Capitolo 11 Regali d'Amore

«Oh, ciao, Bruce, ero entrata dal retro e non ti avevo visto, prima» Rafflesia si era trovata a fianco di Banner, uscendo dalla stanza adibita a camerino per le donne, all'interno dell'emporio Maximoff.

Natasha, a pochi giorni dall'evento del ballo, aveva insistito che andasse almeno a provare un abito a suo dire disegnato per lei, adocchiato al momento dell'acquisto del proprio e su cui aveva mantenuto il massimo riserbo.

La bruna non aveva la possibilità di comprarlo, tant'è che lei e la sorella Erika avevano deciso di partecipare alla festa con vestiti già indossati in precedenza. Quando Romanoff aveva minacciato di interrogare Wanda per sapere se l'amica si fosse effettivamente recata al negozio, quest'ultima aveva acconsentito, suo malgrado.

Solitamente i vestiti erano realizzati a mano, perché poche famiglie potevano permettersi di acquistare capi d'abbigliamento direttamente in bottega.

L'abito decantato da Natasha era stato disegnato e prodotto da una famosa e decantata ditta del New England, specializzata in cerimonie ed eventi. Quando lo aveva infilato, Rafflesia aveva dovuto concordare sul giudizio di Vedova Nera. La linea e i colori erano di suo gusto, la gonna violetta a richiamo della stoffa della parte superiore del corpetto era ricoperta da rose bianche di seta tanto ben realizzate da sembrare vere; lo stesso materiale era stato utilizzato per il bustino mentre un fiocco lilla era attaccato all'altezza delle fossette di Venere.

Il ciondolo a goccia in ametista, che cadeva in un punto strategico della scollatura, e il nastro di Clint a fermare i capelli sciolti, sulla nuca, rappresentavano il completamento perfetto della sua mise. Stonava soltanto il piccolo bendaggio sulla fronte, a copertura dei punti di sutura che Stephen Strange avrebbe tolto nei giorni successivi.

«Che incanto sei, Rafflesia» Pietro, il fratello gemello di Wanda, un giovanotto dai capelli biondo chiaro e dagli occhi carichi d'azzurro, dinamico e con la lingua sciolta, si complimentò. E non era un ossequio per invitarla all'acquisto, poiché conosceva i suoi problemi finanziari, comuni agli abitanti del villaggio.

Si occupava, in parallelo, dei clienti maschi, in fila fuori dalla bottega per lo stesso motivo dell'ex prete: trovare un vestito per il ballo, degno di questo nome. Aveva incoraggiato Bruce su un completo tre pezzi col panciotto, in fresco lana grigio scuro, spiegandogli che il vicesceriffo Stark era passato, in tempi non sospetti, facendoglielo riporre proprio per lui.

I pistoleri avevano discusso in molteplici occasioni sull'opportunità che Banner partecipasse al ballo, a cui voleva soprassedere a seguito del rifiuto della signorina Tyler. Quando l'avevano convinto ad andare, la diatriba era passata alla necessità di comprare un vestito nuovo. Un obbligo, lo aveva definito Tony, scarpe di capretto scure e bombetta di taglio elegante comprese.

Così anche l'ex sacerdote si era messo in coda con gli altri avventori, per far contento Stark, non immaginando di incontrare proprio Rafflesia, con cui i rapporti erano comunque continuati sempre all'insegna dell'amicizia e della cordialità, senza alcun imbarazzo.

Si erano accostati, gomito a gomito, davanti al grande specchio del negozio a figura intera.

«Ha ragione Pietro, sei meravigliosa» Bruce si commosse; non era solamente meravigliosa, risplendeva di una luce particolare che illuminava a giorno l'interno della bottega, più di qualsiasi lampada a olio, di un chiarore connesso alla corporeità e allo sfavillio dell'anima.

«Nemmeno tu sei male, un figurino. Ho sentito che vi sia un certo fermento per il ballo anche fra voi maschietti» fermento era un eufemismo. Alla sua magione gli ospiti si erano scatenati, coinvolgendo pure Maria e Phil per suggerimenti e chiacchiere su inviti e abbigliamento, in una divertente distrazione dal recente lutto che li aveva colpiti.

«Confermo» Banner ridacchiò, indicando con il sopracciglio Wanda, allontanatasi di qualche metro per permetter loro di specchiarsi in libertà.

«Capito, indagherò e ti darò un aggiornamento» lei bisbigliò, muovendo il busto a destra e a sinistra «Natasha ha avuto l'occhio di falco, stavolta, è un vestito pregevole» prese tra le dita il cartellino del prezzo, legato alla sottogonna con un cordoncino di iuta e una spilla da balia e fu schietta, ammettendo con un pizzico di delusione «non posso permettermelo, Wanda, scusami se ti ho fatto perdere tempo».

«No, Rafflesia, perché? Ripensaci. Potrei farti un piccolo sconto e per il pagamento concorderemo delle rate, prendilo ugualmente» a nessuna altra compaesana sarebbe stato tanto bene e nel piccolo villaggio di Rose Creek le occasioni mondane scarseggiavano.

Era talmente bella con quel vestito indosso che Banner ebbe un solo desiderio: farla felice. «Mi piacerebbe regalarti l'abito, purché tu non ti offenda e Clint non mi uccida». Non gli interessava che non sarebbero andati al ballo insieme, aveva in mente soltanto il pensiero della figura armoniosa e femminile che danzava svolazzando con la gonna a ruota, a mo' di una farfalla sui fiori di campo.

«Come farai?» la bruna lo fissò, interdetta. I soldi, all'incirca coincidenti con la somma ricevuta da Barton, gli sarebbero bastati a malapena per il proprio completo.

«Rinuncerò al mio completo per acquistare il tuo; non lo sai che la vanità è peccato mortale? Figurati per un ex prete. Sono certo che, nella cassapanca della camera da letto dei tuoi genitori, rimedierai qualcosa di passabile per un simpatico pretendente rifiutato, con qualche chilo in più» lo disse in un tono a metà fra il serio e il faceto. Non era tipo da tenere il broncio e non lo sarebbe diventato, nonostante la mora avesse scelto Barton.

«Non ho mai sentito nulla di più romantico, signore, un uomo che regala un abito alla donna che andrà al ballo con un altro. Lei deve essere un po' pazzo, in senso buono» Pietro si meravigliò della proposta di Banner, invidiando la sua magnanimità.

Gli occhi scurissimi di Bruce, neri di carbone, trapassarono l'anima di Rafflesia che, di getto, controbatté «Oppure deve essere speciale, come sei tu, Bruce». La bontà che trasmetteva in ogni gesto verso il prossimo, la morale profonda che lo contraddistingueva la fecero arrendere. Avrebbe spiegato lei a Clint la natura e il significato del dono, certa non si sarebbe inquietato «Accetto, grazie, in nome della nostra amicizia, con la promessa di un ballo insieme».

«E' andata, allora. Pietro, spiacente, non potrò comprare l'abito per me: per favore dimmi quanto devo per quello della signorina Tyler» invitò il ragazzo a preparagli il conto mentre Wanda si spostava nella stanza attigua, utilizzata come spazio per le prove e per prendere le misure per le modifiche.

«Un giorno spero di essere fortunata al tuo stesso modo; hai due spasimanti che stravedono letteralmente per te. Lo sceriffo Barton sembra così focoso e passionale, il signor Banner cortese e di gran cuore, hai l'imbarazzo della scelta».

Specchiandosi e rivoltandosi di schiena più volte, Rafflesia controllò che la stoffa non tirasse nei punti strategici né che fosse troppo abbondante. Il vestito era perfetto sul serio, come se un sarto mai incontrato lo avesse tagliato a misura sul suo fisico «Sono due persone eccezionali, entrambe. Wanda, non abbiamo cambiamenti da fare. Lo tolgo e puoi incartarlo, per favore». Si fece aiutare dalla biondina per non rovinarlo o gualcirlo, ricordando che anche lei aveva ricevuto più di un invito «Dato che abbiamo affrontato argomento dei pretendenti... Mi hanno detto che tu sei molto ricercata; hai deciso chi ti accompagnerà al ballo d'autunno?».

«Non esattamente. Me lo hanno chiesto in due, sia Bucky sia Steve e io, per non deluderli, ho pensato di andarci in tre, a livello amicale. Mi recherò lì con mio fratello e danzerò e mi intratterrò con entrambi. Ti sembra troppo moderna come decisione?». Rogers e Barnes erano molto simili e molto differenti, non se l'era sentita di dare il benservito all'uno o all'altro.

«Assolutamente no, anzi. I nostri soldatini sono così amici che potreste celebrare il primo matrimonio a tre della storia, e ballare con ambedue sarà tanto divertente» fu solidale, rivestendosi. Certamente il capitano e il sergente avevano preso sportivamente l'incertezza della piccola Maximoff e la ragazza non era ancora divenuta motivo di rivalità o battibecchi. L'avevano invitata, con l'idea che avrebbe vinto il migliore l'opportunità di frequentarla, o almeno quello che le piaceva di più e non era andata esattamente così.

«Bene, provvedo a prepararti il pacco, e a posarlo sul retro del calesse, Coulson lo ha lasciato all'uscita del retro del negozio per caricare le sementi» il fedele Phil l'aveva accompagnata in città poiché avevano anche altre incombenze di cui occuparsi.

Bruce l'attendeva alla porta principale dell'emporio e non resistette all'ennesima proposta «Mangiamo un boccone da Nat? E' quasi ora di pranzo». Rafflesia, nei calzoni marroni e camicia beige che le aveva visto indosso al mattino, durante la colazione, era bella e naturale, forse più avvenente che con l'abito di sartoria. 

«Avevo appuntamento con Clint, se non ti spiace vieni assieme a noi» il Falco l'aveva invitata per stare un po' da soli e il locale di Romanoff era il migliore della città. Sarebbe stato comunque un momento non troppo riservato, giacché conosceva ogni compaesano.

«Bruce, vieni, insisto» Barton comparve alle spalle della bruna a cui porse il braccio, immediatamente.

Lei lo incrociò col proprio e pose la manina opposta sull'avambraccio maschile. Il cappello da cowboy del pistolero servì a copertura dello sfiorare delicato delle loro labbra, che non desideravano esibire in pubblico.

«Sei sicuro, capo?» non voleva disturbarli e non era sicuro di tollerare le effusioni dei due innamorati.

«Thor e Stark ci aspettano lì. Mi spiace, signorina Tyler, ho dei compagni invadenti. Già ti sono piombati in casa, dovremo condividere pure la tavola di un pranzo romantico!» gli avevano riferito dell'alternanza continua fra momenti di serenità e di aspre discussioni fra Erika e Loki, che continuava a prendere beccate da Bellatrix, e delle passeggiate notturne di Banner, che spariva per ore per ricomparire al mattino. Almeno poteva contare sulla discrezione e l'educazione di James e di Steve e sulla galanteria di Odinson.

Che aveva chiesto un tavolo per quattro, a cui venne aggiunta immediatamente una sedia per Bruce.

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Shania Twain è Eleanor Tripster

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«C'è un'amica che non vedo da tempo perché è stata fuori città e a cui vorrei chiedere di unirsi a noi! Eleanor!» Rafflesia raggiunse una donna che consumava un boccale di birra sugli alti sgabelli del bancone. I lunghi capelli scuri e mossi fino ai fianchi, era vestita in modo piuttosto sportivo e sensuale per una signora. Gli stivali, usurati e sporchi di fango e fili di paglia, denotavano lavorasse all'aria aperta.

Sul rosso del gilet portato su una camicia scollata di candido cotone risaltava il verde degli occhi.

Uno scambio di battute e la donna, col proprio bicchiere e un capiente zaino di cuoio con le frange raccolto dallo sgabello limitrofo, prese posto fra Thor, che si presentò educatamente, e Stark, che si esibì nella ruota del pavone, ammiccando. Estrasse un cilindro di tabacco da un raffinato portasigari da tasca in papier mâché di origine tedesca - il più particolare della sua collezione - decorato con una miniatura dipinta a mano di due bellissime giovani donne svestite spiate da due uomini nascosti tra gli alberi, esibendolo con sfrontatezza.

Il retro della custodia, decorato da una scritta Segars in dorato, spiccò, mentre la riponeva nella tasca destra della giacca.

«Eleanor Tripster è un'amica e anche la veterinaria dei miei animali, specializzata in cavalli» terminati gli altri doverosi saluti, la bruna la introdusse.

«Credevo fosse un mestiere riservato agli uomini, madame, mi sembra troppo bella per stare in mezzo alle bestie» Rose Creek era piena di soprese, una più carina dell'altra. Tony gongolò di aver tanto insistito con Clint per accettare la missione contro Zemo, il cerino per accendere il sigaro quasi a bruciare le dita fra cui lo teneva.

«Un po' sessista come discorso e mi creda, signor Stark, la dimestichezza con gli animali mi aiuta parecchio con il genere maschile» Eleanor rise, molto divertita dall'atteggiamento del vicesceriffo.

«Comprendere gli animali è una dote innata a cui certamente bisogna aggiungere studio ed esperienza, denota un'indole sensibile e un grande amore per la natura. In caso contrario, le bestie puzzolenti come Tony lo sentirebbero da subito e gestirle diventerebbe complicato» Odinson la difese, in una presa in giro non troppo fantasiosa dell'amico baro e proseguì «i cavalli del ranch Tyler sono splendidi, ciò significa che stai facendo un ottimo lavoro» la lodò, sentendosi istintivamente attratto da lei. Alle parole sincere, gli si imporporarono le guance in maniera evidente «Scusi, signorina Tripster, le ho dato del tu. Posso prendermi una simile confidenza?».

«Certo, Thor, mi fa piacere. Solleciterei le cameriere per il servizio. Ho ordinato un panino per rimanere leggera e poter riprendere le mie attività al più presto. Sono stata lontana dal villaggio per alcune settimane per affiancare degli amici in un rodeo in Arizona e sono tornata l'altro ieri» doveva recarsi in una tenuta distante alcune miglia e non voleva appesantirsi. Ma il momento di socialità al tavolo era diventato più interessante di una semplice pausa alimentare.

«Panini per tutti, che dite?» Clint vide Natasha uscire dalla cucina e le si rivolse direttamente «Vedova, avremmo bisogno di un pranzo veloce».

«Ubbidisco, sceriffo Barton. Tutti scattano a ogni tuo ordine!» sdegnata, gli fece una linguaccia «Ricordati bene. La superbia arrivò a cavallo e andò via a piedi».

«Nat, dei sandwich ben farciti sarebbero l'ideale per spezzare la nostra fame, se non è troppo disturbo» Rafflesia compensò la durezza del proprio cavaliere, domandandosi se la sua migliore amica e l'uomo che stava frequentando sarebbero stati mai almeno alleati in qualcosa. Ebbe subito la prova che fossero lontani da quel punto.

«Subito, solo perché sei tu. E la miglior birra dello stato, quella che beve Eleanor, l'unica intenditrice fra noi. Per te, Falco, la mescerò personalmente e vedrai l'effetto: ti stecchirò, fosse la volta buona che ti togli di torno. Farà l'effetto dei pugnali di Loki: immediato» si passò il dito indice sulla gola, a segno del futuro avvelenamento, sollecitando una delle cameriere.

«Prete, vecchio mio, hai comprato il bel vestito che avevo fatto mettere da parte per il tuo fisico scultoreo?» Stark, che già bisbocciava con il vino rosso, era inconsuetamente allegro; provò ad allontanare il grammo di acredine nella conversazione, non sapendo cosa gli sarebbe capitato in sorte di lì a breve.

«A tal proposito, Tony, permettimi di rispondere al posto di Bruce. No, ha voluto regalarmi l'abito che indosserò al ballo, usando la sua parte di anticipo sull'incarico, ricevuta da Clint» Rafflesia carezzò il ginocchio di Barton sotto il tavolo, manifestando che non avesse nulla da temere e di cui ingelosirsi «Tengo a ringraziarlo, davanti a voi, per il suo dono e per la sua amicizia preziosa».

Il Falco contrasse le gambe, irrequieto alla notizia, ma il calore della mano femminile lo tranquillizzò. Non poté che rallegrarsi del carattere pacato e solare del collega «Un bel gesto e non è da tutti, credo che tu sia sempre stato il migliore di noi, Banner».

«Migliore, senza vestito elegante! Ti assolvo dal peccato di non aver seguito il mio consiglio... Santo Dio! Amanda!» dalla vetrata del saloon Stark osservò la diligenza, fermatasi proprio all'ingresso del locale, il volto diventato del colore del tabacco fumato.

Il postiglione si era affrettato ad aprire lo sportello e a offrire aiuto a una donna bionda dalla tenuta principesca, cui si affilò portandole la pesante valigia all'interno.

L'abito in raso celeste dalla manichette a sbuffo, il corpetto con applicazione di macramè in avorio e perline ricamate e i pizzi chiari la rendevano insolitamente elegante per il mezzogiorno polveroso di Rose Creek. Il cappellino abbinato in testa era una vera e propria sciccheria.

Ogni persona in strada si era fermata per guardare l'affascinante forestiera.

«Chi è?» Natasha interrogò Tony, osservando la signora entrare nel locale.

«La regina della crinolina» mugugnò lui, grattandosi il pizzetto scuro, in preda a un attacco di scabbia della peggior specie: familiare.

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Sharon Stone è Amanda Stark

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«E' la madre, la madre di Tony! Siamo rovinati, preparati!» sussurrò Barton all'orecchio di Rafflesia, mettendola sull'avviso dell'identità della nuova arrivata e del suo particolarissimo carattere.

«Signora Stark, che piacere» Bruce scattò sugli attenti, sgravando il postiglione del bagaglio. Quando Amanda Stark si presentava senza invito, stava per accadere un disastro, un'esplosione di nitroglicerina pura da cui era meglio stare lontani, quasi peggio del terremoto che aveva colpito la sua povera congregazione.

«E' tua moglie? Non sapevo che fossi sposato» Romanoff iniziò a tossire, la saliva le era andata di traverso al pensiero che il suo ospite fosse maritato. I sottili lineamenti del viso e gli occhi azzurri della bionda non le rimandarono la parentela, né poteva immaginare gli anni della donna, portati assai bene.

«No, tesoro, sono sua mamma. Anthony! Sono venuta appena ho saputo. Sei diventato matto a metterti contro al barone Zemo?» offrendo la guancia da baciare al figlio, rimproverò Clint «Occhio di Falco, lo hai convinto tu a seguirti in questa impresa suicida? Il mio povero bambino».

«Non esattamente, Amanda» il pistolero si difese, tentando di non scoppiare in una risata che gli stava montando dalle viscere.

«Forse sono di troppo» Eleanor fece per alzarsi, ma desistette, colpita dallo sguardo di Thor: due occhi languidi come uno dei cani sanbernardo che aveva in cura in un ranch della zona «Per favore, mi sembri una delle poche persone sane di mente al nostro tavolo! Resta, nei sarei confortato».

Afferrato il tono della conversazione, Amanda rispose al biondo «Cos'è, vi siete spaventati? Io dico solo la verità».

«Signora Stark, abbassi la voce, per cortesia» alcuni avventori avevano smesso di mangiare per impicciarsi delle loro chiacchiere e Natasha cercò di quietare gli animi.

«Tu saresti? Vedova Nera, presumo, dal piglio da generale e per l'orribile vestito che indossi, inadatto alle ore del giorno. Non solo il modello è volgare ma il colore non ti valorizza, cara» da brava mamma chioccia si era informata sulle amicizie del figliolo e sugli eventi che avevano colpito la cittadina, e anche su chi avesse assoldato la squadra di Clint.

Rafflesia vide Romanoff impallidire, davanti a tanta sfrontata sincerità. Per la prima volta aveva trovato chi l'aveva zittita. Prese una sedia libera dal tavolo accanto e vi sprofondò, in silenzio e immusonita.

«Deduco che non siano stati i soldi a portarvi qui, vero, Anthony?» Amanda si rivolse al figlio, con una domanda inquisitoria.

«Ehm, no» Tony farfugliò, cercando sollievo nel sigaro rimasto nel posacenere.

La mamma glielo strappò dalle dita.

Rafflesia credette che lo avrebbe schiacciato e spento; invece lo portò alle labbra per aspirare il fumo e lo rilasciò in un anello dalla forma perfetta, il cui librarsi nell'aria ipnotizzò i presenti che ne seguirono la traiettoria fino al completo sfumare dell'alone candido.

«Siamo qui per aiutare i cittadini di Rose Creek a liberarsi di Zemo, io e Tony siamo stati insigniti della stella di sceriffo e vicesceriffo» Barton le spiegò, ostentando la spilla dorata.

«Le cittadine vorrai dire, Falco» squadrò le tre belle ragazze al tavolo, soffermandosi singolarmente su ognuna di loro. Soppesò le donne con un sorrisetto ambiguo.

«Signora, ci dev'essere un equivoco che vorrei spiegare» Eleanor, che aveva conosciuto i pistoleri da pochi minuti, avrebbe voluto aggiungere di farsi gli affari suoi ma evitò. Desistette, per rispetto, data l'età anagrafica della signora Stark e per la frase che Thor le sussurrò, con un sogghigno «Lascia perdere, con lei è una battaglia persa».

«Certo, proprio un equivoco. È possibile ordinare qualcosa, signora... Wilson» lesse il cognome di Sam sotto il quadro «Non ti risposerai fino alla tomba con il ritratto di tuo marito piazzato lì, ti suggerisco di toglierlo e metterlo in soffitta, per sempre».

«Mamma, per favore, smettila di elargire perle di saggezza che nessuno ti ha richiesto» il baro mai aveva saputo tenerla a bada, ma proprio non mandava giù che si esibisse davanti a Rafflesia, Eleanor e Natasha. Passino i colleghi che la conoscevano e non si formalizzavano, ma le ragazze no. Pensò.

«Non importa, Tony, tua mamma ha ragione e non è l'unica persona che me lo abbia detto. Per adesso il ritratto di Sam resterà al suo posto, ancora non mi sento di toglierlo. Al tavolo hanno ordinato dei panini, ne faccio preparare uno anche per lei?» Romanoff sembrò prenderla pacificamente.

«Un panino? Non sono mica un cowboy» Amanda la fissò come avesse detto un'eresia.

«Abbiamo degli impegni e non possiamo trattenerci, fanne uno pure per lei, Nat» Tony appoggiò la proposta.

«Voi avete degli impegni, non io: desidero un pasto decente da consumare con coltello e forchetta» tamburellò con le dita sul legno del tavolo «soprattutto prima di iniziare una sana partita a carte» ammiccò, con un'espressione furba e saputella, spostando la stoffa dalla scollatura. Nel movimento rapidissimo i commensali intravidero un mazzo di carte francesi fra la crinolina e il seno.

«Possiede le stesse doti di Anthony?» Rafflesia dovette domandarglielo per forza: la signora Stark era esperta del poker e dell'arte del sotterfugio e se ne vantava! L'aspetto elegante di sicuro confondeva gli avversari al tavolo verde, incantati dal suo fascino.

«È lui che ha avuto in eredità una minima parte delle mie» lesse il menù dal foglio passatole da Romanoff «Fai tu, vedovella».

«Si fermerà molto, signora?» Bruce cercò di capire quanto il guaio fosse esteso.

«Prete, chiamami Amanda, te l'ho detto mille volte. La notizia dell'ultimatum di Zemo si è sparsa. Ha dato agli abitanti di Rose Creek un mese per la vendita delle terre e il vostro tempo sta per scadere» nemmeno il sapore del tabacco del sigaro alleggerì la sua pena. Preoccupata per la sorte del figlioletto, lo lasciò nel posacenere.

«Sì, in effetti la minaccia scadrà venerdì, il giorno coinciderà con il solstizio d'autunno e con la festa da ballo organizzata per beneficenza» fu Rafflesia a spiegare, i panini farciti di salsiccia e cavolo cappuccio finalmente in tavola.

«E cosa vi aspettate? Che passerà di campo in campo a sparare ai contadini?».

«Non credo e certo non lo farebbe personalmente» Clint strinse la mano della compagna «Saremmo pronti a riceverlo nel caso di un comportamento tanto sconsiderato. No, non ho idea di cosa abbia in mente» aveva ragionato a lungo coi colleghi sulle prossime mosse del barone.

I suoi uomini girovagavano in città annoiati in apparenza ma con lo scopo di controllare cosa accadesse. L'austriaco si divideva fra la sua magione e i locali migliori del villaggio, con una spiccata preferenza per il saloon di Natasha. Nonostante l'assenza di episodi eclatanti nessuno aveva scordato l'agguato a Rafflesia. La ferita alla testa ancora coperta dalla medicazione era un monito per tutti. Barton si rallegrò che il dottor Strange le avrebbe tolto i punti in tempo per il ballo d'autunno.

«Gustoso» uno spiedino di cubetti di manzo e peperoni raccolse l'attenzione di Amanda. Il piatto comandato da Romanoff, appena portato con posate d'argento e un prezioso calice di cristallo riempito del miglior vino del saloon colse nel segno.

«Eleanor, potresti visitare White Star?» la bruna la buttò lì con indifferenza.

«È incinta?» l'amica intuì dove volesse andare a parare dall'espressione della sua proprietaria. Rafflesia era talmente esperta di cavalli da poter diagnosticare lei stessa una gravidanza dai comportamenti dell'animale.

«Davvero pensi che aspetti?» Clint strabuzzò gli occhi, felice. Il panino passò in secondo piano e lo posò nel piatto, per pulirsi le mani dalla salsa col tovagliolo e prendere le mani dell'amata fra le sue.

«Sì, mi è parsa molto adrenalinica, e, mentre la spazzolavo ho notato alcune secrezioni. Ha la coda sempre alzata» erano i classici atteggiamenti che denotavano l'attesa.

«Ne parlate come fosse una persona, ma è una cavalla, giusto?» l'attacco al secondo spiedino non placò al curiosità della signora Stark. E anche l'atteggiamento affettuoso di Clint, che lei conosceva fin da piccolo e non aveva mai visto tanto preso da una donna; si augurò che lo stesso non fosse accaduto al suo bambino, troppo giovane per prendere moglie.

«Esatto, si tratta della mia mustang, è rimasta incinta del suo compagno, il cavallo del Falco» lisciò il nastro glicine che portava sulla testa, in un riflesso incondizionato.

«Quando è successo?» Barton cercò di ricordare in quali circostanze i due animali fossero rimasti soli e ne rammentò più d'una.

«La gravidanza di un cavallo può rilevarsi dopo soli quattordici giorni dal concepimento» la bruna coprì la bocca, le era uscita una risata birichina «secondo me si è concessa appena conosciuto Quicksilver, scostumata di una cavalla» fece il verso a Clint, rammentando una sua frase.

«Diventeremo genitori, non ci posso credere» il pistolero alzò il boccale di birra «finalmente una bella notizia, alla salute».

«Diventeremo tutti genitori dato che ognuno di noi ragazzi avrà un settimo del puledrino» Tony toccò il boccale del collega col suo bicchiere di vetro, di nuovo colmo di vino rosso.

«Avete accettato in pagamento un cavallo che deve ancora nascere e un ciondolo con un'ametista? Allora è vero! Siete proprio impazziti» la madre non si trattenne dall'ennesimo commento «E l'ametista è quella» l'aveva notata al collo di Rafflesia.

«Amanda, ho dato ai miei compagni ben più del valore del monile, in dollari, e farò lo stesso per il puledro. Non sarà mai di nessun altro se non della donna che è seduta al mio fianco» Clint non lo aveva detto a nessuno prima, poiché la gravidanza di White Star gli era sembrata lontana e incerta. Davanti alla notizia della dolce attesa, le parole erano sgorgate dal suo cuore come un fiume in piena. Non avrebbe venduto il cavallino per alcun motivo, lo avrebbe tenuto per sé o, meglio ancora, sarebbe rimasto a scorrazzare al ranch delle sorelle Tyler. 

Lo sguardo accorato di Rafflesia, che non era riuscita a pronunciare una parola dall'emozione,  e un'unica lacrima scesa dall'occhio destro lo convinse di aver fatto la scelta giusta. Velocemente le pulì la guancia, col pollice «Sarà un campione o una campionessa e lo vedrai ogni mattina nel recinto, affacciandoti alla finestra della tua stanza, dal balcone».

«Di sicuro, discendendo dai vostri due splendidi mustang. Chiederemo a Erika di trovare per il nascituro un nome ispirato alle stelle. Auguri» Eleanor si unì al brindisi festoso, notando la faccia triste di Bruce. Lui aveva donato all'amica un abito da sogno e, tempo un'oretta, il collega lo aveva battuto nuovamente, riscattando il puledrino e promettendolo come ennesimo pegno d'amore.

«Erika e mio cugino Loki sono entrambi appassionati di astronomia. Ieri sera litigavano con accanimento davanti al telescopio posto sulla terrazza» Thor li aveva osservati nelle schermaglie continue «Forse potremmo dar loro il compito di scegliere il nome del puledro, sperando si accordino».

«Forse...» la veterinaria ebbe la certezza che Rafflesia e Clint avrebbero trovato il nome giusto per il nascituro, non consultando altri «Appena avrò un attimo passerò alla tenuta per visitare White Star, ora debbo proprio scappare» riprese lo zaino di cuoio e il cappello appeso alla rastrelliera «Buona continuazione di giornata, è stato un piacere».

«Ti accompagno» Thor la scortò, portandole la borsa, piuttosto pesante «Che ci tieni dentro, un'ascia?».

«Sarebbe nel mio stile, hai azzeccato. Sono semplicemente gli strumenti del mestiere e dei medicinali, stipati per comodità, poiché mi muovo col mio baio» si riferì a uno splendido esemplare di mustang femmina dal mantello rossastro, con la coda e i nodelli bianchi, che l'aspettava nel retro del saloon.

«E' splendida, come si chiama?» il biondo avrebbe scommesso sulla sua provenienza, il nome la confermò.

«Antares, è la stella più luminosa della costellazione dello Scorpione. E' una delle più brillanti costellazioni del cielo, si individua con estrema facilità ed è uno dei principali riferimenti nel cielo stellato. Lo acquistai dalle scuderie Tyler, era ancora vivo il papà di Rafflesia e di Erika, anche sua mamma, in effetti» si turbò, al ricordo «Meglio che vada».

«No, un attimo. Ho il tuo zaino in ostaggio! Non ho una dama per il ballo e so che ci conosciamo dal tempo di un pranzo di un panino. Casomai non fossi già impegnata con un altro accompagnatore, vorrei invitarti al ballo d'autunno. Sarebbe possibile?» la donna lo aveva colpito al cuore, per la bellezza, l'anticonformismo e la modernità. Non vide altra scelta per andare alla manifestazione: o la dottoressa Tripster o nessuna!

«Ma io, veramente...» non si aspettava una simile proposta, nonostante avesse percepito una strana intesa fra di loro, un'elettricità statica piacevolissima. In fondo, non era fidanzata e, a causa della prolungata assenza da Rose Creek per il rodeo, non aveva ricevuto altri inviti. E, soprattutto, come poteva dire di no a un pistolero tanto affascinante e prestante? Spostando lo sguardo tra i bicipiti inguainati nella camicia di cotone che a stento trattenevano i muscoli allenati, gli occhi cerulei di pagliuzze dorate e il sorriso non celato dalle labbra ben disegnate si fece, comunque, lusingare, da galateo e per principio.

«Eleanor, sono certo che ci divertiremo moltissimo, ti prego» il suo fascino perdeva colpi: Odinson dubitò del proprio carisma e sempreverde successo con il genere femminile, mentre lei riprendeva la borsa.

Eleanor, soddisfatta di averlo tenuto almeno un pochino sulle spine, evitò di sentirlo supplicare «Quand'è così, verrò volentieri». Gli tese la mano, che lui afferrò per aiutarla a salire in sella.

«Allora a presto» Thor baciò il dorso della mano che non aveva lasciato.

«A presto» la dottoressa Tripster, lo zaino in spalla, una leggera pressione con gli stivali sulla pancia di Antares, si allontanò, celando il proprio gradimento al suo futuro cavaliere.

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Nel capitolo 11 ho introdotto due nuovi personaggi femminili, donne di bellezza esteriore e carattere forte e peperino, la mamma di Tony, Amanda Stark e Eleanor Tripter, la veterinaria del villaggio, ispirata alla cara LadyAngelFanwriter.



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