Capitolo 19 Post credit - D'amore si vive

«Katie si è addormentata attaccata al tuo seno, la prendo io, così potrai riposare» Bruce staccò la piccola di quattro mesi dal petto della madre, per posizionarla nella culletta di vimini posta accanto al letto matrimoniale della stanza che un tempo era stata di Rudolph e Rebecca Tyler. La neonata aveva ripreso il colore del manto dorato dall'albero genealogico materno, gli occhi scuri da quello paterno, il nome di battesimo da una bambina che legava i propri capelli con un nastrino di seta verde.

«Grazie, amore» Rafflesia lo mormorò, considerando l'immenso affetto che Banner metteva in ogni mossa. L'immenso affetto delle persone che le volevano bene, e suo in particolare, l'aveva aiutata a sopravvivere alla scomparsa di Clint, l'aveva sostenuta quando aveva scoperto di essere rimasta incinta e aveva dato alla luce un bambino, otto mesi dopo la morte dello sceriffo Barton.

In quella circostanza c'era stato l'ex sacerdote a reggerle la mano per l'intero travaglio, oltre alla sorella e alle amiche; lo sguardo amorevole e commosso che Bruce aveva dato al bebè le aveva confermato la certezza che sarebbe stato un padre perfetto.

E lo era stato, prendendosi cura del figlio del Falco come fosse il proprio, senza pretendere nulla da sua madre, avvicinandosi al piccolo nella figura di un semplice zio che viveva con loro al ranch, per aiutare nelle attività della tenuta, nello stesso modo in cui erano presenti gli zii Erika e Loki, convolati a nozze, poche settimane dopo la sconfitta di Zemo, con una festa rallegrata da memorabili fuochi d'artificio.

Era stato proprio Clint junior, intelligente e sagace, un pomeriggio d'estate, seduto sotto il patio a far merenda con biscotti alle mandorle, a domandare candidamente a Bruce perché lui e sua mamma ancora non si fossero sposati, dato che andavano d'accordo e insieme sembravano molto felici.

Così Banner aveva trasformato un desiderio, sempre presente nel suo cuore, in una domanda vera. Aveva chiesto il permesso a Clint, pregando a lungo sulla sua tomba, persuasosi al grande passo grazie alle parole del bambino e a quelle, assai più convincenti, di Anthony Edward Stark, ex baro, ex mercenario, vice sceriffo attivissimo del paese di Rose Creek.

Tony ricopriva formalmente il ruolo di sceriffo, ma mai ne aveva indossato la stella né nessuno si era azzardato a chiamarlo così, in rispetto dello scomparso Barton. Si era sposato con Natasha - che finalmente aveva tolto il dipinto del marito precedente dal saloon - con il benestare di Amanda, rimasta anche lei in città per curare i propri affari.

Il giorno successivo alla dipartita di Zemo, la signora Stark si era presentata, accompagnata dal neo fidanzato, il sindaco di Rose Creek Nicholas Joseph Fury, all'asta per i diritti di usufrutto della miniera, sbaragliando gli avversari. Aveva pagato il dovuto con un sacchetto di monete estratto dalla scollatura, sotto gli occhi esterrefatti dei presenti. E la signora aveva l'occhio lungo per gli affari: la vena della miniera non era affatto esaurita e si era arricchita ugualmente, senza la necessità di comperare le terre rimaste ai contadini.

Tony, coccolato dalle donne della sua vita, aveva due validi collaboratori in divisa! Chi meglio degli ex soldati blu Steve e James per esercitare la legge in una cittadina di provincia? Avevano solo un difetto, i bellimbusti: pendevano entrambi dalle labbra della signorina Wanda Maximoff, che ancora non aveva scelto quale dei due sposare!

«Sei bellissima» stendendosi accanto a Rafflesia, Bruce la strinse a sé. Il contatto coi morbidi seni dalla camicia da notte ancora aperta sul davanti per l'allattamento gli rimandò un'emozione unica, quella che gli riempiva l'anima ogni volta che erano insieme.

La mano della bruna corse alla guancia di suo marito per accostarlo al proprio viso. Mentre la bocca si unì alle labbra carnose, le dita terminarono il percorso dietro la nuca, fra i riccioli sale e pepe lasciati lunghi come piacevano a lei. Il bacio divenne più intenso, la voglia di coccolarsi fra le lenzuola prese il sopravvento sulla stanchezza dell'impegnativa gestione della neonata.

«Ti amo, più della mia stessa vita» i corpi avvinti l'un l'altra, in una passione che non pensava di poter riprovare mai più, Rafflesia godette del piacere della devozione contraccambiata di un uomo speciale, certa che la frase che lui aveva pronunciato corrispondesse alla verità.

«Anch'io ti amo, Bruce» lo disse, sinceramente e autenticamente, come nel momento in cui le aveva fatto la proposta di matrimonio. In caso contrario, non avrebbe potuto unirsi a lui, avrebbe significato tradire ciò che era e i propri principi e rinnegare un'amicizia fraterna che si era trasformata in un sentimento più profondo.

In quella occasione, l'uomo aveva scientemente deciso di non presentarsi con un anello di fidanzamento, poiché la mora portava ancora all'anulare la fedina regalatale da Clint, per rispetto nei confronti dell'amico. Aveva recato, al suo posto, un enorme mazzo di fiori di campo, ricco di margherite e papaveri, che non mancava mai di raccogliere e donarle ogni mattina.

Rafflesia lo aveva apprezzato moltissimo e, aveva accettato con un semplice . E, per il resto della vita, la donna avrebbe indossato due anelli, senza che nessuno se ne meravigliasse: la fede di Banner e l'anello di fidanzamento di Clint.

Le gambe intrecciate, le dita che si cercavano, le bocche incollate, le teste vicine sullo stesso cuscino, i due amanti chiacchierarono a bassa voce fino al primo chiarore del nuovo giorno, alternando momenti più teneri a effusioni più appassionate, fra le candide lenzuola di lino che riportavano ricamate le loro iniziali.

Un nitrito e una risata, provenienti dal cortile, attirarono la loro attenzione.

«Nostro figlio è già all'opera, ed è appena l'alba».

«Si sveglia di buon mattino, come te» indossata la vestaglia dalla seggiola accanto al letto, Rafflesia si alzò. La piccola Katie aveva emesso un versetto, segnalando di essersi destata, e la sollevò per prenderla in braccio, mentre Bruce metteva su la veste da camera e apriva le persiane della finestra del balcone.

Un bambino dai folti capelli castani in sella al suo Quicksilver, con indosso una giacca nera da uomo di parecchie taglie più grande, salutò con la mano, continuando a trottare nel recinto dei cavalli. Gli occhi grigiazzurri saettarono di felicità alla comparsa sul terrazzo dei suoi genitori e della sorellina. Non c'era nulla che amasse di più di montare il mustang che era stato del valoroso papà mai conosciuto, sotto lo sguardo attento e amorevole della sua famiglia.

«Per fortuna che Quicksilver non è ancora un ronzino!» il braccio sulle spalle di sua moglie, Banner ridacchiò «Buongiorno, Clint, non far stancare troppo il mustang: oggi dovremo andare al battesimo della primogenita di Thor e Eleanor e non credo tu voglia usare il calesse, giusto? Qualche giro ancora e poi ci vediamo in cucina per la colazione, stiamo scendendo». Il biondo pistolero si era sistemato con la dottoressa Tripster, supportandola nella professione veterinaria, così come Laufeyson si era dedicato alla tenuta delle sorelle Tyler, aprendo al suo interno un piccolo spaccio di biscotti alle mandorle e marmellate fatte in case.

Banner sentì annuire il ragazzino, nel momento stesso in cui lanciò un bacio affettuoso con la mano nella loro direzione «Sa come conquistarti, Clint junior!».

Rafflesia posò la testa sulla spalla di Bruce, stringendo al petto la loro figlia e alzò lo sguardo verso la palla di fuoco del sole appena alzatasi sull'orizzonte di Rose Creek.

Il suo cuore perse un battito e un altro ancora.

La sagoma di un falco pellegrino era chiaramente distinguibile al centro del cerchio arancione. Era lo stesso falco che lei aveva visto in ogni momento importante della propria vita: il Falco che non avrebbe mai abbandonato il suo mondo di glicine e il figlio nato dal loro grande amore.

Fine

Nota dell'autrice

Scrivere "I Magnifici Avengers" è stata un'intensa corsa affannosa ed emozionante, su un mustang spronato al galoppo, per una strada aperta dal demone della scrittura, fino al traguardo.

Forse non era il finale che vi aspettavate, ma tant'è, è andata così. Rappresenta una dedica a tutti coloro che perdono il grande amore, ma non si abbattono, continuano a vivere piuttosto che sopravvivere nel solo dolore della perdita, forse rispettando maggiormente la memoria di chi non è più con loro.

Spero mi abbiate seguito con piacere e di avervi fatto compagnia, con i nostri beniamini, vestiti, per l'ennesima volta, di abiti differenti da supereroi.

Se la lettura è stata gradita, lasciatemi un commento.

Colgo l'occasione, con grande piacere, di annunciare la fanfiction di prossima pubblicazione, un pallino che avevo da tempo e che sto realizzando, crossover fra Avengers e X-Men, "Il Falco e la Fenice".

Stay tuned!

Buona lettura, e come sempre, buona vita!💘

Premio  del voto popolare del Ciambella contest 2020 2021 nella categoria ff AU

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