Internet e la nuova satira politica
Il cyberspazio ha dato la possibilità a un numero sempre più ampio di cittadini – o sarebbe meglio dire di netizen (3) – di partecipare alla socializzazione politica. Chiunque può esprimere la propria opinione in tempo reale, relativamente a ciò che accade nel mondo, e comunicare sia con altri cittadini sia direttamente con le élite, che sfruttano i social networks per tagliare il canale intermediario e dialogare con i propri seguaci.
I social media, proprio perché consentono di postare opinioni e giudizi, ma anche di diffondere i post dei personaggi del mondo della politica, mettere like o altre reaction in segno di assenso o dissenso, vengono considerati come un ambiente privilegiato per la partecipazione politica.
D'altronde è evidente come queste azioni degli internauti assumano tutte delle "colorazioni politiche" (Mazzoleni e Bracciale, 2019, p. 8).
La tecnologia, quindi, ha consentito un aumento delle interazioni tra netizen e ha sollecitato azioni e reazioni in ogni ambito. Basta entrare su un social il giorno in cui si svolgono eventi quali una partita, un reality, un talent, ma anche dichiarazioni dei politici nei vari talk-show per rendersi conto dell'immensa produzione di post e commenti che si viene a generare. Tale fenomeno ha un nome: second screen (Giglietto e Selva, 2014).
I media sociali non vanno, perciò, considerati produttori di contenuti in proprio, che operano sulla base della logica del profitto. Essi sono dei mezzi che accrescono la loro fama grazie alla produzione e gestione dei contenuti da parte dei netizen, ai quali si affiancano, come detto, i messaggi diffusi delle élite e dai canali di informazione tradizionale che hanno trovato nei social un potente mezzo di diffusione.
Burgess (2006, p. 202) afferma, a tal proposito, che "la crescente disponibilità e il potere delle tecnologie digitali, assieme a Internet, hanno permesso a tutti di partecipare, sennonché produrre".
Nel web i cittadini sono quindi connessi secondo logiche top-down, bottom-up e orizzontali.
Uno degli aspetti che emerge maggiormente sui social è l'utilizzo dell'ironia, elemento che consente di diffondere e agevolare "l'approccio degli utenti della rete a questioni politiche spesso difficili da esaminare" (Mazzoleni e Bracciale, 2019, p. 8).
Nel 2018, Davis, Love e Killen hanno pubblicato uno studio dal titolo Seriously funny: The political work of humor on social media nel quale dimostrano come l'umorismo sia una parte essenziale nella comunicazione politica, perché consente di veicolare messaggi e generare una forte partecipazione politica.
Arrivano ad affermare che: "mentre le élite politiche e dei media mantenevano una presa non proporzionata sull'attenzione pubblica, gli account con parodie e scherzi - quelli che descrivono versioni umoristiche di personaggi pubblici e/o account che twittano principalmente contenuti sciocchi - sono stati fortemente ritwittati e hanno generato una notevole interazione" (Davis, Love, Killen, 2018, p. 3901).
Tale modalità di comunicazione permette di raggiungere anche la cosiddetta secondary audience, generalmente poco interessata alla politica, che però può arrivare a conoscenza di ciò che sta accadendo proprio grazie a questo tipo di condivisione presente sui social network. Essa si sviluppa grazie alla diffusione di parodie, GIF, contenuti sarcastici e meme, prodotti sia da
professionisti della comunicazione satirica sia dagli utenti.
La satira nasce per sfidare "l'ordine costituito, contrappone alle sue deviazioni una visione di come potrebbe o dovrebbe invece essere. [...] È la dimensione giudicante" (Mazzoleni e Bracciale, 2019, p. 51).
Il fenomeno della satira contro i vizi dei politici risale addirittura all'Antica Grecia, ma in tempi recenti ha trovato forte sviluppo nel mondo della televisione grazie a persone quali, ad esempio, Maurizio Crozza e i fratelli Guzzanti per quanto riguarda il contesto italiano, o nei programmi come il «Saturday Night Live» per citarne uno tra i più famosi statunitensi. Però, quello che preme evidenziare è come, ora, essi trovino dei nuovi competitor: alcuni netizen liberi "da vincoli e doveri propri di chi fa satira da una posizione più istituzionale" (Boni e Ricci, 2015, p.28) e che, proprio grazie allo sviluppo dei social, hanno prodotto il diffondersi di ampia satira politica.
I social pullulano di pagine e profili satirici che, da destra a sinistra, non fanno altro che generare contenuti ironici per veicolare informazioni, ridicolizzare coloro che parteggiano per la forza politica opposta o il partito stesso, ma che finiscono per sollecitare la partecipazione grazie al
registro umoristico, semplice e comprensibile a tutti. È sotto gli occhi di tutti gli internauti, infatti, come ogni volta che un leader o un evento accendono gli animi si assista a una grossa ondata di comunicazione politica messa in scena in rete. Questo tipo di comunicazione allarga la partecipazione al discorso pubblico mediante l'uso della cultura pop.
È proprio quest'ultimo aspetto, combinato al registro umoristico e irriverente, a inserirlo entro il frame del politainment online. A differenza dell'infotainement che riguarda l'ambito politico, ma non solo, e vede un confezionamento di fatti e notizie in formati più leggeri per adeguarli
alle logiche commerciali e renderli appetibili al pubblico, il politainment può essere inteso in due modi: come la "politica oggetto di intrattenimento" e come la "politica che fa in prima
persona spettacolo" (Ciaglia, Mazzoleni, Mazzoni e Splendore, 2014, p. 80).
Anche i politici stessi, infatti, adottano questo tipo di registro umoristico e i contenuti propri della cultura popolare possono essere considerati dei mezzi sia nelle mani degli attivisti e dei supporter, ma anche dei leader e dei partiti per condurre battaglie politiche.
La presenza di umorismo e di cultura popolare non vanno visti come un impoverimento del linguaggio, ma come una forma alternativa di discussione nella sfera pubblica. Sebbene essa possa sembrare "sciocca", proprio come precedentemente citato, risulta essere comunque una nuova opportunità per accedere alle informazioni e partecipare.
Uno degli strumenti più usati per fare ciò sono i meme politici, i quali oltre a veicolare un linguaggio umoristico, hanno la caratteristica di essere contenuti visivi che racchiudono
efficacemente parole e immagini in un solo quadro. Prima di capire qual è il loro ruolo all'interno del politaiment online, però, è opportuno cercare di analizzarli, per capire cosa sono e quali sono le loro caratteristiche peculiari.
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(3) Netizen deriva dall'unione delle parole "internet" e "cittadino", quindi potrebbe essere tradotto con "cittadino della rete". Il sito Treccani riporta la definizione: "Chi prende parte attivamente alle comunicazioni in rete".
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