Domenica 2 luglio 2000
"E qual è 'sto Piano Infallibile?" aveva chiesto Chino ad un Binotto dal sorriso diabolico. Non ne avevano mai parlato e stentava a credere che un Fantini fosse veramente in grado di elaborare un Piano Infallibile tutto da solo.
- E boh! Ce lo dobbiamo inventare, dai Sforezza, pensa un po', gli potremmo regalare una Cinzia, eh? Tanto da quel lato lì, non è che gli fa schifo niente. Te quanto ci hai nel portafoglio?
Il Chino quando si iniziava a parlare di soldi, solitamente si appiattiva contro un muro e strisciava via come una spia nazista, anche quella volta non si era smentito:
- Perché, dovrei pagare?
- Dai Sforezza, cazzo, sei un bel morto di fame! E fagli 'sto piacere a un tuo amico, che sennò ne spendi il doppio a portare la macchina dal carrozziere!
Effettivamente, il carrozziere era oramai un amico di famiglia sia di Binotto che del Chino, mandava persino panettone e spumante a Natale, con tanti cari auguri.
(quest'ultima affermazione potrebbe non corrispondere a verità).
- Senti, Riccioli d'Oro, te lo dico io quello che facciamo adesso, adesso me e te ce ne andiamo al bar dove gira il fratello della Giulia, lo prendiamo da parte e gli facciamo fare un contrattino, eh?
- Che contrattino?
- Dai retta, andiamo lì e gli facciamo: di', se ci mettiamo d'accordo e te spingi un po' per presentare per bene Cico a tua sorella, noi poi spilliamo un po' di quattrinaia a Cico in quanto detentori del contratto e facciamo a metà con te, "te" nel senso di Pilo, eh?
Binotto era dubbioso, guardava lo Stecchino pronto a confutare ogni sua frase, un Perry Mason sulla via dell'ubriachezza.
- E cosa spilli a Cico?
- Anche le mutande, te fagli vedere un po' di coscia della Giulia e lui per gratitudine ti da il portafoglio in mano e ti dice anche "Buona fortuna!", dai, via! Ma prima andiamo da Cico e gli diciamo che andiamo a stipulare il contratto, così magari vediamo di spillargli subito qualcosa, eh?
- Allora chiamalo al bar, digli che siamo al bar che gli diciamo tutto e ci facciamo offrire un frizzantino. Paga Cico, yeeee!
I due quindi avevano chiamato Cico e si erano parcheggiati al bar. Cico era ai suoi ultimi giorni di studio prima dell'esame di maturità, non aveva certo una bella cera. Aveva il colore della salamandra albina quando era arrivato al bar, sudato come un piede di un maratoneta..
- Dai Cico, su col morale che abbiamo messo in azione il Piano Infallibile, te dai retta, su col morale, fai festa, che adesso noi andiamo dal fratello della Giulia e gli strappiamo un contratto prematrimoniale, te poi però dovresti un attimo partecipare alle spese di stipula, eh? Guarda che con Pilo andiamo via con un filo di gas, lui combina e prima della fine dell'estate lei è tua, eh?
Cico aveva ripreso un certo colore e gli occhietti brillavano dietro le lenti, sembrava quasi rinato da tutte quelle belle parole del duo Chino-Binotto, si era fatto convincere a pagare frizzantini per tutti al bar e poi i due lo avevano lasciato con la speranza scolpita in volto, e per stare dalla parte del sicuro, si erano tenuti pure piuttosto larghi:
- Ascolta, Sforezza, te fino ad ora hai preso picche perché hai avuto fretta, adesso non aver fretta, noi sistemiamo la questione e poi col tempo si vedranno i frutti, te adesso vai tranquillo e d'ora in poi, ricordati dei tuoi amici, che si sbattono per te.
Si era intromesso dunque Binotto che aveva concluso il ragionamento:
- Quindi se ti chiamiamo la sera, te non è che puoi dire son stanco ci ho mal di testa mal di pancia non ho la macchina, te non puoi fare così con i tuoi amici, eh? Su con la vita, che venerdì andiamo tutti a festeggiare in un posto che conosco io, fumo per tutti, eh?
Nonostante tutte quelle minacce velate e le spese sostenute nell'immediato per un tornaconto in un nebuloso e remoto futuro, Cico era rientrato in casa, e contento si era messo di lena a studiare, ma era così gasato che aveva in fretta piantato tutto per mettersi a comporre la sua ultima opera in versi.
Al Bar, Pilo era preso da una partita ad un videogioco dell'età della pietra, ma il suo impegno era tale che le sue bestemmie risuonavano anche al di là del separatore. I più incalliti bestemmiatori tra i nonnetti alle prese con le loro partite a briscola, si complimentavano mentalmente su come venisse su bene in ragazzo.
Dopo un testa o croce che lo aveva visto perdente con alcune contestazioni sul lancio della moneta, Binotto si era preso la briga di agganciarlo.
- Senti, non è che...
- Non mi rompere i coglioni! Sono impegnato! Aspetta che sia comodo!
Successivamente aveva detto due bestemmie e cercato di rifilare un calcio negli stinchi a Binotto, rinunciandovi e perché Binotto era stato rapido a spostarsi, e perché aveva rischiato seriamente di volare giù dallo sgabello su cui era appollaiato.
"Meglio provare un'altra volta" aveva Binotto in un attimo di lucido pragmatismo, ma prima di uscire dal bar aveva ordinato un altro frizzantino.
Nei giorni successivi era stato Cico a tormentare il Duo Sforezza, telefonava loro tre o quattro volte al giorno per sentire lo sviluppo della situazione, tutte le volte loro inventavano scuse sempre più fantasiose per tenerlo a bada, la realtà era che non riuscivano ad avvicinarsi a Pilo, che pareva perennemente incazzato.
Martedi 11 luglio 2000
Finalmente una sera in cui aveva vinto due partite a stecca col Muto e in allenamento non aveva trovato da dire con nessuno, Pilo era stato disposto ad ascoltare Binotto e Chino, pronto però a liquidarli subito, in caso si trattasse di stronzate e dati gli elementi in gioco, sicuramente sarebbero state stronzate.
- Allora, cos'è che volete?
Un Binotto a tratti imbarazzato, aveva iniziato il discorsino che si era preparato un po' a casa.
- Hai presente Cico, eh?
- Hu hu! Lo spasimante di mia sorella!
Poi aveva cambiato faccia.
- Che cazzo volete?
- Eh, ascolta, noi ci teniamo molto a Cico, cioè, va bene che non è uno proprio che si lascia andare, cioè, non so, però non s'incazza mai, ci porta a casa quando siamo sbronzi e tutto il resto. Uno così, eh, fa comodo, e non è che lui può stare a casa a masticare perché tua sorella non gliela da. Te che dici?
- E allora?
- E allora, Sforezza, convinci tua sorella almeno a uscirci una volta!
Pilo aveva fatto una faccia sanguinaria.
- Stai scherzando, vero?!
- Cioè, a me non mi sembra, perché non è che ti chiedo molto, noi facciamo 'sto contrattino, che poi a Cico gli spilliamo le commissioni, cioè, ce n'è per noi e per te.
- Non dire stronzate! Testa di cazzo! Mi hai tenuto qui per dirmi queste stronzate?! La prossima volta che ti avvicini ti spacco il cranio e ci cago dentro!
Incurante del fatto che le sue urla avevano fatto girare mezzo bar, Pilo era andato per alzarsi quando il Chino aveva fatto l'ultimo disperato tentativo, questa volta ricattatorio:
- A me non sembra corretto che ci lasci così in mutande, anche perché Cico ti ha sempre dato una mano e non è che ti ha mai chiesto molto indietro, cioè, io credo anche anche tu gli debba venire un po' incontro, poveraccio, già di suo fa una vita di merda, non è che lo possiamo affondare del tutto.
- Ma chi è lui?! Chi lo conosce?!
- Non dicevi mica così quando sei arrivato da lui per la storia della pagella, eh?
Pilo era tornato a sedersi.
- Non tiriamo fuori la storia della pagella, non potete essere così figli di puttana.
- Mah, se tu fai il figlio di puttana con noi, abbiamo diritto a difenderci, a te non costa niente andare da tua sorella e dirle: dai, vatti a fare un giro con Cico, magari scoprite di essere in sintona, che cazzo ne so io. Inventati qualcosa.
- No, non ci penso neanche, mia sorella viaggia ad una spanna da terra, ed è impossibile prenderla, non ne ho voglia di litigarci.
- Si che ne hai voglia, altrimenti tardiamo un attimo a mandarti a casa una letterina con la vera storia della tua pagellina di metà quadrimestre.
- Ma siete dei rotti nel culo! Vi ammazzo.
Aveva avuto l'impulso di rovesciare il tavolo e prenderli a sediate nella schiena, ma poi li aveva visti rimanere lì, tranquilli e quasi inebetiti, ed alla fine, frustratissimo, se n'era andato dicendo "bah, adesso proverò a sentire cosa posso fare".
- Vai Pilo, sei grande, oh! Non pagare la birra che la offre Cico!
Quella sera finalmente i due avevano comunicato a Cico che il contratto praticamente era stipulato ed era solo questione di dettagli tecnici, presto avrebbe incontrato a quattr'occhi la donna dei suoi sogni, e per la sera successiva era fissata una pirotecnica cenetta in una trattoria di collina, ospiti d'eccezione: Valerio in licenza e il Bomba affrancato dallo studio, e ci sarebbe stato sicuramente da divertirsi.
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