Capitolo 19

-E con questo, abbiamo finito-
Sospirò, sollevata, Sam facendo un nodo all'ultimo sacco nero dove vi erano all'interno gli oggetti rotti.

Anche Taylor aveva appena terminato di ripulire le due camere da letto nel mentre Kendall, rimasto con loro per proteggerle, le aveva aiutate a sistemare all'esterno i mobili distrutti.
La casa venne sistemata e ripulita nel più totale silenzio, dopo che la polizia abbandonò l'abitazione. Le due amiche raccontarono loro la vicenda dopo che essi avevano fatto irruzione nel loro vialetto (ovviamente omettendo qualche dettaglio), tuttavia  non erano pronte ad ascoltare le parole del ragazzo lì presente.
Il castano, rispettando quella calma apparente, non osò dire una parola nonostante avrebbe tanto voluto sapere dalle ragazze tutto ciò di cui erano a conoscenza dei due gemelli.
Taylor, senza proferire una parola, si sedette su una sedia guardando il vuoto; era incurvata in avanti e le braccia erano posate sulle ginocchia.
Sam le si avvicinò e le si piegò davanti  cercando, un minimo, il suo contatto visivo.

-Tay... Tay guardami...- Sam prese il pallido viso tra le mani -Ora è tutto finito, non ti abbandono. Non ti lascio sola... -

La castana, con gli occhi lucidi, annuì prima di parlare: -Cosa ti è successo in viso?-

Kendall, in disparte, non si aspettava una tale domanda e ciò lo mise in difficoltà.
Sì coprì metà del volto sfigurato con la mano per poi sfiorare le cicatrici con i polpastrelli; Sam si mise in piedi rivolgendo i suoi occhi scuri verso il giovane che ancora non aveva risposto.

-Non fa niente, credo di poterlo immaginare -
Disse Taylor vedendo che nessuna risposta stava arrivando.

-Grazie di averci salvato- continuò -almeno questo te lo devo... Se non fossi arrivato tu, chissà che fine avremmo fatto-

Il moro, anche questa volta, preferì non dire nulla.

-Ma, in tutto ciò, non significa che ci fidiamo di te!-
Scattò Sam puntando l'indice contro il ragazzo dall'altra parte del salotto.

-Non mi aspettavo questo-
Furono le prime parole che Kendall riuscì a pronunciare. Il tono era apparentemente pacato.

-Hai l'atteggiamento di chi vuole fare delle domande- disse Taylor, sospirando per l'ennesima volta -Non so se ti stai chiedendo dove possono essere andati i tuoi amici, ma come abbiamo detto prima alla tua, o almeno immagino lo sia, famiglia... Non sappiamo nulla-

-Capisco che riuscire ad elaborare quel che è successo è difficile, ma- -

-Difficile?- lo interruppe, con una risata isterica, la riccia -Difficile!- urlò alzandosi di scatto dalla sedia -Io e Sam siamo state minacciate di morte da dei mostri per una questione che non ci riguarda minimamente e tutto quello che hai da dire è questo?-

Kendall fece un passo indietro quando improvvisamente si ritrovò il viso di Taylor, rigato dalle sue stesse lacrime,  ad un palmo dal suo; gli occhi verdi erano diventati due laghi di acqua salata, gonfi e arrossati; le labbra, anch'esse rosse, erano serrate nell'inutile intento di trattenere il pianto.

-Non so dove sono quei due, è chiaro! Non lo sappiamo e non lo vogliamo sapere! Non pensare che li stiamo coprendo perché non è così!-
Tra le urla della ragazza, Sam si avvicinò a lei cercando di allontanarla delicatamente da Kendall   -Sono scappati sapendo che questo sarebbe successo, hanno avuto il coraggio di infilarsi a casa mia non curandosi minimamente di quello a cui saremmo andate incontro!-

-Non è così, Ryder e Xavier non lo avrebbero mai fatto-
Li difese il ragazzo mantenendo la sua pacatezza.

-Notizia dell'ultima ora Jacob Black:è appena successo!-

Taylor non era solita avere questo tipo di reazioni, anzi, Sam non credeva affatto che la sua amica potesse essere in grado di tirar fuori tutta quella rabbia a cui stava assistendo, rabbia che neanche con la sua famiglia aveva mai mostrato.

-Mi hanno chiesto loro di proteggervi- ammise, finalmente lui -A costo di rivelare alla mia famiglia dove si trovano-

-Quindi tu sai dove sono scappati?-
Chiese Sam.

Silenzio. Tutto ciò che seguì la domanda fu il silenzio più totale, un silenzio che alterò lo stato d'animo di Taylor che cominciò a gridare con tutta la forza e il fiato che aveva in corpo.

-Dicci dove sono così li facciamo ammazzare! Dicci dove sono!-

-Tay ti prego, calmati!-
Sam la abbracciò facendola finalmente sfogare dal corposo pianto che stava trattenendo con fatica.

Kendall deglutì sotto gli occhi accusatori della mora che, con un piccolo gesto della testa, lo intimò di andarsene.
Il giovane non sapeva come comportarsi, i suoi amici gli avevano chiesto di proteggere le ragazze ed esse al col tempo non lo volevano minimamente.
Strinse i pugni lungo il suo corpo e abbassò lo sguardo di lato sul pavimento.

-Non posso... Non posso lasciarvi sole, ho fatto una promessa -

-E dov'eri mentre a me stavano soffocando e a Taylor la stavano riempiendo di calci? Se veramente ci dovevi proteggere, perché non lo hai fatto subito?-

Kendall deglutì non riuscendo a rispondere, questo non perché non sapesse la risposta, bensì non avrebbe mai potuto dire loro che ciò che non lo fece intervenire immediatamente fu la paura che provava per il padre.
Egli  stava osservando dà un po' le due ragazze in difficoltà, tuttavia paralizzato; il suo corpo non voleva rispondere minimamente ai suoi comandi e aveva seguito  la vicenda in disparte con il terrore che il branco si accorgesse di lui; riuscì a reagire solamente quando si accorse che il fratello minore stava finendo seriamente nei guai. Mai avrebbe voluto perdere un altro componente della famiglia.
Nel momento in cui  Devin cercò di difendere le due, la sua mente si risvegliò dalle sue paure precipitandosi all'interno dell'abitazione per poter attirare le attenzioni di Colin su di lui.
Kendall scosse la testa per scacciare i suoi pensieri per poi fare  un profondo respiro prima di dirigersi verso la porta di ingresso, sotto lo sguardo attento di Sam.
Egli arrivò sulla piccola mansarda e si sedette sulle scalette in legno; le mani erano unite nel mentre i gomiti erano posati sulle sue ginocchia, il volto fisso verso un piccolo fiorellino giallo a pochi metri da lui.

***

" -Non è rischioso per voi incontrarmi?-
Domandò Kendall quando raggiunse i  Ryder e Xavier in un vicoletto della città.

I gemelli rimasero pietrificati quando videro le condizioni dell'amico il quale teneva i suoi lunghi capelli neri sciolti e le mani all'interno delle tasche dei pantaloni in tuta.

-Colin...-
Disse Ryder

-Non è importante adesso-
Sbottò Kendall.

-Ti dobbiamo chiedere un favore-

-Immaginavo Xavier, è da un po' che questa routine sta andando avanti-
Sospirò -Scusate...- scosse, poi, la testa passandosi una mano sui capelli -Come posso salvarvi il culo questa volta?-

-Questo è l'ultimo favore che io e Ryder abbiamo da chiederti-

-Noi questa notte scapperemo da qui, ormai è diventato pericoloso rimanere sia per noi, che per te e infine anche per Taylor e Samantha -

-Arrivate al punto, che devo fare?-

-Proteggere le due ragazze-
Rispose Ryder.

-Il tempo che tuo padre ci trovi e vi lasci in pace-

Kendall sgranò gli occhi alle parole di Xavier.

-Ma siete impazziti?-

-Siamo stufi di scappare...-
Sussurrò Ryder, quasi sentendosi in difetto per aver detto quella frase.

-Non posso farlo!- deglutì Kendall -Questo significherebbe...- scosse la testa.

-A Taylor e Samantha non diremo nulla, non devono sapere assolutamente niente- Xavier gli parlò sopra -Se non sanno chi siamo veramente e soprattutto dove siamo andati, per tuo padre saranno inutili-

-Ma non posso garantirvi che le risparmierà!- strinse i denti, Kendall -Lo sapete benissimo che per mio padre, uccidere, è un divertimento. Guardate cosa ha fatto a quel povero ragazzo! Solo perché lo abbiamo incrociato in macchina insieme alla vostra cazzo di amica!-

-Se tuo padre riuscirà a trovarci,  non perderà mai tempo con loro...-"

-L'ultimo favore...-
Sussurrò, a se stesso, con voce roca.

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