La giornata più bella della mia vita.

<<Si, certo.>> le rispose lui, poi si sistemò accanto a lei sotto le coperte, le fece poggiare la testa sul suo petto e si addormentarono così, insieme, come pochi giorni prima.

Draco si svegliò, e aprì lentamente gli occhi che vennero attaccati da una forte e fastidiosa luce, che riconobbe come la luce del sole, alla quale non era assolutamente abituato. Strizzò le palpebre un paio di volte, e si guardò intorno, trovando una libreria stracolma di libri, una scrivania piuttosto affollata di altri libri e fogli vari, e tre mensole, le quali a causa dei libri poggiati sopra sarebbe potuta crollare da un momento all'altro. Alla sinistra la porta, e a destra la parete era interamente ricoperta da una libreria più grande della prima, ma altrettanto piena: praticamente se la casa fosse crollata improvvisamente, sarebbe ugualmente rimasta in piedi, poggiata sui libri presenti in quella stanza! Sempre a sinistra, più vicino a lui però, il corpo di una ragazza, stretta a lui, e poggiata sul petto una massa di ricci color del miele gli solleticava il mento. Un piacevole calore era irradiato da quel corpo minuto, facendolo sentire tranquillo e in pace. Guardò oltre la testa della ragazza, posando lo sguardo sulla sveglia, e vide segnato l'orario: le 6:45. Poteva ancora dormire. Si girò verso la ragazza, stringendola di più, e chiuse gli occhi rilassandosi, quando d'un tratto quel bellissimo calore gli venne strappato dal corpo. Vide giusto la Granger cadere a terra svenuta, prima che venisse preso per il colletto della camicia e sbattuto dal lato opposto rispetto alla ragazza, sovrastato da una figura incappucciata della quale l'unica parte del corpo visibile erano le mani rugose. Una risata spaccatimpani uscì da quella che doveva essere la bocca dell'essere, mentre man mano dal cappuccio uscivano ciocche setose di capelli castani, le mani divenivano rosee, lisce e delicate e la risata si faceva dolce e mielensa. L'essere si voltò verso la giovane don a distesa a terra, e la guardò mentre con l'unghia curata le apriva uno squarcio nel petto, dal quale sgorgava sangue scuro la cura quantità si moltiplicava ogni secondo. E dalla sua bocca sentì uscire solamente una parola…
<<NO!>>

Draco si risvegliò di soprassalto, scoprendosi sudato ed ansante. Si guardò attorno: la libreria più piccola, la scrivania, gli scaffali e la libreria più grande. La ragazza al suo fianco, il calore del suo corpo: tutto era uguale al sogno. Guardò l'orario. Le 6:45. Si mise sull'attenti, e per i seguenti due minuti si guardò attorno, guardingo, stringendo la Granger a se.

Dopo cinque minuti, si rese conto della stretta possessiva che aveva sulla ragazza, e si voltò verso di lei: la pelle del volto era candida, e aveva gli occhi chiusi. In viso un'espressione angelica, accentuata dal contrasto delle ciglia nere e lunghe con la carnagione chiara, e dalle labbra rosse e piene. Tentatrici maledette!

Spostò dal suo petto la testa della ragazza, e si alzò piano attento a non fare rumore. La guardò un'ultima volta, prima di uscire dalla stanza diretto dice sia esserci il salotto. Si sistemò sul divano, e cercò di recuperare quel calore che aveva perso allontanando la ragazza da sé. Niente da fare: faceva freddo ugualmente. Chiuse gli occhi, rabbrividendo di tanto in tanto, e in qualche modo a lui sconosciuto, si addormentò…

Hermione aprì i grandi occhi dorati, tranquilla e riposata, accarezzando con lo sguardo dorato ogni minimo particolare della sua stanza che tanto le era mancata...era tutto come ricordava: perfino il suo ultimo libro era lì, sul comodino affianco a lei, ancora col segnalibro infilato nell'ultima pagina. Lo ricordava perfettamente: parlava di due giovani ragazze, una terra e solitaria e l'altra solare e gentile, che diventavano amiche. La ragazza solare sperava di essere presa per andare nella Scuola del Bene, dove gli studenti vengono “addestrati” per diventare i buoni delle favole, mentre la solitaria era, secondo tutto il paese, la candidata perfetta per la Scuola del Male, dove invece gli apprendisti vengono addestrati per diventare gli antagonisti delle storie. Una sera le due ragazze vengono rapite, e portate nel cuore della foresta dove due castelli si ergevano, uno bellissimo, in cristallo azzurro e rosa, e l'altro tetro e minaccioso, nero e cupo, divisi solo da un fossato pieno per metà di acqua limpida, e per l'altra metà di melma viscida. La ragazza “buona”, Sophie, viene lasciata nella Scuola del Male, mentre la ragazza “cattiva”, Agatha, viene lasciata nella Scuola del Bene. Da lì, le due ragazze proveranno a raggiungersi, Sophie per andare nella Scuola del Bene, ed Agatha perché vuole portare via l'amica da quel luogo secondo lei maledetto. Ma le cose non vanno come previsto, e le due ragazze avranno il loro lieto fine in modo estremamente bizzarro.* Era molto interessante, e in più le ricordava molto Hogwarts! Hermione sorrise al ricordo del finale del libro, poi ricordò il ragazzo che sarebbe dovuto essere affianco a lei, e si voltò verso l'altra parte del letto che, però, trovo miseramente fredda e vuota. Controllò l'orario sulla sua sveglia. Le 9:00. Era l'ora giusta per alzarsi. Si mise in piedi e andò nel bagno per sciacquarsi la faccia. Fece una bella doccia con acqua calda, e indossò una maglia bianca a mezze maniche ed un pantaloncino che le arrivava sopra il ginocchio. Poi raggiunse la cucina, passando per il salotto dove vide Draco raggomitolato sul divano, ancora dormiente. Gli si avvicinò curiosa, rimanendo incantata dai suoi lineamenti delicati: era così bello da addormentato, senza quella maschera da odio-tutto-il-mondo-e-sono-superiore-a-tutti che indossava costantemente e che nascondeva quel viso dolce. Come ipnotizzata, portò la mano a spostare quel ciuffo biondo che gli copriva la fronte, e lo vide rabbrividire. Ritirò la mano di scatto, poi fece apparire una coperta e la poggiò su di lui, andando a preparare la colazione.

Uova, bacon, toast e pancakes erano pronti un quarto d'ora dopo, in bella mostra sulla tavola in attesa di essere gustati. La ragazza ammirò il suo lavoro, soddisfatta, e decise di svegliare Draco, ancora nel mondo dei sogni. O degli incubi.

Si beò qualche secondo della calma di quel viso, prima di svegliarlo.

<<Malfoy…>> lo chiamò piano, ma il ragazzo non si svegliò.

<<Malfoy…>> provò di nuovo, più forte, ma ancora niente. Allora la ragazza si calò su di lui, e senza che se ne accorgesse qualche riccio andò a solleticare il volto di Draco, che come accarezzato si svegliò subito…

La prima cosa che vide, furono i capelli della ragazza, su cui la luce del sole creava splendide sfumature platinate, poi le labbra che ripetevano il suo cognome come la più dolce delle ninnananne ed infine gli occhi dorati.

<<Ben svegliato, bell'addormentato!>> rise divertita lei, donando al ragazzo la bellissima vista del suo sorriso dolce. <<Alzati, su: la colazione è pronta!>> aggiunse poi, rimettendosi dritta e precedendo lo in cucina.

Draco si mise seduto, ancora stordito, è solo quando la coperta scivolò via dal suo corpo, si rese conto.di essere stato coperto, sicuramente da lei. E se ne stupì, stupidamente, mentre raggiungeva il tavolo pieno di leccornie con in mente ancora l'immagine del sorriso della Granger.

Si sedette di fronte a lei, servendosi su un piatto uova e bacon, ed iniziando a mangiare in silenzio mentre anche la Granger faceva lo stesso.

<<Stavo pensando di uscire, oggi.>> disse Hermione, mettendo in bocca l'ultimo pezzo di bacon e servendosi i pancakes su cui mise zucchero e limone.

<<Ah si? E per andare dove?>> chiese lui, disinteressato.

<<Non lo so. In giro. Potrei farti vedere un po’ la città, considerando che hai sempre vissuto nella Londra magica.>> gli propose.

<<Si certo.>> acconsentì lui.

<<Ah, e credo che lasceremo Katniss con una babysitter>> aggiunse la ragazza.

<<Perché?>> chiese Draco, stavolta davvero incuriosito.>>

<<Beh, preferisco che stia a casa. Non voglio che vorrà altri pericoli.>>

<<A casa con una sconosciuta? Non riesco a capire cosa ci sia di meno sicuro di questo!>> disse seriamente divertito il ragazzo, prendendo anche lui dei pancakes.

<<Beh, non sarebbe una sconosciuta: sarebbe la donna che ha fatto da babysitter anche a me quand'ero piccola. Sarà felice di badare a Katniss.>> spiegò lei.

<<Io non ti capisco Granger.>> Draco fece un mezzo sorriso.

<<Beh, semplicemente non voglio che se qualcuno dovesse rapirmi ci andasse di mezzo anche lei.>> disse lei. Il ragazzo annuì.

<<A proposito: grazie per...ieri…>> Hermione esitò. Draco la guardò negli occhi per pochi secondi.

<<Credo che andrò a prepararmi. Tu chiama la babysitter.>> fece il ragazzo, alzandosi.

<<Oh, ehm...certo. I-il bagno è d-di sopra. In fondo a destra…>> diede le direttive, poi seguì il ragazzo con lo sguardo fino a che non lo vide scomparire oltre il muro. Tirò un sospiro di sollievo: si era sentita così sciocca! In pochi minuti sparecchiò la tavola e mise tutto in lavastoviglie, avviandola, poi prese il telefono e digitò il numero di Meg.

<<Pronto?>> una voce dall'altro lato la fece sobbalzare.

<<Salve Meg! Sono Hermione.>>

<<Oh, Hermione cara! Come stai, tesoro?>> chiese la donna dall'altro lato.

<<Io bene, e lei?>>

<<Bene bene, almeno quanto l'età me lo consente. Sai, ho avuto qualche piccolo problema di colesterolo e qualche dolorino, ma durante la vecchiaia è naturale. Ma non parliamo di questo: avevi bisogno di me per qualcosa, cara?>>

<<Si. Vede Meg, avrei bisogno di una babysitter: potrebbe badare a mia sorella fino a stasera?>> chiese la ragazza, educata.

<<Tua sorella? Ma che notizia straordinaria! Certo, sono assolutamente disponibile. Anche se avevo già un appuntamento dal parrucchiere, ma…>>

<<Oh, no ti prego, non annullare i tuoi impegni per me!>>

<<Sta tranquilla, mia cara: sarà un piacere!>>

<<Ne è sicura?>>

<<Si, certo.>>

<<Okay, grazie mille Meg. A tra poco allora!>>

<<Certo cara: sarò lì tra mezz'ora circa.>>

Hermione attaccò, e proprio in quel momento Draco fece la sua comparsa oltre la porta.

<<Tutto risolto con la babysitter?>> chiese.

<<Si. Sarà qui tra mezz'ora.>> rispose la ragazza. <<Io vado a prepararmi, potresti portare giù Katniss?>> chiese ancora.

<<Portare giù la mini-Granger? E se poi cade?>>

<<Oh mio Dio! Ti è questa stupida paura! D'accordo, te la porto io: potresti almeno badare a lei finché non torno? Devi solo guardarla.>>

<<Ehi! Io non ho paura!>>

<<Si certo come no.>> rispose accondiscendente la ragazza, iniziando a salire le scale.

<<Non ho paura, Granger!>> ripeté Draco, senza ottenere altra risposta se non il silenzio. In due minuti Hermione tornò giù con la bambina fresca e pimpante in braccio, la poggiò sul divano e risalì di corsa le scale, andando in bagno. Draco si sedette vicino alla bambina con un sospiro.

<<Allora? Che facciamo?>> chiese, come se la bambina potesse rispondere. La bambina si accucciolò sulle sue gambe, la testa appoggiata sulla sua pancia, e chiuse gli occhi. A Draco scappò un sorriso intenerito. Rimasero così per un po’, fino a che la porta non suonò. La bambina si svegliò e Draco la prese in braccio alla meno peggio, andando ad aprire. Si ritrovò davanti una donna sulla cinquantina, bassa e rotondetta, con un caschetto nero e gli occhi marroni.

<<Oh, ma che bel ragazzo!>> esclamò la donna, scherzosa.

Sentendo quella voce, Hermione si sistemò la maglietta e corse giù per le scale, precipitandosi nell'atrio, dove vide Draco e Katniss insieme a Meg.

<<Meg!>> esclamò felice, abbracciandola.

<<Oh Santo Cielo mia cara: come sei cresciuta!>>

Hermione si lasciò andare ad una risata sincera.

<<E che bel fidanzato ti sei trovata tesoro: sono davvero felice per te!>>

<<Cosa?!>> chiese Draco, voltandosi verso la riccia.

<<No, lui non è il mio ragazzo! È solo un compagno di scuola!>> spiegò Hermione, con una risatina.

La donna sembrò delusa. <<Oh…>> disse solo.

<<Meg, lei è Katniss.>> Hermione prese la bimba dalle braccia di Draco, presentandola alla babysitter.

<<Oh, ma è uno splendore! È la tua fotocopia, sai? Tua e di tua madre. A proposito: come sta Jean? E Robert?>> chiese curiosa Meg.

Il sorriso di Hermione si affievolì sempre più, per poi essere sostituito da un triste sorriso di cortesia.

<<Loro...non ci sono più. Un incidente d'auto.>> mentì Hermione, con voce addolorata.

<<Oh, mi dispiace cara.>>

<<Già…>>

Ci furono minuti di silenzio. Draco spostava lo sguardo tra le due, persino la bimba sembrava aver capito la gravità del discorso, dato il suo silenzio mentre stringeva le braccia al collo della sorella come per darle coraggio.

<<Bene ehm... Meg...quanto ti dobbiamo?>> chiese il ragazzo cercando di smorzare la tensione.

<<Niente, caro. Per Hermione è gratis.>> disse la donna.

<<No Meg! Ti ho privata di un rilassante pomeriggio dal parrucchiere, lascia almeno che tu ripaghi!>> insistette Hermione.

<<Oh, d'accordo. Ma non più di 20 sterline. O questo o niente.>>

<<D'accordo.>> Hermione sorrise nuovamente, prendendo da una tasca del jeans dei soldi babbani e dandoli alla donna.

<<Oddio, che scortesia! Prego, entra!>> le disse Hermione scostandosi.

Meg si accomodò sul divano. Hermione le mise Katniss affianco.

<<Allora sei sicura? Posso lasciarti Katniss?>>

<<Certo, tesoro: io e questo angioletto ci divertiremo un sacco!>> fece la donna, prendendo la bambina sulle sue gambe.

<<D'accordo. Allora noi andiamo.>> disse Hermione, spingendo piano il ragazzo verso la porta.>>

<<Certo. Divertitevi!>> disse loro Meg.

Solo quando Draco ed Hermione uscirono, e la porta si richiuse, la donna guardò negli occhi la bimba, alzò un sopracciglio e sorrise con aria furba.

<<Sono assolutamente certa che quei due si divertiranno un sacco!>>

<<Allora? Dove andiamo?>> chiese Draco.

<<Te l'ho detto. In giro per la città.>>

<<E come?>>

<<Io so guidare, Malfoy.>> E così dicendo lo precedette fino ad un piccolo garage, dove c'era una splendida Renault Megane Berlina grigia brillante. La ragazza montò dalla parte del guidatore, mentre il ragazzo si sistemava dal lato del passeggero.

<<Allaccia la cintura.>> lo avvertì la ragazza.

<<La cosa?>> chiese Draco, ignaro della maggior parte di ciò che riguarda i babbani.

<<Ah, aspetta.>> Hermione si sporse oltre il corpo di Draco, arrivando a prendere la cintura, e in quel momento si appoggiò con la mano alla coscia del biondo per evitare di crollargli addosso. In quel momento, i capelli della ragazza si posizionarono esattamente sotto il naso di Draco, che potè inspirarne il leggero odore di mandorla e vaniglia. Ormai irrimediabilmente attratto da quei riccioli, per evitare di incastrarci dentro le dita e accarezzare il viso della Grifona decise di metterla in imbarazzo.

<<Sai Granger, mi chiedo se lo fai senza nemmeno accorgertene oppure se non sei tanto puritana come dicono.>> disse beffardo, con un ghigno stampato sulle labbra sottili.

La ragazza lo guardò in volto, poi spostò lo sguardo sulla sua mano che quasi stringeva la gamba del biondo, e la ritirò come scottata, tornando al suo posto ed allacciando la cintura con il viso basso e rosso di vergogna. Il ragazzo emise una risatina, ma poi guardandola si rese conto che non aveva fatto altro che peggiorare la situazione: quel rossore sulle gote della Granger non faceva che disegnarla ancora più attraente ai suoi occhi, e quanto gli costò tenere a bada la sua mano, tentata di accarezzare lo zigomo arrossato…

<<Bene, ehm... okay, tieniti forte!>> la ragazza partì in retromarcia ed uscì dal garage, dando inizio alla loro “uscita”.

Passarono la mattinata così: Hermione portò Draco a visitare i luoghi più famosi, come Oxford Street presente anche nella Londra magica ma provvista solo di negozi di articoli magici; le risate che faceva Hermione quando Draco rimaneva incantato dinanzi ad una palla da discoteca,o quando faceva un salto di tre metri se vedeva il flash della macchina fotografica dei turisti, o quando per poco non lanciava un Bombarda sulla porta ogni volta che dimenticava che allontanandosi la porta si chiudeva, ripavagavano di certo le lunghe e faticose spiegazioni che servivano a convincere il Serpeverde che per fare un souvenir come quello della pallina contenente neve finta bastava mettere effettivamente della neve finta o anche solo del polistirolo bianco in una pallina contenente acqua, e che no, non c'era dietro nessun incantesimo che la faceva sembrare tanto realistica, oppure che quando salivi sul famoso bus a due piani, “quella cosa che quando esce il biglietto è tutto scritto” ha dietro un meccanismo tecnico di rotelle ed inchiostro!

Lo portò all’Acquario di Londra, lo portò a fare un giro sulla ruota panoramica, si divertirono e scherzarono come bambini. I due nemici erano scomparsi: ora c'erano solo due adolescenti.

Mangiarono in un ristorante lì vicino, assaporando i tipici Yorkshire pudding, con gravy, pollo e patate, e poi montarono in macchina, gironzolando un po’ per le strade di Londra.

Si fermarono in qualche negozio, uno in particolare in cui la riccia vide un abito da sera incantevole di cui si innamorò al primo sguardo. Era abbastanza semplice, di seta morbida. Si incrociava più volte sul seno e saliva a formare un monospalla, mentre invece scendendo creava un semplice corpetto e scendeva morbido, uno spacco fino a metà coscia sulla parte sinistra e un piccolo strascico sul retro. La ragazza ne era rimasta incantata.

<<Provalo.>> le disse Draco, vedendola incantata.

<<N-no. Non posso…>> fece la ragazza allontanandosi di un passo dalla vetrina. Gli rivolse un piccolo sorriso di circostanza, poi iniziò ad allontanarsi. Il ragazzo la bloccò per un polso.

<<Granger, provalo.>> ripeté. La ragazza lo guardò timorosa, poi entrò nel negozio. Si allontanò al commesso, un giovane ragazzo di più o meno vent'anni.

<<Scusi, vorrei provare quell’abito.>> gli disse gentilmente.

<<Si certo, fai pure.>> le rispose il ragazzo segnando la appena di un'occhiata.

Hermione prese l'abito con mani tremanti, e lo portò nel camerino.

Dieci minuti dopo, Draco era ancora poggiato al muro, aspettando che Hermione uscisse dal camerino.

<<Granger, ti decidi ad uscire da quel dannato camerino?>> urlò annoiato.

<<E-eccomi, ora...o-ora esco…>> balbettò la ragazza.

E subito dopo uscì. Il ragazzo era incantato da cotanta bellezza. La Granger era meravigliosa! E se inizialmente le aveva consigliato di provare l'abito solo per vederla in imbarazzo con un abito tanto osé per i suoi standard, ora non faceva che ringraziare il cielo per una tale visione angelica.

<<Co-come sto?>> chiese la ragazza, evidentemente in imbarazzo.

<<Sei uno schianto piccola!>> Un fischio seguì le parole del giovane commesso, il quale la mangiava con gli occhi fissi per lo più sullo spacco il quale lasciava intravedere la pelle liscia della gamba.

Deve essere così morbida da accarezzare…
“Dev'essere la stessa cosa che ha pensato quel ragazzo!”
'Sei uno schianto piccola!’ Lo schianto glielo faccio avere io se si permette di dire di nuovo una cosa del genere!
“Non geloso, mi dicono…”
Non sono geloso!

<<Sei...s-sei splendida.>>

La ragazza arrossì a quel complimento inaspettato, è un dolce sorriso le increspò le labbra.

<<Grazie.>>

Dopo aver acquistato l'abito ripartirono in macchina, diretti al centro storico della città, e dopo una visita al British Museum ed un giro alla National Gallery, si incamminarono per tornare a casa. Mentre erano in macchina, improvvisamente Hermione frenò bruscamente, facendo quasi finire Draco contro il parabrezza.

<<Granger! Ma che…>>

<<I CAVALLI!>>

Draco non ebbe tempo di finire la sua domanda, che la ragazza era già scesa dalla macchina.

Draco slacciò con non poca difficoltà la cintura, e la raggiunse al limitare di un'area verde delimitata da un recinto di altezza media, alla quale la ragazza era appoggiata con fare sognante. All'interno del recinto, persone di ogni età cavalcavano splendidi destrieri di ogni colore.

<<Granger…>>

Ancora una volta il ragazzo venne ignorato: Hermione aprì con uno scatto il recinto e si precipitò al suo interno.

<<Hai una passione per i cavalli, Granger?>> chiese il ragazzo raggiungendola.

<<Si.>> rispose la ragazza. Sembrò sul punto di dire altro, quando esitò. <<Da piccola, mia madre mi portava sempre qui. Ogni sabato prendevamo un cavallo, e trascorrevamo ore stupende solo noi due, insieme.>> Hermione parlava con lo sguardo fisso sui cavalli, con aria nostalgica.

<<Un giorno, avemmo un incidente: il nostro cavallo inciampò in una radice e si sbilanciò. Mia madre ed io cademmo, e lei mi spinse via giusto prima che il cavallo ci cadesse addosso. Prese solo lei, dalle gambe in giù, e parte della pancia. Vedendola svenuta, cominciai a chiedere aiuto a gran voce, e quando arrivò un uomo chiamò l'ambulanza e avvisò mio padre. Andammo in ospedale. Stranamente, e per fortuna divina, mia madre non aveva niente di grave, ed un paio di settimane dopo era in piedi, le gambe perfettamente funzionanti. Ma un'altra disgrazia ci era crollata addosso: mia madre, ormai incinta di quattro mesi, aveva perso il bambino. Mio padre cercò disperatamente di dissuaderla dall'andare ancora a cavallo, ma lei nonostante il dolore non si diede per vinta, e due settimane dopo tornammo ad andare in giro per i boschi. Un giorno ci imbattemmo in una battuta di caccia: uno sparo fece agitare il nostro cavallo, che impennò ed iniziò a galoppare più veloce della luce. Mia madre cercava di tenermi stretta e di recuperare il controllo, ma io fui sbalzata in aria dalla sella, e quando ricaddi battei la testa, finendo in un coma profondo.

Mia madre non faceva che piangere. Diceva che era colpa sua, che per la sua irresponsabilità avevano perso non solo un figlio, ma avevano rischiato di perdere anche me. Decise di non andare mai più a cavallo, e vani furono i tentativi di mio padre di farle capire che non era colpa sua, di indurla a non abbandonare quello che tanto amava, perché se no non sarebbe più stata lei. Ma mia madre era decisa, e abbandonò la sua passione per sempre…>>

<<E tu?>> chiese sorprendente il ragazzo. <<Tu sei mai più andata a cavallo?>>

<<No. Sono rimasta...traumatizzata, credo. Da allora non riesco più a salire s u un cavallo...ci ho provato, davvero, ma ogni volta mi blocco quando devo salire…>> rispose la ragazza guardandolo con un sorriso amaro.

Il ragazzo era rimasto davvero stupito da quella storia: la mamma della Mezzosangue aveva davvero rinunciato alla sua più grande passione per proteggerla? Quanto doveva amarla? E sua madre, da quanto non la sentiva? Lo amava almeno un decimo di quanto Jean amava la Granger? La risposta era si. Lo amava forse addirittura più di quanto Jean amava Hermione, per quello che aveva dovuto partire senza che lei potesse fare niente. Ma questo lui non lo sapeva.

<<Vado in bagno.>> disse solo il ragazzo, dirigendosi verso l'edificio colorato.

La ragazza lo guardò allontanarsi: davvero aveva sperato che lui avesse una buona parola da dirle? Cosa poteva saperne lui del dolore che si provava? Rimase a guardare gli altri cavalcare, con gli occhi velati di lacrime di cui una, solo una, sfuggì al suo controllo. Una lacrima solitaria che asciugò senza nemmeno farsi notare. Cinque minuti dopo, Draco era di ritorno. <<Preparati.>> le disse.

<<Cosa?>> chiese stranita Hermione. Un uomo si avvicinò a loro con le redini di un cavallo tra le mani: era bellissimo, uno stallone dal pelo color cioccolato, lucido e morbido, e la criniera poco più scura. Era lì, in piedi, orgoglioso e fiero, e molto bello.

<<Grazie.>> fece Draco prendendo dalle mani dell'uomo due caschi e due paia di stivali, mentre l'uomo legava le redini del cavallo al recinto dietro di loro.

<<Allora Granger? Ti sbrighi?>> le chiese il ragazzo, mentre si metteva uno stivale.

La ragazza si girò verso di lui, incredula: aveva davvero noleggiato un cavallo per lei, per farla divertire? No, forse era solo per divertirsi.

<<Diamine Granger: ho preso questo cavallo per farti superare la tua paura perciò, per cortesia, vorresti evitare di farmi perdere i soldi della prima ora di noleggio?>> chiese ancora il ragazzo, mentre infilava il casco.

<<Io...non posso.>> sussurrò la ragazza.

<<Cosa?>> chiese il ragazzo.

<<Non posso Malfoy. Non ci riesco.>>

<<Oh dai, puoi farcela.>>

<<No, non posso!>>

<<Granger…>>

<<NO! Non posso, non ce la faccio, non posso farlo!>> urlò la ragazza liberandosi dalla presa nella quale Draco aveva avvolto il suo polso.

<<Andiamo Granger: qual è il problema?>>

<<HO PAURA!>> urlò Hermione al limite della sopportazione, mentre lasciava che le lacrime le rigassero il volto al ricordo dell'urlo di sua madre.

Paura. La paura è quello che blocca noi uomini. Solo la paura è un grado di bloccare il nostro cervello in modo a volte irreversibile, e danneggiare così tutta la nostra personalità. Orgoglio. L'orgoglio molte volte permette di superare la paura, ma per sfida, e per una volta soltanto.

Draco avrebbe potuto giocare con l'orgoglio Grifondoro della ragazza per convincerla. Umiliarla e farla sentire inutile.

Sicurezza. La sicurezza si sé riesce ad alleviare la paura, e dare la forza di provare per poi capire che non è difficile come sembrava. Hermione non aveva sicurezza di sé. E Draco le avrebbe dato la sicurezza di cui aveva bisogno.

<<Granger, non ti lascerò cadere…>> si avvicinò piano alla ragazza, che a capo chino piangeva silenziosa, e che a quelle parole alzò la testa di scatto.

<<Come faccio a fidarmi?>> chiese lei.

Già: come poteva fidarsi? Non poteva. Anzi, aveva ottimi motivi per non farlo.

Era suo nemico. L'aveva sempre disprezzata. Si prendeva gioco di lei. La insultava senza riguardo. Ed era un Malfoy. Draco Malfoy.

<<Non puoi. Devi farlo e basta.>>

La ragazza lo guardò. Draco le si avvicinò, le spostò i boccoli dalle spalle e le sistemò il casco, allacciandolo sotto al mento. La ragazza abbassò lo sguardo, mise gli stivali e si lasciò guidare fino al fianco del cavallo. Salì con l'aiuto del Serpeverde, che montò dietro di lei circondandole i fianchi con le braccia e prendendo in mano le redini.

<<Pronta?>> le sussurrò morbido all'orecchio.

La ragazza annuì piano, e Draco partì. Uscirono dal recinto, diretti verso un bosco lì accanto.

Hermione iniziò ad agitarsi.

<<Malfoy…M-Malfoy…>>

<<Shhh…>>

<<D-Draco…>>

<<Va tutto bene, Granger.>>

Si inoltrarono nella foresta, il sole del pomeriggio che riscaldava il sentiero è il fruscio delle foglie che davano un senso di tranquillità. In lontananza, la vista di una cascata spumeggiante che finiva in un torrente che scorreva lento. La ragazza si appoggiò senza nemmeno accorgersene al petto di Draco, che al contatto sentì un calore piacevole sprigionarsi dall'altezza dello stomaco a tutto il busto, e l'odore dei capelli di Hermione che gli inebriava i sensi.

<<Posso accelerare?>> chiese Draco. La Grifondoro sembrò ricordarsi solo allora di lui, e si allontanò di scatto dal suo corpo.

<<Aspetta! Tu...sai andate a cavallo, vero?>>

<<Granger, da bravo Purosangue ho iniziato equitazione a cinque anni.>>

<<Wow! Ehm...ok…>>

Draco passò al trotto. Passarono tra gli alberi godendosi il vento sulla pelle e il calore del sole, poi il ragazzo si fermò.

<<Forza Granger. Ora tocca a te.>> disse, passandole le redini.

<<C-Cosa? Non posso…>>

<<Forza Granger!>>

Hermione prese le redini con mani tremanti e partì al passo. Nemmeno cinque minuti, che passò al trotto.

<<Sei bravina Granger.>>

<<Bravina? Bravina! Non hai ancora visto niente.>>

<<Davvero? Allora fammi vedere. Forza?>> la sfidò lui, certo che avrebbe rifiutato.

<<D'accordo.>> disse lei tranquillamente. <<Ya!>>

Il cavallo partì al galoppo, e Draco dovette mantenersi ai fianchi di Hermione mentre lei si lasciava andare ad una risata liberatoria. Attraversarono l'intero bosco senza mai fermarsi, poi la ragazza girò e tornarono al recinto. A metà strada Hermione fermò il cavallo, continuando al passo.

<<Allora? Credi ancora che io sia “bravina”?>> chiese lei con sfida.

<<D'accordo, Granger. Diciamo che sei abile.>>

<<Ah, ma grazie!>> rise lei.

<<Di niente.>> rispose lui con strafottenza, ma con un mezzo sorriso sulle labbra.

Si godettero l'ultimo tratto di strada, poi entrarono nel recinto e restituirono caschi, stivali e cavallo. Tornarono a casa alle sette precise, in macchina, e davanti alla porta della villetta Hermione fermò Draco per un braccio.

<<Volevo ringraziarti, Malfoy, per quello che hai fatto per me oggi.. >> disse lei abbassando lo sguardo.

<<Di niente.>> rispose lui, divertito dal leggero imbarazzo di lei.

La ragazza avvicinò la chiave alla serratura, ma le parole del ragazzo la bloccarono, e lei non poté fare a meno di sorridere felice.

<<È stata la giornata più bella della mia vita.>>

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ANGOLO AUTRICE

4651 parole per farmi perdonare della lunghiiiiiiiiiiiiissima assenza. Chiedo umilmente perdono e spero che il capitolo vi persuada a posare le bacchette... (A parte nel caso di 4_ever_DRAMIONE che vorrebbe spellarmi viva...😅)
Vorrei dedicare questo capitolo alla sorellina di Daniele, Serena, che ha già lasciato un vuoto dentro di noi ma che ora è finalmente davvero serena.
Perciò dramioneislife231 spero che lui possa apprezzarlo, o che almeno possa farlo tu, se a lui non va di ricordare.
Chiederei a tutte/i voti di condividere la storia, ma in ogni caso ringrazio ognuno di voi per le +2k visualizzazioni e i +400 voti: non sapete la felicità che provo nel vedere quei numeri crescere sempre di più. Spero che continuerete a seguire la storia nonostante gli aggiornamenti molto più che lenti, e che sceglierete se abbandonare la storia in base alla sua sostanza piuttosto che in base alla mia incapacità, ma in ogni caso cercate di capirmi: tra i compiti, i progetti extra che affidano sempre a me, la pallavolo ed il violino non so come fare!
Ora vi saluto prima che lo spazio autrice diventi più lungo del capitolo, e chiederei a tutti, anche i lettori solitamente silenziosi, di farmi sapere il loro giudizio sulla storia.
Grazie mille per l'attenzione e la pazienza.❤
Sempre vostra.
Mezzosangue_Mudblood❤
*Il libro esiste davvero: si chiama "L'Accademia del Bene e del Male". Ho cercato di non spoilerare troppo nel caso qualcuna di voi lo volesse leggere, e vi dico che c'è anche il seguito ed un terzo libro.
A presto. (Spero)
Mezzosangue_Mudblood❤
P.P.S. Ho bandito un concorso insieme a _sissy85_ per la Dramione più bella. Spero di vedervi numerosi. La storia è sul suo profilo e si chiama Dramione2017. Mi piacerebbe molto sapervi iscritti in tanti. I giudici saremo io e lei❤

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