Ⅲ
Un mare di luci; blu, verdi, bianche. Ci sono luci e corpi. Davanti a lui, dietro di lui, ai suoi fianchi. Mani; mani ovunque. Sul suo bacino, sul suo petto, sulle sue labbra. Bocche; lasciano tracce dappertutto, cercano uno spazio dove già non ci sia un marchio violaceo. Harry vuole che glieli coprano, quei segni. Vuole che spariscano dal suo corpo, vuole che lui sparisca dal suo corpo e dalla sua vita. Alcool; forse di quello ce n'è stato troppo. Gli gira la testa, ha le vertigini e non capisce più nulla. Un po' quello che gli faceva provare lui.
C'è pure un cellulare dentro la tasca dei suoi jeans, sta suonando da più di un'ora ma Harry neanche se ne cura. Balla come se non ci fosse un domani, si strofina sugli altri corpi senza volto, si fa toccare, desiderare e ammirare come fosse la scultura più bella.
Ha gli occhi serrati e le labbra dischiuse, la maglia macchiata di cocktail alla fragola e delle mani sconosciute che stanno cercando la patta dei pantaloni. Harry non le ferma.
"Bambolina, ti va di venire con me?".
Harry aggrotta la fronte a quel nomignolo. "Non - non chiamarmi così. Harry, mi chiamo Harry".
Solo io posso, gli aveva detto. Solo io.
Si volta a valutare la voce che ha parlato; alto, in forma, camicia costosa e capelli biondi. Ha delle mani grandi, e pure la barba.
"Sì, vengo con te." risponde poi.
Il ragazzo sorride, lo trascina per mano fino all'uscita, ed Harry disconnette il cervello.
•••
Si sveglia la mattina seguente da solo in un letto sconosciuto, niente grandi finestre luminose o odore di caffè. Solo una triste vetrata che si affaccia su dei palazzoni di cemento e un dolore martellante alle tempie. Si passa una mano sul viso, si solleva dal materasso e poggia i piedi sul pavimento freddo.
Non ha idea di dove si trovi o che ore siano, né come si sente. Forse gli basta guardare fuori dalla finestra; il cielo è nuvoloso, ci sono piccole gocce di pioggia che rigano il vetro. La luce che entra nella camera è cupa, deprimente. Rispecchia perfettamente il suo stato d'animo. Si alza e fruga tra i vestiti abbandonati ai piedi del letto, sfila dalla tasca il suo cellulare e trattiene un lamento. Diciassette chiamate perse da sua madre, dodici di Niall e sette messaggi. Cazzo.
Con il cuore che gli martella nel petto digita il numero di Anne. Due, tre squilli e "Sei impazzito?! Dove diavolo - Harry. Dove cazzo sei finito? A scuola non ci sei andato?!"
Uh-oh. L'ha fatta grossa, molto grossa. Sua madre non usa mai parolacce.
"Io... Da Josh. Sai no? Quello di Brixton. Ci siamo svegliati tardi e abbiamo perso il bus".
"Brixton?!" La voce indignata. "Per dio, Harry. Non voglio che tu vada mai più in quei posti, senza dirmelo poi. Non - sei in punizione. Per un mese".
Harry sospira; poteva andare peggio. "Si ma'. Ora prendo un taxi e arrivo".
Sua madre riattacca senza salutarlo. Harry chiude gli occhi e ingoia il groppo che ha in gola. È la terza notte che passa fuori casa in letti non familiari. È la terza mattina che si sveglia in una casa non sua, raccoglie le sue cose e lascia la casa come una puttana.
Sua madre pensa che sia da Niall, o dal suo compagno di laboratorio o, appunto, da Josh. Oggi ha pure saltato scuola.
Sguscia nel piccolo bagno, si sistema i capelli e si da una lavata alla faccia, poi esce e si richiude la porta alle spalle.
Ha ancora la maglietta sporca dalla sera prima, ma non ci pensa neanche un attimo a prenderne una del ragazzo. È troppo intimo come gesto.
Riesce a fermare il taxi al primo tentativo; dà l'indirizzo e si lascia sprofondare nel sedile, un incredibile senso di vuoto dentro di lui.
•••
"Hai voglia di venire da me? Ordiniamo da Burger King".
"No".
"C'è una festa da Josh allora, ha detto che gira roba buona".
"No".
"Ci sarà pure Mandy, quella con le tette grosse".
"No".
"Ma che cazzo, Harry. Vuoi che andiamo a Soho? Giochiamo alla play? Rapiniamo una banca? Insceniamo Jack lo squartatore?".
"No".
"Harry, non ero serio - sai una cosa? Vengo lì. Porto McDonald's ed erba buona".
"Niall, sai che non fumo. E no".
"Chi ha detto che era per te? Sono già per strada comunque!" E riattacca.
Sbuffa sonoramente. Lancia il telefono per terra e si rigira nel letto. Dovrebbe cambiarsi e sistemare prima che Niall faccia la sua comparsa e lo trovi con addosso la camicia di Louis e la playlist che gli aveva fatto - quella che avrebbe dovuto ricordargli Harry - a tutto volume.
È venerdì sera, si trova a Londra e ha passato gli ultimi quattro giorni a piangersi addosso. Per cosa poi? Uno stronzo.
Uno stronzo testa di cazzo con un buon profumo, una portafoglio pieno di carte di credito e un sorriso così bello che perde un battito a ripensarci. È solo che - non è neanche colpa di Louis. Forse fa così con tutti; li porta fuori a cena, gli fa fare un giro sulla Mercedes, li scopa sulle sue lenzuola di seta e poi li getta via come clinex usati. Ci è cascato pure Harry ed è solo a causa della ingenuità adolescenziale, dei film scadenti che Gemma lo costringe a guardare e dei suoi stupidi ormoni. Fanculo. Spera che Niall abbia preso più cibo possibile.
•••
"Sai cosa? Dovresti.." comincia Niall riponendo il bicchiere di Coca-Cola, improvvisamente serio. "Sbattergli in faccia che ti scopi qualcun altro".
Sapeva che avrebbe tirato fuori l'argomento. Hanno passato la serata a ridere come idioti, tanto che a un certo punto gli facevano pure male le costole. E Niall non era neanche fatto. Solo loro due e il cibo scadente del fast-food, un programma spazzatura di Mtv e la casa tutta a loro disposizione.
Ma c'era comunque questo filo di tensione tra di loro e sapeva che ad un certo punto Niall l'avrebbe tagliato; ha passato l'intera settimana a cercare di tirarlo su di morale senza mai sfiorare l'argomento.
"Piccolo dettaglio: non ho più intenzione di rivederlo, Niall" ribatte senza neanche incrociare gli occhi dell'amico.
"Oh andiamo, non puoi lasciare che lui ce l'abbia vinta. Fagliela pagare".
"Ma non hai ancora capito? Non gliene frega un cazzo".
Niall scrolla le spalle, "Vedila come una rivincita personale. Harry Styles non si fa trattare così da nessuno" conclude con un sorriso sornione.
Il riccio ride, si stringe nelle spalle e "Ci penserò".
•••
Eleanor accavalla le gambe scoperte, le braccia incrociate strette al busto e uno sguardo accusatorio da far intimidire chiunque. Louis può sentirla giudicarlo fin da dov'è seduto - contro il frigo della sua cucina, scomodo tra l'altro- .
"Lou, cos'è successo?" E già, gran bella domanda. Louis solleva il mento ma tiene gli occhi chiusi, se prova ad aprirli tutto ciò che vedrebbe sarebbero ombre confuse e la stanza girare vorticosamente e non ci tiene ad avere un attacco di vertigini. Sospira sottovoce, il dolore martellante alla tempia si eleva ad ogni ticchettio di secondo d'orologio. "Mi sono ubriacato, questo è successo" risponde dopo interminabili secondi, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ovviamente non lo è.
I tacchi di Eleanor picchiano contro il pavimento fino alla figura rannicchiata di Louis, la ragazza si adagia al suo fianco e sospira. "Questo l'ho visto. Io intendevo cosa ti succede. Sono giorni che hai l'umore a terra ed oggi ti sei ubriacato dal nulla" il tocco leggiadro e caldo di Eleanor si posa sul suo braccio, confortante come sempre. Louis, una bile bloccata proprio in gola e un enorme bisogno di dormire fino alla fine dei suoi giorni, apre finalmente gli occhi e la guarda. Proprio non capisce come Eleanor faccia a conoscerlo così maledettamente bene, come faccia a capire quando ha bisogno solo di un appoggio e non parole di conforto.
"Ho - ho fatto una cazzata, giorni fa" comincia, guardandosi le mani strette in due pugni chiusi. Il silenzio della ragazza lo spronano a proseguire. "C'era Harry, qui, ad aspettarmi. Era stata una giornata stancante e -" Dio, al solo ripensarci una vocina nella sua testa gli grida 'cretino' in repeat. "Ho fatto una cazzata. Gli ho detto che era tutto uno sbaglio. Che forse non-" scuote la testa, si strofina le palpebre di nuovo chiuse con i polpastrelli e sbuffa una risata ironica. Eleanor accanto a lui ha preso ad accarezzargli i capelli, muovendo le dita affusolate lentamente perché sa che aiuta il ragazzo a rilassarsi. "Quindi, correggimi se sbaglio, eri nervoso e hai detto quelle cose ad Harry, e adesso lui ti ha - in poche parole, mandato a fanculo?" Cristo, dovrebbero darle una medaglia per il tatto. Louis annuisce.
"Sei un deficiente, Tomlinson. Ti ubriachi come un quindicenne col cuore spezzato" il ragazzo apre la bocca e spalanca gli occhi verso la sua migliore amica, "Innanzitutto, i quindicenni non possono ubriacarsi. Secondo, grazie per il supporto". Eleanor scoppia a ridere e gli lascia uno scappellotto prima di allungare le gambe e alzarsi sui trampoli con un balzo. Louis fa lo stesso, la sbornia affievolita ma l'incessante ma di testa ancora lì.
"Non fare il bimbetto, Louis. Sei un uomo adulto, dovresti agire invece che piangerti addosso, dov'è andato a finire il mio Tommo?" Eleanor gli scombina i capelli e sorride dolcemente, prende la sua pochette Armani e si dirige verso la porta.
"Comunque quel bimbetto deve averti fottuto il cervello, perché mai da quando ci conosciamo - e sono tanti anni - ti ho visto in questo stato pietoso per qualcuno" ed esce, senza preamboli. Louis rimane lì a guardare il punto dove poco prima c'era la ragazza, concordando con ogni sua singola parola. Già, mi ha proprio fottuto.
•••
Tutto ciò che Harry riesce a pensare è che la camicia lo asfissia. Odia i suoi genitori, odia quel maledetto matrimonio e odia Niall che è a casa a poltrire mentre lui deve subirsi applausi, sorrisi smielati ed Allison Webber attaccata al suo braccio.
"Tesoro, siamo ad un matrimonio, non ad un funerale, prova a sorridere" bisbiglia Anne nell'orecchio del riccio, dirigendosi subito dopo verso suo marito ed altre persone. Harry si guarda attorno, quel ristorante fa schifo, ci sono uomini troppo anziani per divertirsi e nemmeno un adolescente o qualcuno che gli si avvicini. La sposa sta passeggiando per l'intera sala, Harry la squadra da capo a piedi e decreta che quel vestito è veramente orribile.
Sta per alzare i tacchi e rintanarsi in un angolino solitario, mollando Allison proprio lì, fin quando un "Tomlinson!" lo fa voltare di scatto verso l'entrata della stanza. Tutto attorno a lui pare fermarsi per un secondo quando i suoi occhi verdi incontrano quelli azzurri dell'altro, per poi riprendere subito e spezzare quel contatto. Harry abbassa lo sguardo perché non lo aveva minimamente previsto, non aveva nemmeno l'intenzione di vedere quello stronzo accompagnato tra l'altro dalla sua inseparabile Eleanor. La ragazza attaccata al suo braccio lo scuote un po', gli occhi troppo truccati lo guardano curiosi mentre "Harry, tutto ok?" Chiede, schifosamente premurosa. Harry annuisce e le lascia un sorriso per non destare sospetto, poi trascina letteralmente la sua accompagnatrice ad un tavolo qualsiasi. Sente lo sguardo infuocato di Louis bruciargli sulla schiena.
•••
Hanno brindato a gioia, amore e prosperità, hanno aperto le danze - Des e Anne hanno ballato, Harry non si è mai vergognato così tanto in vita sua - e hanno riso. Louis è al tavolo di fronte al suo, si scambiano occhiate che durano troppi secondi, Harry lo ha guardato fisso mentre, dopo aver bevuto dell'acqua, si è leccato le labbra. Louis se lo aspettava, ha solo fatto un mezzo sorriso e spostato lo sguardo su Eleanor di fianco.
"Tesoro, perché non andiamo a ballare?" Allison sbatte le ciglia, si scosta una ciocca di capelli dorati dietro il viso e sorride dolcemente. E' una bella ragazza dopotutto, ma peccato che Harry preferisca prenderlo nel fondoschiena piuttosto che toccare le forme troppo sinuose delle ragazze. "Non mi va, Alli. Perché non vai tu? Scommetto che a mio padre farebbe piacere ballare con la mia accompagnatrice" inventa, perché di voglia di ballare ne ha zero se non di meno. La ragazza tentenna, poi capisce che deve alzare i tacchi e sculetta via. Harry ride, le donne son sempre donne.
Con un sorriso ad increspargli il volto decreta che è il momento di rompere le palle al suo amatissimo migliore amico, tartassandolo di chiamate e messaggi fintamente romantici.
Il bagno del ristorante è completamente vuoto, c'è odore di colonia e fiori e splende tutto. E' quasi più ampio della sua cameretta.
Quando prende il suo telefonino dalla tasca il rumore della porta che si apre con uno scatto lo fa sobbalzare. Alza gli occhi e dietro il suo riflesso nel vetro c'è quello di Louis.
"Cosa vuoi." E' la prima cosa che chiede, sgarbato e tagliente. Louis sorregge coraggiosamente il suo sguardo glaciale, ad Harry viene solo da piangere e picchiarlo furiosamente.
"Parlarti" è la risposta di Louis, concisa. Harry ride ironicamente, scuote la testa e alza il mento. "Di cosa? Di quanto sia stato bello scoparmi e poi tanti saluti?" Domanda retorico, avviandosi verso la porta e dando volontariamente una spallata al maggiore. Quest'ultimo rimane impassibile lì. Ovviamente ha chiuso la porta a chiave, prevedibile.
"Louis, fammi uscire qui prima che io mi metta ad urlare" minaccia Harry. Louis sorride di sbieco, in uno scatto fulmineo è addosso al più piccolo e gli tiene le braccia bloccate. "No, credo di esser stato abbastanza chiaro. Voglio parlarti." Ad Harry vengono i brividi perché Louis è maledettamente autoritario ed eccitante e tutto assieme. Boccheggia, prima di "Io non voglio, lasciami andare" borbotta, ma non è nemmeno sicuro di volerlo. Louis lo capisce perché una piccola nota di insicurezza si fa spazio negli occhi verdi del riccio e per lui è come un via libera. Le labbra sottili si posano con discrezione su quelle piene del più piccolo. Harry si scosta dalla presa di Louis e si aggrappa alle sue spalle, sente tutto attorno a lui crollare ed esplodere come fuochi d'artificio. Le mani di Louis raggiungono i fianchi di Harry a stringerli possessivamente, Harry si sente a casa sotto quel tocco.
"Sei uno schifoso figlio di puttana" sibilla Harry, un attimo prima di baciarlo ancora. Le mani di entrambi già impegnate a cercarsi, spogliarsi, ritrovarsi. Harry lascia un morso sul labbro di Louis, quest'ultimo gli stringe una natica facendolo sobbalzare. "E tu sei bellissimo" controbatte Louis, tirandogli i ricci e facendolo gemere. Gli è mancato quel suono gutturale.
Harry lo spinge due passi indietro, fino al bordo del lavabo. Gli tira giù i pantaloni e i boxer troppo eleganti e troppo stretti in un unico gesto, ed eccolo lì in ginocchio in un bagno pubblico pronto a fare un pompino, come le peggiori puttane.
"Stronzo del cazzo" borbotta il riccio, massaggiando l'erezione ormai evidente dell'altro. Louis sospira pianissimo, gli accarezza i ricci sulla nuca per spronarlo a fare il suo dovere che Harry compie alla perfezione. Il cazzo di Louis scivola ritroso dentro la sua bocca, lungo il palato e nella gola. Quello, quello è il posto dove deve stare.
Harry muove la testa velocemente inglobando tutti i lembi di pezzi, soffoca sopra la punta rossissima ma non si ferma. "Dio, quanto mi è mancato" sbotta Louis, il volto rivolto all'indietro dal piacere e un pugno stretto di ricci. Harry lo guarda da sotto le ciglia lunghe e concorda che è mancato anche a lui, ma non il sesso o quant'altro, è mancato Louis. "Mi fa piacere, ma è il momento di arrivare al punto" sibilla rudemente, pulendosi la bocca lucida di liquido e saliva. Si solleva di scatto facendo scivolare velocemente gli indumenti inferiori alle caviglie.
"Impaziente?" Lo rimbecca il più grande, pregustando già il calore di Harry, i suoi gemiti e la sue mani grandi strette su lui. Harry lo guarda freddamente, "No, me lo hai fatto venire duro e semplicemente non posso presentarmi fuori in certe condizioni" e finisce lì.
Louis non controbatte, cerca un preservativo nel portafogli mentre Harry si sfila del tutto i pantaloni d'intralcio. Quando vede Louis prendere una bustina di lubrificante lo ferma all'istante, "No, fottimi e basta" concilia rudemente, perché è stanco dei giochetti. Il più grande lo guarda tentennando, ma poi sussurrando un "Come vuoi" spalanca le gambe di Harry, tiene stretti i suoi fianchi e facendo coincidere la punta del membro al buchetto stretto di Harry entra in lui in una mossa decisa.
Il riccio stringe le spalle di Louis duramente, trattenendo a stento un imprecazione. Louis emette un gemito strozzato, "Porca troia, Harry, sei strettissimo" sbotta, muovendosi lentamente. Harry si sente spaccato in due; adesso definitivamente. Stringe i capelli lisci di Louis tra le dita, cinge il suo bacino tra le gambe lunghe mentre si fa fottere in uno squallido bagno di un ristorante.
"Cazzo, cazzo, mi sei mancato" sussurra il maggiore nell'orecchio dell'altro. Harry sbottona la camicia di Louis velocemente, facendola scivolare lungo le braccia e a terra. Graffia la pelle abbronzata nel modo più aggressivo possibile, inizia a gemere come una troia nell'orecchio di Louis e stringe più forte il suo busto tra le ginocchia. "Ti odio, ti odio, sei uno stronzo" prorompe Harry, marchiando la schiena di Louis e sobbalzando ad ogni spinta. Louis se lo stringe addosso mentre si muove con più ferocia dentro il suo corpo.
"Non ti voglio più vedere, cazzo" singhiozza il riccio, cingendo le spalle di Louis con un braccio e muovendo il bacino contro le spinte dell'altro. Gli è mancato, averlo dentro di sé, stringerlo e marchiarlo per far capire a chi appartiene. Ha rovinato tutto. "Hai rovinato tutto, Lou" dice, e con un'ultima spinta Louis si svuota dentro il preservativo. Poggia la fronte sudata sulla spalla di Harry e respira profondamente. Harry lo trova bellissimo anche mentre cavalca l'orgasmo.
"Mi dispiace tanto, Haz" e tutto si sgretola. Il riccio sbatte le palpebre due, tre volte prima di assimilare tutto.
Cazzo.
"Vaffanculo, porca puttana" esclama. Spinge lontano Louis che lo guarda accigliato, il calore dello sfregamento dei due corpi si assimila subito lasciando dietro di sé un immenso freddo vuoto. Harry raccoglie i suoi vestiti, si sciacqua la faccia strofinando per bene gli occhi. "Fanculo, cazzo, fanculo" sussurra tra sé e sé, dirigendosi a passo spedito verso la porta. Nel frattempo Louis si è vestito, ha ancora la faccia sconvolta e i capelli trasandati. Gli blocca un polso, "Che succede Harry?" ha il coraggio di chiedere.
Harry sorride, scuote la testa, "Abbiamo sbagliato. Io ho sbagliato. Devo andarmene" è tutto ciò che dice, prima di sbloccare la porta e tornare alla festa, lasciando Louis lì da solo.
Adesso capisce le emozioni di Harry quando ha fatto quella cazzata.
•••
È sabato sera, in tv stanno trasmettendo le vecchie puntate di Doctor Who e piove a dirotto. Harry è a casa da solo, tanto per cambiare, disteso a peso morto sul divano, un barattolo di Ben and Jerry's posato sullo stomaco e il mento sporco di gelato. Non si sta piangendo addosso e decisamente non sta cercando di tirarsi su di morale con del gelato, lo giura. Se ha ascoltato tutto il giorno le canzoni di Taylor Swift, non lo deve sapere nessuno.
È quindi piuttosto sorpreso quando viene risvegliato dal suono del campanello; i suoi genitori gli hanno comunicato che sarebbero rientrati l'indomani mattina e Niall è al momento a casa con una certa Barbara impegnato a fare cose che non ha intenzione di immaginare. Si alza sbuffando e il cucchiaio del gelato cade rumorosamente per terra, ma non riesce neppure a trovare la voglia per abbassarsi.
Quando arriva alla porta e la apre, il suo stomaco fa una capriola.
C'è Louis, i capelli e la faccia umidi per la pioggia, così bello che Harry potrebbe urlare per la frustrazione. Sta cercando di trattenere un sorriso, lo stronzo. Ha pure un piccolo mazzo di fiori che Harry non riconosce in una mano e un sacchetto nell'altra, Harry non sa se chiudergli la porta in faccia o baciarlo fino a che il sole non sorge. Opta invece per fare un passo indietro e farlo entrare, senza dire una parola. Louis si fa strada nel suo salotto a testa bassa.
"Se pensi di comprare il mio perdono con i tuoi cazzo di soldi, puoi risparmiartelo" commenta freddamente.
Louis è in mezzo alla stanza, la giacca di lana che lo fa sembrare più piccolo e la faccia stanca come se non dormisse da giorni. Ad Harry manca così tanto, eppure l'ha visto l'altro ieri.
"Sono dei giacinti" lo informa Louis, come se quello dovesse bastare alle accuse di Harry.
"E allora?".
"Sono i fiori del perdono".
Harry scuote la testa e prende posto sul bordo del divano, incrocia le braccia sul petto e "Che cosa vuoi Louis? Scoparmi un'altra volta e poi respingermi come uno stupido? Non lascerò che questo succeda di nuovo" dice.
L'espressione di Louis sembra offesa e Harry vorrebbe prenderlo a pugni.
"Dio, no. Harry ti prego, sei molto di più che una scopata qualunque e voglio che tu lo capisca. Ho ventiquattro anni e non mi sono mai impegnato seriamente con qualcuno, e - e poi arrivi tu e mi hai sconvolto tutto perché inizialmente dovevi restare solo una scopata. Ma ho coinvolto i sentimenti e mi sono incasinato da solo Harry, non - è da giorni che ascolto la playlist ininterrottamente che mi hai fatto. A casa, in macchina, prima di dormire. Mi hai scombussolato tutto e - Dio, Harry. Cazzo-".
È la prima volta che Harry lo vede così in difficoltà, e non sa proprio cosa fare o cosa dire. Sta cercando di trattenere l'enorme sorriso che vuole uscire a tutti i costi, vorrebbe saltargli addosso e dirgli che va tutto bene, che l'ha perdonato e che possono passare la nottata a coccolarsi sul letto ma le parole non gli escono.
"Te ne ho fatte altre di playlist, due per precisione" dice invece.
"Le potrò mai avere?" Chiede speranzoso, un piccolo sorriso sulle labbra.
"Forse" risponde, facendo un passo verso di lui. "E, per la cronaca, ti odio".
"Non è vero" ribatte con un sorriso compiaciuto e Harry non ha mai voluto così tanto baciarglielo via.
Sono a pochi passi di distanza e Harry riconosce il suo profumo dolce, inconfondibile. "Dormo con la tua camicia la notte ma ormai ha perso il tuo profumo" lo informa senza apparente motivo e il sorriso di Louis si allarga.
"Potrai rubarmene altre, allora".
Lo sguardo di Harry ricade sulla sua bocca e poi torna ai suoi occhi blu, luminosi come non mai. L'aria sfinita di prima sembra essere svanita.
"Penso che ti bacerò ora e spero che me lo lascerai fare" comunica il più grande, e dopo le loro bocche sono a contatto.
È il bacio più dolce che abbiano mai condiviso, lento e straziante. Dio, come gli è mancato. Harry ha le farfalle nello stomaco mentre Louis lascia cadere il pacchetto e i fiori sul pavimento e gli porta una mano sulla guancia, accarezzandola gentilmente. "Mi sei mancato" gli sussurra contro la bocca, la voce che sembra disperata. Louis gli passa un braccio sui fianchi, lo stringe più a sé e lo bacia con più forza. Il cuore di Harry accelera e sente che potrebbe scoppiare per la felicità. La realizzazione lo colpisce come una valanga e improvvisamente gli manca il respiro, ma quello che fa è abbandonarsi completamente al bacio. Si è innamorato di Louis Tomlinson, ventiquattrenne di successo e collega di suo padre. Non gliene fotte un cazzo.
•••
Quella sera, Louis e Harry fanno l'amore per la prima volta nel letto da una piazza e mezza del più piccolo. Louis entra dentro Harry dolcemente, senza mai staccare gli occhi dal ragazzo sotto di lui. Spinge contro il suo bacino lentamente, le loro mani incastrate sopra le testa di Harry e tutti e due si perdono nelle sensazioni che gli provoca lo stare così vicini. Harry ha un sorriso bellissimo mentre Louis lo fotte, più incantevole del tramonto guardato da Primrose Hill o la vista che ha Louis dal suo attico a Parigi. La pioggia fuori fa da sottofondo al loro amore mentre Louis sussurra frasi sconnesse all'orecchio di Harry; "Sei bellissimo, sei mio, non ti lascio più". Le sensazioni che sta provando Harry lo stanno travolgendo come un vortice ed è costretto a chiudere gli occhi perché è tutto troppo. "Sono tuo" riesce a sussurrare prima di venire tra i loro corpi, ancora sorridendo.
Harry si addormenta contro il petto di Louis, le loro mani ancora intrecciate e il respiro irregolare del ragazzo che lo culla in un sonno profondo.
È felice.
•••
La mattina seguente Harry si sveglia da solo, nudo e senza il calore del corpo di Louis a riscaldarlo. Il primo pensiero è che Louis abbia deciso di allontanarsi da lui un'ennesima volta e gli manca improvvisamente il respiro. Poi, sente le voci dei suoi genitori che parlano nel corridoio e oh, è sollevato che Louis non sia ancora qui perché uhm, ragioni ovvie.
Si rotola tra le coperte e qualcosa di duro preme contro il suo fianco facendogli emettere in gemito di dolore. Fa vagare la mano tra le lenzuola e afferra una custodia di plastica. È un cd, una playlist più precisamente. Sulla copertina c'è scribacchiato in una calligrafia frettolosa 'Per Harry. -L'. Lo apre con mani tremanti e afferra il cd, corre ad accendere lo stereo e inserisce il cd. Il ragazzo non riconosce la prima canzone; una voce strascicata canta la prima strofa 'All those arrows you threw, you threw them away / You kept falling in love, and then one day / When you fell, you fell towards me'. Harry socchiude gli occhi e si lascia trasportare dalla melodia, assapora le parole 'Oh, please don't go / I want you so / I can't let go', lo stomaco fa le capriole. Non sa se Louis abbia scelto la canzone senza motivo, solo perché gli piaceva come suonava o se per lui quelle parole abbiano un significato preciso. L'unica cosa di cui Harry è sicuro in questo momento è che - cazzo. Louis Tomlinson gli fa perdere il controllo di se stesso e il solo pensiero di quello che hanno fatto la notte passata, di ciò che gli ha sussurrato mentre entrava dentro di lui gli provoca brividi su tutto il corpo.
Afferra il cellulare finito per terra e illumina lo schermo, un messaggio non letto da parte di Louis; 'Sono dovuto andare via perché c'è stato un problema a lavoro. Chiamami appena ti svegli. Sei bellissimo quando dormi, xx'.
Va a fare colazione con il sorriso più felice che abbia mai sfoggiato nelle ultime settimane e ignora completamente le domande insistenti di sua madre.
•••
Niall sembra essere più eccitato di Harry per questa festa. Ha passato una buona mezz'ora a scegliere cosa mettersi, ha implorato Harry per aiutarlo a sistemare i capelli; "Il ciuffo deve essere più innalzato ma non troppo!" Perché a detta sua, se erano stilizzati come voleva lui, avrebbe dimostrato tre anni in più. Harry non ne era così sicuro.
Insieme si avviano verso casa di questo Tom, e non appena scendono dal taxi, la musica da discoteca gli risuona già nelle orecchie.
Il parcheggio della villa è completamente occupato, la maggior parte sono macchine così costose che Harry si sente persino in colpa a passarci accanto. Sono un po' in ritardo, la festa è già iniziata da almeno un'ora. 'Dove sei?' Scrive a Louis non appena i bodyguard al cancello gli danno libero accesso. Si ritrovano nel parco della villa, ma la festa deve essere sul retro, da dove proviene la musica.
La risposta di Louis è un 'sugli sdraio vicinjbd alla pisvcjina xxxxzxxxxx'. Perfetto, pensa Harry, è già ubriaco.
I due ragazzi si dirigono verso la piscina e okay, wow.
Le persone ballano al ritmo della musica altissima, con calici traboccanti in mano; si strusciano contro l'un l'altro, si baciano e si toccano senza vergogna. È fine ottobre ma dentro la piscina c'è una quantità esagerata di persone; chi gioca a palla, chi beve a canna dalla bottiglia di champagne e chi si infila la lingua in bocca contro la scalette. C'è un'isoletta con un ripiano bar giusto all'entrata, le persone affollate per chiedere un drink. Mentre si fanno strada verso la piscina, Harry lancia un veloce sguardo ai divanetti e - preferirebbe non averlo fatto. Ci sono due ragazze attaccate al collo di ragazzo moro, una mano che si infila dentro le mutandine di una bionda con le tette rifatte su un altro, e così via. Harry scuote la testa mentre "Vai così!" grida Niall da sopra la musica, prima di essere trascinato via in malo modo dall'amico.
"Cazzo Harry, altro che party da Josh. Senti l'odore di erba: questa è roba buona, fottuti figli di papà!".
Harry lo ignora e prosegue per la zona riservata alle sdraio. Ci sono cinque persone sedute su due lettini che chiacchierano - Harry si chiede come diavolo sia possibile, dato che quasi non riesce a sentire la voce di Niall affianco a lui - avvolte da una nuvola di fumo, e Harry riconosce Louis, la camicia bianca mezza sbottonata e degli skinny jeans neri. È appoggiato contro lo schienale, la testa reclinata all'indietro e le gambe distese, occupando la maggior parte dello spazio. Sedute sulla parte finale dello sdraio ci sono due ragazze; una la riconosce come Eleanor e l'altra pensa di non averla mai vista. Sul lettino di fronte si trovano invece due ragazzi, uno moro che sta aspirando dalla canna e uno castano posizionato in mezzo alle sue gambe, intento a baciargli il collo. Harry scambia un'occhiata con Niall e poi decide di annunciare la loro presenza.
Non appena lo vede Louis sorride e gli fa segno di avvicinarsi, intimando così a Eleanor e l'altra ragazza di alzarsi. Le due obbediscono sbuffando.
Harry si avvicina lentamente, un sorriso trattenuto. Si china a baciarlo sulle labbra, Louis gli afferra una manciata di capelli e se lo trascina contro con forza approfondendo subito il bacio, ed Harry è costretto a poggiare una mano accanto alla testa di Louis per non cadergli addosso.
Niall fischia ma Harry lo ignora, spalmandosi ancora di più contro il corpo del suo ragazzo. Louis gli morde un labbro, passa la lingua su quello inferiore e "Sono completamente fatto e voglio scoparti ora" sussurra, la voce roca e strascicata. Harry solleva la testa a guardarlo e gli si mozza il fiato per quanto è bello. Ha gli occhi rossi come qualcuno che ha appena terminato di piangere, le guance accaldate e i capelli scomposti. Harry si tira su e si sistema sul bordo dello sdraio, Louis lo imita. "Dopo, ora voglio ballare" risponde Harry, un sorrisetto beffardo che fa capolinea sul suo volto.
"Prima però ti devo presentare ai miei amici" gli ricorda. Harry improvvisamente si ricorda della presenza delle altre persone, che gli stanno guardando con un misto di noia e divertimento. I due ragazzi seduti davanti a loro hanno smesso di baciarsi e ora li stanno guardando. Il moro stende la mano e si presenta "Zayn" dice, con un sorriso appena accennato. Harry ricambia, poi stringe la mano anche all'altro, Liam.
I due, nota, non riescono a staccarsi da l'un l'altro neanche un momento. Mentre Zayn passa la canna a Louis e si presenta a Niall, Liam torna a torturargli il collo, mentre Louis aspira affianco ad Harry, Zayn si porta Liam sulle cosce e riprendono a mangiarsi la faccia.
Louis allarga le cosce, stringe i fianchi di Harry e se lo tira contro, i visi ora vicinissimi. "Ciao piccolo" sussurra, ed eccole lì, le fossette di Harry che incavano sulle guance con cui Louis adora giocare. "Ciao amore" poi si baciano perché non ne possono fare a meno.
"Voglio farti provare una cosa" confessa Louis, allungandosi verso Zayn per afferrare qualcosa. Harry nota Niall parlare con Eleanor sullo sdraio accanto, gli viene da ridere perché ci sta provando spudoratamente con lei, toccandole il braccio e spostandole i capelli. Stasera qualcuno farà sesso.
Intanto Louis sorride divertito prima di far scattare la rotellina dell'accendino e avvicinare la punta della cartina al fuoco. Fumo denso e bianco inizia a prendere forma mentre Louis si concede il primo tiro, arricciando il naso e rigettando subito dopo. Porge il filtro ad Harry, osservandolo. "Sai farlo?"Ovviamente no, Louis sembra intuire la sua risposta perché chiude gli occhi, aspira e con due dita afferra il mento di Harry, sfiorandogli il labbro con il pollice. Harry schiude le labbra in un gesto automatico, Louis apre gli occhi rossissimi e fa combaciare le loro labbra. Non è un bacio, il fumo inonda la bocca di Harry velocemente, "Ingoia e getta fuori" ordina ed Harry obbedisce come sempre. La gola inizia a bruciare ed il più piccolo è costretto a tossire un paio di volte.
"Era prevedibile, almeno non sei collassato" ghigna Louis, senza alcun tono derisorio. Harry apre gli occhi lucidi, la testa gira vorticosamente e ride, "Rifallo".
Due, tre baci. Louis aspira, Harry prende ciò che ha da offrirgli. My runway never looked so clear / but the hottest bitch in heels right here / no fear, and while you getting your cry on / I'm getting my fly on risuona forte tra la folla, Harry stringe i capelli di Louis in un pugno mentre lo bacia forte, la canna consumata giace ormai per terra e le mani di Louis a stringere la mascella del piccolo quasi a volerla sentire sgretolare sotto il tocco. "Lou - Louis, voglio ballare" sbiascica Harry tra un bacio e l'altro, tirando la camicia dell'altro spronandolo ad alzarsi.
In breve tempo sono dentro l'enorme villa, gente sudata che non fa altro che urlare, alzare le mani in aria e sfrenarsi. Harry ride perché è esilarante, si sente bene, vivo.
"Contento?".
"Se ti avvicini anche di più" e Louis se lo stringe addosso circondandogli i fianchi con un braccio, l'altro scende al fondoschiena. Harry ghigna prendendo a muovere i fianchi in movimenti circolari, strofina l'erezione appena accennata contro quella di Louis casualmente e tiene lo sguardo fisso in quello blu - ora scuro - dell'altro. Le pupille sono dilatate al massimo, fa quasi impressione. "Sai cosa sembri?" Urla Harry all'orecchio dell'altro, ridacchiando. Louis scuote la testa. "Un demone. Hai gli occhi moo-olto neri" e per confermare la sua idea annuisce. Il più grande scoppia in una fragorosa risata perché Harry in quello stato lo diverte da morire, "Allora attenzione, potrei farti male" accosta al suo orecchio, sorridendo furbo. Harry sbatte le ciglia apparendo quasi un bambino, ma poi si allontana velocemente da Louis e le sue labbra si aprono in un sorrisetto che di infantile non ha assolutamente nulla.
"Voglio giocare con te" dice, prima di avviarsi tra l'ammasso di gentaglia. Louis rimane fermo lì a guardarlo mentre Harry gli sorride, mentre le mani di altre persone lo toccano ovunque.
Harry sospira, alza la testa e chiude gli occhi. Stringe tra le dita le spalle di un'altra persona che lo sovrasta, sente tocchi sconosciuti dietro di lui sui fianchi, lungo la schiena. Lo sa che sta provocando Louis in maniera sproporzionata, lo vede negli occhi cupi che osservano ogni suo movimento ma ad Harry piace, piace sfidare il più grande. Si lecca le labbra secche mentre continua a muoversi a tempo con la musica troppo forte. Poi è un attimo solo, Louis lo afferra ferreo sul polso, spinge lontano le due persone con cui ballava poco fa ricevendo occhiatacce e frasi poco benevole. "Che stai facendo?" Chiede Harry inutilmente, perché Louis continua a camminare superando la marea di persone e raggiungendo delle scale che Harry nota solo adesso. Rimangono in silenzio fino a quando non raggiungono una stanza ampia, un lettino posto contro il muro e - quello è un aggeggio per i tatuaggi?
"Lou, che cosa vuoi fare?" Ripete, scoppiando a ridere. Louis lo spinge verso il lettino, lo tira giù pressando sulle spalle e "Stai fermo qui, e abbassati i pantaloni".
"Vuoi scopare? Proprio qui?" Il più grande lo ignora, sparisce in una stanza adiacente a quella ed Harry decide di fidarsi, facendo così quel che gli è stato chiesto. Deve ammettere che Louis ha davvero idee strane riguardo al fare sesso, forse è un amante dei luoghi pubblici riflette Harry, per poi riderci sopra.
Allarga le gambe, i pantaloni e i boxer calati fino alle caviglie gli danno fastidio, poggia la testa contro le braccia incrociate, "Louu! Cosa cazzo stai facendo?" Grida, esattamente come un bambino lagnoso.
"Sta buono, dolcezza. Dopo di questo vedremo se farai ancora la troia con altri ragazzi che non sono io" Harry rabbrividisce, Louis è dietro di lui ed ha quel tono autoritario che lo fa impazzire. Poi, il più piccolo, collega tutto e "Vuoi marchiarmi?" Cazzo, questo non se lo sarebbe aspettato.
Louis scoppia a ridere ma "Esattamente, Harreh, così capiranno una volta e per tutte a chi cazzo appartieni" poi Harry distingue diversi rumori, qualcosa di freddo su una natica e il ronzio di una macchinetta. "Questa farà un po' male" sussurra Louis. Harry aprirebbe gli occhi ma le palpebre non ne vogliono sapere di alzarsi fin quando sente un fottutissimo ago perforargli la pelle sul suo culo!
"Porca troia, Louis!" Sbotta, scansandosi solo per riflesso. Louis ride di nuovo, "Ti avevo detto di stare fermo, bambolina. Non muoverti" lo ammonisce riprendendo la sua opera.
Ad Harry viene da ridere e urlare allo stesso tempo, non sa cosa lo impone a restare fermo senza lamentarsi come un moccioso, forse la presa ferrea di Louis o il pensiero che lo sta marchiando con qualcosa di suo, indelebile, ma sta fermo lì a sorridere come una ragazzina innamorata quale è.
Passa una buona mezz'ora prima che Louis si fermi, pulisca il tatuaggio e lo copra con una fasciatura. Harry si stava abituando al ronzio irritante della macchinetta.
"Vuoi vederlo?".
"Secondo te? Ovvio che voglio!" C'è uno specchio proprio di fronte alla parete ma Louis facilita le cose scattando una foto con il suo iPhone e mostrandogliela fiero. "Che ne pensi?" E Cristo, ha un 'mine' scritto proprio sul culo nella calligrafia disordinata di Louis, potrebbe esserci di meglio?
"Che sei.." incredibile, fantastico, tutto ciò che voglio "..è perfetto, Louis" sincero e diretto. Louis sembra preso alla sprovvista perché spalanca gli occhi, ma poi sorride felice e aiuta Harry a risistemarsi.
Tutto quello che sta vivendo gli sembra un fottuto sogno, sul serio. E' felice, e non per aver bevuto metà bicchiere di qualcosa che gli ha offerto Niall, nemmeno per i suoi primi tiri di canna, ma perché ha Louis. Nella sua vita, con lui, marchiato sul corpo e dentro.
Pensa di amarlo mentre tornano dagli altri e lo guarda offendere Zayn chiamando il suo ragazzo 'puttanella', pensa di amarlo mentre trafuga il cocktail di Eleanor intenta a strusciarsi su Niall, mentre gli sorride con gli occhi luminosi più delle stelle sopra le loro teste quella notte.
Pensa di amarlo anche mentre Louis lo spinge contro il muro di una stanza a caso e lo prepara con dedizione prima di penetrarlo lentamente, ancora mentre si riveste e lo riveste e gli sorride con gratitudine.
Poi però glielo dice perché gli hanno sempre insegnato che l'amore non si tiene chiuso in gabbia.
"Louis. Ti amo".
E si accontenta dell'espressione sgomenta di Louis, del sorriso che gli spacca le labbra subito dopo tremendamente felice e lo bacia forte perché lo ama, lo ama troppo.
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