Ⅳ
Ormai il Natale è ormai alle porte. Harry e Louis decidono di abbellire la villa del maggiore con decorazioni rosse ed oro, su richiesta del riccio.
C'è un albero di Natale posto nel salotto, pieno zeppo di palline colorate, luci gialle e varie decorazioni qua e la. Louis aiuta Harry a mettere la stella sulla cima e infine osservano compiaciuti il loro lavoro.
Indossano entrambi lo stesso maglione, rosso con una renna sorridente stampata sulla parte anteriore, perché a quanto pare Harry ci tiene alle feste Natalizie e a tutte le sue tradizioni, poi ha convinto il suo ragazzo con una limitatissima sega nella doccia, e Louis non ha proprio potuto dirgli di no.
E' in quel momento, mentre sono abbracciati sul divano coperti dal calore del camino, che Louis tira fuori l'argomento e "Mia madre ha intenzione di venire qui per il mio compleanno."
Onestamente è terrorizzato dalla reazione di Harry. Potrebbe rendersi conto che le cose sono diventate più serie o magari capire che quella non è la vita che cerca, o peggio, l'uomo che cerca. Deve ricredersi quando Harry gli schiocca un tenero bacio sulla bocca, "Questo significa che mi presenterai come tuo ragazzo ufficiale?" chiede, in maniera del tutto scherzosa. Probabilmente ha captato il nervosismo di Louis.
Il più grande scoppia in una risata e sente la tensione scivolargli via. Attorciglia i ricci del piccolo attorno all'indice e sorride sinceramente.
"Sì, piccolo. Voglio presentarti a mia madre e le mie sorelle."
Harry sembra riscuotersi dal torpore e dalle carezze di Louis perché alza di scatto il viso verso di lui e, nel modo più innocente possibile, proprio come un bimbo, chiede "E questo significa che potrò tenere in braccio Doris ed Ernest?".
Louis non può far a meno di sorridergli perché è in momenti come quelli che si convince sempre di più che quel ragazzo è tutto ciò che Louis non stava cercando ma che la vita ha deciso di regalargli senza un perché. E ne è costantemente grato.
"Sì, bambolina. E potrai giocare con le gemelle, parlare di ragazzi con Lottie, commentare le nuove sfilate con Fizzy. Oh, anche insegnare a cucinare a mia madre, ma non dimentichiamoci di me che sono il più bisognoso di attenz-" ma non finisce la frase perché due labbra pienissime vanno a posarsi sulle sue in modo violento. Louis non ha il tempo di metabolizzare o di fare qualsiasi altra cosa, perché Harry si scansa e gli occhi verdissimi, grandi e lucidi lo scrutano attentamente con un sorrisetto sulla bocca.
"Sta zitto, Tomlinson. Ricevi sempre tutte le mie attenzioni, sei proprio un ingordo." Afferma con un tono presuntuoso, ma il sorriso (l'ennesimo che gli dedica) tradisce la sua messa in scena.
"Ah sì? Chiedi immediatamente scusa, Styles. Non farmi passare alle maniere forti." Ma Harry si mette seduto sul divano, un lampo di sfida attraversa i suoi occhi mentre schiocca la lingua contro il palato e "Nah-ah." Con aggiunta di cenno col capo.
Inutile dire che la discussione si tramuta in solletico per Harry.
•••
Harry è nervoso, lo si può notare dal suo andare da una parte all'altra per le stanze, il suo saltellare da un piede ad un altro e. Ah, sì, la sua sfuriata contro Louis di qualche istante prima.
Beh, non che Louis stesse facendo qualcosa di male, semplicemente era disteso sul divano a guardare una vecchia partita del Manchester in tv ed Harry, vedendolo far nulla, ha iniziato ad urlargli contro di vestirsi, sistemare i suoi panni gettati alla rinfusa in camera da letto e dare una sistemata alla barba troppo folta per i suoi gusti. Si è lasciato sfuggire anche uno 'stronzo', ma Louis si è trattenuto dal punirlo solo perché avrebbero speso troppo tempo in camera da letto.
È all'ennesimo borbottio di Harry che Louis decide di prendere in mano la situazione.
"Piccolo, vieni qui un momento." Harry sembra soppesare l'idea di mettersi accanto a lui sul divano, ma alla fine cede con una scrollata di spalle. Stende le sue gambe su quelle del maggiore, rannicchiandosi contro il suo fianco e lasciandosi sfuggire un sospiro.
È rigido, questo può sentirlo mentre gli accarezza delicatamente la schiena.
"Andrà benissimo, mi hai capito? Tu sei perfetto, ti adoreranno tutte. Ti fidi di me?" chiede, al quale Harry risponde prontamente con un cenno affermativo. Louis gli sorride, prima di baciarlo piano e con dolcezza.
È questione di minuti prima che il campanello della villa suoni, Theresa corre all'ingresso mentre Louis ed Harry si alzano in contemporanea dal divano.
Harry cerca in un gesto spontaneo e automatico la mano di Louis che l'afferra prontamente. Si guardano un'ultima volta, prima che delle voci femminili riecheggino in casa.
"Theresa! Tesoro, da quanto tempo!" E questa è decisamente Johannah.
Harry ha sentito molto parlare di lei, Louis gli ha parlato della sua famiglia qualche tempo fa, poco dopo la loro riappacificazione. Sa che adesso è Johannah Deakin, chiama Louis 'Boobear' e, beh, adora sfornare figli.
Due testoline completamente - o quasi - uguali fanno la loro apparizione in salotto. Il sorriso sul volto di Louis è così luminoso che ad Harry scoppia il cuore.
"Daisy e Phoebe! Come stanno le mie gemelle preferite?" Chiede il maggiore, in ginocchio per stringere tra le braccia le due bambine. Loro ridacchiano in sincrono, baciano Louis su entrambe le guance prima di osservare Harry con uno sguardo curioso.
Dio, è maledettamente imbarazzante.
"Chi è lui?" ed il cervello di Harry va in tilt. Sul serio, non ne fa una giusta. Eppure sono semplici bambine!
Harry scuote la testa, si piega in avanti per fronteggiare le due e, col sorriso più dolce che possiede - compreso di fossette -, "Sono Harry, lieto di conoscervi."
"Eccolo qui, il principe che ha rubato il cuore di mio figlio!" La figura alta di Johannah fa la sua comparsa nella sala, affiancata da due ragazze e seguita da i membri più piccoli della famiglia.
Louis borbotta qualcosa contrariato, ma Harry si avvicina alla donna quasi timidamente e "E' un piacere conoscerla, signora."
Johannah sorride in maniera dolce, gli scombina i capelli e gli strizza una guancia.
"Puoi chiamarmi semplicemente Jay, tesoro. Loro sono Lottie e Félicité, e le piccole pesti Doris ed Ernest." Johannah corre ad abbracciare suo figlio mentre Harry si presenta alle due ragazze, poi si inginocchia di fronte ai due bambini e il suo sorriso si amplia.
"Siete proprio belli, lo sapete?" E Dio, adora la famiglia di Louis. Amerebbe avere tutti questi figli in futuro.
Doris ridacchia, sporgendo la mano per accarezzare i ricci di Harry, mentre l'altro lo scruta attentamente, studiandolo. Harry gli sorride teneramente per infondergli fiducia e questo sembra bastare perché il sorriso viene ricambiato prima che il bambino cominci a ridacchiare e scappare dal fratello maggiore.
•••
Come previsto, Harry passa più tempo a parlare con Lottie - che scopre essere sua coetanea - e Fizzy, ridendo ai racconti su un Louis bambino e scambiando qualche gossip riguardanti celebrità. Ogni tanto si sofferma a fissare Louis più del dovuto senza nemmeno accorgersene. Lo guarda giocare distrattamente con Doris mentre chiacchiera con sua madre e ride per chissà cosa. Parecchie volte è stato colto in flagrante da Lottie, ricevendo una gomitata nel fianco e un "Stai sbavando." Detto in maniera totalmente sardonica.
La giornata fila liscia, è tutto perfetto. Johannah ha chiesto ad Harry le cose più scontate come 'Quando ci saranno i tuoi diciotto anni? Che progetti hai per il futuro? I tuoi sanno che stai con Louis?' e svariate cose. Ha anche ammesso di non essere stata totalmente favorevole a quella relazione, all'inizio, ma sentire suo figlio felice era tutto ciò che voleva.
"Voglio prima i miei regali!" Esclama Fizzy, incrociando le braccia.
Sono tutti riuniti in salotto, di fronte al fuoco scoppiettante del camino e tazze di thé ormai vuote poste sul tavolino. E' Louis ad aver proposto di scartare i regali, quando il cielo è ormai scuro oltre le finestre.
"A tempo debito, tesoro. Ce n'è per tutti." E dicendo ciò, Jay sorride calorosamente ad Harry. Quest'ultimo arrossisce, nascondendo il volto nel collo di Louis che lo stringe a sé tenendogli una mano sul fianco. Lottie nasconde una risata tossendo rumorosamente, e Louis gli bacia la fronte sussurrando "Forza, piccolo. Non c'è niente di cui avere vergogna."
Ovviamente, i primi a scartare i regali sono i più piccoli. Harry li guarda stracciare le carte con un sorrisetto e piccoli urletti esaltati fanno ridere tutti quanti quando Doris ed Ernest corrono a far vedere i regali a Jay. Harry aveva insistito tanto per comprare qualcosa ad ognuno di loro, così Louis lo ha accompagnato a fare shopping per più di quattro ore, lamentandosi come un bambino e borbottando dei 'Dannato Indeciso Styles'.
Ha comperato giocattoli per i due piccoli, vestiti per le altre ragazze e una borsa per Johannah con l'approvazione del più grande dei fratelli Tomlinson.
"Harry! Non dovevi comprarci nulla! Ma grazie di cuore." Esclama Jay, una volta consegnati i regali da parte del riccio ai rispettivi proprietari. Harry arrossisce ma non perde il sorriso.
"Invece volevo, Jay. Non è affatto un problema." Afferma, prima che Louis prenda parola, "Già, mamma. Non è affatto un problema, mi ha fatto subire quattro ore di shopping sfrenato solo per voi. Quale problema dovrebbe esserci?".
Harry gli lascia una gomitata contro il braccio, fulminandolo con lo sguardo, "Stai zitto. Nessuno ha chiesto il tuo parere." E tutti scoppiano a ridere.
Lottie si avvicina a loro, circondando il collo di Louis con un braccio.
"Possibile che tu sia rimasto lo stesso rompipalle di sempre, Boo?" dice, battendo il cinque ad Harry. Louis si scansa dalla presa di Lottie e si avvicina alle gemelle - intente a parlottare tra loro -, Jay invece esclama un "Charlotte! Le parole!".
"Dio, mi basta subirne uno, non c'è bisogno che infierisca anche tu sfidando la mia calma. Ora, di grazia, possiamo passare ai regali importanti?".
Harry sta già per controbattere con del sarcasmo, ma le parole muoiono in gola quando alza lo sguardo e c'è Louis che lo fissa teneramente, porgendogli un pacco dalle dimensioni enormi.
"Questo è da parte di mia madre." Spiega, e sul serio, Harry vorrebbe mettersi a piangere. O farsi adottare. Ma non ci tiene ad aggiungere la parola 'incesto' alla loro relazione.
Ha gli occhi di tutti puntati addosso mentre scarta il suo regalo e scopre essere un cappotto. Un cappotto nero e lungo e bellissimo.
"Cazzo." Si lascia sfuggire, perché sul serio, lo ama già.
"Deduco ti piaccia." Ridacchia Fizzy, ed Harry sta già ringraziando tutti con un bacio sulla guancia.
"Certo che mi piace, è bellissimo. Grazie mille."
Harry non può essere più felice di così.
La famiglia di Louis saluta il ricciolino con un rumoroso bacio sulla guancia, c'è anche qualche abbraccio affettuoso e una strizzata di guance. Jay mormora a Louis un 'Veniteci a trovare qualche volta, Dan sarà felice di rivederti e di conoscere Harry' mentre sono stretti l'uno nelle braccia dell'altro. Il più grande sorride, acconsentendo a quella richiesta e chiedendo a Johannah di salutare suo marito, in viaggio per lavoro.
Quando finalmente si ritrovano da soli, Harry scoppia a ridere con gli occhi più luminosi del solito.
"Per cosa stai ridendo, esattamente?" Chiede il maggiore, un sopracciglio sollevato e l'ombra di un sorriso sul volto.
Harry scuote la testa, coprendosi la bocca con una mano e bloccando le risa.
"Nulla, sono felice. E devo darti ancora il mio regalo!" Così dicendo, scappa in camera di Louis.
Fruga a fondo nel borsone che ha portato con sé da casa sua (I suoi sono andati a passare le festività da Gemma e lui ha preferito restare lì per far compagnia a Niall.) (Certo, Niall.), recuperando finalmente un piccolo pacchettino con un grazioso fiocco rosso sul lato.
Torna in fretta dal suo ragazzo, intento ad analizzare dei fogli di lavoro con in mano un bicchiere di Jack Daniel's, e gli porge sotto il naso il suo regalo.
"Haz, avevamo detto niente regali, lo sai." Sbiascica Louis, scartando quel pacco con una lentezza estenuante. Harry solleva gli occhi al soffitto, torturandosi le mani.
"Puoi semplicemente stare zitto e goderti le cose?" Scuote il capo quando l'uomo lo osserva in modo malizioso.
Louis torna al suo pacco rivelatosi un cofanetto, contenente una collana in oro bianco con un piccolo ciondolo dalla forma di una piccola bussola puntata sulla parola 'home'. Non è qualcosa di appariscente, Harry l'ha scelto accuratamente perché è un qualcosa che vuole rimanga tra lui e il suo fidanzato, tutto qui.
"E' una bussola. Ed è puntata sulla parola casa perché - uhm. Con te mi sento al sicuro, sei il mio rifugio preferito, il posto che mi fa sentire protetto, amato e - semplicemente sei la mia casa. Lo so che non chissà cosa o magari -" ma le parole gli muoiono in gola perché Louis gli ha già afferrato il mento tra due dita e lo sta baciando con forza sulle labbra.
Harry oscilla sulle sue gambe, aggrappandosi alle spalle dell'altro e aprendo la bocca per chiedere di più. E' questione di attimi prima che Louis si scosti quel poco da poter essere occhi negli occhi, e con un sorriso che Dio, Harry perde tre battiti alla vista di quello, "E' perfetto. Sei bellissimo. Grazie mille."
E si stanno baciando ancora. Harry aggancia la collana al collo di Louis e dopo gli salta sulla schiena. Il maggiore lo afferra per le ginocchia, scoppiando a ridere.
"Che cosa stai facendo, esattamente?" Chiede, avviandosi verso la camera da letto. Harry gli bacia il collo, stringendosi a lui e poggiando il mento sulla sua testa.
"Portami in camera da letto, dobbiamo festeggiare il tuo compleanno come si deve."
Inutile dire che dieci minuti dopo, Harry è già steso nudo tra le lenzuola setose e Louis è in ginocchio tra le sue gambe oscenamente aperte. Gli lascia piccoli baci che partono dal collo e finiscono all'ombelico, dove il piercing risalta ancora.
"Comunque - anch'io ti ho comprato qualcosa." Mormora il maggiore, accarezzando le cosce dell'altro con la mano aperta e lasciando succhiotti praticamente ovunque.
Harry si solleva con il busto, "Cioè?" chiede, gemendo subito dopo al piacere che gli provocano i denti di Louis sulla pelle sensibile della sua coscia.
Louis si stacca per sporgersi oltre il letto e rovistando da qualche parte. Torna tra le sue gambe l'attimo dopo con una scatola rosa in mano, chiusa perfettamente con un fiocco del medesimo colore. Non c'è nessuna scritta sopra, nessuna marca che possa dare suggerimenti.
"Forza, bambolina. Aprilo." Harry fa come gli viene richiesto, sfila accuratamente il nastro, sollevando il coperchio e. Oh.
All'interno ci sono cioccolatini di tutte le forme - cuori, stelle, rotondi -, e dall'altra parte c'è un fottuto plug in acciaio con una base di cristallo rosa. La punta aguzza e stretta quanto basta.
"Sei serio?" E' l'unica cosa sensata che gli viene da dire, sul serio. Afferra l'oggetto in una mano, osservandolo in ogni angolazione possibile. E' così esilarante quella situazione.
"Certo. Ho sempre voluto provare una cosa con te e così mi sono detto perché no?. Quindi, eccoci qui."
Beh, deve ammettere che non è così male. E' bello, alla fine, e non vede l'ora di scoprire che progetti ha in serbo Louis. Questa è l'ultima cosa a cui pensa prima di riporre tutto al medesimo posto e trascinare il suo fidanzato sopra di sé.
Circonda i fianchi pronunciati con le proprie gambe, stringendoselo più vicino, "Grazie, daddy."
Louis gli sorride ed Harry afferra con un dito il ciondolo che ha al collo, tirandolo per far congiungere le loro labbra.
Fanno l'amore mentre fuori inizia a nevicare.
•••
Il loro "non-proprio" primo litigio capita a Capodanno.
Sono alla festa che ha organizzato Zayn nella sua molto umile dimora.
Ci sono persone ovunque, in ogni angolo della casa, fuori in giardino e nel cortile d'ingresso.
Harry e Niall stanno ballando al centro della stanza dove c'è musica ad un volume fin troppo elevato, reggendo i loro drink sulle loro teste ed urlando imprecazioni a caso.
Hanno intravisto persone curvate su di un tavolo di cristallo con banconote da cento arrotolate con dedizione e strisce di polverina bianca sotto i loro nasi. Harry aveva storto la bocca perché, onestamente, che passino le canne ma quella merda non riesce proprio a reggerla.
Hanno incontrato anche Liam, lo sguardo vacuo di chi è ubriaco ed è già partito per un mondo tutto proprio. Li ha salutati con un bacio sulla guancia, sorridendo calorosamente e "Spero vi divertiate, ma vi consiglio di non salire all'ultimo piano.", si è avvicinato a loro, e con voce bassa ha sussurrato "Ci sono persone che stanno scopando, e potreste imbattervi in cose mo-olto strane.". Poi era scoppiato a ridere ed era sparito verso il suo fidanzato.
Harry continua ad oscillare i fianchi a tempo, scuote la testa e la cascata di ricci rimbalza da un lato all'altro, sul viso sudaticcio e davanti agli occhi. E' forse il quarto drink che tracanna, ma sta bene, è felice, si sente al settimo cielo.
"Cazzo, Haz. Questa festa è meglio di quell'altra. E lì ci sono due pollastrelle che mi stanno sorridendo in maniera del tutto allusiva." Sbotta Niall, affiancandolo. Ha i capelli sparati in tutte le direzioni, il rosso tenue sulle sue guance risalta sulla pelle candida e le pupille sono dilatate. Harry scoppia a ridere, continuando a muoversi con la musica. Lancia un'occhiata alle ragazze di cui parla Niall e beh, effettivamente ha ragione.
"Vado a conquistarle con il mio fascino Irlandese e torno. Ti manderò una selfie after threesome proprio perché ti amo." Ed Harry non può far a meno di ridere per l'ennesima volta, gridando un "Proprio perché mi ami dovresti risparmiarmelo!", ma Niall è già lontano e la musica è troppo alta.
E' quando decide di recarsi dal suo fidanzato, in giro con Zayn chissà dove, che due mani grandi si posano sui suoi fianchi scoperti dalla camicia striminzita e appiccicata alla pelle sudata. Un calore estraneo si colloca proprio dietro la sua schiena, e sente il principio di erezione del tizio spingere contro il suo fondoschiena.
"Ciao, ricciolino. Balli con me?" l'alito caldo del tizio si abbatte contro il suo orecchio. Rabbrividisce a quel contatto, ondeggiando leggermente i fianchi e spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Continuano a ballare così per qualche minuto, poi Harry decide di girarsi in quella morsa di braccia e lo vede. E' più alto di lui, ha i capelli neri come la pece e due occhi azzurrissimi, troppo azzurri.
"Merda. Scusa amico, ma il mio ragazzo è da queste parti e non voglio che rovini il tuo bel faccino." Così dicendo, scappa via senza aspettare una risposta.
Cerca disperatamente di farsi spazio tra la calcagna di gente, sospirando di sollievo quando riesce ad arrancare alla porta sul retro, dove c'è il giardino. Almeno lì non ci sono tante persone e non c'è troppo casino.
Respira rumorosamente con il naso, tracannando tutto d'un sorso l'alcol rimasto nel suo bicchiere. Sente distrattamente la risata di Liam, e quando volta la testa verso quella direzione lo vede intento a ballare e ridere con un tizio.
Zayn è a pochi passi da lui, una canna in mano e lo sguardo fisso sui movimenti del suo ragazzo. Poi c'è Louis, al suo fianco. Ma non è solo.
Un uomo è seduto accanto a lui sulla panca, una mano è posata sul ginocchio del suo ragazzo mentre gli racconta qualcosa. Louis sembra rapito dalle sue parole, e questo manda lo stomaco di Harry in subbuglio. E' geloso, cazzo.
Zayn, ora, lo sta guardando. Ma nei suoi occhi c'è un lampo di sfida e soddisfazione.
Decide di alzare i tacchi e tornare dentro, cercando disperatamente un altro drink.
Niall lo ritrova dopo un po', lo raggiunge in mezzo alla pista e lo abbraccia di slancio.
"Amico, cristo, perché diavolo sei frocio?!" è la prima cosa che dice. Harry ridacchia, rubandogli il drink da mano, Niall nemmeno se ne accorge.
"Puzzi di sesso, Neil." Ma almeno lui si è divertito, scaccia via quel pensiero con un groppo amaro in gola.
Non ha nessuna intenzione di infuriarsi con Louis o fare una scenata di gelosia di fronte a tutti. Si fida di lui, ma è geloso marcio ed è ubriaco. Quindi significa che è imprevedibile.
"Giuro, è stato meglio della scopata con Eleanor." Ed Harry per poco non sputa il drink in faccia al tizio che lo osserva curioso dinanzi a sé.
"Hai scopato con Eleanor?!" Sbotta. No, sul serio, perché è così stupido da non capire le cose.
Niall, appunto, lo guarda con espressione scettica che urla 'Ma sei scemo?', il sopracciglio sollevato e gli occhi socchiusi. Harry spalanca la bocca, poi gli da un calcio.
"Ma sei cretino?!".
"Sei un pessimo migliore amico!", battibeccano come due bambini delle elementari, per poi scoppiare a ridere e tornare a ballare come due pazzi.
Il ragazzo di poco prima gli si presenta davanti, ma non sembra intenzionato a riprovarci, perché si piega verso il suo orecchio e urla cercando di sovrastare la musica "Ricciolino, io e i miei amici abbiamo proposto un gioco, e vogliamo che tu partecipi con noi!" dice, gesticolando.
Harry inarca le sopracciglia, "Che tipo di gioco?" chiede, ma è comunque propenso ad accettare.
"Oh, nulla di cui preoccuparsi. Tu dovrai stare solo steso sul tavolo. Senza maglia." Lui e Niall si guardano per un istante. Il biondo alza le spalle, Harry torna a guardare il tizio e "Va bene, facciamolo."
Gli amici di quello che si è presentato come Tom non sono una decina. No. Molti di più. Sono tutti riuniti in cucina, il tavolo già sgombro da qualsiasi cosa se non una bottiglia di liquido trasparente. Niall è alle sue spalle, non ha nessuna idea di ciò che sta accadendo ma decide di buttarsi.
"Ok ragazzi, abbiamo trovato il nostro ragazzo. Lui è Harry!" Esclama Tom, trascinando il riccio per la camicia e invitandolo a posizionarsi sul tavolo. Alcune ragazze si lasciano andare a gridolini eccitati, i ragazzi invece lo fissano in maniera... strana.
"Ti spiego; tu dovrai solo stare fermo qui, noi metteremo un bicchierino di tequila sulla tua pancia, metteremo del sale sulla tua clavicola e la tua bocca sarà impegnata a sorreggere una fetta di limone. Tutto chiaro?" e, sul serio, la mente di Harry va in blackout. L'alcol nel suo sangue sembra iniziare a fare effetto molto più rapidamente, anche se una vocina razionale nella sua testa gli grida di lasciar perdere.
Alla fine, pochi minuti dopo, una ragazza è piegata su di lui, intenta a leccare il sale dalla sua clavicola. Gli viene da ridere perché fa il solletico. La tizia porta la testa all'indietro e in un solo sorso manda giù lo shot, ricevendo esultanze da tutti. La parte bella arriva quando si protende per afferrare il limone dalla sua bocca, e la stanza scoppia in un boato ed esclamazioni positive.
Niall, al suo fianco, sta parlottando con una rossa lì vicino, facendola ridere mentre la sua mano è poggiata sul fondoschiena di lei. Gli lancia un occhiolino quando i loro occhi si incontrano.
"Ok, chi è il prossimo?" Urla Tom, e un ragazzo si fa subito avanti.
La procedura è sempre la stessa, lecca lentamente il sale dalla sua pelle, guardandolo diritto negli occhi, poi manda giù la tequila e infine, fa combaciare le loro labbra in un ombra di un bacio. Quando smette di mordere la fetta di limone si premura di lasciargli un occhiolino.
E più o meno dieci persone a seguire compiono le stesse azioni.
Il cellulare nella sua tasca inizia a vibrare incessantemente, Harry sa che è Louis, ma qualcosa dentro di lui lo spinge a rifiutare la chiamata.
E' il turno del ragazzo con i capelli biondi, che sembra essere il più piccolo lì in mezzo, quando una voce familiare si fa spazio tra i corpi presenti nella stanza.
"Cazzo, ti spacco la faccia se non mi fai passare. Immediatamente." Il solito tono autoritario. Harry si solleva sui gomiti, osservando Louis, Zayn e Liam giungere davanti a lui. Louis lo scruta con attenzione, prima di osservare la bottiglia di Tequila affiancata da limoni tagliuzzati e del sale. Sembra capire subito, perché i suoi occhi si incupiscono e la mascella si contrae.
Oh-oh.
"Alzati e rivestiti, Harry." Dice solo, nella silenziosità di quel momento. Tutti li stanno guardando in silenzio, quasi avessero paura di quello che potrebbe accadere se uno di loro fiatasse.
Harry obbedisce, una rabbia dentro di lui si fa spazio lentamente tra le altre emozioni. Perché diavolo Louis dovrebbe essere incazzato con lui se fino a qualche minuto fa si stava divertendo con quel tizio?
Tom si fa avanti, posando una mano sulla spalla di Louis, "Senti, amico. Ci stavamo solo divertendo, se vuoi puoi fare il prossimo turno. Ce n'è per tutti." Dice.
Un coro di 'oh' si innalza quando il suo ragazzo afferra il polso dell'altro, bloccando l'intero braccio dietro la schiena e, "E' il mio ragazzo quello, figlio di puttana. E prova a toccarlo di nuovo e giuro, ti faccio rimpiangere di essere nato." Sibilla. Zayn al suo fianco trattiene una risata, Liam invece sta guardando Harry in maniera strana.
"'ndiamo Haz, festa finita." Sbiascica Niall, ormai perso.
Louis non degna di uno sguardo agli altri, si limita a tirare Harry per la manica fuori dal trambusto generale. Il più piccolo vorrebbe urlare dalla frustrazione perché, sul serio, Louis non può essere incazzato. Non stava facendo niente di male. Forse. Ma dovrebbe essere lui quello incazzato.
Comunque sia, la cosa che più lo spaventa è il fatto che il più grande se ne stia zitto, la bocca tirata in una linea e la mascella dolorosamente contratta. E' bellissimo anche così, si ritrova a pensare il riccio.
Si dirigono in un silenzio pesante verso la porta d'ingresso. La musica è più bassa, adesso, e una buona parte delle persone è disfatta in ogni angolo della stanza. Chi con gli occhi chiusi, chi dorme placidamente e chi parla in tutta tranquillità. Ma sono comunque andati, dal primo all'ultimo.
"Hey, Haz?" Niall si decide ad interrompere quell'imbarazzo. Harry gli lancia un'occhiata, lo vede perdere quasi l'equilibrio.
"Dimmi, Ni." Può sentire Louis grugnire davanti sé, ma non se ne cura più di tanto.
"Ma lo hai visto quello che ci provava con te mentre succhiava il limone?" si guardano per un attimo. Harry non vorrebbe ridere, sul serio, perché la situazione è davvero grave. Ma.
Si guardano, cercando di reprimere le risate, ma poi scoppiano come due deficienti totalmente ubriachi. Delle lacrime si formano agli angoli degli occhi di Harry mentre Niall batte una mano sul ginocchio.
Louis lancia loro un'occhiata fulminea da sopra la spalla. Sa che vorrebbe sbottare, fare una ramanzina ad entrambi, ma il fatto che stia in silenzio tenendosi tutto dentro significa una sola cosa; sfuriata riservata solo ed unicamente ad Harry Styles.
"Zay, se non è un problema, puoi tenere Niall qui fino a domani? Non penso sia una buona idea riportarlo a casa in queste condizioni." Louis si rivolge a Zayn, accennando verso il suo migliore amico con il mento. Liam intanto si trascina Niall contro, quasi sul punto di addormentarsi in piedi, sorreggendolo per un braccio. Zayn nel frattempo lascia una pacca sulla spalla al suo amico, annuendo.
"Certo, non è un problema." E Louis gli sorride, prima di sporgersi per salutare Liam.
Harry saluta la coppia con un gesto della mano, baciando poi Niall sulla guancia ormai addormentato sulla spalla dell'altro.
Quando entrano nell'abitacolo cala sulle loro teste un silenzio inappropriato. Louis non lo degna di uno sguardo, si limita a far partire la macchina e avviarsi verso casa. Harry lo fissa per un po', cercando l'approccio giusto per rivolgersi a lui. Onestamente è terrorizzato dalla furia del suo ragazzo, ma decide di tentare comunque. Per quel che vale.
"Lou -" Inizia, poggiandogli una mano sul ginocchio, ma quello la scaccia via manco fosse infetto da chissà quale malattia.
"Sta zitto, Harold. Hai già combinato abbastanza." Sbotta, totalmente glaciale da fargli venire i brividi. Harry ritrae la mano, ferito, lasciandola mollemente sul grembo. Apre la bocca per ribattere, ma ci ripensa all'ultimo secondo, limitandosi a sospirare e a godersi il viaggio.
Il silenzio li accompagna durante il tragitto e fin dentro la mansione del più grande. Quest'ultimo getta la sua giacca sul divano, accendendo la TV ad un volume minimo che trasmette il solito canale in diretta dal concerto a Time Square. Manca poco alla mezzanotte e sembrano tutti in fibrillazione.
Harry si rintana in cucina, ignora Louis e si concentra sul bicchiere di acqua nella sua mano. La gola gli va in fiamme e il mal di testa sembra martellare sempre con più forza ad ogni rintocco di secondo.
Quando l'uomo giunge in cucina, alla fine, sa che non c'è più via di fuga. Si guardano per un momento che sembra infinito.
"Ti piace fare la troia, Harry?" è la prima cosa che gli chiede, occhi negli occhi ed espressione vuota. Harry si mastica il labbro inferiore, abbassando lo sguardo. Il rimorso sta iniziando a corroderlo dentro.
Louis non sembra aver finito perché sbatte un pugno sull'isola posta al centro della cucina e "Rispondimi, cazzo. Non ti posso lasciare per qualche minuto o qualche ora che tu sei già a farti toccare o peggio, leccare, da altri uomini. Ti piace fare la troia, quindi, Harry?!" il più piccolo fa un passo indietro, preso alla sprovvista. Può giurarlo, odia quando Louis alza la voce con lui. Lo fa sentire minuscolo, insignificante quasi, anche se sa di meritarselo. Era geloso, ubriaco ed ha avuto una reazione sproporzionata. Lo ammette, sì.
"Mi dispiace." È l'unica frase sensata che riesce ad elaborare. Sente lo sguardo gelido di Louis di fronte a lui perforarlo sotto l'epidermide. Alza le spalle, nascondendo parte del viso dietro ai ricci.
"Non è una risposta. Spiegami perché diavolo l'hai fatto. Volevi la mia completa attenzione? Adesso l'hai avuta, complimenti. O magari volevi semplicemente mostrarti come l'esibizionista che sei. Sbaglio, Harry?" Cristo, Harry vorrebbe mettersi a piangere. Odia il tono di Louis, odia sentirsi così e odia farlo arrabbiare. Non ne fa una giusta. Si limita a fissarlo in silenzio, e questo fa innervosire di più Louis.
"Cazzo, Harry, usa le parole!" ed il più piccolo non sopporta quella situazione.
"Ho detto che mi dispiace, Louis. Va bene? Mi dispiace!" esclama, guadagnando audacia grazie all'alcol ingerito.
"Come puoi dirmi di amarmi se poi ti comporti come un irresponsabile esibizionista? Che cerca attenzioni da altri uomini, cristo santo!" E quella è una vera e propria pugnalata.
La vista gli si offusca completamente, le lacrime in procinto di uscire. Harry fa cadere le braccia lungo i fianchi.
"Ti amo, Louis! Ti amo! Non puoi dirmi una cosa del genere. Hai idea di come io mi sia sentito a vederti ridere con un altro? Vedere la mano di quel... coso, sul tuo ginocchio senza che tu ci abbia dato così tanto peso? No, non hai una cazzo di idea!" Louis chiude immediatamente la bocca, Harry fa un passo in avanti e continua.
"Ho paura, va bene? Perché potresti avere chiunque, Louis. Tuo coetaneo, più grande di te o magari più bello di me. Scusami se la paura di perderti mi ha spinto a comportarmi in maniera irrazionale. Ho esagerato, va bene, ma ho avuto paura!" si accorge di star piangendo solo quando una lacrima rantola giù fino alle sue labbra. La gola gli va ancora in fiamme e tutta la rabbia che aveva in corpo si dissolve completamente.
Stanno entrambi in silenzio per un po', Harry nota come Louis adesso sia più rilassato. Le spalle sono abbassate, la mascella non è più rigida ma non riesce a capire le emozioni nel suo sguardo.
Ma poi eccolo là, chiude la distanza tra sé e il riccio e se lo tira al petto. Cinge le sue spalle tremanti con un braccio, mentre l'altro corre a stringergli i fianchi. Le mani di Harry si chiudono attorno alla t-shirt che indossa Louis, posando la testa tra l'incavo della spalla e il collo.
"Non piangere, bambolina, te ne prego." Gli sussurra attraverso i ricci, stringendoselo addosso quasi a voler formare una cosa sola. Harry si lascia sfuggire un singhiozzo, ha così tanti sentimenti contrastanti dentro di sé ma solo uno è più forte e chiaro degli altri. Ama Louis così tanto che gli fa male il petto solo al pensarci.
Louis che si scansa da quella presa quel tanto che basta per afferrare il viso del più piccolo tra le mani e, guardandolo negli occhi, "Voglio te, H. Sei il mio piccolo, e il solo il pensiero che quegli stronzi ti abbiano toccato o solo sfiorato con lo sguardo mi manda fuori di testa." Sussurra, come se fosse un segreto tra loro due. I pollici asciugano le lacrime dalle sue guance, poi gli bacia la fronte in maniera così dolce che il cuore di Harry rischia di scoppiargli nel petto.
"Ti amo, Lou. Amo te." Dice, prima che Louis lo afferri di peso e lo porti in salotto, adagiandolo con delicatezza sul divano. Harry allarga istintivamente le gambe, facendogli spazio. Il maggiore gli lascia dei piccoli baci sulle labbra, sulla fronte, su entrambe le guance, sulla punta del naso e infine sul collo, dove morde e succhia prima di separarsi per spogliarlo dei suoi vestiti troppo ingombranti.
"Ti amo." Gli ripete, sporgendosi quel tanto che basta per baciarlo l'ennesima volta sulla bocca. Louis gli dimostra amore con i baci, le carezze, il sesso. Harry invece adora ripeterglielo tutte le volte.
Una voce femminea in sottofondo esclama che mancano venti secondi allo scoccare del nuovo anno. Fuori la finestra si intravedono già dei fuochi d'artificio.
Si baciano ancora, Harry stringe una mano di Louis sul proprio petto, all'altezza del cuore, per fargli sentire cosa provoca dentro di lui ogni qual volta lo bacia.
"Ti amo." Sussurra, lasciando che Louis gli costelli il torace di baci alternati a morsi.
Dieci, nove, otto, sette...
"Ti amo." Il più grande gli morde i fianchi, Harry geme preso alla sprovvista ma continua a guardare Louis come se fosse il suo sole.
Glielo ripete ancora, che lo ama, mentre Louis scende di più. Accarezza a palmo aperto la sua coscia, mordendo un punto sensibile e succhiando. Harry tira indietro la testa, stringendo tra le mani il tessuto del divano.
Cinque, quattro...
"Ti amo." E poi sospira alla sensazione della lingua di Louis sopra il succhiotto all'interno coscia. Louis si protende per afferrare una penna dal tavolino lì vicino, svitando il tappo e puntando la sommità di fianco al succhiotto.
Tre, due...
Una "L" scritta in grande spicca sulla pelle candida. Louis sorride della sua opera d'arte, Harry si innamora un po' di più.
Uno...
Sono faccia a faccia, ora. Harry circonda il collo del suo ragazzo con le braccia, deciso a non lasciarlo andare più. Louis lo bacia pianissimo nel momento esatto in cui fuori inizia un boato di fuochi d'artificio, schiamazzi e clacson di macchine che sfrecciano senza un limite di velocità.
Quando si staccano, contemplano entrambi la magia nel cielo. Un manto nero è costellato adesso da tanti colori e meravigliose scintille continue.
"Buon anno nuovo, piccolo." Sussurra Louis, baciandolo piano sotto l'orecchio.
Harry chiude gli occhi. Quando li riapre, capisce che è così che vuole passare ogni capodanno della sua vita. Con un paio di occhi azzurri che lo fissano come se fosse la cosa più preziosa di questo mondo.
"Buon anno nuovo, amore. Ti amo." E non c'è bisogno che dica altro.
•••
Sua madre da qualche giorno lo guarda circospetto. Ha iniziato tra l'altro a fare domande sulla sua vita personale e ad interessarsi molto di più. Il che per Harry è strano, siccome Anne è in continuo movimento per la sua frenetica vita. Harry capisce di essere arrivati al limite quando a pranzo, da soli, sua mamma gli aveva preso la mano e aveva sorriso in modo rassicurante -inquietante-.
"Tesoro, lo sai che puoi dirmi tutto, vero?" Harry lì per lì era rimasto alquanto frastornato, ma poi il suo pensiero era andato a Louis. Il panico già ad assalirlo.
"C'è qualche ragazza che vorresti presentarmi? Li hai sempre i preservativi che ti abbiamo regalato io e Des, vero? Non devo ripeterti mica il discorso sul sesso." Aveva continuato Anne e allora Harry si era rilassato. Cristo, c'era mancato poco.
"No, mamma. Nessuna donzella e sì, li ho ancora. Posso andare ora?" e senza aspettare una risposta affermativa era scappato in camera sua.
Quindi, da un po' di tempo, Harry è costretto a coprire i succhiotti di Louis con strati e strati di fondotinta - Grazie, Eleanor - e a dimezzare le sue scappatelle usando Niall come scusa.
Quel giorno hanno in programma di passare il pomeriggio da Louis, siccome qualche giorno prima Zayn aveva compiuto gli anni, e Louis voleva organizzare qualcosa tra amici intimi.
Sta per afferrare la giacca e salutare i suoi, ma richiude la bocca quando sente il loro discorso e il soggetto di quel discorso.
"Giuro, non ce n'è uno buono in quel diavolo di ufficio. Tomlinson è l'unico affidabile, se non per questo ho deciso di portarlo con me alla prossima riunione." Borbotta Des, facendo oscillare qualcosa nel suo bicchiere. Anne annuisce, lanciando un'occhiata al figlio fermo sulla porta.
"Sì, mi sembra un giovane molto coscienzioso e attaccato al suo lavoro. E poi è simpatico e di bell'aspetto. Non credi, Harry? Che impressione ti ha fatto l'ultima volta?" e adesso sente due paia di occhi su di lui. Harry cerca di non farsi prendere dal panico anche se le sue guance scottano.
Fa un passo indietro, diretto verso la porta d'ingresso, bofonchiando a voce troppo acuta un "Cosa? Sì, è - molto simpatico, ma non lo conosco. Uhm. Devo andare da Niall, non aspettatemi per cena!", lasciandosi alle spalle lo sguardo interrogativo di suo padre e quello sospettoso di Anne.
Una volta fuori casa, afferra il cellulare con mani tremanti e 'Gems, SOS!!!!!' digita al cellulare in modo frenetico. Ha assoluto bisogno di sua sorella, diamine.
Quando Niall gli apre la porta capisce che c'è qualcosa che non va, ma decide di star zitto e farlo entrare. Sono tutti riuniti da Louis, sente distintamente Liam parlare col suo ragazzo di qualcosa e intuisce che devono essere già tutti lì.
"Quindi ho dovuto mandarlo via con le cattive e - oh, ciao H." Harry ricambia il saluto di Liam con un sorriso, lasciando cadere la sua giacca sul bracciolo della poltrona. Si avvicina a Zayn, lasciandogli un bacio sulla guancia.
"Tanti auguri, Zay. Anche se in ritardo." Ma quello scuote la testa e gli scombina i capelli.
"Beh, principessa? Non saluti il tuo cavaliere?" Harry certe volte si chiede chi tra i due abbia diciassette - quasi diciotto, grazie - anni. Sul serio.
Louis ha le braccia incrociate e un broncio adorabile a contornargli le labbra. Harry non può far a meno che correre ad abbracciarlo e schioccargli un bacio sulla bocca.
"Ciao, amore mio." E il maggiore gli sorride in maniera dolcissima, ricambiando il bacio ma mettendoci più passione. In sottofondo Niall sbotta un 'ew' contraccambiato dal dito medio alzato di Louis.
"Sto per vomitare." È quello che borbotta Zayn, seduto bellamente sul divano affianco al suo ragazzo che ridacchia. Louis si scansa da Harry per guardare l'amico in maniera truce.
"Vogliamo parlare di te e Liam? Oh, amore mio, ti amo così tanto. Sì anch'io piccolo mio, smak smak" Imita il più grande, facendo scoppiare a ridere Harry.
Zayn mormora un 'fottiti' prima che Liam lo baci sulla guancia e gli sussurri qualcosa all'orecchio.
Qualche minuto dopo arrivano Eleanor e l'amica dell'altra volta che si presenta con un 'Taylor' sbiascicato.
"Allora, mocciosi, chi è che vuole fumare erba buona?" Inutile dire che si posizionano tutti al centro del salotto in cerchio. Harry scappa di là con la scusa del bagno, ma in realtà Gemma lo sta chiamando e non vuole farsi sentire da loro per nessuna ragione al mondo.
"Gems?" Sussurra, una volta accettato la chiamata.
"Baby! Allora? Che succede?" Sua sorella è sempre così diretta, per dio. Harry sospira, massaggiandosi la fronte. Sente una porta chiudersi dall'altra parte del telefono.
"Non avrai mica messo incinta qualcuno, Hazzababy, vero?" A lui viene da ridere perché, onestamente, non avrebbe il coraggio di infilarlo in una vagina, figuriamoci mettere incinta una tizia qualsiasi.
"No. Cioè, a proposito di questo..." ma Gemma esclama un "Oddio! Ti stai per sposare? Figlio illegittimo? O magari è di un altro ma la tua amata non sa chi è il padre e hai deciso di aiutarla? Sapevo del tuo gran buon cuore, H, ma non mi sarei mai -" ed Harry sbuffa rumorosamente dal naso, prendendo le redini della situazione in mano.
"Sono gay, Gems." Dice, e sente il cuore più leggero. Sua sorella dall'altra parte sta in silenzio per qualche secondo, Harry teme seriamente che sia svenuta.
"Beh, Harold. Se la scienza non mi inganna, gli uomini non possono essere fecondati, quindi qual è il problema?" Il ragazzo si lascia andare in una risatina, coprendosi la bocca con la mano. Adora sua sorella, e in certi momenti vorrebbe averla lì con sé.
"G, è complicato, va bene? Mesi fa papà ha organizzato una cena tra colleghi. Li conosci, no? Tutti anziani col panciotto e le proprie mogli sottobraccio. Ma poi l'ho visto e, Gem, mi sono innamorato."
"Aspetta, chi hai visto? Ti prego, non dirmi che ha la stessa età di nostro padre perché-"
"Cosa? No! Ha venticinque anni, ha gli occhi più azzurri che io abbia mai visto e Dio, Gy, dovresti vederlo." Sua sorella sbuffa per il sentimentalismo di Harry, ma non ne può proprio fare a meno. Andiamo, si parla comunque del suo ragazzo.
"Si, Har, ho compreso. Poi me lo farai conoscere al tuo compleanno. Ma non capisco il problema." Il ragazzo si morde il labbro e sospira per l'ennesima volta.
"E' un collega di nostro padre. E abbiamo sette anni di differenza. Mamma inizia a sospettare qualcosa, ha iniziato a farmi domande e tutto. Ma il bello è arrivato quando poco fa stavano parlando di lui e, alla domanda 'cosa ne pensi di Louis?', ho iniziato a balbettare e sono scappato via." Gemma ridacchia dall'altro lato, forse trova esilarante la situazione ma, non lo è. Affatto.
"E... fammi capire. Quindi l'ultima volta che ci siamo visti eri fidanzato o no?" Beccato.
"Sì, stiamo insieme da qualche mese. Io lo amo sul serio, Gem. E' tutto ciò che voglio, e non mi interessa dell'età. Ma non so cosa fare con i nostri genitori. Lui mi ha pure presentato la sua famiglia!" Esclama con un tono un po' troppo alto. Si schiaffa immediatamente una mano sulla bocca, lanciando un'occhiata alla porta chiusa della camera di Louis in cui si è rintanato.
"Cazzo, Haz. E' seria la cosa. Ascoltami, tra poco sarai diciottenne, quindi sarai totalmente legale per lui e non ci saranno più tanti problemi. Ti consiglio di aspettare fino ad allora e poi parlarne con entrambi. E poi tornerà anche la tua sorellona preferita per darti una mano." Gemma sembra così eccitata che ad Harry viene da sorridere come un ebete. La adora, l'ha già detto?
"Sei la mia unica sorella, geniaccio." Controbatte, ma senza perdere il sorriso.
"Sì, sì, come dici tu. Ma sappi che appena ci vedremo oltre a presentarmelo dovrai rispondere a tutti i miei quesiti. Intesi?" Harry scuote la testa ma, "Sì, perfetto. Ti voglio bene, Gem." Dice, allontanando il cellulare dal suo orecchio.
Sente un "Ti voglio bene anch'io cazzone!" prima di chiudere la chiamata con una risata.
Beh, alla fine decide di tornare dagli altri e di smetterla di pensarci.
"Harreh! Ci eri caduto nel cesso o cosa?" è la prima cosa che urla Niall, chi occhi rossissimi e steso mollemente sulle gambe di Eleanor. Una cappa di fumo aleggia sulle loro teste, Harry storce il naso.
"No, no. Stavo parlando con Gems." Louis lo fissa dal basso, spalancando le gambe e invitandolo a sedersi tra quelle. Il riccio non se lo fa ripetere due volte, rilassandosi contro il petto del maggiore.
"Come sta Gemma? Problemi?" chiede curioso il suo ragazzo. Harry lo adora.
"Sta bene, sì. No, cioè - nulla di preoccupante." È una menzogna ma non può proprio parlarne.
Niall, di fronte a lui, lo guarda con un sopracciglio sollevato. Lo conosce troppo bene e sa quando mente. Dannatissimo Horan.
"Mhm, va bene bambolina. Vuoi fare qualche tiro?" Louis indica la canna che giace tra il suo indice e il medio, Harry scuote la testa e la passa a Taylor lì vicino.
Quando l'intero gruppo è ormai perso in discorsi profondi, Harry si decide a chiudere gli occhi e accoccolarsi di più a Louis.
Spera solo che le cose finiscano nel modo giusto.
•••
Gemma ha i capelli lilla con le punte verde acqua. È la prima cosa che Harry nota quando la ragazza esce dalla macchina, la sua immancabile borsa a tracolla e un sorriso enorme sul viso.
"Tanti non auguri, fratellino!" Esclama Gemma, una volta arrivata sulla soglia di casa dove ci sono sia lui che Anne ad attenderla. Harry la stringe in un abbraccio, respirando il suo profumo a ciliegia, quello che usa sempre. Des arranca dietro di lei a fatica, trascinandosi una valigia più grande di lui dietro.
"Tesoro, ma cosa ti sei portata dietro?" Anne corre ad aiutare suo marito, mentre Gemma trascina Harry dentro casa ridacchiando.
"Qualcosina, mamma. Niente di che." E senza perdere altro tempo traina il ragazzo in camera sua, chiudendosi la porta alle spalle con doppia mandata di chiave.
Harry mastica il labbro fino a sentire il sapore ferroso del sangue. Gemma, nel frattempo, lo guarda in modo strano mentre lega i capelli in una coda disordinata.
"E questo Louis?" è la prima cosa che chiede, vagando per la camera in cerca di chissà cosa. Harry sente le guance arrossire, è strano parlare del suo ragazzo con sua sorella, ma è anche liberatorio. Si sente più leggero.
"E' al lavoro, Gem. Gli ho detto che stasera gli avrei presentato una persona, ma non sa che sei tu." Ammette, un sorriso si fa spazio sulle sue labbra senza che lui se ne accorga. Gli esce spontaneo sorridere quando pensa o parla di Louis. Lo rende felice.
E Gemma sembra notarlo perché sorride anche lei, scuotendo la testa, "Lui cosa ne pensa di questa situazione? Intendo di mamma e papà." Chiede, sedendogli di fianco sul letto e incrociando le braccia.
"Lui - uhm. Diciamo che è spaventato, perché comunque papà è il suo capo e lui ci tiene al lavoro. All'inizio forse la sua prima preoccupazione era l'età, ma dopo l'ultimo avvenimento penso sia una fase superata." Harry alza una spalla, fissandosi le sue mani intrecciate sulle gambe. La ragazza gli lascia una caretta tra i ricci, stringendoselo contro.
"Avvenimento di che tipo?" mormora, dubbiosa.
"Beh, lui un giorno tornato da lavoro aveva iniziato a blaterare cose sulla differenza di età, sul fatto che Des fosse mio padre e il suo capo e che la nostra storia era una cosa infattibile. Così abbiamo litigato ed io, beh, sono stato chiuso in casa per un po' di tempo. Fin quando non si è presentato alla porta con dei cazzo di fiori del perdono e una playlist messa su CD. Gem, giuro, nessuno aveva mai fatto questo per me. Sa come prendersi cura di me, sa ascoltarmi e farmi stare bene e - lo amo. Tanto." Le sue guance scottano terribilmente dopo il suo sproloquio e sente gli occhi vispi di Gemma fissarlo intensamente. E' fottutamente patetico, già.
Alla fine, Gemma lo stupisce tirando fuori una delle sue solite risate sguaiate. Tira indietro la testa, coprendosi la bocca con le mani. Harry indossa il suo solito broncio ed incrocia le braccia come un bambino.
"Cosa c'è di divertente?" Chiede, inarcando le sopracciglia. Sua sorella ha gli occhi che brillano e un sorriso di puro affetto sul viso. Si sistema i capelli dietro l'orecchio, ricomponendosi.
"Nulla, Haz. Solo - non lo avrei mai immaginato. Di sentirti dire queste cose, lo sai. Sono davvero contenta." Ed Harry ne è davvero felice. Gemma conta molto per lui, e ricevere la sua approvazione e parlare di questo con lei gli riempie il cuore di gioia. Va a sedersi accanto alla ragazza, trascinandola in un abbraccio.
"Grazie Gem, senza di te non so come farei." Sbiascica al suo orecchio. Gemma gli lascia un piccolo bacio sulla guancia, alzandosi sulle lunghe gambe e stiracchiandosi.
"Comunque, Haz, non mi hai detto la cosa più importante." Harry teme ciò che sua sorella voglia chiedergli. Sul serio. Si guardano per un istante, nella serietà più totale.
"Ma tu lo prendi o lo metti?" Ecco, lo sapeva.
Harry si copre il viso con la mano, scuotendo la testa. Gemma è fottutamente assurda e a lui non è mancata affatto la sua schiettezza.
"Gemma!" Esclama, abbassando la testa. Ma un sorriso gli contorna le labbra.
Gemma scoppia a ridere, lanciandosi a peso morto su di lui.
Rimangono sul letto del più piccolo per qualche ora, fino a quando il cielo non diviene plumbeo fuori dalla finestra. Harry si stiracchia per bene, inarcando la schiena come un vero e proprio gatto e mormorando qualcosa di incomprensibile. Gemma al suo fianco sta smanettando con il telefono, Harry si chiede dove sia finito il suo.
"Gy, hai visto il mio cellulare?" Si sporge oltre il bordo del letto, scansando alcuni vestiti - c'è anche una camicia di Louis, diamine - ammucchiati per terra e tastando sotto il letto alla ricerca dell'oggetto.
"Mhm, dovrebbe essere sulla scrivania. Mi pare di averlo sentito vibrare prima." Ed il suo pensiero corre a Louis. Se non per questo si affretta a raggiungere la scrivania - rischiando anche di inciampare e cadere di faccia - e afferrare il suo telefono che segna tre nuovi messaggi da Boo.
'Appena uscito dal lavoro, vorrei averti qui con me dopo un'intera stressante giornata no-stop. L'
Recita il primo. Harry si trattiene dallo strepitare come una ragazzina perché non lo è. Assolutamente.
'babyyyyy sei vivo ? quali sono i programmi per stasera ?? vieni da me ?'
Ed infine, l'ultimo.
'bambolina, non ignorarmi. Sennò mi toccherà prendere seri provvedimenti. E sai già cosa comportano.'
Dio, Harry adora Louis autoritario anche attraverso dei semplici sms. Immagina già il suo sguardo duro, le labbra contratte in una linea severa e. No. Non può farsi venire un'erezione con sua sorella nella stessa stanza.
'hii daddy, devo essermi addormentato, mi dispiace!! Ci vediamo da te tra poco, porto quella personcina xo'
Digita, masticando il labbro inferiore nervosamente. Louis gli risponde dopo qualche secondo.
'uh ? sarebbe ?? va bene piccolo, ma ho una proposta. ti va di indossare il regalino di natale ?? x'
Harry ignora la domanda per soffermarsi sull'ultima parte del testo. Indossare il plug mentre è con il suo ragazzo e sua sorella e forse i loro amici lo eccita un pochino, a dire il vero. Louis glielo ripete spesso che è un esibizionista, soprattutto quando lo prega di marchiarlo in posti visibili a tutti, cosicché le persone sappiano a chi appartiene e cosa ha fatto.
Inumidisce le labbra con la punta della lingua, digitando frettolosamente 'come desideri, daddy. Xo' e conclude il discorso.
Si volta verso Gemma, pregando internamente che le sue guance non siano rosse come le sente lui.
"Gy, tra un po' andiamo da Lou. Devi cambiarti?" chiede, sperando sua sorella abbia delle cose da fare così da lasciarlo solo. Gemma alza lo sguardo verso di lui, sollevandosi di colpo dal letto.
"Credo andrò a farmi una doccia e mi cambierò di vestiti. Ci metterò un po', ti avviso." Tutto il tempo che vuoi.
Harry annuisce vigorosamente, spintonando la ragazza fuori dalla stanza.
"Tranquilla, fai con calma!" Esclama con fin troppa enfasi, prima di sbattere la porta in faccia ad una Gemma sbigottita e chiuderla nuovamente a chiave.
Si affretta a raggiungere il letto, inginocchiandosi per raccogliere la scatola lì sotto nascosta alla bella e meglio. Quando solleva il coperchio, reprime un sorrisetto furbo.
Ignora il bip del telefono che segna un nuovo messaggio, abbassando l'asola dei jeans e slacciandoli del tutto. Inutile dire che vengono gettati alla rinfusa accanto al letto. I boxer compiono il loro stesso destino, e in pochi secondi Harry è inginocchiato a quattro zampe sul letto.
I ricci un po' troppo cresciuti ricadono mollemente davanti al viso, tutto il suo corpo scotta e la sua erezione si fa sempre più dura ogni secondo che passa. Vorrebbe sul serio premere il tasto chiamata accanto al contatto di Louis, ma non lo fa perché sa che farebbero troppo rumore.
"Cristo." Mormora, afferrando il lubrificante dall'ultimo cassetto e aprendolo con un sonoro pop. Cosparge il liquido su tre dita, arcuando la schiena e spalancando di più le gambe.
Schiude la bocca, abbandonandosi ad un piccolo rantolo quando forza il primo dito sulla propria apertura. Compie movimenti circolari, non ancora abituato del tutto a quelle intrusioni.
L'attimo dopo il secondo dito fa compagnia al primo. I movimenti diventano più ritmati, cadenzati. Harry poggia la guancia sul cuscino, stringendosi tra i denti il labbro. Fa fottutamente caldo in quella stanza e vuole le dita di Louis ad aprirlo, sussurrandogli quanto è stretto e che deve essere buono per lui.
Pensa a questo mentre aggiunge il terzo dito, questa volta un senso di pienezza si fa spazio dentro di sé, strofinandosi prepotentemente contro il piumone sotto di lui in cerca di attrito. Tira la testa all'indietro quando i polpastrelli sfiorano la prostata, la voce di Louis nella sua testa che gli ripete come una mantra 'il mio bravo ragazzo, tutto mio'.
Quando sente di esser prossimo all'orgasmo afferra saldamente il plug, la punta stretta e lucida con un enorme diamante rosa sulla base. Si drizza sulle ginocchia, cospargendo anche l'oggetto di lubrificante, e, infine, tenendolo saldo con una mano, si cala su di esso con lentezza.
Dei brividi gli trapassano lungo la spina dorsale, una scarica di eccitazione si deposita al basso ventre. L'erezione inizia a dolergli in modo fastidioso e i suoi fianchi scattano verso il basso nel momento esatto in cui il plug è pienamente inglobato dentro di sé.
Harry deve mordersi il labbro fino al sapore aspro del sangue per non gemere. Sente distintamente Gemma intonare una canzoncina dal bagno di fronte la sua camera, lo scrosciare dell'acqua incessante e merda. La punta colpisce dentro di lui, aspira rumorosamente, schiacciando il viso contro la federa del cuscino.
Gli ci vogliono sedici secondi per riprendersi e una grande forza di volontà per non roteare i fianchi e fottersi da solo. L'erezione è ancora dolorosamente premuta contro lo stomaco, rossa e lucida che sembra pregargli di soddisfarlo.
Harry si sporge verso il suo cellulare, ancora sollevato sulle ginocchia al centro del letto. Il maglione che indossa, di due taglie più grandi ovviamente, è sollevato a metà busto, lasciando scoperto gran parte del corpo.
Apre con dita tremanti il contatto di Louis su Whatsapp, ignorando l'ultimo accesso di pochi minuti fa e preme sul tasto della fotocamera.
Tenta di afferrare un'angolazione decente che comprenda quello che sta indossando, e dopo un paio di sforzi qualcosa di discreto ne ricava. Non esita a mandarla a Louis, lui a quattro zampe con il suo regalino oltre l'anello di muscoli, aggiungendo come didascalia un semplice 'va bene così?' e un'infinità di emoji di baci alternati a pesche che ricordano tanto un sedere.
Lascia il telefono sul letto, scendendo dal letto per raccogliere i suoi vestiti e rimetterli. Le gambe sembrano cedergli per qualche secondo a causa delle posizioni assunte poco prima, mentre il plug dentro di lui sfiora con la punta la sua prostata. Si chiede come farà a trattenere l'eccitazione per un'intera serata, onestamente.
Quando Gemma, una mezz'ora abbondante dopo, bussa alla sua porta urlandogli che è pronta, si chiede anche come faccia ad esserlo quando lui per primo non lo è.
•••
Non è pronto nemmeno quando giungono fuori casa di Louis. Louis che, tra l'altro, gli ha mandato un messaggio dopo la sua foto scrivendo un semplice 'usa le chiavi di scorta, sono andato a comprare una cosa x', il che è parecchio strano, ma Harry non vuole avere preoccupazioni più di quanto ne abbia già adesso.
Infila la chiave nella serratura, girando due volte fino al clic di accesso. All'interno tutto pare tranquillo, le tende sono tirate, è tutto buio ed infatti Harry teme per la sua coordinazione precaria delle gambe. Trova l'interruttore della luce lì accanto appena Gemma si chiude la porta alle spalle, e un secondo dopo, quando finalmente le luci sono accese, un coro di 'Sorpresa!' si innalza nella sala.
Harry sobbalza, sbattendo contro Gemma dietro di lui. Ci sono una marea di persone che lo fissano con un sorriso piuttosto lugubre sulle labbra. Un cartellone sopra le loro teste dove c'è stilato in nero 'Buon -quasi- Compleanno, Hazza!'. In più tutta la sala è decorata con graziosi palloncini viola e ce ne sono alcuni a forma di pene - opera di Niall e Zayn, sicuramente -.
Il suo migliore amico si avvicina a lui, tirandoselo contro in un abbraccio spaccaossa.
"Tanti auguri al migliore amico migliore del mondo!" Esclama il biondo, proprio contro il suo orecchio. Harry scoppia a ridere, scansandosi qualche secondo dopo.
"Sei già ubriaco, Nialler?" si premura di chiedere, non si sa mai. Quello scuote la testa, schiude la bocca per ribattere ma poi i suoi occhi si posano sulla figura dietro di lui e gli occhioni azzurri si sgranano immediatamente.
"Gemma!" Ed ecco qua, Niall scatta verso la ragazza riservandole un altro dei suoi abbracci. Li sente chiacchierare alle sue spalle, felici di rivedersi.
Louis si avvicina a lui a passo svelto, ha un sorriso dolcissimo sulle labbra, uno di quelli riservati solo a lui, e quando sono a pochi passi di distanza raccoglie il suo viso tra le mani e gli schiocca un bacio che di casto non ha proprio nulla.
"Buon quasi compleanno, piccolo." Sussurra direttamente sulla sua bocca, le mani ancora strette sulle sue guance e gli occhi nei suoi. Harry ricambia il sorriso di poco prima, arrossendo un po' sotto quello sguardo che trasuda amore da ogni dove. Poi sente Gemma tossire dietro di lui e oh. Giusto. Sua sorella.
"Lou, voglio presentarti mia sorella." Dice, spostandosi di lato in modo che i due si ritrovino faccia a faccia. Gemma ha un sorriso tranquillo, Louis invece la scruta per un po' prima di prendere la mano della ragazza e baciarne le nocche.
Harry vuole solo morire.
"E' un piacere fare la tua conoscenza, Gemma. Sei molto famosa da queste parti." Rivela il più grande, passando un braccio attorno i fianchi di Harry e tirandoselo contro il fianco.
Harry sgrana gli occhi quando vede le guance di sua sorella colorirsi di un rosa tenue. Il suo maledetto ragazzo ha avuto la capacità di far arrossire sua sorella.
Ma poi la ragazza torna in sé, sorride furba lanciando un'occhiata a suo fratello.
"Anche tu sei molto famoso dalle mie parti, sai?" E Louis gli riserva la sua solita espressione da 'ah sì?', il sopracciglio inarcato e due piccole rughette sulla fronte.
Harry nasconde il viso contro la spalla del maggiore, "Lasciala perdere, non sa quello che dice." mormora, e questo fortunatamente fa ridere i due.
"Comunque, fa come se fosse casa tua. Gli alcolici sono nascosti in cucina, lontani da Niall. Per il resto, se cerchi il bagno o qualsiasi altra cosa puoi chiedere anche al festeggiato qui." Non sa se scoppiare a piangere per il sorriso pieno di affetto che regala a sua sorella o per il fatto che ormai definisce la sua dimora anche quella di Harry. Cristo, se lo ama.
Gemma, comunque, lascia un buffetto sulla guancia di Harry prima di dileguarsi chissà dove, e Louis approfitta di questo momento per baciargli pianissimo la fronte e stringerlo in un abbraccio.
"Allora, principessa. Piaciuta la sorpresa?" Sussurra contro il suo orecchio. Dei piccoli baci umidi si schiantano contro il suo collo, facendolo mormorare in approvazione.
Le mani di Louis, inevitabilmente, ricadono sul suo sedere, stringendolo possessivamente e indugiando qualche secondo di più prima di riportarle sul fondoschiena. Harry, in un gesto automatico, si stringe di più sul suo petto in una richiesta bisognosa e silenziosa.
"Nope, bambolina. Non vorrai far attendere gli ospiti che sono in fibrillazione per il tuo compleanno, vero?" Ed il più piccolo vorrebbe urlare dalla frustrazione. Non gliene frega un accidenti degli invitati, ha un maledetto coso infilato nel culo e se Louis non la smette di provocarlo e usare quel tono con lui non resisterà molto. Rimane pur sempre un quasi-diciottenne con gli ormoni impazziti, va bene?
"Voglio che mi scopi per bene, dopo la mezzanotte." Si ritrova a sussurrare, stringendo tra le mani il bicipite di Louis. Quest'ultimo inspira rumorosamente, trascinando una mano sul suo fianco.
"Come vuoi essere scopato, mh?" Ed Harry non prova a pensarci nemmeno. Gli sorride languidamente, avvicinandosi alle sue labbra.
"Non m'interessa come. Voglio solo ritrovarmi distrutto il mattino dopo." Sfiora con la gamba l'erezione nascente di Louis, prima di allontanarsi verso i suoi compagni di scuola che lo accolgono con un "Tanti auguri, Harreh!".
La festa procede in tutta tranquillità; Niall vaga in giro per la casa ormai ubriaco, blaterando cose senza capo né coda sulla vita e sui perché dell'esistenza. Gemma, a ruota, si diverte a presentare l'amico a diverse ragazze, scommettendo su quanti numeri possa prendere fino a fine serata.
Harry nel frattempo balla con Louis sotto le occhiate incuriosite o ammirate degli altri. Non che abbia sempre fatto mistero sulla sua sessualità, anzi, non ha mai avuto problemi di quel genere, ma ballare davanti a tutti i suoi compagni di scuola col suo ragazzo lo elettrizza parecchio. Soprattutto quando il suo ragazzo gli bacia le guance o gli fa fare piroette a dir poco imbarazzanti.
"Ci guardano tutti, Lou. E' imbarazzante!" Esclama a quel punto Harry, ridacchiando. Nota con una punta di gelosia le ragazze presenti adocchiare Louis, bellissimo nel suo maglione nero e degli skinny abbinati. Il total black comunque gli dona molto, sembra essere un diciannovenne nel pieno della sua fanatica vita adolescenziale.
Louis, d'altro canto, non sembra smuoversi nemmeno un po', continuando ad ondeggiare i fianchi e tenendo tra le sue le mani del più piccolo.
"Lasciali guardare, Haz. Sono solo invidiosi."
Ballano per un altro po' sulle note di una musica piuttosto movimentata, prima che Zayn si avvicini al seguito di Liam. Non hanno delle belle facce, intuiscono entrambi.
"Hey, festeggiato. Ti dispiace se ti rubo il ragazzo per qualche minuto?" Louis fissa il suo migliore amico in una taciuta domanda, ma quello si limita ad accennare il giardino fuori con il mento.
"No, certo. Andate pure." Harry annuisce, seguendo con lo sguardo i due ragazzi allontanarsi verso l'esterno. Poi posa gli occhi su Liam, il volto corrugato e il labbro intrappolato tra i denti.
Afferra delicatamente la manica della maglia che indossa, trascinandolo sul divano lì vicino.
"Zayn vuole sposarmi." Prorompe Liam, dopo qualche minuto di silenzio. Harry rischia di affogarsi con la propria saliva, fissando il ragazzo come se gli fossero spuntate tre teste.
Poi, confuso, "E qual è il problema? Non lo ami?" si accerta, perché dovrebbe essere una cosa bella, giusto? Hanno entrambi venticinque e ventiquattro anni, non è un male pensare ad un futuro insieme. Lo fa Harry che ne ha appena diciotto!
Liam pare offendersi a quelle parole, perché lo fissa ferito "Certo che lo amo! Zayn è tutto ciò che ho di bello!" sbotta, colpendosi la gamba con la mano.
"E allora cos'è che ti affligge, Lee?" Decide di addolcire il tono e sembra funzionare. Liam rilassa le spalle, poggiandosi allo schienale del divano.
"Io e Zay ci conosciamo da quando eravamo bambini. Stiamo insieme dalle medie. Abbiamo passato tanti anni assieme e voglio passarne altri cento così. Solo che - e se si stancasse di me? Insomma, sono un bel po' di anni che mi sopporta, potrebbe trovare il primo brasiliano o quel che sia e decidere di scappare con lui." Harry si ripete di non ridere all'immagine di un Brasiliano che filtra con Zayn. Oddio, è una persona orribile.
Si schiarisce la voce, posandogli una mano sul ginocchio,"Ascolta, Lì. Se Zayn ti ha chiesto di sposarlo ci sarà un motivo, no? Avete passato anni l'uno al fianco dell'altro senza mai stancarvi della vostra presenza. Ti ama, e vede solo te al tuo fianco. Vuole te, lo si vede dal suo sguardo!".
Liam alza lo sguardo, ha gli occhi tremendamente lucidi ed Harry spera non scoppi a piangere. Ed effettivamente, tutto quello che fa è abbracciarlo stretto.
"Hai ragione, moccioso. Sono stato stupido a pensare una cosa del genere." Sbiascica in tono sommesso, tirando su con il naso. Harry gli lascia delle pacche sulla schiena, indeciso se offendersi per il moccioso o tirare un sospiro di sollievo.
Quando si allontanano, le persone attorno a loro esclamano un "Mancano cinque minuti alla mezzanotte!".
Entrambi si alzano dal divano, ricomponendosi.
"Vai dal tuo ragazzo e digli sì, per l'amor del cielo!" Esclama, facendo ridere Liam. Quest'ultimo gli sorride un'ultima volta prima di dirigersi verso Louis e Zayn intenti a fumare a bordo piscina.
Intanto Gemma e Niall gli si avvicinano, circondandogli il collo con le braccia e trascinandolo dinanzi ad un tavolo apparecchiato con una torta a dir poco enorme posta al centro.
"Dì le tue ultime parole da diciassettenne, forza!" Niall accanto a lui sistema le candeline sullo strato, i numeri uno ed otto vicini. Gemma lo fissa in attesa, un po' come tutti nella stanza.
"Ehm - cosa. Cosa dovrei dire?" Chiede, sorridendo nervosamente. Il biondo gli lascia un pugno sulla spalla e ouch.
"Quello che ti pare, testone." Controbatte, gentile come sempre.
"Okay, allora. Questi diciassette anni sono stati splendidi sia grazie ai miei genitori e mia sorella, sia grazie ai miei amici. Vi voglio davvero bene, grazie per essere con me oggi." Un coro di 'oow' rende la situazione più imbarazzante. Harry non ci sa fare con queste cose.
Gemma accanto a lui afferra l'accendino, piccole fiamme illuminano ambedue i numeri.
Niall osserva il cellulare, iniziando a fare il conto alla rovescia.
Louis si fa spazio tra la massa di persone, posizionandosi di fronte a lui e sorridendogli calorosamente. Harry ricambia imbarazzato, sentendo lo sguardo di tutti puntato addosso.
Allo scoccare della mezzanotte le candeline vengono spente dopo aver appurato il suo desiderio. Una marea di fischi e applausi si innalzano insieme, seguiti dalle esclamazioni indecenti di un Niall decisamente ubriaco e dalle risa di Gemma mezza sobria.
Il primo scatto di foto va a Gemma, facendosi avanti con un "Sono la sorella quindi devo andare prima io.", seguito da Niall che non gli risparmia della panna sulla faccia e un pizzicotto sulla guancia.
Quando alza lo sguardo verso il suo ragazzo, dopo il trilionesimo scatto di foto con un altro gruppo di amici, quello lo sta già guardando. Dietro di lui ci sono Zayn e Liam che si sorridono a vicenda, così intuisce di aver fatto un ottimo lavoro.
"Louis! Vai accanto al tuo fidanzato, forza!" Gemma è così maledettamente autoritaria.
Louis obbedisce al comando, e una volta trovatosi al suo fianco si protende a lasciargli un bacio delicato sulla fronte. Sa che Gemma ha scattato una foto a quello.
"Sei felice?" Chiede il più grande, sorridendo l'attimo dopo alla telecamera. Un flash accecante e un clic.
Harry bacia la guancia ispida del suo ragazzo, annuendo freneticamente.
"Dio. Hey, voi, piccioncini numeri due! Aggregatevi alla foto!" Scoppiano tutti a ridere alla frase di Gemma, mentre Zayn e Liam si aggiungono a Louis ed Harry.
Sorridono per l'ennesima volta alla telecamera, tutti con dei sorrisi gemelli sulle labbra.
Desidera poter restare così per sempre. Con tutte le persone che ama attorno a lui. Circondato da amore e affetto da farlo quasi commuovere.
Louis si propone per tagliare la torta, Harry non si lascia mancare l'occasione di afferrare un po' di panna col dito e spiaccicarla su metà viso del suo fidanzato. Fidanzato che si rivendica, guardandolo malissimo. Scoppiano a ridere entrambi, metà viso ricoperto di panna, ma a nessuno importa.
A fine serata i suoi compagni salutano Harry con un rumoroso bacio sulla guancia, Gemma decide di portare a casa Niall - troppo ubriaco per capirci qualcosa, che novità - e prima di andarsene saluta suo fratello con un sorrisetto malizioso, rivolgendosi a Louis con "Mi raccomando, voglio trovarlo diritto domani." che ovviamente fa ridere tutti. Tutti tranne Harry.
Zayn e Liam sono gli ultimi ad andarsene, le mani intrecciate e due sorrisi luminosi. Zayn abbraccia stretto Louis, sussurrandogli qualcosa all'orecchio.
"Volevo ringraziarti ancora, Haz. Se non fosse stato per te a quest'ora non avrei un promesso sposo così bello." Mormora Liam, sorridendogli pieno di gratitudine. Harry contraccambia, felice.
Poi afferra la mano di Liam adornata con un anello semplice in argento posto all'anulare, "Era di mio nonno. Me l'ha consegnato prima di morire. Può sembrare semplice visto dall'esterno, ma ha un valore profondo." Zayn guarda la mano di Liam, un sorrisetto ad increspargli le labbra.
Harry lascia andare la mano, tornando a stringersi al suo ragazzo. Guarda i due con affetto, notando con dolcezza gli sguardi carichi d'amore che si scambiano.
"Va bene, ragazzi. Vado a fare del buon sesso come uomo impegnato con il suo futuro marito. Ci messaggiamo domani, Lou, va bene?" Louis scoppia a ridere mentre Liam colpisce il braccio di Zayn esclamando un "Ehy! Non puoi sbandierarlo a tutti!", ridacchiando subito dopo.
Una volta chiusa la porta, Harry non indugia un secondo di più ad afferrare il viso di Louis e baciarlo con fervore sulle labbra.
Louis mugugna sorpreso, prima di afferrare i fianchi del ragazzo e tirarselo contro. Harry circonda il collo dell'altro con entrambe le braccia, sollevandosi con un saltello per cingere le anche del più grande.
"Scopami - Dio, scopami." Riesce a dire Harry tra un bacio e l'altro. Louis gli morde il mento, lasciando piccoli baci lungo la linea della mascella. Le sue mani stringono più forte sul sedere del ragazzo che mormora in approvazione.
"Dio è carino, ma Louis mi va più che bene." Controbatte Louis, dirigendosi con addosso il peso di Harry verso la camera da letto. Inutile dire che va a sbattere contro il mobile in corridoio lungo il tragitto. Il rumore del vetro frantumato fa ridere entrambi.
"Costava più della mia stessa vita quel vaso." Ridacchia il maggiore, scansando i cocci. Harry decide di mollare la presa, tornando con i piedi a terra. Afferrando la mano di Louis, si dirige a passo svelto verso la porta socchiusa della camera.
Quando tornano a baciarsi, ad un passo dalla soglia, la schiena di Harry va a scontrarsi contro l'entrata che si spalanca. Ambi due capitombolano a terra tra un mucchio di vestiti probabilmente da lavare.
Si fissano per un po', prima di scoppiare a ridere.
"Ce la faremo secondo te?" Chiede Louis, smettendo di ridere solo per tornare a torturargli il collo con dei morsi. Harry tira indietro la testa, afferrando i capelli di Louis in un pugno e spalancando le cosce per accoglierlo come meglio può.
Si baciano a bocche aperte, le mani nei capelli e i fianchi che si scontrano continuamente in cerca di una frizione. Harry solleva il bacino, facendo scivolare la mano sotto la maglia di Louis e lungo la schiena bollente.
"Per favore, Daddy. Voglio sentirti dentro di me." Geme l'attimo dopo, sentendo la lingua del più grande scivolare lungo il suo collo alle clavicole, succhiando la pelle in quel punto fino a scorgere compiaciuto il rosso tenue di un succhiotto.
"Dimmi cosa vuoi esattamente, bambolina." Sbiascica in risposta, sollevando i lembi della felpa per metà fino a scoprire una parte del busto. Harry si dimena, il contatto della sua pelle contro il pavimento freddo gli causa brividi lungo la schiena.
"Voglio che mi togli questo maledetto plug e mi scopi. Forte. Senza prepararmi." Louis mormora qualcosa, alternando baci a morsi intorno alla pelle del piercing. Gli lascia un ultimo morso proprio sul fianco, prima di risalire sino al viso e baciarlo piano sulle labbra.
Quando si staccano, Louis gli riserva un sorrisetto sghembo.
"E pensi di meritarti tutto questo trattamento, piccolo?" Harry spalanca la bocca, guardando Louis diritto negli occhi. Vorrebbe riservargli un pugno nelle parti basse ma non può. Per il momento.
"Sono stato bravo tutta la serata, Daddy. O sbaglio?" assume un adorabile broncio, perché sa che funziona tutte le volte - o quasi -. Louis, per l'appunto, scuote la testa e si sporge per lasciargli un morso sul labbro inferiore.
"Dovrei sculacciarti per non aver risposto ai miei messaggi." Dice, stringendo tra le dita il mento di Harry mentre l'altra mano scivola fino al bordo del pantalone. Le dita si insinuano senza indugi oltre il bordo di quello e superando anche l'elastico dei boxer.
Harry squittisce sorpreso, aggrappandosi alle spalle dell'altro con le unghie.
"Per quella foto che mi hai mandato." Continua, sfiorando con i polpastrelli l'erezione dolorosamente ingabbiata in quella stoffa sino a giungere alla sua apertura. Il più piccolo si abbandona ad un ansito, sollevando la testa e tenendosi più forte alle spalle dell'altro.
Louis strofina la bocca contro la mandibola intrappolata tra le sue dita, lungo tutto il mento e sulle labbra, senza baciarle davvero. Solo uno sfioramento che manda fuori di testa Harry.
"E per la tua impazienza e insolenza. Volevi farti scopare con tutti i tuoi amici a pochi passi da noi, vero?" Sussurra direttamente sulla sua bocca, senza mollare il contatto visivo. Sa l'effetto che provoca sul ragazzo sotto di lui, ed Harry lo odia così tanto.
Si limita ad annuire, strofinandosi contro la coscia del più grande e miagolando dal piacere.
"Dio, Harold. Sei una tale troia. Sei sempre in cerca di attenzioni, non è così? Vuoi che tutti sappiano quanto sei stato scopato per bene. Che fino a poco fa eri in ginocchio come una puttana a succhiarmi il cazzo, non è vero?" Louis si solleva, con agilità sbottona i jeans di Harry liberandolo completamente da intralci vari e spogliandolo completamente.
Quando è nudo - in parte - si lecca le labbra osservando l'erezione prorompente che svetta contro la pancia.
Harry si lascia sfuggire un singhiozzo, coprendosi gli occhi con un braccio e mordendosi la lingua per non sentire il bisogno di toccarsi da solo. Sente distintamente il fruscio della maglia che viene levata e gettata da qualche parte, prima di decidersi a guardare il suo ragazzo troneggiare mezzo nudo sul suo corpo.
"A quattro zampe." Ordina Louis, autoritario da farlo eccitare di più. Indica il letto con un cenno del mento, osservando Harry obbedire al suo ordine.
Il ragazzo schiude la bocca, posizionandosi al centro del letto come su richiesto. Lancia un'occhiata oltre la spalla, osservando con piacere Louis spogliarsi degli ultimi indumenti.
E' bellissimo e completamente suo mentre afferra l'occorrente dal cassetto e si scosta il ciuffo dalla fronte. Deve averlo dentro di sé entro i prossimi dieci minuti.
Louis gli si avvicina, bottiglia di lubrificante e preservativi in una mano, l'altra a massaggiarsi l'erezione. Harry vorrebbe urlare dalla disperazione.
"Daddy." Si ritrova a lagnarsi, senza nemmeno pensarci. Lo vuole così tanto da fargli male, sul serio.
Louis sbotta un imprecazione sottovoce, inginocchiandosi accanto a lui e accarezzandogli a palmo aperto le cosce. Evita accuratamente la zona intima, lasciando così il ragazzo a bramare il suo tocco.
Il tappo del lubrificante viene aperto, Harry sa che Louis sta spargendo il liquido sulle dita e si morde il labbro per non emettere un sospiro di sollievo.
"Farai il bravo, amore?" Louis gli bacia la spalla, accarezzandogli la natica lentamente.
Harry annuisce, abbassa la testa e copre il viso tra le braccia. Ha maledettamente caldo e rischia di scoppiare da un momento all'altro.
Schiude la bocca, in procinto di pregare ancora una volta il suo ragazzo, ed è in quel momento che il primo schiocco arriva senza nessun avvertimento.
Harry sgrana gli occhi tirando indietro la testa e stringendo tra le dita il lenzuolo sotto di sé. Avverte un dolore piacevole sulla natica, e il solo pensiero che Louis lo abbia appena sculacciato lo fa impazzire.
"Usa le parole, Harold." E un altro schiaffo si abbatte sullo stesso punto. Harry si protende in avanti solo per puro istinto. I suoi occhi sono liquidi e le guance rossissime, sente di star andando a fuoco.
"S-sarò bravo, Daddy." Sbiascica in tono così acuto da far spavento.
Questo sembra bastare, perché Louis lo sculaccia ancora, questa volta più forte, sull'altra natica.
Il palmo aperto si abbatte contro la sua pelle creando uno schiocco che Harry trova semplicemente perfetto. Non si trattiene dallo gemere ad alta voce, implorando di volerne ancora.
"Sarai bravo per il tuo Daddy, principessa?" Chiede a tono più alto, schiaffeggiandogli ripetutamente la carne ora rossissima e in fiamme.
Harry singhiozza, la testa affondata nella coperta e il fiato corto.
"Sì, sì. Te lo prometto. Ti prego, Lou. Ti prego." Louis gli accarezza un'ultima volta la parte colpita, trascinandosi con le ginocchia fino al viso di Harry. Gli afferra i capelli sulla nuca, tirandogli indietro la testa e osservandolo finalmente negli occhi.
"Fatti più indietro, bambolina. Voglio scoparti la faccia." Harry si fa indietro quel tanto che basta per lasciare spazio tra di sé e la tastiera del letto.
Louis si inginocchia di fronte al suo viso, massaggiandosi il cazzo perché sa che fa impazzire Harry. Poi, semplicemente, "Apri." ordina, ed Harry obbedisce schiudendo le labbra e lasciando che Louis si faccia spazio in quell'antro caldissimo.
Gli accarezza i ricci mentre dirige la sua completa erezione nella bocca aperta oscenamente solo per accogliere lui.
Quando lo sente interamente dentro la sua bocca, lascia che le mani di Louis gli afferrino con forza i ricci e lo invoglino a fare quello che deve fare.
"Pronto, piccolo?" e l'attimo dopo muove i fianchi in avanti, osservando come il suo cazzo scivola a ritroso in quella bocca caldissima. Harry aspira col naso trattenendo un conato, stringendo più forte il tessuto tra le sue mani e lasciando che Louis gli scopi la faccia come meglio vuole.
Sente la punta colpirgli ripetutamente la gola e le dita dell'uomo tirargli i capelli. L'erezione tra le sue gambe si fa sempre più dolorosamente fastidiosa, ma ha promesso a Louis che sarà bravo quindi non può far altro che accontentare il suo uomo ed aspettare il suo turno.
"Bellissimo. Sei meraviglioso, Harry." Mormora il maggiore, completamente assorto sulla bocca del più piccolo schiusa attorno alla pelle tesa. Le sue labbra sono rosse come una mela matura, così gonfie da renderlo prossimo all'orgasmo.
Affonda due, tre volte prima di fermarsi e afferrare la propria erezione. Quando allontana la bocca di Harry dal suo cazzo, nota con piacere il rivolo di saliva mischiato al liquido preseminale che collega la punta dell'erezione con le sue labbra. Potrebbe venire solo con quell'immagine stampata nella testa, sul serio.
Harry alza lo sguardo verso di lui, con le guance rossissime, la bocca lucida di saliva e non, gli occhi liquidi e le pupille perse, e Louis non può far a meno di pensare ché un'immagine decisamente spettacolare.
"Sei un capolavoro, baby. Mi prenderò cura di te." Ad Harry suona tanto come una promessa, e vorrebbe sul serio dirgli che lo ama, ma si limita a sorridere e basta. Anche perché la sua gola non ha intenzione di collaborare e crede che non ne avrà l'intenzione per le prossime ore.
Ma gli va bene, d'altronde ha chiesto lui questo.
Louis si fa spazio tra le sue cosce, afferrando la fine del plug e tirandolo lentamente verso l'esterno per non fargli alcun male. Quando è completamente fuori, Harry tira un sospiro di sollievo.
Non crede di voler riprovare l'esperienza di quella serata, davvero. Non è carino essere eccitati per tutta la durata di una festa, ed è piuttosto imbarazzante coprirsi l'erezione con la felpa - che ancora indossa - o dei cuscini.
"Ho intenzione di provare una cosa, amore." Avverte Louis, osservando pensieroso lo specchio di fronte il letto.
Harry segue la traiettoria del suo sguardo, e quando fissa il suo riflesso nel vetro inghiotte a vuoto. I suoi capelli sono un disastro completo, le sue guance sono dello stesso colore delle sue labbra e gli occhi sono tremendamente vacui, come se fosse sotto effetto di chissà quale droga.
"Alzati, piccolo. Devo spostare il letto." Harry decide di non fare domande, obbedendo alla richiesta di Louis e spostandosi lateralmente. Osserva attentamente come Louis spinge il letto verso lo specchio, sfilandosi nel contempo la felpa troppo oppressiva.
Una volta soddisfatto del lavoro, schiocca un'occhiata ad Harry.
"Guarderai allo specchio il modo in cui ti rovinerò, bambolina." Esordisce, leccandosi il labbro superiore.
Harry si inginocchia sul bordo del letto, gattonando verso l'uomo e lasciandogli un bacio sul petto come un tacito invito.
"L'hai presa sul serio la questione del distruggermi, eh?" Sorride, afferrandogli la mano e tirandoselo addosso. Louis gli spalanca le gambe, posizionandosi meglio tra esse. Con la punta delle dita traccia un percorso immaginario lungo il capezzolo fino all'erezione ancora insoddisfatta.
"Ogni tuo desiderio per me è un ordine, lo sai dolcezza." E detto questo la afferra nella mano, pompando lentamente e tracciando cerchi immaginari sulla punta rossissima.
Harry spalanca la bocca in un gemito bloccato in gola, lasciando così l'opportunità a Louis di marchiargli il petto e costellargli il collo con succhiotti dall'assurda grandezza.
Lecca un capezzolo, aumentando la velocità della sua mano.
"Daddy, oh mio Dio. Sto per-" Harry trascina una mano tra i capelli di Louis, tirandoli istintivamente e stringendoselo più vicino.
E' quando Louis gli sussurra all'orecchio un "Vieni per me, bambolina. Sei così bravo per il tuo Daddy. Solo mio." Che viene nel pugno del più grande.
Tira indietro la testa e si solleva sui gomiti, un gemito acuto che rimbomba tra le pareti della camera. Louis torna a torturargli il collo alternando morsi a baci e baci a succhiotti.
"Ho intenzione di farti venire due volte. Ne sei capace, Haz?" Harry spalanca gli occhi e scuote energicamente la testa. La sua sensibilità è ad altissimi livelli, non potrebbe mai farcela.
Louis non è del suo stesso parere; gli afferra rudemente il viso, "Lo farai per il tuo Daddy, vero? Perché sei il mio bravo bambino. Provaci, bambolina." Decreta, duro, ed Harry non può far altro che acconsentire.
L'attimo dopo Harry è di nuovo a quattro zampe, il suo riflesso è ad una spanna di distanza che lo fissa con gli occhi vacui. Harry non può credere di essere lui quello nello specchio. E' totalmente distrutto e non è ancora stato scopato.
"Ti piace quello che vedi?" Quando alza lo sguardo c'è Louis dietro di lui, un sorrisetto irriverente sulle labbra e un preservativo nella mano. Harry lo trova ingiustamente bellissimo, ed è così felice di appartenere a lui.
"Lou - sto per impazzire. Puoi scoparmi, per favore?" Chiede, ricevendo in risposta uno schiaffo sulla natica. Louis torna a fissarlo dallo specchio, quello scambio di sguardi è così intenso che Harry sente l'eccitazione crescergli.
Ed è così, guardandosi reciprocamente attraverso una superficie riflettente, che Louis si fa spazio dentro di lui con il suo cazzo. Lentamente da fargli sentire centimetro per centimetro.
Spalanca la bocca, guardando compiaciuto la stessa espressione che possiede lui sul viso del suo uomo.
Louis è dentro il suo corpo per intero, Harry si sente maledettamente pieno e in paradiso. Rimane fermo, aspettando che sia Louis a fare la prima mossa.
L'uomo, per l'appunto, si ritrae, lasciando solo la punta oltre l'anello di muscoli.
"Ogni dannata volta che scopiamo sei sempre così maledettamente stretto." Esclama tra i denti, scattando in avanti con i fianchi e tornando dentro il suo corpo.
Harry geme, socchiudendo gli occhi per il troppo piacere, e quando Louis inizia a muoversi con movimenti cadenzati porta una mano sul vetro per reggersi.
"No, piccolo. Apri gli occhi." E lo fa. E non può credere alla sua vista.
Il suo corpo si modella sotto le mani di Louis, così come i suoi fianchi seguono quelli dell'uomo in ogni spinta. Per non parlare del suo aspetto, cristo santo.
La mano di Louis gli afferra un fianco mentre l'altra corre a sfiorargli l'apertura, nel punto esatto in cui entrambi i corpi si fondono.
"Guardati, amore. Sei nato per il mio cazzo, per accogliere me e solo me. Di chi sei, bambolina?" Harry alza lo sguardo e scopre l'altro osservarlo a sua volta. Il cazzo è di nuovo dolorosamente duro tra le sue gambe.
"Sono tuo, Lou. Solo tuo." E Louis gli riserva l'ennesima sculacciata. L'impronta delle cinque dita è così scura ora sulla sua pelle. Non riuscirà a sedersi per un'intera giornata di questo passo.
Louis si muove con un ritmo frenetico, colpendo finalmente il suo punto. Harry si aggrappa con entrambe le mani allo specchio di fronte, lasciando cadere la fronte sul vetro e creando un alone col suo respiro. Sente il più grande dietro di lui afferrargli i fianchi e fotterlo più forte.
Osserva con stupore l'erezione svettante, chiedendosi che razza di macchina del sesso sia Louis Tomlinson. Ha provato di tutto in fatto di sesso, ma da quando è il ragazzo di Louis sta iniziando ad imparare cose nuove ed interessanti.
Il maggiore fa aderire il petto contro la schiena del ragazzo sotto di lui, baciandogli il collo sudaticcio e afferrando una manciata di capelli in un pugno. Poi alza lo sguardo e tornano a guardarsi attraverso il vetro, Louis che lo scopa ed Harry completamente perso. E' lì, in quell'istante, che afferra l'erezione di Harry muovendo la mano in sincronia con i movimenti dei fianchi.
"Louis - oh mio dio. Louis." E lo giura, Louis non ha mai assistito a spettacolo più bello. Per questo gli tira con prepotenza i capelli, in modo da obbligarlo a girarsi col metà del viso rivolto verso di lui.
Harry è sull'orlo delle lacrime ma si protende per baciarlo come meglio può sulle labbra. E' un bacio bagnato, a bocca aperta, entrambe le lingue che si cercano.
"Sì bambolina, sono qui." Sussurra, respirando l'uno nella bocca dell'altro.
Harry aggrotta le sopracciglia e socchiude gli occhi. Piccoli ansiti fuoriescono dalla sua bocca. Con la mano di Louis che si muove furiosamente lungo l'asta da far male e l'altra sul suo fianco stringe troppo forte. Harry ama tutto questo.
"Ci sono quasi, piccolo." Avverte Louis, il ritmo si fa meno veloce ma rimane vigoroso. Lascia scivolare una mano lungo la schiena di Harry, spingendolo verso il basso e afferrandogli entrambe le natiche a mani aperte.
"Toccati, Haz." Ordina, ed Harry obbedisce anche se sente l'energia venirgli a mancare. Si masturba lentamente, e all'ennesima spinta di Louis si riversa nel pugno chiuso.
Il più grande ha l'orgoglio dipinto negli occhi mentre i colpi di anche si attenuano, ma decreta di non averne abbastanza perché torna a schiaffeggiare la carne ora rossissima del sedere.
Harry mormora qualcosa di incoerente e, sul serio, è il Nirvana quello? Perché non riesce a distinguere nulla attorno a lui se non le cinque dita di Louis sulla sua pelle e lo schiocco delizioso che produce. E poi la sua testa è completamente altrove, così totalmente sopraffatto da tutto quello che osserva Louis parlare ma senza capirci assolutamente nulla.
"Bambolina, merda," Sbotta il maggiore, dopo essersi riversato sulle natiche del ragazzo sotto di lui. Lo afferra a tempo per i fianchi, capovolgendolo a pancia in su e scostandogli i ricci dalla fronte accaldata e madida di sudore.
Harry è fottutamente volato su un altro mondo. Louis l'ha reso così, dannazione.
"Amore, forza, torna da me." Gli mormora all'orecchio, schioccandogli baci su entrambe le guance e lungo il suo collo. Stringe il suo corpo al petto, baciandogli la fronte ripetutamente e respirando a bocca aperta.
"Haz, andiamo piccolo. Sono qui." E vede gli occhi del riccio farsi meno vacui e più coscienti, le palpebre che si chiudono e riaprono due, tre volte e capisce che è lì con lui di nuovo.
Harry mormora qualcosa, strofinando il viso contro la spalla di Louis prima di sollevarsi su un braccio e guardarsi attorno. La sua mente con cautela ricollega tutti gli eventi di fino a poco fa e. Cosa cazzo è appena successo.
"Lou - Louis, oh cristo. Che cazzo è successo?" Si premura di chiedere, fissando con disappunto il proprio seme adagiato sul suo stomaco. Dei brividi di freddo percorrono la sua schiena e, annusando l'aria, comprende di aver bisogno di una doccia.
Louis si strofina il viso tra le mani, gettando la testa sul materasso sotto di sé e tirando fuori un sospiro di sollievo.
"E' successo che dovremmo informarci su parecchie cose riguardanti il sesso, dolcezza. Mi hai rovinato l'orgasmo." Spiega, guardandolo dal basso con un sorrisetto non del tutto tranquillo in volto.
Harry inarca un sopracciglio, piegandosi verso l'altro e baciandogli il petto.
"Mi dispiace. Un attimo prima ero cosciente, l'altro ero sulla vetta del piacere, sul serio. Mi sono spaventato a morte, è stato così strano." Si stringe al corpo del suo uomo qualche secondo dopo, sbadigliando e chiudendo gli occhi. Non ha le forze necessarie per alzarsi e fare una doccia veloce. O solo per alzarsi. O per fare qualsiasi altra cosa.
"Ecco perché dovevi dirmi che il colore era rosso, Harry." Mormora Louis contrariato, stringendo le braccia attorno al corpo di Harry e schioccandogli un bacio sulla bocca.
L'altro gli sorride ad occhi chiusi, "Ma non era rosso il mio colore. Era più che verde, Daddy."
Louis ridacchia, prima di alzarsi per spegnere la luce della camera e tornare accanto al ragazzo.
Si addormentato sporchi di sperma e sudore, ma abbracciati e totalmente felici.
•••
Il giorno seguente, quando Gemma accosta l'auto fuori scuola, quest'ultima gli riserva un'occhiata allusiva e maliziosa.
Harry decide di ignorarla, afferrando la borsa traboccante di libri e sporgendosi per lasciarle un bacio sulla guancia.
Gemma capisce che suo fratello non ha nessuna intenzione di rivelargli nulla, per questo "Avanti Haz! Solo qualcosina! Non voglio sapere tutto tutto!" Esclama come una perfetta bambina delle elementari.
Harry scoppia a ridere, afferrando la maniglia dello sportello e aprendolo.
"Ti basterà sapere che non riesco a stare in piedi, Gem. E che sono venuto due volte a pochi minuti di distanza." Rivela, ridacchiando all'espressione orripilata della sorella. Sente distintamente un 'ma che schifo Haz!' mentre chiude lo sportello e si dirige verso la sua compagnia di amici fuori scuola.
Tra l'altro, le sue gambe fanno fatica a muoversi e il suo sedere brucia da morire, nonostante quella mattina Louis abbia lasciato una pomata sul comodino e un bigliettino recitante 'ho messo la sveglia, ti ho fatto preparare del caffè e comperare una crema per il tuo bel culetto. Mi farò perdonare per quello L ci vediamo stasera xx'. Non che provi pentimento, sia chiaro, semplicemente la prossima volta chiederà di fare più piano. O si inventeranno qualcosa, chi lo sa.
Niall gli corre incontro con un grosso sorriso sulle labbra e i capelli sparati in tutte le direzioni. Gli bacia entrambe le guance, esclamando un "Tanti auguri, Haz!" un po' troppo euforico per le otto di mattina.
Si dirigono insieme in classe, salutando distrattamente degli amici o gente di cui non ricordano il nome. Stranamente, quel giorno, ha gli occhi di qualsiasi studente puntati addosso e questo lo mette in uno stato di disagio parecchio elevato.
"Mi spieghi perché tutti ci fissano?" Sussurra al ragazzo accanto a lui, una volta giunti fuori l'aula. Niall si limita ad alzare le spalle, dirigendosi verso il banco se non prima di aver fatto l'occhiolino ad una nuova studentessa del loro anno in corridoio.
Harry si limita a scuotere la testa, ma quando arriva al suo banco rimane senza parole.
Ecco spiegato il perché di tutti quegli sguardi, diamine. Non era per il suo compleanno.
Un mazzo di rose è adagiato sul suo banco, avvolte da una trama rossa e un piccolo bigliettino spillato su di essa. Harry lo afferra immediatamente, stringendosi tra le dita il labbro inferiore.
Scritto in una calligrafia disordinata ma riconoscibile, c'è 'Tanti auguri, piccolo mio. Questa è solo una piccola parte della sorpresa. Tuo, Louis.' Stilato con precisione e in scritta nera.
Harry non può far a meno di sorridere come un deficiente, mordendosi il labbro inferiore e rileggendo più e più volte il fogliettino tra le sue mani. Questo fino al suono sgradevole della campanella.
Quando prende posto, l'intera classe ha gli occhi puntati su di lui. Niall gli molla una gomitata nel fianco, trattenendo una risata. Non esiterà a metterlo in imbarazzo per tutte le ore seguenti, poco ma sicuro.
•••
Il suo migliore amico è un tipo parecchio inopportuno, Harry lo ama ma in certi momenti vorrebbe solo ucciderlo.
"Come fai a non ridere, Haz? L'hai vista la sua espressione?" Chiede, tenendosi la pancia e piegato in avanti come un vero deficiente. Però deve ammettere che quella di poco fa era una scena da film comico, sul serio.
Allison gli si era avvicinata in corridoio con una sua amica sottobraccio, a passo svelto e mento alto. Niall aveva già cominciato a ridere, camuffando la cosa con qualche colpo di tosse.
"Harry! Stavamo cercando proprio te!" Aveva esclamato, con la solita voce fastidiosamente squillante.
Niall ed Harry si erano fissati perplessi, poi "Per?" aveva chiesto il ragazzo, inarcando un sopracciglio.
"Le persone stanno iniziando a far circolare una voce assolutamente falsa e tu devi darmene la testimonianza." L'amica al suo fianco aveva scosso la testa, fissando entrambi i ragazzi con sguardo di scuse. Harry era rimasto in silenzio.
"Stanno dicendo che tu sei fidanzato con un uomo di ventinove anni e che alla festa a sorpresa di ieri sera ti ha baciato di fronte a tutti i tuoi amici! Che assurdità è mai questa, vero?" Era scoppiata poi a ridere nervosamente. Niall a quel punto era esploso, la faccia rossissima e lo sguardo puntato su Harry in attesa di una sua risposta.
Il riccio si era schiarito la voce, e con un espressione indignata aveva esclamato "Chi diavolo ha iniziato a dire cazzate del genere? Io e Louis abbiamo solo sette anni di differenza, non undici!", spalancando la bocca teatralmente e trattenendosi dal ridere alla vista di una Allison impallidita e senza parole.
Niall era scoppiato in una risata rumorosa, attirando su di sé l'attenzione di tutti gli studenti fermi in corridoio. Harry si era limitato ad alzare le spalle in segno di scuse e trascinare il suo migliore amico fuori di lì.
"Certo che le persone parlano in fretta, eh?" Sbiascica tra i denti Harry, con un punta di amarezza nella voce.
Non che voglia tenere la cosa nascosta, ma semplicemente odia i pettegolezzi, soprattutto quando iniziano ad elevarsi fino a plasmarsi in una storia del tutto differente da quella originaria. Fortunatamente è il suo ultimo anno in quella scuola, questo lo risolleva decisamente.
"Dai, riccioli d'oro, non è la prima volta che capita. Devo ricordarti di quando al secondo anno iniziarono a parlare dei tuoi lavoretti di bocca nei bagni maschili del terzo piano?" E - okay. Niall non ha ben centrato il punto.
"Quella voce era vera, Nì." Ammette, scuotendo la testa in segno di esasperazione. Niall al suo fianco lo guarda con un espressione indecifrabile. Lo avrà traumatizzato a vita, poverino.
"Va bene, va bene. Allora parliamo di quando iniziarono a starmi tutti alla larga perché dicevano che avevo i pidocchi, al primo anno."
Harry sospira, "Tua cugina del Mississipi era venuta a casa tua per tre giorni e ti aveva passato i pidocchi, cretino." Spiega, esattamente come una mamma farebbe col proprio figlio.
Niall incrocia le braccia visibilmente offeso, scalciando con la punta della converse una lattina di Coca-Cola vuota gettata sul marciapiede.
"Louis deve aver fatto un patto con il diavolo, altrimenti non si spiega come possa stare con uno stronzo come te e farti certi regali bellissimi." Borbotta, indicando le rose messe accuratamente nella sua borsa aperta, in modo da non schiacciarle. Harry schiocca la lingua ridacchiando e trascinandosi l'amico contro con un braccio sulle spalle.
"Un giorno, Niall Horan, capirai cosa significa essere me." Esclama, ridendo subito dopo seguito a ruota dal ragazzo.
Quando arrivano al parco per skater, evitando anche all'ultimo minuto che un ragazzino lo investa in pieno con quel coso sotto i suoi piedi, aggrotta le sopracciglia alla vista di sua sorella parlare amabilmente con -.
"Niall, ma quello è Zayn?" Chiede, per accertarsi che la sua vista non sia andata a puttane.
Niall segue la traiettoria del suo guardo e quando i suoi occhi si posano sulla figura alta di Gemma, un sorriso si presenta subito sulle sue labbra. Maledetta cotta delle elementari.
"Ehy, Gems!" Esclama appunto il biondo, correndo nella direzione delle due figure e scuotendo il braccio in aria. Harry si copre il viso con una mano, seguendolo in silenzio e notando la persona accanto a sua sorella voltarsi verso di lui.
"Ehilà, Irishboy. E ciao a te, neo diciottenne!" Gemma riserva un abbraccio ad entrambi, sistemandosi poi dopo i capelli ora biondi in una crocchia disordinata. Zayn gli sorride, lasciandogli una pacca sulla spalla.
"Beh, buon compleanno Haz. Ora sei legale." E' la prima cosa che dice, ridacchiando.
Harry invece scoppia in una vera e propria risata, sollevato.
"Decisamente, Zy."
Gemma getta un braccio oltre la sua spalla, trascinandoselo contro il petto.
"Zayn stava facendo un graffito quando siamo venute qui. Mi ha riconosciuta e abbiamo cominciato a parlare. A proposito, Harry, sai che Zay è davvero bravo nei graffiti?" Il moro sorride di sbieco, accarezzandosi la barba incolta sulla mascella. Ha le mani sporche di vernice, ora che ci fa caso, e delle bombolette sono abbandonate sul muretto lì davanti.
"Già, grazie Gem. Comunque, Haz, volevo parlarti in privato." Harry annuisce, mentre Gemma trascina Niall verso un gruppetto di ragazze non tanto distanti da lì. Quando rimangono solo loro due, Zayn si schiarisce la voce.
"Volevo - uhm. Chiederti scusa. Per, sai. La questione di Capodanno." Sbiascica, quasi timido.
Harry fa un passo indietro, mordendosi il labbro e aggrottando le sopracciglia. Sta per dire qualcosa, ma Zayn lo precede.
"Voglio essere sincero con te. All'inizio non ero molto sostenitore della vostra relazione. Insomma, Louis è il mio migliore amico e vederlo perdere la testa per un diciassettenne non era nei miei pensieri riguardanti lui. E poi sei arrivato tu e lui è totalmente perso, te lo assicuro. A capodanno speravo vedessi quel che hai visto perché volevo farti capire quanto Louis si trovasse a suo agio in compagnia di persone della sua età, ma. Dio, mi dispiace. Dopo quell'avvenimento ho aperto gli occhi e ho semplicemente capito. Non importano gli anni, ma ciò che vi lega. E sì, ci ho messo un po' per capirlo ma ci sono arrivato, e volevo chiederti scusa, sul serio." Quando Zayn termina il suo sproloquio - un braccio dietro la nuca e gli occhi bassi -, Harry è decisamente senza parole.
C'è un velo di disappunto nella sua espressione, ma apprezza la sincerità di Zayn.
"Beh, sinceramente non me lo aspettavo. Ma. Grazie. Per esserti aperto con me e per aver accettato la relazione, anche se la tua mossa di capodanno non credo riuscirò a metterla nel dimenticatoio così facilmente." Zayn annuisce solenne, accarezzandosi il braccio coperto di tatuaggi.
"E. Un'ultima cosa. Grazie per quello che hai fatto per noi alla tua festa. Significa molto per me ed hai dato molte più sicurezze a Liam. Te ne sono infinitamente grato." Harry gli sorride, e l'imbarazzo di qualche secondo sembra dissolversi nell'aria.
"Ora devo scappare a casa, se Lee non mi trova lì in orario è probabile mi uccida prima di diventare il futuro Malik." Scoppiano a ridere entrambi dopo quell'affermazione.
"Torna dal tuo maritino, che tra poco tutta questa libertà ti sarà vietata." Si salutano con una pacca sulla spalla e un cenno del capo, prima che Zayn raccolga le bombolette e afferri il suo zaino, scappando in direzione della fermata del bus.
•••
E' in ritardo di dieci minuti, Louis lo sta aspettando nella sua mustang fuori casa e continua a mandargli sms minacciosi. Gemma lo fissa divertita poggiata allo stipite della porta, osservando suo fratello fare avanti e indietro per la sua camera, specchiandosi di tanto e intanto e mangiandosi il labbro per il nervosismo. Quando il ragazzo alza lo sguardo, incrocia le braccia.
"La smetti di ridere? Sei una sorella pessima. Pessima, ti dico." Borbotta corrugato, sistemandosi un'ultima volta i capelli che guarda caso non ne vogliono sapere niente di assumere una forma normale.
Ha indossato i suoi migliori vestiti per l'appuntamento di quella sera, gli stivali di YSL - un regalo di Gemma - e degli skinny che fasciano troppo stretti. Teme per l'incolumità del suo cazzo.
"Onestamente, Haz. Perché sei così nervoso? Stai benissimo, te lo assicuro. E poi è solo una cena col tuo ragazzo!" Esclama, trattenendosi dal sogghignare.
Harry afferra il suo iPhone, dirigendosi a passo svelto verso l'ingresso. Fa mente locale per cercare di non scordare nulla a casa, ringraziando il cielo che i suoi quel giorno lavoreranno fino a sera inoltrata. Un vero peccato, a detta di sua mamma. Si è scampato la solita festicciola con i parenti e le domande impertinenti delle zie di vecchia data. Un vero e proprio peccato, già.
"Sto bene vestito così? Non è troppo?" Si premura di chiedere a sua sorella. Quest'ultima sbuffa annoiata e rotea gli occhi, prima di agguantare il cappotto del ragazzo e tirarglielo addosso con poca grazia. Harry esclama un ehyy indignato, indossandolo in fretta e furia.
"Giuro, Harold, che se non esci da questa casa entro i prossimi dieci secondi, vado da Louis e gli mostro le tue foto da bambino." Ouch, le sue vecchie foto sono un argomento da non toccare. Troppo imbarazzanti, davvero.
Harry ridacchia, lasciandole un bacio sulla guancia e aprendo la porta di casa. Saluta la ragazza con la mano prima di avviarsi verso l'auto spenta nel vialetto.
Quando entra nella macchina Louis è intento a smanettare al cellulare, un'espressione palesemente annoiata in volto ma bellissimo nel suo completo formato da pantaloni strettissimi, una camicia bianca e un semplice giubbino a coprirlo dal freddo.
I suoi capelli, merda, sono tirati indietro da una buona quantità di gel e. No. Harry lo odia.
"Ciao, amore." Saluta, cercando di mostrarsi completamente rilassato e non colpevole di un ritardo. Louis lo fulmina con lo sguardo, ma Harry capisce che non è davvero arrabbiato perché la sua mascella è rilassata così come le sue mani ora impugnate sul volante.
"Abbiamo una prenotazione, Harold. In un ristorante dove ci vogliono mesi prima di trovare un posto libero. E tu sei in ritardo." E' il suo saluto con il tono piatto e un sopracciglio arcuato. Harry si sente giudicato, in quel momento. E in soggezione dal suo sguardo.
Alla fine, decide di usare la tattica del bambino pentito, mettendo su il suo miglior broncio e gli occhi da cerbiatto, sbattendo le ciglia ripetutamente come una principessa Disney. Louis non sa resistergli quando fa così, tipo mai.
"Mi perdoni però, vero? Sono sempre il tuo bravo bambino?" In un'altra situazione la cosa sarebbe sfociata in sesso, tanto e buon sesso. Ma sono in ritardo, ed Harry vuole riservargli un ringraziamento speciale per le rose e il ristorante più tardi.
Louis sbuffa, azionando la macchina e partendo in moto. Ignora bellamente il ragazzo al suo fianco perché sa che basterebbe una sola occhiata per cedere e riempire quel viso di baci.
"Dipende da come ti comporterai stasera, piccolo. E ora metti la cintura, non voglio finire nei guai per colpa tua." Harry esulta mentalmente, obbedendo alla richiesta.
Il viaggio in macchina è abbastanza lungo ma rilassante, entrambi cantano a squarciagola le canzoni che trasmette la radio locale, il vento che li sfiora e le mille luci delle palazzine alti che si presentano davanti. Harry costringe addirittura Louis a suonare il clacson quando sfrecciano di fianco ad una coppia di fidanzati intenti a mangiarsi reciprocamente la faccia, facendoli sobbalzare dallo spavento e guadagnandosi delle imprecazioni.
Una volta giunti al ristorante, invece, la serata prosegue velocemente. Harry troppo eccitato per restare a lungo in luogo pubblico e Louis che, beh, semplicemente lo asseconda.
La parte peggiore arriva alla portata del dolce, quando Harry afferra il cucchiaino immerso nella panna e lo lecca in modo lento e provocatorio, fissando direttamente il suo ragazzo negli occhi. Lì, Louis, ha capito che no, devono tornare a casa e subito.
In realtà non arrivano a casa, perché Louis è imprevedibile e sdolcinato, e proprio per questo, quando Harry legge l'insegna del posto, sorride a trentadue denti.
"Sul serio, Tomlinson? Nell'hotel più costoso di Londra come le peggiori escort in circolazione?" Domanda sardonico, ma il suo cuore batte a ritmo troppo veloce. E' tutto così perfetto da sembrare un sogno.
Louis si limita a zittirlo con un gesto secco di mano mentre si avvia verso la reception, lasciando un Harry ancora incredulo guardarsi attorno.
E' probabilmente il posto più bello e spazioso e lussuoso che lui abbia mai visto. Ed è bellissimo. Bellissimo come il suo ragazzo che sorride alla ragazza dietro al bancone, mentre afferra le chiavi e ringrazia cordialmente.
"Sai cosa ha detto la ragazza?" Chiede Louis, una volta avvicinatosi al suo fidanzato. Harry scuote la testa, seguendolo verso l'ascensore.
"Ci ha augurato una buona prima notte di nozze." Rivela, sorridendo. Harry aggrotta la fronte, confuso.
"Nozze?" Chiede, scostandosi per far passare le persone che escono dall'abitacolo.
Louis lo trascina dentro, premendo il bottone dell'ultimo piano e osservando le porte chiudersi davanti ai loro nasi.
"Potrei aver detto che ci siamo sposati e che ci servirà tanto champagne e lubrificante. Sai, no, per festeggiare al meglio." Non può far a meno di ridere di fronte a tanta sfacciataggine del suo ragazzo. E' così incredibile e suo che non gli sembra vero. E' tutto troppo, Louis gli fa vivere cose nuove e belle e incredibili che ad Harry fa male il petto al solo pensiero.
Sorride, scuotendo la testa .
"Ti amo così tanto, Louis Tomlinson. Ora porta il tuo neo maritino nella camera, devo assolutamente cavalcarti o rischio di impazzire." E Louis lo prende in parola.
Gli mostra la suite, il letto matrimoniale con le lenzuola di seta, le luci soffuse e rigorosamente di colore rosso, la Jacuzzi che troneggia in bella mostra nel bagno forse più grande di camera sua. E' tutto splendido. Ci sono addirittura delle candele elettriche accese qua e là.
La parte migliore di tutto quello, però, è la porta vetrata che dà sul balcone. Ci sono tante luci che si innalzano dinanzi ai loro piedi, una città intera ancora sveglia sotto ai loro occhi. Londra che brucia.
Posa delicatamente le braccia sul corrimano, lasciando che il vento gli sfiori la pelle e gli scombini i capelli. Poi sospira.
Braccia forti gli cingono i fianchi, mentre un respiro caldo si infrange contro il suo orecchio. I capelli di Louis gli solleticano il viso, ma sta davvero bene stretto in quella morsa.
"Stai bene, piccolo?" Mormora sottovoce, stringendolo un po' più forte.
Harry copre le mani di Louis con le proprie, lasciandosi andare contro il suo petto e sospirando di nuovo.
Se sta bene? Diavolo, sta d'incanto. Gli pare di vivere in una bolla fatta di felicità, bellezza, e tutte cose sdolcinate. E questo un po' gli fa paura, perché ogni cosa è destinata a finire e lui non crede di esserne pronto.
"Sì, amore, sto bene." Decreta, prima di voltarsi con uno scatto e attorniargli il viso con entrambe le mani. Lo bacia, poi, in modo piano, quasi avesse paura di romperlo. Perché per lui Louis è cristallo, un oggetto che se sfiori può sgretolarsi in mille pezzi. E' per questo che definisce entrambi una squadra.
Io mi prendo cura di te, e tu fai lo stesso.
"Ti amo." Gli sussurra sulle labbra, prima di vederlo sorridere in quel modo dolcissimo che riserva solo a lui.
Si baciano ancora, quando rientrano in stanza e si privano dei vestiti e del mondo attorno.
Fanno l'amore tra la seta, mentre Londra, lì fuori, li guarda.
Ed è perfetto.
•••
L'unico rumore in quella stanza troppo opprimente è il ticchettio d'orologio.
C'è un silenzio non ben definito da interi minuti ormai, e né Harry, né Gemma, hanno l'intenzione di spezzarlo. O almeno, non per primi.
Gemma gli stringe un po' più forte la mano involontariamente, come per rassicurarlo, ma Harry le sorride per tranquillizzarla.
Anne, seduta di fronte a lui, è in stato di shock. E' ferma nella stessa posizione da minuti interi, i suoi occhi sono fissi nel vuoto ed Harry si chiede davvero se respiri ancora.
Le mani della donna sono strette attorno ad un fazzoletto di carta, quasi a volerlo strappare in tanti, tantissimi pezzetti.
Des d'altro canto è poggiato contro lo schienale della sedia, anche lui in un silenzio tombale, limitandosi a far traballare il liquido che c'è nel bicchiere che sta reggendo con la mancina.
Il punto è che, sul serio, Harry non riesce a fare giri di parole, è più forte di lui. Proprio per questo motivo è il meno richiesto quando c'è da dire qualcosa. Non è colpa sua.
E poi i suoi genitori la stanno facendo tragica per un semplice 'Mamma, papà, devo rivelarvi una cosa. Sono gay. E da qualche mese esco con Louis Tomlinson. Sì, il tuo dipendente.'
Okay, forse ha un pochino esagerato. Ma, come si suol dire, via il cerotto, via il dolore, giusto?
"Oh, andiamo! Harry ha diciotto anni adesso, non c'è nulla di male! E lui è una bravissima persona!" Sbotta d'un tratto Gemma, sollevandosi di scatto e rischiando quasi di far ruzzolare la sedia sul pavimento. Anne solleva le spalle, regalandole un solo sguardo.
"Gemma Anne Styles, tu ne eri a conoscenza e non ce ne hai mai parlato?" Prorompe poi, stizzita e forse indignata. Gemma, invece, si limita a sbuffare e far roteare gli occhi.
"Dio, ma perché dovete essere così? No, mamma. L'ho saputo solo pochi giorni fa ed ho conosciuto Louis alla festa a sorpresa di Harry. Perché sì, Louis gli ha anche organizzato una festa a sorpresa." Gemma si allontana dal suo posto per avvicinarsi a Des, che ora sta guardando sua moglie.
Harry, nel frattempo, medita se convenga aprir bocca o meno.
"Harold, se stai facendo tutto questo solo per arrivare a farmi un torto per quando ti proibisco di mancare alle mie cene di lavoro, giuro, la tua punizione sarà -" e. Fermo. Cosa?
Harry solleva lo sguardo verso l'uomo, ferito e profondamente irritato. Ma che razza di persona crede che sia?
"Stai scherzando? Ti prego, dimmi che stai scherzando. Papà, stiamo insieme da mesi interi ormai, sono felice con lui, lo amo e non m'interessa se sono ancora giovane e non so neanche cosa sia l'amore. Sono certo di amarlo e non è per fare un torto né a te, né a nessuno. Perché vi sembra inconcepibile come cosa? Abbiamo qualche anno di differenza, sì, ma ciò che proviamo l'uno per l'altro è totalmente autentico e senza doppi fini. Cosa c'è di sbagliato in questo?" Harry si solleva, e con la coda dell'occhio nota sua mamma coprirsi le labbra dipinte con una mano.
Suo padre lo squadra per un po', lo sguardo duro e la bocca chiusa in una linea severa. Ha posato il bicchiere sul tavolo e le sue braccia ora sono incrociate contro il petto.
Gemma si lascia sfuggire un sospiro, scuotendo la testa in segno di esasperazione.
"Harry, figliolo, io ti voglio bene. Tengo alla tua felicità così come tengo anche alla mia azienda. Non voglio che succeda qualcosa, né a te, né all'incolumità della mia fatica, va bene? Ho solo bisogno di sicurezze e di accertarmi che tutto questo non vada a finire male." I due ragazzi si guardano per un attimo, prima perplessi e poi sorridenti. E' già un primo passo, questo.
"Te lo prometto, papà. E' una relazione seria, lui si prende cura di me e ti assicuro che tiene al suo posto di lavoro. Ti prego, non credere il contrario, lo conosci. Sai che non farebbe mai nulla che possa compromettere la tua azienda o il suo posto di lavoro." E Des si limita ad annuire, prima di dare un'occhiata all'orologio da polso e afferrare la sua giacca.
"La mia pausa è finita, comunque. Devo tornare al lavoro." Borbotta, lasciando un bacio delicato sulle labbra di Anne e avvicinarsi ai figli.
"Vi voglio bene, ragazzi, capito? La vostra felicità è tutto ciò che conta per me." Rivela, prima di baciare entrambi su una guancia e sparire dietro la porta d'ingresso.
Ora sono rimasti in tre, il che è preoccupante siccome Anne non si decide ad aprir bocca ma a limitarsi a far spostare il suo sguardo da un angolo ad un altro.
Harry decide di fare il primo passo, avvicinandosi alla donna e prendendo la sua mano gracilina tra le sue.
"Mamma, mi ascolti? Louis non mi farà del male, e nulla, nulla, rovinerà ciò che abbiamo. Perché ci amiamo sul serio, e i nostri sentimenti sono veritieri. E, comunque andrà a finire, non comprometterà il suo posto nell'azienda di papà, lo prometto." Spiega, quasi come se stesse parlando ad una bambina.
Anne lo guarda, finalmente, e gli dedica un piccolo sorriso, il che è positivo. Stringe le mani di Harry tra le sue e poi lo accarezza su una guancia.
"Mi fido, tesoro. Ma voglio conoscerlo meglio il prima possibile. Quindi organizzeremo una grigliata in casa Styles a breve, e non voglio obiezioni!" Esclama, facendo scoppiare a ridere Gemma. Harry tira indietro la testa fingendosi totalmente scocciato a quell'idea, ma il solo pensare che i suoi vogliano conoscere Louis sotto un altro aspetto al di fuori del lavoro lo rallegra parecchio.
"So già che tirerai fuori vecchie foto di me da bambino e racconterai la storia imbarazzante che c'è dietro ogni singolo scatto, mamma!" E poi ridono tutti e tre, parlottando delle foto imbarazzanti di Harry e del giorno per la cena.
E' in quel momento che il suo cellulare squilla in segno di un messaggio.
Stranito, Harry afferra il cellulare, e le sue sopracciglia si aggrottano alla vista del nome lampeggiante sul display.
Louis non dovrebbe essere a lavoro?
Apre il messaggio, le spalle tese e la fronte aggrottata. Ma quello che c'è scritto lo fa scoppiare a ridere di gusto.
'il mio CAPO mi ha fatto il terzo grado sulla NOSTRA RELAZIONE. haz, ma che diavolo ?? non ho potuto nascondergli nulla !! mi devi delle spiegazioni x'
Mostra il messaggio alle due donne, e il suo cuore si scalda quando le vede ridere alla vista di quel messaggio.
Poi, risponde con una frase piccola e concisa.
'Questo fine settimana sei invitato ufficialmente a casa Styles come mio fidanzato. Ce l'abbiamo fatta, amore xo'.
E tutto bene quel che finisce bene.
•••
Three years later.
Il suo cellulare segna le sette e trentadue del mattino, quattro chiamate perse e venti messaggi da leggere su Whatsapp. Sa che dovrebbe richiamare sua madre, e si appunta mentalmente di telefonarle il prima possibile.
Si stiracchia placidamente appena mette le gambe fuori dalle lenzuola, stando attento a non svegliare l'uomo che dorme seraficamente sull'altro lato del letto.
I primi raggi del sole iniziano a far capolino tra le vetrate del balcone, lasciando nella penombra metà della stanza per i fiochi raggi. Nell'aria, invece, si sente odore di croissant e cappuccino caldo.
Harry raccoglie la vestaglia di seta dal pavimento, indossandola subito dopo e allacciando i due nastri sui fianchi. Non vuole traumatizzare i passanti, per carità.
Quando giunge fuori al balcone un enorme vuoto si deposita nello stomaco, alla vista di una città così meravigliosa. Di fronte a lui sfoggiano trecento metri di pura bellezza. Un verde brillante e quell'Arco meraviglioso in bella vista.
Non smetterà mai di ripeterlo, ma questo è il miglior regalo di anniversario di sempre.
Parigi è sempre stato uno dei suoi sogni nel cassetto, attratto dalle mille luci, gli abitanti e i posti magnifici da visitare. Ma suo padre era troppo impegnato per portarlo con sé e sua madre, beh, troppo presa da altro.
Quando aveva raccontato di questo sogno a Louis di certo non si aspettava di correre in aeroporto il giorno dopo con una valigia al carico e il passaporto stretto nella mano. Inutile dire che una volta atterrati non ha esitato un attimo a ringraziare nel modo più giusto il suo ragazzo.
Suo ragazzo che mormora qualcosa mentre si volta a pancia in su nella beatitudine assoluta.
Harry decide di scattargli una foto da mandare nel gruppo di Whatsapp della loro famiglia e della loro combriccola, usando come didascalia 'buongiorno x', nulla di più semplice.
Starebbe ore a mirare e rimirare il suo uomo, ma hanno dei piani per quell'oggi e non può assolutamente permettersi di farlo dormire per tutto il giorno.
Proprio per questo appena si avvicina al bordo del letto inizia a gattonare verso di lui, lasciando che il nastro accordato alla vita si sciolga e lasci in bella mostra il suo corpo longilineo.
Ad una spanna dal viso di Louis, inizia a lasciargli piccoli e casti baci su tutto il viso. Parte dalla fronte, poi sul naso, su entrambe le guance e lungo tutto il mento.
E' quando si protende a baciargli il collo che in pochi istanti si ritrova schiacciato sotto un peso ormai conosciuto contro il materasso.
"Buongiorno, bambolina. Che intenzioni hai sta mattina?" E' la prima cosa che chiede Louis, reggendosi con l'avambraccio piantato di fianco al viso di Harry, mentre l'altra mano corre ad accarezzargli i riccioli sparsi sul lenzuolo.
Harry gli circonda i fianchi con una sola gamba, lasciando che Louis gliel'accarezzi subito dopo, rilassandosi sotto quel tocco. Poi gli sorride, un sorrisetto malizioso che fa intendere tutto.
"Volevo svegliarla in modo dolce, Monsieur, l'è dispiaciuto per caso?" Chiede in modo del tutto scherzoso, perché sa che Louis adora tali risvegli.
L'uomo, per l'appunto, ridacchia piano prima di sporgersi per baciare sulle labbra il riccio in modo dolce e lento, da lasciare come sempre senza fiato.
"Mi piacerebbe svegliarmi così ogni singola mattina, cherie." E anche ad Harry piacerebbe, tipo tantissimo.
In tre anni il loro rapporto si è evoluto in maniera decisamente positiva. Hanno iniziato a farsi vedere in giro pubblicamente - suscitando non poco scalpore, naturalmente -, a comportarsi come una coppia a tutti gli effetti e Louis ha conquistato la simpatia e la fiducia della sua famiglia. Harry ha pianto il giorno in cui sua madre ha abbracciato Louis, sussurrandogli un dolcissimo 'benvenuto nella nostra famiglia, tesoro', ma non lo ammetterà mai.
Hanno viaggiato assieme in differenti occasioni; a Roma dopo il diploma di Harry, in Brasile per il loro primo anniversario e tanti altri posti bellissimi. Hanno fatto l'amore in ogni luogo, lasciando lì un pezzo di loro.
Nessuno si aspettava realmente che arrivassero a quel traguardo, dopo tre anni ancora insieme e più uniti di prima; forse per la differenza di età, o probabilmente per i caratteri quasi opposti, ma Harry ne va così fiero perché sono andati contro tutti lasciandoli letteralmente basiti.
Ovviamente ci sono stati i diverbi per cose futili, tipo per la promozione di Louis al lavoro che lasciava poco tempo da dedicare al suo ragazzo o al fatto che Harry ne combinasse sempre una ogni talvolta Niall lo implorava di andare a ballare qualche sera dove Louis era obbligato a trattenersi al lavoro. Ma alla fine finivano sempre col coccolarsi sul divano e ad aggiungere un 'scusa' alla fine di ogni frase.
Ma, la cosa che Harry apprezza di più, è il fatto che Louis in questi anni si sia aperto con lui in maniera sorprendente. Ha iniziato a piccoli passi, raccontando del suo passato difficile a causa di suo padre, o della sua vita sentimentale precedente che era pessima a causa di un ragazzo troppo grande che pretendeva troppo da un ragazzino diciottenne. E proprio per questo, a detta di Louis, la sua complicazione più grande è il fidarsi completamente e dichiarare a voce alta i suoi sentimenti. Dopo quella dichiarazione Harry non ha perso occasione di stringerlo forte e ripetergli quanto lo amasse e quanto fosse prezioso.
Ora, con i loro rispettivamente ventotto e ventuno anni, si ritrovano distanti da casa, nel bel mezzo di Parigi, per il loro terzo anniversario.
"Vado a fare una doccia veloce, dopotutto abbiamo un programma da rispettare. Che ne dici di ordinare la colazione, mh?" Harry annuisce, lasciandogli un bacio sulle labbra prima di vedere il corpo scolpito di Louis sparire dentro l'altra camera.
Sospira, sorridendo tra sé e sé, prima di afferrare la cornetta del telefono e richiedere ciò che desidera.
•••
Louis sta ridendo rumorosamente da circa un quarto d'ora ed Harry inizia veramente a stizzirsi. Ma perché le figure di merda capitano tutte a lui? Sul serio.
"Lou, la smetti di ridere?" Chiede, imbronciandosi un po'. Odia quando succedono queste cose, lo fanno sentire un bambino ridicolo.
Louis d'altro canto annuisce ma non sembra intenzionato a fermarsi. Questo prima di alzare lo sguardo verso il viso di Harry e notare lo sguardo minaccioso che gli sta riservando.
"Mi dispiace, mi dispiace." Afferma, asciugandosi addirittura delle lacrime sgorgate sotto gli occhi. Si avvicina poco dopo al ragazzo, afferrandogli il viso tra le mani.
"Sul serio, piccolo. Lo sai che non ti stavo deridendo, sei semplicemente uno spasso quando fai certe cose." Ammette, prima di baciarlo più e più volte.
Tutto era iniziato con la scoperta dell'ascensore nella Torre Eiffel e sì, Harry non era a conoscenza di questo piccolo dettaglio, o almeno. Lo aveva completamente spostato in un angolo remoto del suo cervello, ecco. E infine la cosa si è evoluta in frasi come 'Lou, ti immagini fare sesso qua dentro?' per poi concludersi con un simpatico 'Oh oui, prends-moi, plus fort.'. Inutile dire che all'apertura degli accessi una ventina di sguardi erano puntati tutti su di lui. E tutti lo guardavano senza parole, completamente sotto shock.
"Non ti credo. In realtà tu stai con me solo perché sono un disastro che cammina e che ne fa una ogni due secondi." Borbotta comunque, scattando un'ultima foto alla Torre dal basso.
Louis gli afferra la mano, camminando verso i giardini.
"Esattamente. E anche perché sei un tale bambino adorabile quando metti il broncio. E perché quando resti a dormire da me la mattina seguente mi prepari la colazione e il pranzo rigorosamente salutare. Oh, non scordiamoci delle foto che mi mandi in facoltà mentre tu sei a lezione di lettere classiche ed io dietro la scrivania. E del fatto che sai gestire le mie sorelle meglio di me - no, dico. Come diavolo fai? E, per ultima, sto con te perché sei la miglior cosa della mia vita, Harold, e perché ti amo." Harry squadra Louis senza parole, il suo cuore prende a battere più veloce del normale e oh cazzo. Ha appena detto di amarlo dopo tre fottuti anni. A Parigi. Sotto la Torre Eiffel. E probabilmente sarà stato spontaneo siccome Louis sembra intento a guardarsi attorno con tutta la naturalezza del mondo.
"Cosa - ripeti cosa hai detto. Dopo la parte delle tue sorelle." Balbetta il riccio, stringendo più forte per puro istinto la mano di Louis. Quest'ultimo sembra soppesare le sue parole, prima di sbuffare drasticamente.
"Sei un tale romanticone, Harold. Sto con te perché sei la miglior cosa della mia vita." Il suo tono è annoiato, ma il sorriso sulle sue labbra dice tutt'altro. Harry potrebbe mettersi a piangere in zero virgola quattro secondi.
Si ferma, costringendo Louis a fare lo stesso e ricevendo un'occhiata stranita.
"Non quella parte, la parte dopo." Sussurra, quasi avesse paura di rovinare qualcosa.
Louis aggrotta le sopracciglia, ma quando capisce lo scruta per un po' con un sorriso enorme stampato sul viso. Si avvicina ad Harry, una spanna a dividerli, e gli scosta delicatamente i ricci un po' cresciuti dietro l'orecchio.
"Ti amo." Sussurra a sua volta, mantenendo il contatto visivo. Harry è sicuro lo faccia apposta per farlo morire, altrimenti non si spiegherebbe.
"Ripetilo." Dice, aprendosi in un sorriso. Louis scoppia a ridere.
"Ti amo. Ti amo. Ti amo. Je t'aime." E il suo accento francese si potrebbe definire perfetto (oltre che eccitante, sia chiaro).
Harry lo bacia, un bacio veloce, poi lo abbraccia di slancio e il suo cuore scoppia in tanti e piccoli pezzettini, come un fuoco d'artificio. E' il ragazzo più felice sulla faccia della terra, lo giura. Lo ama così tanto.
"Ti amo, Lewis. Tipo - troppo." Dichiara, ridendo subito dopo preso dall'euforia. Louis si lascia trasportare da quel suono, ridendo anche lui. Fin quando le sue risa non si trasformano in un sorriso enorme e i suoi occhi lucidi non si posano di nuovo in quello di Harry.
"Mi ami così tanto da venire a vivere con me?" Chiede, e il ragazzo è quasi tentato dal chiedergli se è serio o meno, ma l'espressione di Louis comunica tutta la sincerità del mondo. E' fottutamente serio, è pazzo.
"Non lo so, Lewis. Sarai in grado di sopportarmi ogni singolo giorno?" Chiede, fingendosi perplesso. Ma in realtà è convinto, come lo era dall'inizio della loro relazione, puntando tutto su di loro.
Louis gli afferra la mano, lasciando che le loro dita si intreccino.
"Per tutta la vita, piccolo. E tu? Tu sarai in grado di farlo?" Contraccambia, avvicinandosi di un passo.
Harry gli sorride, il tempo attorno a loro pare si sia fermato.
"Per tutta la vita."
E non è mai stato così sicuro come in quel momento.
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