Capitolo 13 Song cowboy love


«Capo, tutto bene?» T'Challa si mise in scia a Quicksilver in modo aperto, all'uscita dalla magione di Helmut Zemo, svelando di essere a copertura di Clint, che aveva lanciato il mustang al galoppo.

«Nulla che ti riguardi» il pistolero aveva lo sguardo incupito e la replica secca non fu indicatrice di maleducazione, ma di ansia.

Era arrabbiato con sé stesso per non essere stato sufficientemente assertivo con Zemo. L'insofferenza stava uscendo da ogni poro della sua pelle. L'incertezza lo aveva portato a non fornire alcuna risposta precisa alla scandalosa offerta ricevuta dal barone.

Si domandò se fosse tanto amorale desiderare allontanarsi da un paese dove uccidevano bambini per appropriarsi di terre, per soldi. In fondo l'universo intero girava attorno al dio denaro e lui e i componenti della sua squadra erano mercenari.

Lui soprattutto, ammise. Tony era un damerino che lo seguiva per divertimento; Bruce addirittura un ex sacerdote; Steve e James avevano speso la vita nell'esercito; Loki e Thor mantenevano una nobiltà di atteggiamento tipica del rango della famiglia di provenienza.

Un concetto fra i diversi espressi dell'austriaco gli vorticava nella testa. Qual era la decisione migliore per Rafflesia, per il suo benessere, per il suo futuro? Era venuto a Rose Creek con lo scopo di proteggerla, più che diventare paladino della giustizia e della legge, lui che non lo era mai stato.

Avrebbe potuto convincerla ad accettare l'offerta di Zemo e trasferirsi con lei in un altro stato, proseguendo l'attività di allevamento di cavalli, aiutato dal valore delle monete d'oro di quel maledetto sacchetto. Avrebbero potuto formare una propria famiglia, se Rafflesia avesse voluto, portando con loro anche Erika.

Il piano era coerente con una felice vita futura di coppia, con una sola nota stonata: non avrebbe potuto celarle una decisione simile, ingannandola, sempre se si fosse fatta convincere, se avesse preso sul serio un cambio di rotta tanto repentino.

Un rapido esame di coscienza gli confermò che gli avrebbe letto in viso la bugia e il sotterfugio e la sua probabile reazione. E che, difficilmente, avrebbe potuto tenere un simile segreto in una relazione basata su una completa sincerità.

Col principe che lo tallonava, arrivò alla struttura adibita per la festa, fra gli ultimi partecipanti.

«Puoi pensarci tu, per favore?» lasciò Quicksilver a T'Challa, che lo avrebbe legato al suo posto, per non perdere altro tempo.

Entrò trafelato, reggendo il cappello fra le mani. La scena che gli si presentò davanti agli occhi lo rinfrancò.

Fury, sudatissimo e con la camicia sbottonata, faceva volteggiare la sua dama, nientemeno che Amanda Stark in abito bianco, che gli andava dietro finalmente sorridente.

Tony, imbronciato, la blusa più stropicciata di quella di Nick, tentava di superarlo in tecnica con la collaborazione di Natasha, i cui riccioli sfatti ricadevano arruffati e umidi sulle spalle.

I compagni e molti cittadini di Rose Creek battevano le mani, in attesa di capire chi avrebbe resistito più a lungo.

Rafflesia notò il Falco con la coda dell'occhio. Non ricordò di averlo mai visto tanto confuso e spaesato. Si passava la mano sinistra sul ciuffo castano al centro della nuca, ripetutamente, intanto che la cercava con lo sguardo fra la folla.

«Clint» sussurrò, staccandosi dal gruppo che si era posizionato accanto al tavolo delle bevande per dissetarsi, dopo aver impiegato il tempo in decine di balli. Lei stessa aveva danzato, soprattutto con Bruce, accettando inviti galanti anche dagli altri pistoleri che l'avevano intrattenuta a turno.

Quasi corse, per quanto glielo permisero le scarpette da ballo.

«Rafflesia, amore» turbato dalla sua avvenenza, dal corpo avvolto nella stoffa lilla dell'abito regalatole da Banner, fu travolto dall'abbraccio affettuoso e vitale. L'essenza di rosa unita alla fragranza personale della pelle gli intossicò l'anima. Cedette, aprendo il proprio cuore a una confessione sentimentale molto apprezzata mentre la bruna nascondeva il viso nell'incavo del suo collo.

Lei rimandò le domande a un momento successivo, contenta che fosse sano e salvo «Clint, amore mio, stai bene?» lo contraccambiò, immediatamente, sentendo la bocca posarsi sul nastro lilla e spostarsi fino a giungere al pezzetto di cute che voleva adorare.

Il lembo di fronte dove il taglio della caduta da cavallo si era rimarginato, mantenendo un color rosa intenso sulla linea di unione dei lembi. Punti egualmente distanziati indicavano il passaggio dell'ago del dottor Strange.

La bocca maschile seguì la strada dalla ferita al naso e alle labbra che la signorina Tyler schiuse per assaporare il gusto unico del suo sceriffo. L'alta gradazione alcolica dell'acquavite si stemperò nella nota fruttata del limone del punch agrumato realizzato da Erika, con una ricetta personale limitata nell'utilizzo di liquore.

Le spezie usate dagli indiani e la dolcezza della compagna calmarono Barton. Le prese la mano, sbaciucchiandola con devozione.

Il chiasso per il tifo alle due coppie in una gara all'ultimo passo era aumentato, il Falco rise «Tony sta per svenire, Nat lo seguirà a breve».

«Noto una sottile rivalità tra Amanda e Natasha. La faida familiare con Tony è una sfida perenne, invece, da quanto ho visto» Rafflesia lo lasciò fare, adorava i bacini sulle dita.

«Sapevi che Anthony aveva invitato la vedovella e pure che avrebbe indossato un abito colorato d'azzurro» usò il nome di Stark per intero, con l'inflessione vocale della mamma iperprotettiva che lo trattava ancora come un poppante.

«Occhio di Falco, errore: è color carta da zucchero. E avevo capito che ci fosse una simpatia fra il vicesceriffo e la proprietaria del saloon un tempo sempre di nero vestita. Natasha e Amanda battagliano per l'attenzione di Stark!» il braccio sinistro di Clint sui fianchi, osservò il vicesceriffo abdicare alla prestanza e tenacia di Fury e sbraitare «Mi arrendo, maledizione, prima di lasciarci le penne».

Era talmente occupato nella danza scatenata da non essersi accorto della presenza del pistolero.

Gli altri amici, invece, avevano aspettato che terminasse il saluto con la sua dama.

«La mamma di Tony e il sindaco Fury sono in forma incredibile» Natasha cercò di accomodare la pettinatura, con l'aiuto di Wanda. Non c'era una forcina rimasta al suo posto.

«Ci penso io, cara, ti ho pettinata e ora sistemerò il disastro che hai in testa» in poche mosse di Amanda la capigliatura tornò meglio di prima «Non abbattetevi, sarà per la prossima volta» confortò Romanoff, versando poi una coppetta di punch per sé e Fury. Sollevata la gonna, prese una fiaschetta d'argento con le sue iniziali, infilata sotto la giarrettiera, e versò un dito di liquore nei bicchieri «Punch serio, per adulti, col whisky di Nat». Pronunciò il diminutivo di Natasha, con familiarità e tenerezza.

«Cosa voleva Zemo da te, Barton?» proprio il sindaco, sorseggiando il punch corretto, pose la domanda che tutti volevano fare.

Clint, mano nella mano con Rafflesia, si servì a propria volta della bevanda. Fece un sospiro, incamminandosi verso il retro della struttura, seguito dal gruppo.  Alcuni tavoli illuminati da candele accese, custodite da cestini di papaveri e margherite, ospitavano i partecipanti alla festa.  L'aria fresca fu leggero palliativo.

La margherita nel centrotavola gli rammentò il momento in cui ne aveva infilata una analoga nel pacchetto contenente la camicia sporca di sangue di Johnny, promettendo a suo padre che ne avrebbe trovato gli assassini.

Il volto paffuto di Bruce gli rimandò il sermone sul concetto dell'amore; gli occhi pieni di speranza e mai domi, la mano calda e palpitante di Rafflesia, confluirono, invece, in un'unica risposta, inequivoca «Zemo mi ha offerto molti soldi, monete d'oro in quantità per convincere Rafflesia a vendergli la sua proprietà. Con lei lontana da Rose Creek» messo sul tavolo il punch, le prese le mani fra le sue, portandole al torace, all'altezza della stella da sceriffo «Avrebbe spianata la strada per l'acquisto delle terre a un prezzo ridicolo».

Deglutì, fissando il suo mondo di glicine.

«Caspita, che gran bastardo» Tony commentò, compresa la gravità della proposta e che ci fosse dell'altro.

«Rafflesia, ha minacciato di rivalersi su di te, se non accettassi. Farò ciò che tu ritieni meglio, ne va della tua vita, dell'incolumità tua e dei tuoi cari» si rimise a lei, a testa bassa, il cuore in tempesta.

«Clint, amore» gli altri attorno si erano ammutoliti, la bruna guardò Erika, stretta a Loki, che le rivolse un'occhiata condiscendente. Baciò la fronte del pistolero «Non ho paura, parlo per me e mia sorella. Non potrei mai abbandonare gli abitanti di Rose Creek al loro destino e... nemmeno tu, sceriffo Barton» gli carezzò la guancia e la manina calò a coprire la stella a sei punte.

Si ritrovò strizzata in un abbraccio che le tolse il fiato nella sola decisione possibile, che il Falco accolse, consapevole della durezza della prossima reazione di Zemo.

Il corpo arcuato di Rafflesia ricordò a Bruce una farfallina dalle ali violette posatasi sul fiore da cui succhiava la linfa vitale: una margherita e non un papavero. Col sottile rammarico che non sarebbe stata sua, la appoggiò «Siamo pronti a combattere il barone, in fondo siamo venuti per questo, Clint, saremo al vostro fianco e non siamo proprio da buttar via, no?».

«Hai già dato una risposta a Zemo?» Fury s'informò.

«Ancora no» tenne per sé i dubbi esistenziali che lo avevano dilaniato, certo che chiunque avesse una persona custodita nel proprio cuore lo avrebbe compreso «Dovrei comunicargli la mia decisione entro l'alba di domani».

«Allora questa è la nostra notte, scateniamoci» Amanda pregò che non fosse l'ultima notte felice per il figlio e gli amici. Tuttavia era l'occasione per trascorrere qualche ora in maniera divertente e spensierata, e le ragazze avevano profuso molti sforzi per la buona riuscita dell'evento. Anche Natasha, a cui si era avvicinata umanamente, visto il tempo trascorso al suo saloon, apprezzandola per l'energia e l'intelligenza. E lei restava pur sempre una madre...

«Giusta considerazione! Che canzone meravigliosa» Eleanor ascoltò l'incipit di una melodia romantica, La canzone del cowboy innamorato, e si sporse verso Thor, che le offrì il braccio per condurla in pista, imitato dalle altre coppie presenti.

James si accostò al buffet delle cibarie poiché il turno del carnet di ballo con Wanda spettava a Steve.

Barton preferì restare nella parte della sala più lontana dall'orchestra, per riservatezza.

«Perché esiste qualcosa in cui Occhio di Falco non primeggia?» Rafflesia scherzò, la testa sulla sua spalla, il busto sul suo torace, le labbra sul suo collo.

«Signorina Tyler, si sbaglia di grosso, ho avuto un maestro molto valido. Confesso, ho preso lezioni da Stark, lezioni indigeste». Tony si era offerto volontario per mostrare qualche passo ai compagni neofiti della danza e Barton, fra una litigata e uno strillo, si era districato in alcune figure, imparando a portare la propria dama con destrezza.

«Ci tenevi proprio per esserti sottoposto a una simile tortura. Grazie» la parola tentennata conteneva ben altro che il ringraziamento per la pratica da ballerino, in cui eccelleva.

«C'è stato un momento in cui ho pensato di cedere al ricatto di Zemo, che la nostra salvezza fosse lasciare il villaggio. Ho immaginato un nostro ranch, coi tuoi cavalli, una nuova vita, pagata a un prezzo troppo caro. Non credo sarei più riuscito a guardarti negli occhi e sarebbe stato un peccato mortale» guidava la sua compagna perfettamente, in una danza d'amore.

La canzone era una delle ballate più note dal tono sentimentale del Far West, conosciuta come La valle del fiume rosso, nata all'inizio come La canzone del cowboy innamorato.

"Sto lasciando questa verde valle,

mi mancheranno i tuoi occhi e il tuo sorriso, luminoso come il sole,

e che ha illuminato per un po' il mio triste cammino.

Devo andare ma non vorrei farlo, siedi accanto a me ancora un po';

e se vorrai, ricorda la valle del fiume rosso e colui che ti ha amato una volta,

qui, con tutto il suo cuore e per sempre."

«Sì, lo sarebbe stato. Lo abbiamo già, Clint, il nostro ranch, mancate solo tu e Quicksilver. Resterai con me, quando questo inferno sarà finito?» la speranza che la tenacia avrebbe colorato d'azzurro il cielo del loro domani, auspicò una loro certa vittoria.

«Fare l'agricoltore e l'allevatore di cavalli, e mettere le pistole al chiodo?».

«No, puoi tenerle. Non si è mai visto uno sceriffo disarmato».

«In effetti, no» le dette ragione, rimirandola. Era un motivo eccellente per cambiare vita, il migliore che un uomo potesse avere «Sei tanto bella che ti chiederei di sposarmi, qui, su due piedi!». Mosse la stoffa della giacca simulando il battito del cuore al di sotto.

«Bruce ha espresso il medesimo desiderio. L'ha confessato mentre ti aspettavamo, al ranch. Non voglio segreti fra noi ed era un pensiero espresso a voce alta, rimasto solo un pensiero» forse per una signorina di buona famiglia non stava bene, ma intorno a loro c'erano poche persone e si sentì libera di alzare il viso e tirare a sé Clint, dal bavero della giacca.

Non c'era nulla di più simbolico del bacio appassionato che gli dette per sgomberare le nubi di possibili gelosie. Due pretendenti validi dopo anni di personaggi sbiaditi presentatisi alla porta di suo padre... quasi le venne da ridere, riflettendo sulla questione e che la domanda incompiuta dell'ex sacerdote non l'avesse infastidita, ma lusingata. Ma di una cosa non aveva avuto dubbi, sentendogliela pronunciare: il suo cuore apparteneva a Occhio di Falco. Banner era un uomo splendido, intelligente e avevano molto in comune e, forse, se non si fosse innamorata di Clint, avrebbe potuto frequentarlo. Ma il destino aveva deciso in maniera diversa.

Le labbra addolcite dalla grazia della sua dama, la rasserenò «Il prete è la serietà fatta persona. Se te lo ha detto è perché sente di volerti bene. E, bella signorina, nessuno può capirlo più del sottoscritto».

«Mi piace quando sei comprensivo. Guarda un po', chi l'avrebbe detto!» indicò col capo la coppia in verde, avvinghiata alla loro destra.

«Le sorelle Tyler colpiscono ancora» Erika e Loki erano avviluppati in un bacio, vorticoso come i passi danzati dai loro piedi.

Le mani di Laufeyson erano finite nelle trame della treccia di capelli biondi, quelle della partner sotto la giacca nera. Un'ultima giravolta a occhi chiusi e finirono, fortunatamente, nell'area dei tavolini, oramai sgombra di altri ospiti.

«Galeotto fu un biscotto, fa pure rima» la risatina di Rafflesia si appaiò alla nota finale della canzone, a un lunghissimo applauso per l'impegno profuso dall'orchestra e a un rumore molto forte, un colpo deciso proveniente da fuori. Sussultò, per un attimo, la mano sinistra del Falco che le teneva il gomito «Sono i fuochi d'artificio, l'avevo scordato. Era una sorpresa» talmente ben nascosta che l'aveva dimenticata, nel trambusto emotivo fra la preparazione per la serata, la preoccupazione per la sorte di Clint e all'incontro con Zemo.

«Uno spettacolo pirotecnico? Che meraviglia, andiamo fuori» l'accompagnò con la mano sulla schiena, sopra il fiocco violetto, riunendosi con i colleghi che si erano precipitati per assistere ai giochi di spari.

Steve raccontava a Wanda e agli altri, che ascoltavano interessati, le nozioni sulle origini dell'arte della pirotecnica «Il termine deriva dalla parola greca pyros ovvero fuoco. Nacquero in Oriente, probabilmente in Cina. Si dice che all'origine vi fossero alcuni esperimenti di alchimisti cinesi che provarono sostanze di origine vegetale, animale e minerale per trovare l'elisir di lunga vita. Uno degli scienziati scoprì che, mescolando le giuste quantità di carbone, salnitro e zolfo si poteva ottenere una sostanza che, se riscaldata, poteva innescare un'esplosione. Beh, signori miei, nacque così la polvere da sparo».

«Di certo sappiamo che in Cina i fuochi artificiali erano conosciuti e usati per celebrare feste e matrimoni. Compressa in un tubo di bambù la polvere di fuoco permetteva di ottenere diversi tipi di giochi pirotecnici. Il passo per estenderne l'uso alla tecnologia bellica fu breve» Rogers era appassionato di storia oltre che di armi «Durante gli anni della Dinastia Song, l'uso della polvere da sparo per scopi militari era comune. Venne utilizzata dall'esercito imperiale cinese contro gli invasori Mongoli, i cannoni di epoca Song precedettero di almeno centocinquant'anni i corrispettivi europei».

«Molto avvincente» Pietro, allontanatosi per il turno di controllo delle ville, era riuscito ad arrivare in tempo per lo spettacolo pirotecnico. Alzò gli occhi al cielo, dubbioso che certi discorsi rappresentassero un romantico corteggiamento alla sorella che, tuttavia, pendeva dalle labbra del Capitano.

«Non è chiaro come arrivò in Europa, se siano stati proprio i Mongoli o qualcuno attraverso la Via della Seta. Fatto sta che, nel Vecchio Continente, i primi fuochi artificiali furono sviluppati assieme alle applicazioni militari della polvere da sparo e usati, nel XII secolo, soprattutto per celebrare le vittorie nelle guerre. La formula della polvere da sparo utilizzata ancora oggi viene attribuita all'alchimista inglese Ruggero Bacone, padre francescano, uno dei padri dell'empirismo, intorno alla metà del 1200».

Bruce aggiunse «Durante il Medioevo si cominciarono a usare i fuochi d'artificio durante le cerimonie religiose e le rappresentazioni teatrali come effetti speciali. Nel corso dei decenni si svilupparono fino a diventare lo spettacolo pirotecnico che conosciamo oggi».

«E godiamoceli, allora, che noiosi siete, a volte!» Tony alzò il naso verso il cielo stellato dove i razzi iniziarono a illuminare la volta limpida da cirri.

Schizzi di colori, a raggiera, si alternarono nelle sfumature dei più classici toni del giallo e dell'arancione, e poi dei più moderni e recenti rosso, verde e blu.

Fontane sfavillanti sembravano scendere addosso ai partecipanti al ballo.

«Sono incredibili» Rafflesia commentò, entusiasta. I suoi compaesani e amici avevano tutti il naso all'insù. I cestini di vimini, nonostante le ristrettezze economiche, erano stati riempiti di diversi dollari, grazie alla loro generosità. La festa era stata un vero successo e i fuochi la ciliegina sulla torta dell'organizzazione.

«Tu lo sei» Clint la lusingò «Sono simbolo di festa, rappresentano la gioia, l'energia e i buoni auspici: la volontà di lasciarsi alle spalle i problemi augurandosi che il nuovo giorno sia sempre migliore di quello appena trascorso». Lo disse, lasciandole un tenero bacio, con la certezza che non sarebbe stato così, non immaginando lontanamente cosa avrebbe riservato loro il futuro più prossimo.

💘

Nota dell'autrice

"The red river valley" ovvero "La valle del fiume rosso", nata come "Song cowboy love", ovvero "La canzone del cowboy innamorato", è datata 1882, quindi, ben tre anni dopo l'ambientazione della nostra storia, del 1879.

Ho preso una licenza poetica, connessa al testo, che ho amato molto e che ritroverete più avanti.

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