time of clarifications

Marlene camminava nel parco guardando ogni particolare di quel posto e concepì un pensiero che non avrebbe mai pensato potesse sfiorarle anche minimamente il cervello: quel posto per la prima volta le faceva schifo nonostante i fiori che spuntavano selvaggi nell'erba chiara e alta, i ragazzi che correvano, la piovra gigante che faceva divertire un paio di primini schizzandoli leggermente e la leggera brezza che portava l'odore di primule.
Faceva tutto schifo da giorni ormai, era tutto grigio nonostate i campi si stessero colorando di rosa, giallo e viola, tutti colori che la bionda in circostanze normali avrebbe amato, ma non quella volta.
Si sedette sotto al faggio e poi posò la guancia su una radice.
Senza nemmeno accorgersene cadde nel mondo di Morfeo.

Sirius camminava per il castello senza tregua, voleva scusarsi per il suo comportamento infantile, voleva, per la prima volta, ammetere di aver sbagliato, mettere da parte l'orgoglio e dire a Marlene che era importante.

- Ehi! - fermò una ragazza che passava di là. -Hai visto Marlene? -.

- La biondina con le trecce? - chiese lei inclinando la testa di lato.

-Si, lei -.

- Certo, era in giardino che dormiva sotto al faggio - disse la mora.

- Ma che è matta?- Sirius guardò fuori dalla finestra la pioggia che rigava i vetri del castello.

- Matta no, ma depressa si- disse la mora.

- Guarda, grazie, vado a riprenderla se no si ammala - disse Sirius e fece per scappare.

- Comunque, piacere: Katherine - disse lei con un sorriso beffardo non voltandosi.

- Sirius!- urló lui prima di fare strike di primini di ritorno dalla bufra che c'era fuori.
Era freddo e Sirius dovette stringersi nella felpa nera.
Sotto al faggio vide la figura addormentata di Marlene.
Quella ragazza era un ghiro, dormiva persino con fulmini e lampi, mah.

-Lene, svegliati- le sussurró  dolcemente all'orecchio, solitamente la bionda aveva paura dei rumori forti e Sirius speró che non scoppiasse un tuono proprio in quel momento.
Marlene aprí lentamente gli occhi.

- Sirius, cosa... - un tuono e Marlene che strillava per la paura.
Si accoccolò al ragazzo tremando come una foglia.
Sirius la strinse facendola affondare nel suo petto.

- Lene, scusami - disse a mezza voce sprofondando in quel oblio di miele e frutti di bosco.
Lei lo fissó.

- Come mai questa decisione?- chiese insicura.

- Non ce la faccio più senza di te è straziante, volevo dimenticarti, ma non ce la facevo, ho provato a ricomicniare a frequentare qualcuna, ma niente, in testa avevo solo te e i tuoi occhi cobalto, quelle ragazze non avevano niente che mi abbia colpito come  quel qualcosa che hai tu- le aveva preso le mani e se le era portate al viso.

- Quindi non ce l'hai più con me - disse lei passandogli una mano nei capelli zuppi.

- No, mi manchi e forse l'unico che deve delle scuse sono io, mi sono comportato da bambino immaturo -.

- Ma ti sfugge un particolare: tu sei il mio bambino immaturo -.
Sirius sorrise e poi la bació, fece per levarle il coprispalla.

- Ma che sei scemo? Tu qua fuori mica mi spogli - rise lei alzandosi e correndo verso il castello.
Sirius rise e poi urlò rincorrendola: - Aspetta che ti prenda McKinnon -.


Emmeline prese un respiro profondo e bussò alla porta del dormitorio maschile.
Remus le venne ad aprire .

-Hei- fece abbastanza stupito.
La bionda non si trattenne e lo bació di slacio, lui si resse alla spalliera del letto di James per non cadere a terra e poi le posò una mano sulla schiena.

- Non ce la faccio più- disse lei con voce spezzata baciandolo di nuovo subito dopo.
Remus la prese in  braccio.

- Mi sei mancata - disse sorridendo.

-Anche tu -.

- Ho sbagliato - disse la bionda con le testa china.
Si vergognava, aveva reagito da bambina, era solo inciampato.

- Capita a tutti, piccola - disse lui prendendole il mento.

- Chiamami ancora così- lo pregò lei sorridendo.

- Piccola -.


La mattina dopo Marlene si svegliò in un letto che non era il suo.
Sorrise affondando il viso nel cuscino.

- Signorina McKinnon, insomma, un po' di decoro - Sirius le sedette sulle gambe e prese a pettinarle gli arruffati capelli biondi.
La biona sorrise.

- Va bene professoressa, ma si tolga dalle mie gambe, che pesa - disse Marlene dimenandosi sotto al peso di Sirius.
Lui sorrise e rotolò di lato mettendole sotto al naso una rosa rossa.
Lei la prese tra le dita e l'annusó, sapeva di buono, di fresco, di libertà.

- Mi hai del tutto perdonato?- chiese Sirius.

- ah,  stupido, io ti ho perdonato tanto tempo fa, mia dolcissima testa calda - disse lei scapigliandogli i capelli.
Sirius l'abbracció e lei sorrise.

-Okay, va bene, colto il messaggio, ma staccati che ho un caldo bestiale -disse lei facendo pressione sul sul petto.
Sirius per tutta risposta le leccò una guancia.

-Carissimo signor Black, vorrei ricordarle che in questo momento lei non è nella sua forma canina - disse lei passandosi un braccio sulla guancia.

-Bau bau - fece lui leccandole nuovamente il viso.

- No, basta, che schifo!- esclamó lei divertita cercando di allontarlo.
Sirius rise e poi si scansò un ciuffo di capelli dagli occhi e la bació.

- Mi mancavano queste cazzate di prima mattina - disse Marlene accarezzandogli uno zigomo.

Emmeline si sveglió a causa dei respiri regolari di Remus che facevano sollevare ed abbassare il petto del mannaro
Sorrise con gli occhi annebbiati, lei era incredibilmente pigra ed in una qualunque altra situazione si sarebbe riappisolata ma le piaceva troppo guardare Remus mentre dormiva, era tenero, e poi qualche volta prlava nel sono.
Dopo dieci minuti anche il ragazzo si destó sentendosi osservato.
Sorrise vedendo Emmeline e poggió la testa sul cuscino.

-Amore, come stai?- le chiese accarezzandole la schiena bianca.

-Adesso bene, tu?-.

- Io con te starei bene anche in Antartide senza piumone - disse lui baciandole la fronte.

- Ti porto il cappuccino?- chiese Remus.

- No, resta con me - disse lei poggiando la guancia sul costato del ragazzo.

- Ehi, non scappo mica-.

- Sai come si dice, fidarsi è bene, non fidarsi è meglio - disse Emmeline mentre gli accarezzava le cicatrici che aveva sul petto.

Spazio me.
Ehi, come  va? Volevo far tenere il broncio un po'di più,  ma mi hanno minacciata di morte quindi ecco il capitolo delle coppiette suscettibili.
Lily_Potter_1980


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