse la testa alla domanda di Xavier e guardò i fratelli ringraziandoli mentalmente della loro presenza e della loro, inaspettata, sensibilità.

-Abbiamo sentito che è a causa nostra che tuo padre ti ha chiamato-

-Wow che udito fino che avete, Ryder-
Ridacchiò lei -Comunque non centrate niente, sono i miei genitori che hanno la mania del controllo sulla mia vita e questo mi fa agitare non appena sento anche solo la loro voce. Per ogni singola cavolata, litighiamo da quando ho memoria; mi hanno portato all'esaurimento-

Le chiacchiere continuarono nel mentre i tre coinquilini si rimboccarono le maniche per dare una riordinata alla casa e nel pensare cosa cucinare per l'indesiderata cena.
Taylor si sfogò molto con i due ragazzi e per lei questo era insolito, non ne parlava mai con nessuno e l'unica a sapere del rapporto frastagliato che aveva con la sua famiglia era Sam; quest'ultima aveva vissuto in prima persona alcuni di quei focosi momenti.
In quel momento i fratelli la lasciarono parlare senza mai interromperla capendo quanto le servisse sputare tutto quello che si teneva dentro da tempo.

-... E sicuramente cercheranno di mettere in primis me a disagio, poi faranno altrettanto con voi perché è nella loro natura essere stronzi- sospirò -Vi chiedo scusa in anticipo-

I minuti scorrevano veloci, la fatidica ora si faceva sempre più vicina e l'agitazione di Taylor sempre più forte; non sapeva come si sarebbe comportata la sua famiglia.
Nel frattempo la casa brillava, la cena a base di arrosto e verdure era quasi pronta e tutti e tre si erano sistemati per evitare almeno le critiche sui vestiti: Xavier indossava una polo nera, Ryder una camicia azzurra a maniche corte e Taylor una camicetta smanicata rosa antico con i bottoncini dorati. Tutti e tre avevano i jeans blu; i ragazzi portavano, infine, delle scarpe da ginnastica nere mentre Taylor degli stivaletti bianchi con le zip dorate che riprendevano i bottoni della camicia.
Taylor sapeva benissimo che il loro sforzo, tuttavia, non sarebbe stato ripagato a dovere.
Come un orologio svizzero, il campanello suonò alle sette in punto e il cuore comincio ad accelerare nel petto di Taylor che, dopo aver preso un profondo respiro, andò ad aprire la porta con riluttanza.

-Alla fine siete venuti veramente-
Li accolse, in malo modo, Taylor una volta che si trovò faccia a faccia con la sua famiglia.

I tre ospiti fecero il loro ingresso superando la ragazza senza degnarla di uno sguardo e, compresa Adeline, si fiondarono dai fratelli i quali erano rimasti in disparte alle spalle della padrona di casa.
I genitori di lei squadrarono da capo a piede i ragazzi che non sapevano come comportarsi, tuttavia nessuna nota di imbarazzo li pervase dando priorità al menefreghismo di quella situazione.
Taylor chiuse la porta alle sue spalle e cominciò a torturarsi le mani le quali iniziarono a sudare; il suo inferno stava per iniziare.

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