Capitolo 22
10 anni prima.
Quella notte aveva cominciato a diluviare, l'acqua cadeva dal cielo violenta e le gocce risuonavano decise sui vetri dell'abitazione. Quest'ultima non era altro che una villa abbandonata che venne occupata da dei licantropi, tuttavia nessuno si accorse mai che quella casa avesse al suo interno degli ospiti poiché dimenticata in mezzo alla piantagione della foresta.
Il branco contava circa quindici membri, comprendendo l'Alpha e la sua famiglia.
"Domani io e Ryder dobbiamo parlarvi di una cosa importante, incontriamoci a mezzanotte al solito posto".
Ricevuto e letto il messaggio del suo amico, Hunter, da sdraiato che stava, si sollevò seduto sul suo letto rimanendo immobile e inconsciamente in apnea; in quel momento, qualcuno bussò alla sua porta della camera prima di essere aperta da dove si rivelò la figura di Kendall. Egli teneva il cellulare in mano con ancora aperto lo stesso messaggio che stava fissando il fratello.
-Cosa vorranno dirci?-
Chiese, preoccupato, Kendall chiudendo la porta alle sue spalle.
-Non lo so, sicuramente sarà successo qualcosa con la loro famiglia-
-Pensi che siamo in pericolo? Sia noi che loro intendo...-
-Non lo sapremo fino a domani-
Sospirò Hunter lanciando distrattamente il suo cellulare ai piedi del suo letto.
Kendall rimase in silenzio, immobile nello stesso punto dove si era posizionato una volta entrato nella camera; aspettava che il fratello, come al suo solito, trovasse una risposta o una soluzione che potesse migliorare quella situazione, a loro, un po' ambigua.
-Non capisco perché avere questa rivalità assurda solo perché siamo diversi-
Si buttò sdraiato, Hunter, con le mani dietro alla testa.
-Beh alla fine è il principio che ci accomuna agli esseri umani: la paura del diverso, no?-
-Ma noi non dovremmo essere superiori a loro? Lo dice sempre nostro padre, eppure sembrerebbe che alla fin fine che ciò che ci differenzia è solamente la forza-
-Per nostro padre la forza è tutto, lo sai...-
Ribatté Kendall sedendosi su letto, vicino al fratello.
- Purtroppo lo so bene-
Seguì una manciata di secondi di silenzio prima che Hunter non sgranò gli occhi e scattò nuovamente seduto:- Ho un'idea-
Kendall deglutì non troppo convinto dell'improvvisa ispirazione del fratello maggiore.
-Scappiamo tutti e quattro insieme!-
-CHE COSA!?-
-Shh! Abbassa quella voce!- il palmo della mano del più grande premette contro la bocca del minore -Ho capito bene-
-Tu hai sempre avuto pessime idee- Kendall si liberò la bocca -Ma questa è la più grande e assurda che tu abbia mai avuto in tutti questi decenni!-
-Vedi altre soluzioni? Io no, in caso accetto suggerimenti -
-Sai cosa potremmo mai scatenare!? Se noi quattro fuggiamo, come dici tu, non voglio minimamente pensare a cosa potrebbe succedere tra la nostra famiglia e la loro, si ammazzerebbero!-
-Che lo facessero, è una guerra che vogliono loro, non noi!-
-Ma non pensi a Devin? O non pensi a nostra madre che tra poco metterà al mondo la nostra prima sorellina? Nascerà senza mai conoscerci, è questo che vuoi? Abbandonare i nostri fratelli?-
Kendall cominciò ad alterarsi, mai nella sua vita aveva avuto uno sguardo freddo, sicuro e severo come quello che stava riservando a suo fratello maggiore. Hunter abbassò la testa e si passò la mano tra i suoi lunghi capelli cioccolato.
-Hai ragione... Non ho riflettuto sulle mie parole- sospirò -Cancella questa conversazione, facciamo che non sia mai esistita-
L'altro annuì e fece un respiro profondo -Parlando di cose belle, come vorresti che venisse chiamata la nostra sorellina?- aggiunse.
-Te lo volevo chiedere anche io, sinceramente mi è sempre piaciuto il nome Trudi, è molto simpatico e allo stesso tempo dolce-
-Ma è orribile!-
Scoppiò a ridere, Kendall.
-Ma cosa dici!-
Rise il fratello colpendo, con uno schiaffo amichevole, la spalla dell'altro -Sentiamo il tuo invece, vediamo se è meglio del mio!-
-Elizabeth, senti quanto è elegante?-
-Si, poi per il suo decimo compleanno le regaliamo un Welsh Corgi? O un cavallo? Magari le stendiamo anche un tappeto rosso al suo passaggio, cosa ne pensi?-
-Ma hai anche il coraggio di ribattere? Dopo "Trudi", rimarrei umilmente in silenzio-
-Da quando sei diventato così indisponente?-
Hunter colpì Kendall con un cuscino e i due iniziarono una guerra tra colpi di cuscino, solletico e risate.
La notte passò velocemente, il sole illuminò il cielo solamente dopo cinque ore che i due fratelli riuscirono finalmente a concordare un armistizio e andare a dormire.
Mentre la loro nottata riuscì a prendere una piega allegra e piacevole, quella dei due gemelli Gavrila purtroppo non ebbe la stessa fortuna.
Sia Ryder che Xavier non chiusero minimamente occhio, ognuno nella propria stanza, avevano passato tutto il loro tempo a fissare il soffitto invece che utilizzare quelle ore per riposare.
A farli alzare dal loro letto, fu il suono della campanella che Ernest, il maggiordomo, stava scuotendo per avvisare la famiglia della colazione.
Nonostante si trovassero in stanze diverse, i gemelli si mossero all'unisono e si prepararono prima di raggiungere i genitori nella grande sala da pranzo; la loro colazione, come sempre, prevedeva sangue animale (e non).
Gregore e Magdalena si trovavano già seduti ai loro posti e l'uomo cominciò a servirsi non aspettando, com'era comune, i figli come in quel momento stava facendo la donna.
I gemelli raggiunsero la sala da pranzo e vennero accolti dal solito odore nauseante del sangue, o almeno lo era per loro; nonostante per i vampiri fosse una grandissima fonte di nutrimento ed energia, Ryder e Xavier si erano sempre rifiutati di cibarsi col sangue umano. Quella mattina quel sangue era presente.
I due si sedettero e rimasero in silenzio, come tutte le ore dei pasti, e non toccarono nulla scegliendo il digiuno.
Gregore li fissava con astio, serrò la mandibola per la rabbia, che in quel momento gli invase l'intero corpo, continuando a chiedersi cosa avesse sbagliato con loro.
-Ernest!-
Tuonò facendo rabbrividire i figli e la moglie.
-Con permesso-
Il maggiordomo si ritirò per qualche minuto prima di tornare con un grande sacco nero.
Xavier sgranò gli occhi alla vista dell'oggetto mentre Ryde si piegò sotto al tavolo non riuscendo a trattenere i suoi conati di vomito.
Con forza, il sacco fu posizionato davanti a loro da Ernest il quale si fece da parte dopo aver squarciato il sacco nero contenente un cadavere di un barbone.
-È morto dal freddo durante la notte,non è stato cacciato e quindi non dovreste avere problemi a mangiarlo-
I figli rimasero in silenzio fissando gli occhi spalancati e vitrei dell'uomo; la bocca era socchiusa, le labbra viola e il corpo in completa ipotermia.
Ryder ebbe un altro conato mentre Xavier deglutì.
Magdalena era visibilmente meravigliata da quello che stava assistendo, neanche lei sapeva delle intenzioni del marito.
-Se avete le palle, divoratelo. Forse potreste guadagnare un minimo di rispetto da parte mia-
Gregore li aveva raggiunti senza neanche che se ne accorgessero.
Con una presa ferrea dei capelli dell'uomo e un gesto secco del braccio, il capofamiglia staccò la testa del cadavere dal corpo davanti agli occhi scioccati dei figli.
Nessuno di quest'ultimi accennò a voler ricevere ammirazione da parte del padre.
-Vi sto ordinando di mangiarlo, forza!-
Gridò l'uomo dai capelli biondi.
Ryder cominciò a lacrimare mentre Xavier si stava mordendo l'interno guancia per resistere all'impulso di saltare addosso a Gregore e ucciderlo.
Magdalena, non sopportando ciò che stava accadendo, si ritirò anche lei nelle sue stanze e in quella sala rimasero solo loro tre.
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