I Dolori del Giovane Cico - II -Eravamo a Cico

Venerdi 12 maggio 2000

Eravamo a Cico che scriveva testi: passava i pomeriggi a scrivere, mentre lo Stecchino sbaffava siti porno e partite al Rally, fingendo di intavolare interessanti discorsi con il paroliere.

- Allora Cico, come andiamo?

- Non mi viene la rima.

- Che ne diresti di una canzoncina con testi spinti, tipo "Sono il gestore / Di un albergo ad ore", eh?

Un lungo sospiro aveva accompagnato un piccolo scarabocchio di Cico, che poi si era alzato ed era andato alla finestra.

- Io le scrivo canzoni ma lei non mi ama.

Alla frase struggente, lo Stecchino aveva premuto il tasto "pausa".

- Haha! Ma dimmi chi è la fortunata?!

Il campanello aveva tolto dalle grane Cico, che era corso ad aprire, ma era saltato direttamente dalla padella alla brace: alla porta c'era il temibile Binotto.

- Ohi voi due finocchi, andiamo a fare un calcettino in sforezza?

Il "Calcettino in sforezza" era un neologismo che più o meno voleva dire "andiamo a dare due calci ad un pallone ai giardinetti dietro casa?", la circonlocuzione era stata creata accidentalmente dallo stesso Binotto, in situazione che non sapeva o non voleva ricordare.

Il Chino aveva guardato divertito l'ultimo arrivato, pronunciando le fatidiche parole.

- Oh Sforezza! Lo sai a chi scrive le canzoni Cico?

- Chi? Chi?

- Non lo vuol dire!

Binotto si era girato verso il povero Cico, che tentava di nascondersi dietro alla porta, assumendo la postura di un attaccapanni.

- Oh, sforezza, dicci subito chi è la tipa o dai, o spacco tutto!

Cico si era visto perso, di suo era già dimesso, e quelle minacce non erano altro che un surplus pericoloso che la sua fragile indole non poteva sopportare.

- E' la Giulia.

Coro degli altri due:

- La Giulia chi?!

- La Giulia Pilastrini.

I due avevano iniziato a ridere, a spernacchiarlo, a prenderlo a coppetti ed a saltare sul letto in mezzo ai cuscini della Carica dei 101, il tutto senza molto senso, dato che la Giulia Pilastrini, tra l'altro, era un gran pezzo di bella ragazza, forse la loro cagnara era generata dal fatto che l'unione tra Cico e la Giulia era improbabile come la vittoria della Slovenia agli Europei di calcio.

Si sa che l'amore è cieco, ma prima di arrivare all'amore, un paio di considrazioni oggettive si potevano fare: Lui era bassetto, un po' ciccio, impedito nella quasi totalità degli sport se non alcuni videogame; lei era slanciata, con parecchia roba nei punti giusti, ed una carriera da tennista di discrete qualità.

Lui viveva tra computer e sala prove, con minime puntate al bar e qualche rarissimo calcettino sforezza, come dicevamo sopra; lei non sapeva neanche accendere il tostapane, odiava i bar perché ci trovava dentro quelli come Cico.

Lui era affabile, a tratti dimesso, anonimo nel vestiario, era una comparsa utile nel momento del viaggio; lei era ipercritica, a tratti dispotica, spendeva sborantamila dollari nel vestiario per non finire nella tragica spirale del "fuori moda".

Lui aveva sempre preso picche da quelle con cui ci aveva provato;

Lei aveva sempre dato picche con quelli che ci avevano provato;

Probabilità che lui si accoppiasse con lei: 0%;

Probabilità che lei accoppasse lui: 100%.

I due avevano smesso di ridere ed avevano ripreso un certo contegno, specie lo Stecchino, che un minimo di sentimenti ancora li conservava per il povero Cico, in nome della loro vecchia amicizia scolastica.

- Allora, Sforezza, non le hai mandato, non so, due bigliettini, non le hai fatto una serenata, cazzo, ti voglio grintoso!

Cico si era reso conto di aver perso decisamente il controllo della situazione.

- N... per adesso l'ho solo vista: che bella.

- Si, ma qui non si può stare con le mani in mano, dai, cazzo, vai dal fioraio, compra dodici rose, quindici garofani, due crisantemi!

E Binotto gli dava man forte, con frasi tipo "Dai, cioè, le vai sotto casa e gli tiri i sassi alla finestra e le dici, cioè, se non stai con me, io prendo e bim, bum, ti spacco tutto il giardino!", quei due decisamente avevano trovato l'argomento per divertirsi tutta la settimana.

- Adesso, andiamo al negozio e le compri i fiori, eh? Dai, muovi il culo!

I tre si erano diretti dal fioraio dove Cico aveva speso l'equivalente di dieci giorni di liquidità per un mazzo di fiori che aveva accessoriato con un bigliettino molto semplice "Da un tuo ammiratore".

Il giorno dopo il mazzo di fiori era arrivato a casa Pilastrini e la Giulia l'aveva guardato imbarazzata, chi era stato? Ma, soprattutto, cosa se ne doveva fare?

Lo aveva tenuto un paio di giorni, poi i fiori si erano appassiti e tutto era finito nel bidone, Cico era al punto di partenza; Pilo, il fratello della Giulia, andava in giro a sbellicarsi dalle risate raccontando la faccia della sorella alla vista del mazzo di fiori. E il povero Cico subiva la situazione.

Lunedi 30 maggio 2000

- Sei un somaro!

Questo era stato il commento del Chino quando aveva saputo cosa aveva scritto Cico nel bigliettino, poi aveva rincarato pure la dose:

- Cosa le scrivi "Da un ammiratore"?! Ti credo anch'io che è un ammiratore! Chi dev'essere, uno che la schifa?! Perché non ci hai messo almeno il tuo nome, una frase fatta bene! Stai tutto il giorno a scrivere testi di canzoni, ce l'avrai una rima delle tue che ti piace, e usala!

Cico aveva ripreso lo scooter, arrivato dal fioraio, aveva cacciato di nuovo la grana e aveva comprato un altro sontuoso mazzo di fiori, vi apponendovi le sue migliori rime e spedendolo, senza metterci il proprio nome.

Precisazione: il Comune di Cervia si allunga sulla costa per circa una decina di chilometri, ebbene, Cico solitamente girava ad un estremo, mentre la Giulia girava all'altro estremo, i due non avevano niente in comune se non la vaga conoscenza di Pilo, probabilmente la Giulia manco sapeva che esistesse un gruppo di strimpellatori chiamati gli Unables, e che totalità della loro produzione (ben tre inediti) era dedicata a lei.

Morale della favola: la Giulia aveva letto il biglietto, si era innervosita perché lo spasimante continuava a rimanere anonimo, perché la madre la vedeva già all'altare ma soprattutto perché padre e fratello avevano subito fondato un club di soli soci maschili per beffeggiarla a dovere.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top