Ⅰ
Vi ricordo che questa storia non è mia ma di scarlets su EFP!
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ATTENZIONE, questa storia contiene:
• Sesso esplicito slash. (Louis/Harry)
• Uso di giocattoli erotici.
• Uso di sostanze stupefacenti.
• Linguaggio esplicito.
• Differenza di età. (24!Louis e 17!Harry)
• Daddy Kink.
• Comeplay/Overstimulation/Crossdressing.
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Harry ha l'aria assorta mentre guarda il ragazzo biondo che, ancora una volta, scivola con il suo skateboard rosso fiammante e nuovo di zecca su una lattina vuota di Pepsi.
"Fanculo voi e i vostro rifiuti! Chi cazzo la beve la Pepsi poi? Fa schifo!" impreca nel suo migliore accento centro-irlandese a denti stretti quando si rialza, massaggiandosi con faccia dolorante il fondoschiena e sfogando la sua frustrazione sul povero recipiente con un calcio ben piantato.
"Voglio scoparmi il nuovo professore di fisica" è quello che Harry, con la più totale disinvoltura, comunica a Niall. Il che, normalmente, dovrebbe suscitare un certo tipo di reazione. Ma tutto quello che Niall fa è sospirare e abbassarsi per controllare che le ruote del suo nuovo giocattolo siano senza danni. "Harry, non ancora. Avrà almeno 35 anni" gli ricorda, una lieve nota di esasperazione nella voce, ma ormai rassegnato.
"Appunto Niall". Le parole restano in sospeso tra di loro. I due ragazzi si fissano per alcuni istanti, poi le labbra di Harry si aprono in un sorriso sbilenco, ammiccando, e Niall - come suo solito - scoppia in una risata fragorosa che guadagna un'occhiata infastidita dalla coppia di ragazzi che sta imbrattando il muro accanto a loro. "Devi fartela passare questa cosa per gli uomini più grandi, amico. Guardi troppi porno" lo stuzzica il biondo, guardandolo di sbieco.
Harry sbuffa e incrocia le braccia al petto, si trattiene dall'alzare gli occhi al cielo e "Perché dovrei? Il sesso con gli uomini maturi è molto meglio di.." ma Niall non saprà mai di cosa è meglio perché lo interrompe agitando la mano frettolosamente, "Non sono dell'umore adatto per questa conversazione, H. Questo stupido coso non vuole infilarsi e... andiamo! Ce l'hai con me?" Harry ridacchia e prende a giocherellare con un tappo di birra, lo sguardo basso sulle punte sfasciate delle sue converse bianche.
Non ha ancora ben capito perché sia così attratto dagli uomini più grandi di lui: forse perché adora il modo in cui si lasciano modellare sotto le mani e la sua bocca, come se dipendessero solo e completamente da lui. Harry semplicemente adora conquistare il vietato, con la sua bocca rossa come il peccato e l'aspetto da ingenuo. Quel brivido di eccitazione nel sapere di essere il motivo per cui rischiano il loro matrimonio, quando tornano a casa dalle loro mogli e hanno ancora la schiena coperta dai graffi provocati dalle sue unghie. Ma evita di pensarci, prevenendo un'erezione da spiegare in pieno giorno, mentre si trova in un parco per skater. Decisamente imbarazzante.
Qualche secondo dopo la suoneria del suo telefono lo riscuote dai pensieri. Harry preme velocemente il tasto verde mentre il senso di colpa lo divora. Niall inizia a ridere apertamente appena le urla della signora Styles riecheggiano attraverso l'altoparlante, "Tra esattamente trenta minuti verranno i nostri ospiti a casa nostra e di te non c'è ancora l'ombra, quindi, Harry Styles, ti conviene..." l'espressione del ragazzo oscilla tra lo scoppiare a piangere perché sua madre sta letteralmente sbraitando, e lui odia chi alza la voce, o lo scoppiare a ridere per la faccia completamente rossa di Niall.
Alla fine, opta per un'alzata di dito medio in direzione dell'amico che ricambia con lo sghignazzare ancora più forte.
Non appena la telefonata finisce, Harry si lascia andare in una serie di imprecazioni rivolte a sé stesso e al biondo - ormai piegato a terra -. "Ma che cazzo ridi? Passami la mia roba piuttosto!" sbotta il riccio, mordendosi un labbro per trattenere una risata. "E non lanciarla!" aggiunge, prevenendo la mossa di Niall. Tuttavia, come risposta, la sua giacca di jeans gli arriva proprio in faccia, le chiavi della Volvo C10 di sua madre cadono ai suoi piedi e il pacchetto di M&Ms si rovescia sull'asfalto. Appunto.
"Sei un coglione, Nialler. E domani te lo sogni il passaggio a scuola!" dice Harry a mo' di saluto, avviandosi verso la sua auto in tutta fretta.
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Harry non si aspettava di certo un'accoglienza calorosa, certo, ma nemmeno così esagerata.
Appena varcata la soglia di casa sua, Anne, amorevole mamma, gli si para davanti con un cipiglio furioso sul viso e le mani strette sui fianchi. Il suo sguardo minaccia morte, reclusione e niente scappatelle seriali per un intero mese. Ad Harry fa un po' paura, seriamente.
"Ti conviene filare dritto in camera tua, Harry, prima che mi venga una crisi nervosa e, senza esagerare, venga un possibile infarto a tuo padre" sibilla Anne, il tono basso che sprigiona furia in ogni parola. Il ragazzo si limita ad annuire, prima di raggiungere camera sua e tirare un sospiro di sollievo.
Sa di averla scampata solo per gli ospiti ormai imminenti e che, dopo la cena, sua madre gli farà un lungo discorso sulle responsabilità, comportarsi da adulto e portare rispetto ai propri genitori ma onestamente, quello è sicuramente l'ultimo dei suoi problemi, riflette, prima di spogliarsi per indossare i suoi migliori vestiti.
La tavola è imbandita, i piatti e le posate impeccabili ad ogni posto e c'è odore di spezie nell'aria. Des, l'uomo di casa e tirato a lucido in uno smoking decisamente troppo formale, è seduto sulla sua fedele poltrona di pelle mentre stringe le mani sulle gambe a causa della tensione.
Harry inarca un sopracciglio, si chiede perché tutta quell'agitazione quando sono solo colleghi di lavoro che probabilmente hanno accettato l'invito solo per cortesia, ma stringe le labbra rosse in una linea dura, motivato a non mandare a puttane la perfetta organizzazione di sua madre.
"Tesoro? Menomale che sei qui! Non potevi indossare qualcosa di più - formale?" Anne, in piedi sui suoi tacchi 10 e fasciata da un abito nero, indica con un'occhiata rassegnata la camicia di flanella che indossa Harry. "Ehi! Guarda che questa è la mia camicia preferita ed è perfetta per un evento così galante" esclama poi, con una mano sul cuore e finta indignazione. Sua madre lo squadra per un'ultima volta, indecisa se rimandarlo indietro o chiuderlo direttamente in camera prima che il campanello della casa suoni.
"Vado io!" Si affretta a raggiungere la porta anticipando suo padre e sua madre in preda ad una cristi isterica. Sistema i capelli ricci - scuotiscuotisistema, tecnica infallibile - e con un grosso sorriso denti e fossette apre la porta.
Una catasta di uomini impeccabili con donne di mezza età legate al loro braccio fanno ingresso in casa Styles-Cox, sorridendo ampliamente e complimentandosi con Anne per la casa. Harry si lecca le labbra in un gesto automatico, sta per chiudere la porta quando - oh.
Il ragazzo più bello del mondo lo ferma con una mano, gli occhi azzurrissimi che lo fissano quasi intimidatori e divertiti e poi "Hai intenzione di farci passare o stiamo qui a fissarci l'intera serata?"esordisce. Su una completa frase Harry percepisce solo il suono acuto della voce dell'uomo, fin quando una risata argentina ed estremamente irritante non lo riporta alla realtà e "Oh, sicuro. Prima gli ospiti" dice, la spalla poggiata sullo stipite della porta, sorridendo a mezza bocca quando il ragazzo entra dopo la moretta e cristo, ha sicuramente un culo che parla. È sicuro che da qualche parte il controllare apertamente il fondoschiena di qualcuno si possa trovare sotto la voce inappropriato considerando il luogo e le persone presenti ma - chissenefrega, lo marchierebbe come solo Dio sa.
Si lecca ancora una volta le labbra quando prendono posto a tavola e nota con piacere che il ragazzo dagli occhi azzurri, i capelli biondo cenere e quel sorriso perennemente divertito - Harry lo ha fissato per un tempo indefinito, ma lui non deve necessariamente saperlo - sul volto definito è proprio di fronte a lui.
Harry adora giocare, soprattutto quando in ballo ci sono uomini. La sua mente elabora uno schema infinito di cose che potrebbe fare, risultando puramente casuale. Proprio per questo incrocia le gambe chilometriche sotto la tavola, da un morso al suo crostino ricoperto di crema al tonno mentre Des chiede "Allora Louis, ti hanno spostato all'ultimo piano della palazzina, giusto?" ed Harry mastica, ripete come una mantra louislouisloui-s e osserva attentamente il ragazzo di fronte poggiare il tovagliolo sulle gambe e annuire. "Sì, non è di certo un ufficio ampio ma in compenso ha un'ottima vista" forse sarà per pura casualità che gli occhi di Louis si siano spostati su Harry ma il ragazzino sorride, tira fuori la lingua e si lecca l'angolo della bocca con estrema accuratezza, sotto lo sguardo ora sbarrato di Louis che segue attentamente il movimento. Si riscuote però poco dopo, inarcando un sopracciglio verso Harry che in tutta risposta sorride innocentemente, tremendamente falso. L'attenzione di suo padre e degli uomini si sposta su un argomento finanziario, le donne dall'altra parte chiacchierano animatamente su cose che Harry non tiene a conoscere, per la sua incolumità.
"Scusa Louis, potresti passarmi l'acqua?" Si ritrova a chiedere, sbattendo le ciglia quasi civettuolo durante il tempo in cui gli porge la bottiglia. Sorride timidamente, sbattendo un'ultima volta le ciglia, "Grazie" dice, e il "Sfacciato" sottovoce di Louis è come una miccia. Qualcosa dentro di lui si accende come fuoco ardente, realizza di volere quel fottuto ragazzo - perché è maledettamente giovane ed estremamente affascinante - e subito. Preferibilmente, però, dentro di lui.
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A metà serata, dopo qualche bicchierino di Cognac per gli uomini e Brandy per le donne, Harry sta osservando Louis ridere con i maschi alla sua destra per qualcosa che non ha afferrato. Si ritrova a pensare che vorrebbe tanto togliergli quel sorrisetto dalla faccia, magari con qualche bacio o con un pompino, fatto sta che adesso si sta annoiando, ha giocato tutte le sue carte da flirt, ha usato lo charme dei capelli ricci e gli occhi verdi; Louis ha semplicemente tentennato, poi scuotendo la testa è tornato a conversare come niente fosse.
Harry adora giocare così come adora vincere. Se si pone un obiettivo è semplicemente quello, niente ripensamenti o quant'altro, e lui vuole e deve avere Louis.
"Louis! Tu sei così giovane! Quanti anni hai detto di avere, tesoro? Di sicuro troppi pochi per passare la serata con questo branco di mummie viventi" Quella che dovrebbe chiamarsi Rose interpella il giovane, un sorrisetto malizioso sulla bocca dipinta di rosso che Harry odia a pelle. Louis sogghigna mentre si passa una mano nei capelli ancora intatti e "Ho ventiquattro anni. E' il mio lavoro, sono i miei colleghi. Semplicemente amo tutto -" si blocca, l'espressione da sonosuperioreate sparisce completamente lasciando il posto ad un colorito bianco neve. Il perché sta semplicemente nella gamba di Harry che forse, casualmente, è finita con l'allungarsi e toccare quella di Louis. Un risolino gli sfugge dalla bocca mentre Louis " - questo. Amo tutto questo, e amo il mio lavoro" conclude poi, quasi in un sospiro mal trattenuto. Il piede di Harry striscia contro la caviglia scoperta di Louis, trascinandosi in su languidamente fino al ginocchio. Sente chiaramente il castano fremere, immobile nella sua posizione, un sorriso vacillante sul viso e la fronte aggrottata. Harry si sta divertendo, vederlo in quello stato solo per un piedino lo fa eccitare da matti; non osa immaginare per altro come reagirebbe. I suoi pantaloni troppo stretti stringono sul cavallo in una morsa quasi dolorosa, sa che lo sta provocando e ci sta riuscendo bene, altrimenti si sarebbe spostato in un batter d'occhio ma è fermo lì, lasciandosi sedurre sotto gli occhi vigili delle persone presenti.
"Harry, tu sei all'High School, giusto?" Rose - o meglio, l'impicciona - si rivolge a lui attirando l'attenzione di tutti. Harry sposta immediatamente la gamba, sedendosi composto e schiarendosi la voce prima di "Sì, ho appena iniziato l'ultimo anno" confermare, sorridendo a mezza bocca come è solito fare e mandando un'occhiata veloce al ragazzo di fronte. Louis sta trattenendo un sorrisetto divertito mentre lo osserva attentamente. Harry si bagna il labbro inferiore, lo guarda un'ultima volta e seduzione riuscita pensa, felice e soddisfatto da quella lunga serata.
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È da circa cinque minuti -oramai esatti - che Harry è fermo di fronte alle porte scorrevoli del Newark. L'insegna enorme sulla testa che lo intimidisce e quasi ci pensa a mandare tutto al diavolo e andare a cercare Niall, ma poi con un grosso respiro e un ultimo morso al labbro - ora martoriato - entra con passo indeciso nel grosso edificio immacolato. Tutto attorno a lui lo fa sentire un piccolo esserino insignificante, tutto quel bianco pulito e desolante, il pavimento che luccica. Sono davvero poche le volte in cui è entrato in quel posto e quelle poche volte lo mette ogni volta a disagio.
"Piccolo Harry!" Esclama una voce squillante, Harry fa in tempo a girarsi prima di venire travolto da due braccia esili. La figura minuta di Lucy, segretaria fidata, spinge contro il suo corpo e non fa in tempo a ricambiare quell'abbraccio che lei si stacca. È rimasta la stessa dopo anni, piccole pieghe ai lati degli occhi ma del resto sempre pimpante e dolce. "Cosa ci fai qui?" chiede lei, tornando dietro il bancone cosparso di fogli. Harry sorride timidamente, "Sono venuto per parlare con una persona, in realtà" spiega. Lucy annuisce, le sue labbra piegate in un sorriso luminoso, "Tuo padre? Perché in questo momento è-" ma Harry la ferma prima di poter concludere la frase.
Arrossisce, scuote la testa e respirando profondamente; "No. Devo parlare con Louis" ammette, timido tutto d'un tratto.
"Oh, Tomlinson? Certo. Si trova al quindicesimo piano" Harry la ringrazia frettolosamente prima di sparire nel lungo corridoio ed aspettare l'ascensore.
All'interno, fortunatamente, c'è un enorme specchio che ricopre l'intera parete, dando così l'opportunità ad Harry di sistemarsi un'ultima volta.
Indossa gli skinny jeans più stretti che possiede perché sa che ha delle gambe mozzafiato e spera che anche Louis sia di questo parere.
Sorride al suo riflesso, acquistando sicurezza e poi, finalmente, arriva alla sua destinazione. Tra un 'buongiorno' e un 'mi scusi' si fa strada fino alla porta in vetro contrassegnata da 'Louis Tomlinson' al lato, stranamente spalancata.
Al suo interno si trova un uomo di spalle - e che spalle -, nonostante Harry abbia avuto il piacere di fare la sua conoscenza da sole appena 24 ore, riconoscerebbe quel culo tra mille. L'ufficio è ordinato e ampio con un'incredibile vetrata luminosa che da' proprio sul Tamigi. Deve essere decisamente un pezzo grosso, Louis, per avere un posto di lavoro così.
Si appoggia allo stipite con un ghigno, aspettando che il ragazzo noti la sua presenza. Sta parlando al telefono di qualcosa che sembra preoccuparlo, perché continua a portarsi una mano tra i capelli; tic nervoso che possiede anche suo padre. Sarà una cosa tra uomini di affari.
Harry non è mai stato paziente, quindi si schiarisce la voce e con sguardo divertito aspetta la reazione di Tomlinson. Il più grande si volta seccato e non appena lo vede, boccheggia confuso.
"Richard, posso richiamarti?" dice, gli occhi fissi in quelli di Harry e la testa leggermente piegata di lato. Senza aspettare la risposta dal suo interlocutore chiude la chiamata in un gesto repentino.
Louis si passa la lingua sulle labbra, gesto che non passa inosservato ad Harry, prima di esordire un "Non dovresti essere a scuola?" con una punta di sarcasmo nel tono.
Harry ridacchia e fa un passo avanti, "L'ho appena finita".
L'altro sospira e si accomoda sulla poltrona di pelle dietro la scrivania, coperta di fogli, pratiche e qualche foto incorniciata. Porta le mani congiunte sotto il mento e lo fissa in attesa, "Dì pure, giovane Harold".
Harry, sfacciato come sempre, si trascina fino alla scrivania, chiudendosi la porta alle spalle. Con un balzo si siede sopra il ripiano, facendo cadere qualche penna. Le sue gambe sono tra quelle di Louis, che basito si allontana un po' con la sedia, creando più spazio tra loro. "Harry.." lo richiama allarmato, gettando un'occhiata fugace alla porta. Il corridoio, fortunatamente, è ancora vuoto.
Sorridendogli candidamente, afferra una cornice e dopo aver lasciato un ultimo sguardo a Louis si dedica a contemplarla. Raffigura lo stesso ragazzo che è di fronte a lui, solo che più abbronzato e più nudo. Indossa un costume blu a palme rosse, gli occhiali Rayban aviator e, attaccato alle sue spalle, c'è un piccolo esserino biondo. Harry non può fare a meno di sorridere intenerito e "È tua sorella?" chiedere curioso, mentre dondola le gambe che accidentalmente cozzano contro l'interno coscia di Louis.
Questi si irrigidisce lievemente, ma i suoi lineamenti si dolcificano mentre spiega "Sì, è una delle mie sorelle, Daisy".
Il riccio annuisce e ripone la cornice sul lato della scrivania, stendendo le braccia dietro il suo busto, reggendosi con quelle, e sorridendo al ragazzo. Louis inarca un sopracciglio, si alza dalla poltrona e "Senti, Harry, non so quali siano le..." comincia con tono serioso guardandolo dritto negli occhi, per poi bloccarsi improvvisamente. Un lampo di terrore attraversa la sua espressione come sussurra un "Cazzo. Merda".
Harry lo osserva confuso senza capire, quando la presa ferrea di Louis gli afferra i fianchi e lo trascina giù dalla scrivania. "Ehii!" protesta il più piccolo mentre si accovaccia, ignaro ancora del motivo di quel gesto: poi, non appena sente la porta aprirsi e la voce di Des Styles in persona fare eco nella stanza, si ammutolisce e trattiene il fiato. Il cuore gli batte a mille mentre "Tomlinson, ecco qui le carte che mi avevi chiesto. Le ho fatte disporre in ordine di data da Meredith" informa suo padre. Louis lo ringrazia titubante e si risiede, una gamba che si agita nervosamente. Gli lancia un veloce sguardo allarmato che il più piccolo ricambia.
Poco dopo Harry si rende conto della posizione in cui si trova, con la testa tra le gambe muscolose di Louis. E, davvero, ci prova a tenere la mano ferma, a non sorridere compiaciuto e a non leccarsi le labbra, ma chi può biasimarlo quando ci si trova in una situazione del genere?
Sotto il suo tocco, la gamba di Louis si irrigidisce immediatamente.
"Allora, Louis, la cena di ieri è andata bene, vero?" chiede speranzoso Des, mentre prende posto sulla sedia dall'altro lato della scrivania. Harry impreca interiormente, ma di certo quello non gli impedisce di tracciare una linea diritta lungo la coscia dell'uomo, e nota con compiaciuto che a Louis non dispiace affatto. "Certo, il riso al curry era delizioso!" risponde comunque incerto il castano, passando ad un'ottava più alta quando sente Harry abbassare la zip dei suoi pantaloni.
"Sì, Anne è un'ottima cuoca. Credi che Richard voglia accettare il contratto?" Harry, però, si estranea completamente dalla conversazione, perché onestamente, il cazzo di Louis nascosto dai boxer è a pochi centimetri dalla sua faccia e sì, pregusta già il suo sapore.
E forse dovrebbe sentirsi almeno un po' in colpa con suo padre nella stessa stanza, ma è tremendamente eccitante quella situazione. Così, con una mossa agile, lo sfila velocemente dal tessuto. Non lo sfiora neanche un attimo però, perché poggia il mento sulla gamba di Louis e aspetta che il ragazzo faccia qualcosa, che gli dica di continuare, che gli prenda il viso e lo spinga giù sulla sua erezione fino a farlo soffocare. Magari però, in un altro momento.
Se non conoscesse le sue intenzioni, Louis in questo momento descriverebbe Harry come un gattino in cerca di carezze, pronto a fare le fusa e che lo guarda con occhi grandi e innocenti. Ma come ha ben capito, Harry Styles è di gran lunga lontano dall'essere definito innocente. Così, mentre il padre di codesto ragazzo continua il suo discorso logorroico - sugli obbiettivi del nuovo piano lavorativo che hanno appena avviato- , Louis afferra i capelli di Harry e con forza lo spinge contro l'erezione.
Erezione alquanto prominente, nota il più piccolo con piacere, mentre fa collidere le sue labbra peccaminose contro la punta bagnata. Le gambe di Louis si spalancano istintivamente e si lascia sfuggire un gemito soffocato. "...Quindi credo sia meglio mantenere i rapporti con.. Louis?" chiede Des, guardandolo confuso e preoccupato, notando il viso del ragazzo irrigidirsi tutto d'un tratto.
"S-sì, sì, prego continua pure. Ho sbattuto il ginocchio" riesce a bofonchiare in risposta, mentre la presa della sua mano si stringe ancora di più nei boccoli di Harry.
Questo, con gli occhi che lacrimano, il mento umido per la saliva mischiata al liquido pre orgasmico e un'erezione dolorante ancora dentro i pantaloni, geme intorno al cazzo di Louis, quasi affogandosi, emettendo vibrazioni gutturali che riescono a far rabbrividire il castano.
Ad Harry ha sempre fatto eccitare a livelli estremi l'essere strattonato, il modo rude e passionale in cui le persone lo toccano, così frettolosi e traboccanti di desiderio. Il tirargli i capelli, invece, lo manda completamente alle stelle.
Alza gli occhi nitidi verso Louis, vorrebbe che lo guardasse mentre gli succhia il cazzo, incavando le guance quasi a voler aspirare direttamente lo sperma. Asseconda i movimenti della testa con la mano, stringendo il lembo di pelle che non riesce a raggiungere con la bocca, quella di Louis gli stringe forte i ricci, la cute brucia ma è un dolore piacevole ed Harry vorrebbe davvero toccarsi se non fosse costretto a stare in quella posizione scomoda.
"Oh. Beh, comunque sia, devo tornare al lavoro. Tra poco ho un incontro con i Cinesi e sai quanto siano perfettini. Buon lavoro" Des si chiude la porta bianca alle spalle, Harry sente distintamente i passi sul pavimento allontanarsi a poco a poco fin quando un "Cristo, continua" lo induce ad incavare di più le guance, spingersi affondo su quell'asta deliziosa che scivola tra le pareti delle guance velocemente. La sua lingua sfrega contro l'intera lunghezza e sul glande, roteandola un paio di volte mentre "Dio, così" Louis dice, la testa rivolta sullo schienale della sedia e le labbra sottili socchiuse in piccoli ma chiari gemiti. La mano tra i riccioli stringe un'ultima volta prima che l'orgasmo travolga completamente entrambi. Gli occhi azzurrissimi sono iniettati di lussuria e piacere mentre lo guarda completamente sconvolto e nel pieno di un orgasmo. Harry lecca un'ultima volta la punta bagnata prima di ingoiare il liquido caldo e leccarsi le labbra rossissime, sporche. "Piacere di essere stato d'aiuto" Dice poi, un sorrisetto smaliziato a le guance in fiamme. Louis sembra riscuotersi perché si alza dalla sedia - permettendo ad Harry di alzarsi, finalmente - passandosi una mano nei capelli. Sbuffa, sospira stancamente e "Senti Harry. Questo non - non è nulla, ok? Tu sei minorenne ed io. Cristo. Andrò in prigione e sono fin troppo giovane per questo" sbiascica, più a sé stesso che al riccio. Quest'ultimo alza le spalle, inclina la testa "Certo. Inizia tutto così" controbatte, avviandosi verso la porta. Louis apre la bocca un'ultima volta ma Harry lo precede, quasi del tutto fuori dall'ufficio mentre "A presto, Mr Tomlinson" ed esce, se non prima di avergli lasciato un ultimo sorrisetto allusivo.
•••
Niall, canna salda tra l'indice e il pollice in una mano e cucchiaio colmo di gelato cioccolata e panna nell'altra, strabuzza gli occhi non appena vede il suo migliore amico fare irruzione nella camera da letto. Azione apparentemente normale, considerato il fatto che quella è la camera di Harry.
Ma non quando questo sembra sul punto di accasciarsi a terra dalla fatica di chissà cosa, guance rosse e fiato corto. "Harry, che diavolo?"
Non appena il riccio si ricompone, storce il naso e lancia un'occhiata a Niall.
"Prima di tutto, quante volte devo ripeterti che la finestra la devi aprire quando vuoi fumarti una canna?" dice con un espressione disgustata mente si fa strada verso la finestra, sventolando la mano qua e là per allontanare il fumo e tossicchiando leggermente.
Niall rotea gli occhi. "Come sei esagerato".
"Secondo," riprende a spiegare ignorando bellamente l'offesa, "ho appena rischiato la mia vita per riuscire a prendere quel numero. Per la fretta stavo per inciampare sulle scale".
Niall vorrebbe controbattere con qualcosa tipo 'come se fosse la fretta il problema e non tu che ti muovi come Bambi sul ghiaccio,' ma evita di controbattere. Alza invece un sopracciglio in attesa che continui.
"Mio padre era in salotto, addormentato, ma c'era. Ed è andato tutto bene, finché non ho sbattuto il piede sul portaombrelli".
Il biondo scoppia a ridere immaginandosi la scena, forse trovandola fin troppo divertente a causa del fumo che continua ad entrargli nei polmoni. "Ti ha beccato?" chiede, asciugandosi le lacrime dagli angoli degli occhi.
Harry sfila lentamente dalla tasca l'iPhone del padre e ammicca in direzione dell'amico; "No".
Niall alza il palmo in attesa che l'altro ricambi, sorridendo divertito. Harry gli batte il cinque e poi con poca grazia si getta anche lui sul letto da una piazza e mezza, sovrastando il biondo che finisce per macchiarsi la maglia di gelato al cioccolato. "Idiota" impreca sbuffando.
Trascorrono alcuni minuti, Niall che fissa la parete con espressione concentrata e Harry che maneggia con il suo telefono e quello di Des. È - come sempre - Niall a rompere il silenzio. "Sei sicuro di volerlo fare? Che ne sai, magari è sposato".
Harry scoppia in una risata. "Si lascerebbe far fare pompini se fosse sposato? Tra l'altro non ha la fede, ho controllato. E onestamente, chi se ne frega".
L'irlandese scrolla le spalle. "Come vuoi amico, solo -- non metterti nei casini" dice con tono rilassato per poi esalare il fumo.
Harry non risponde. Si alza, posa le mani sulle spalle dell'amico e lo fissa dritto negli occhi. "Vado a rimettere a posto il telefono. Non fare casini e non uscire da questa stanza, non vogliamo che succeda di nuovo come l'altra volta, vero?" Harry gli si rivolge come se stesse parlando ad un bambino neonato e se Niall non fosse ormai completamente nel suo mondo ne rimarrebbe pure offeso, ma annuisce semplicemente pretendendo di aver capito, gli occhi inespressivi.
•••
E così 20 minuti dopo si ritrovano entrambi l'uno distesi accanto all'altro, la testa di Harry poggiata pigramente sulla spalla di Niall. E sono anche 20 minuti che quest'ultimo sta vaneggiando in discorsi che non hanno assolutamente senso, come il cercare di convincere Harry, con un tono assolutamente serio, che in realtà Batman fosse seriamente il padre biologico di Tarzan. Certo, sicuro.
Non che Harry ci stia prestando molta attenzione dato che è fermo a fissare la schermata di whatsapp con il nome 'Louis T' in alto da fin troppo tempo, incerto sul da farsi. Ha già aperto circa dieci volte la piccola icona del profilo, una foto del ragazzo in tuta e maglia da calcio rossa, sguardo intenso e bicipiti in bella mostra, dannatamente eccitante, - che se la sia anche salvata è un dettaglio irrilevante -. Non sa perché sia così nervoso, "è uno come un altro" si ripete per farsi coraggio.
Così, con questo ultimo pensiero, digita il messaggio velocemente e preme invio senza esitazione.
'Ehy, sono il ragazzo del pompino di oggi xx'
Resta per un po' ad osservare il fumetto verde, chiedendosi e richiedendosi se non abbia fatto un'enorme cazzata. Louis è un collega di suo padre, per Dio. E se andasse a divulgare tutto al suo capo, lamentandosi del 'figlio decisamente troppo sfacciato'? Finirebbe seriamente nei casini.
Ma Harry si dimentica di tutte queste paranoie non appena lo stato di Louis passa da 'ultima visita alle 6:48pm' a 'online'. Preme immediatamente il tasto home, uscendo dalla chat, e blocca il telefono. Si alza di scatto torturandosi i lacci della felpa nervosamente per andare ad accendere lo stereo. Niall lo guarda stranito, ma non appena la voce di Matt Healy e le note 'Hey, now I call it a split 'cause I know that you will' fanno eco nella stanza, socchiude gli occhi come fosse in estasi e mormora un "The 1975 e marijuana, mi conosci troppo bene," con voce strascicata. Harry sorride e con passo titubante ritorna alla sua posizione, afferrando il telefono. Louis gli ha risposto.
'Per avere il mio numero hai fatto qualche pompino anche agli altri colleghi?'
A quel messaggio, Harry, oltre che a rilasciare un sospiro che non sapeva di aver trattenuto, sorride a 32 denti. Gli piace Louis con le sue frecciatine sarcastiche e sempre la risposta pronta, lo trova estremamente interessante e provocante. Spera che, oltre al farci sesso sfrenato - perché è questo che Louis lo porta a pensare e la sua icona di certo non sta agevolando la situazione -, riesca a levargli quel sorriso da 'io sono meglio di te, grazie tante' dal volto, magari con l'uso della sua bocca e altre attività che Harry non vede l'ora di sperimentare.
'Potrei o non potrei aver fatto qualcosa a Colton per ottenerlo xx' digita, sorridendo compiaciuto. Cosa non propriamente vera, dato che non appena aveva lasciato l'ufficio di Louis si era andato a rifugiare nei bagni dell'azienda per alleviare il dolore che aveva tra le gambe, venendo contro la parete immacolata con l'immagine delle piccole labbra di Louis morse dai denti perfettamente bianchi per trattenere i gemiti e ancora il ricordo della presa violenta di Louis tra i suoi capelli.
'Colton? È sposato, darling. Improbabile.'
'Darling' Harry lo ripete, facendoselo scivolare sulla lingua imitando l'accento dello Yorkshire, ridacchiando. Spera usi nomignoli anche a letto, Harry lo adora.
'Quello non mi ha mai fermato, Louis '
Accanto ad Harry, Niall ha preso a russare con un braccio e una gamba che penzolano dal bordo del letto, la faccia praticamente per terra. Tipico.
'Sfacciato come sempre, vedo.'
Scuote la testa e non riesce a trattenere un sorriso tutto fossette, quasi come fosse una ragazzina emozionata che messaggia per la prima volta con la sua cotta. Esempio un po' inadatto, visto che Louis ed Harry hanno già superato di gran lunga quel livello.
'Oh, lo adori x'
E così, vanno avanti una buona mezz'ora a scambiarsi messaggi, qualche registrazione vocale di un Harry che imita con voce ansimante i gemiti di Louis di qualche ora prima seguiti da qualche insulto e frecciatina, a cui Harry risponde con un'adorabile selfie, faccia imbronciata e labbruccio.
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Se Louis, appena dopo aver ricevuto quella foto si masturba con l'immagine della bocca di quel ragazzo impressa nella mente, beh, non è affar di nessuno.
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Harry e Louis continuano a scambiarsi messaggi - la quale maggior parte totalmente allusivi e sfacciati - (non che dispiaccia ad entrambi), anche sua madre si è accorta del fatto che adesso sorride di fronte allo schermo del cellulare senza un apparente motivo, ma non fa domande, il sorriso di Harry parla chiaro.
Tre giorni dopo, Harry percorre il corridoio assieme a Niall, sgomitando a destra e a manca per arrivare sano e salvo alle porte della libertà.
"Poi la Joel ha iniziato a delirare sul fatto che io in tutto l'anno non ho minimamente toccato libro. Io, capisci?" Esclama il biondo quasi con indignazione, le guance chiazzate di rosso per la rabbia e i capelli arruffati per il troppo strattonare. Harry annuisce lievemente, incitandolo a sfogarsi. Alza la mano in segno di saluto verso un ragazzo che gli sta sorridendo e di cui - onestamente - non ricorda nemmeno il nome, "Allora mi sono alzato e sono uscito fuori perché stava dicendo stronzate. Mi sono fatto il culo nella sua materia, grazie tante" conclude alla fine, sospirando e sgonfiandosi da tutta la rabbia. Harry si sposta a destra mancando per pura fortuna una matricola, respira a pieni polmoni l'aria pulita appena varcano la soglia di quella prigione studentesca.
"Boh, comunque sia oggi devo recuperare matematica e poi ho concluso quindi sarò recluso in camera senza collegamenti al mondo esterno" Il biondo incrocia la braccia, con un minuscolo broncio sulle labbra. Harry ridacchia mentre si ferma nel parcheggio ormai quasi vuoto della scuola. Apre la bocca per dire qualcosa ma. Louis è proprio di fronte a lui, poggiato sullo sportello anteriore della sua auto con le braccia incrociate e un'espressione seria dipinta sul volto. I suoi capelli, Dio, sono completamente ordinati ed Harry vorrebbe davvero tirarglieli mentre Louis affonda in lui.
Niall lo dista dai suoi pensieri poco casti con una gomitata nella costola e "Ma sei scemo? Che cazzo ti prende?" alla quale Harry non risponde perché supera il biondino e si dirige spedito verso il ragazzo. Le sue labbra si tirano su in un sorrisetto compiaciuto. Sente distintamente le poche persone ancora lì parlottare qualcosa come "Ma chi è? È davvero bellissimo" ed Harry vorrebbe davvero girarsi, deridere quelle povere ochette e baciare Louis dinanzi a tutti, ma semplicemente si limita a leccarsi le labbra e "Cosa ci fa qui, Mr Tomlinson?" chiedere, nel modo più innocente possibile. La postura di Louis si raddrizza, si avvicina ad Harry cautamente e poi, se non fosse Harry Styles, arrossirebbe come una ragazzina alla sua prima cotta; Le dita di Louis spostano delicatamente un ricciolo ribelle dietro il suo orecchio e poi gli sorride divertito, perché lo stronzo sa l'effetto che provoca. "Vogliamo andare?" chiede il più grande dei due, infilando le mani negli skinny jeans. Harry annuisce freneticamente, voltandosi verso il suo migliore amico - tra l'altro abbandonato al centro del parcheggio - e scuotendo la mano; "Ti chiamo domani!" Urla, prima che quello annuisca e giri i tacchi.
"Pronto? Dai, siamo già in ritardo" sbotta Louis, in un lampo dal lato del passeggero a tenergli la portiera aperta. Come un vero gentiluomo pensa Harry, mentre entra in macchina col cuore in gola. Non sa perché lo rende nervoso tutto questo, o probabilmente sì ma non vuole meditarci ora come ora.
Lascia che i pensieri vaghino per strada propria quando Louis gli sorride prima di partire.
Dopo trenta estenuanti domande - senza una risposta tra l'altro - e una carrellata di "Siamo arrivati? Dove andiamo? Louuu- rispondimi!" (ed un "Cazzo, smettila di fare così, mi distrai e sono troppo giovane per morire!" da parte del guidatore) finalmente Louis spegne il motore. Harry sembra un cucciolo curioso, guardandosi attorno e osservando tutto quel lusso che gli circonda. Louis lo scruta divertito prima di prenderlo per mano in un gesto totalmente naturale e condurlo all'interno del ristorante. Gli occhi verdi lo guardano quasi a bocca aperta mentre "Signor Tomlinson! La stavamo aspettando! Prego, accomodatevi" esclama un tizio vestito di tutto punto. Harry ridacchia pianissimo perché gli ricorda vagamente un Pinguino.
"Grazie Gérard, sempre gentile" sorride Louis calorosamente, prendendo posto sul lato destro del tavolo apparecchiato appositamente per due. Harry si sente abbastanza intimidito perché seppur suo padre sia abbastanza famoso e il suo ruolo nel lavoro implichi cene formali quasi ogni mese, non è mai stato in un posto del genere. Mai. Ed è tutto così nuovo per lui.
"Provvederò subito a mandarvi un cameriere, nel frattempo vorrei farvi deliziare con una bottiglia di Montrachet dell'annata novantotto, a voi va bene o avete altre preferenze?" E, seriamente, Harry non sa nemmeno cosa sia - formaggio? A lui neanche piace! - per cui lascia rispondere Louis con un "No, va benissimo così", liquidando finalmente Gérard che si piega in un mezzo inchino e sparisce tra i tavoli.
"Allora, bambolina, come è andata la tua giornata?" E' Louis ad iniziare un discorso, marcando bene il nomignolo con cui l'ha appena definito ed Harry va a fuoco. Sì, deve esserci un incendio dentro di lui. "Bene, nulla di relativamente eclatante. Ma non credo tu voglia parlare di questo, no?" Ribadisce comunque, sorridendo a mezza bocca mentre si appoggia allo schienale della sua comodissima sedia. Intanto un cameriere sta versando del vino bianco nei bicchieri gemelli con una perfetta curanza, poi si dilegua se non prima di aver poggiato la bottiglia sul tavolo. "Sì, hai ragione" Concorda in fine Louis, alzando il suo calice brillante davanti al suo viso e sorridendo divertito.
Harry per la prima volta non sa che dire.
•••
A fine pasto Harry ride di più ed è molto meno teso. Ha buttato giù tutto d'un fiato due bicchieri di vino - che ha scoperto fosse quel Montrachet - e si sente pienissimo. Louis, da perfetto gentiluomo (Harry continua a ripetere come una mantra che non è assolutamente un appuntamento) ha pagato per entrambi senza nemmeno chiedere parere ad Harry. Alla fine l'ha portato a casa sua ed Harry non sa se può proprio definirsi casa, dato che è spaziosa, immensa e perfetta per esser indipendenti.
"Lou, dimmi che questa cosa ha anche la piscina! Per favore?" Esclama genuino il riccio, trotterellando da una parte all'altra per curiosare in giro. Louis ride pianissimo, posa la giacca sull'apposito appendiabiti situato nell'ingresso e si trascina verso la cucina.
Ad Harry brillano gli occhi perché quello stronzo possiede un'isola proprio al centro della stanza, tre sgabelli messi in ordine e l'acciaio rigorosamente inox sembra brillare sotto la luce tiepida che filtra dalla finestra. Lo osserva piegarsi - ok, osserva il suo posteriore ma ehi, anche l'occhio vuole la sua parte - prendendo qualcosa dal frigo che poi scopre esser delle fragole rosse e una bottiglia di Champagne già stata aperta. "Mhmh, vieni" mormora in assenso il maggiore, dirigendosi verso l'anta scorrevole del giardino dove c'è uh, un'immensa piscina. Harry nota con sorpresa che il giardino è curato come l'intera casa, e ad essere onesti non si aspettava tutto quell'ordine maniacale da parte di Louis, ma beh, si sbagliava.
"Vuoi fare il bagno? Se non ti va possiamo starcene seduti a bordo piscina" Ma Louis si è già tolto le scarpe ora riposte in un angolo all'ombra, per poi sedersi sull'orlo con le caviglie in acqua. Harry sorride lievemente, imitandolo e raggiungendo il suo fianco. La luce del sole bacia le loro pelli in un modo piacevole. Harry osserva come l'abbronzatura di Louis risalti di più sotto quel tocco. "Ascolta, devi assaggiare queste fragole perché sono le più buone al mondo" esclama poi il maggiore, spingendo quel frutto tra le labbra di Harry. Quest'ultimo da un piccolo morsetto alla punta per tastare, e quando il sapore aspro dolce lo invade finisce l'intera fragola. "E' davvero buona!" enfatizza, annuendo per confermare la sua opinione. Louis sta fissando le sue labbra muoversi mentre prende un sorso dalla bottiglia già stappata dello champagne, Harry si trattiene dal sorridergli malizioso e si limita semplicemente a leccarsi il labbro inferiore. "Potresti offrire da bere al tuo ospite, sai?" Dice, ma non lo pensa realmente. La sua voce è bassa e roca, in qualche modo suadente, e Louis lo guarda negli occhi, "Vieni qui" dice solamente, spostandosi posteriormente per far spazio proprio tra le sue gambe, la bottiglia ora riposta sul lato.
Lo sta ancora guardando mentre Harry si alza con troppa fretta e prende posto dove Louis ha richiesto. Trema impercettibilmente quando sente le dita del maggiore sfiorargli il collo pianissimo e il suo respiro rovente sulla pelle.
"Potrei offrirti altro, se vuoi" sisisisisi fallo pensa Harry, inclinando il capo per maggior accesso. Sente Louis respirare bruscamente e poi le sue labbra sul collo.
Sospira pianissimo quando i denti di quello affondano nella carne tenera, poggia le mani sulle cosce che lo accerchiano e spinge la schiena sul petto scolpito di Louis. "Mi fai venir voglia di rovinarti. Guardati, sei già ansimante e non ti ho neppure scopato" Dio, Harry non aspetta altro. Mugugna di piacere quando Louis fa strisciare fuori la lingua laddove ha appena succhiato e sa che dovrà nascondere quel succhiotto una volta tornato a casa ma è l'ultimo dei suoi pensieri ora quello.
Le guance scarlatte del più piccolo - così come l'intero corpo - brucia da impazzire, Louis gli sta lasciando morsi praticamente ovunque mentre impugna stretto i suoi fianchi per tenerlo più vicino. L'erezione prorompente che striscia contro la schiena ricoperta da brividi.
"Ti piace, vero?" Domanda retorica perché ovviamente gli piace. Gli piace quando succhia la sua pelle ora rossa dal suo passaggio, gli piace il modo in cui le mani di Louis stringono sui suoi fianchi quasi con possessione e gli piace il fatto che l'indomani, tutti quanti, vedranno Harry Styles a chi appartiene.
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Harry comunque realizza che non è affatto un'ottima idea tornare a casa in quel modo. Ha succhiotti e lividi viola che costellano il suo collo troppo vividi per coprirli, così dice a Louis di lasciarlo a casa di Niall, ringraziandolo con un bacio sulla mascella ispida e un veloce sfioramento della gamba.
Quando Niall lo vede, chiudendo la porta di camera sua con doppia mandata, spalanca la bocca e alza le mani di fronte a lui, "Wo-op fratello, hai litigato con qualche animale o che?" chiede, riferendosi naturalmente a quei marchi. Harry sorride lievemente, sfiorandosi il collo senza nemmeno accorgersene e "No, non ho litigato con qualche animale ma posso dirti cos'ho fatto con qualche persona" controbatte languidamente, anche se sa che Niall non è proprio un amante dei dettagli.
Infatti: "Risparmiami i dettagli, ti prego" e poi scoppiano a ridere.
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È domenica mattina, il sole autunnale entra febbrilmente dalle enormi vetrate della camera di Louis. Fuori, nell'immenso giardino, si trova Roger, il giardiniere di fiducia. Non piove da almeno tre giorni a Londra e le belle ortensie hanno bisogno di una sana bevuta.
Louis è ancora a letto sotto le coperte del suo grande letto matrimoniale, intorpidito dal calore del piumone d'oca. Ha una faccia rilassata e un'espressione serena mentre sorseggia la sua tazza di Yorkshire tea, rigorosamente senza zucchero. Svegliarsi senza la fretta del lavoro, la radio accesa sul comodino sintonizzata sul Breakfast Show e l'accento estremamente british di Nick Grimshaw che riempie la stanza gli provocano una sensazione piacevole e rilassante, come il stare a mollo per ore dentro la vasca calda, o passeggiare in riva al mare la mattina presto.
Accende il suo mac perché nonostante sia un giorno di pausa ha parecchio lavoro ed email arretrate da controllare. Sta per concludere l'affare con Robert, mancano solo le ultime pratiche e la giusta leccata di culo.
Scrolla la sua home di Facebook distrattamente, piena di foto dei suoi amici ubriachi alle tipiche feste del weekend. Senza neanche rendersene conto, finisce per digitare 'Harry Styles' nella barra di ricerca, clicca il primo risultato e sorride.
La foto profilo rappresenta un autoscatto di Harry e quel suo amico biondo, visibilmente ubriachi e con gli occhi lucidi. Le labbra del ragazzino sono ancora più rosse del normale e le guance accaldate, il che fa riemergere la sensazione della sua pelle bollente sotto la lingua di Louis. Si porta una mano sotto le coperte e riaggiusta il contenuto dei boxer schiarendosi la gola. Cristo, Louis. È solo una foto.
Curiosa ancora un po' e infine si decide a mettersi al lavoro.
Apre la casella di posta e la prima email non letta proviene - guarda caso - da Des Styles. È un invito ad una cena formale in una villa nel centro di Londra, proprio per concludere l'affare con Richard e la sua compagnia. Richiede di portare un accompagnatore e/o la propria famiglia ed in più di vestirsi eleganti.
Perciò, non solo Louis dovrà sopportare il nervosismo per l'affare, ma anche reprimere la frustrazione sessuale per il ragazzino dalle labbra rosso ciliegia che ormai occupa la sua mente un po' troppo spesso.
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"Louis, tesoro, è solo una cena di lavoro, perché diamine io sono già pronta e tu sei ancora davanti allo specchio?" trilla la voce squillante di Eleanor Calder che fa eco dal corridoio, i tacchi a spillo che rintoccano ad ogni passo.
Louis sbuffa e si spalma sul collo e guance il suo aftershave preferito, firmato ovviamente Hugo Boss.
"Louis, dobbiamo essere lì tra dieci minuti e questo è il secondo bicchiere di champagne che mi scolo. Tra l'altro, dolcezza, ti ho finito le fragole".
Eleanor fa irruzione nel bagno e prende posto sulla tavoletta abbassata del water, accavalla le gambe chilometriche coperte da leggere calze nere e prende un sorso dal suo calice di cristallo, guardandolo in attesa. "C'è qualcuno che vuoi impressionare di cui non mi hai parlato?".
Louis si vota e guardarla e assume l'espressione meno colpevole che riesce. "Forse?"
La ragazza spalanca la bocca e sembra sinceramente offesa, "Chi". Louis si mordicchia il labbro e "Non è nessuno" dice, "Solo qualcuno che mi piacerebbe portare a letto".
Eleanor solleva un sopracciglio e lo guarda frastornata, "Hai ventiquattro anni e ti vuoi scopare i colleghi di lavoro vecchi decrepiti? Ti prego Lou, no".
Louis si asciuga le mani e ridacchia, controlla un'ultima volta che i capelli siano arrangiati nel modo che piace a lui e "posso assicurarti che decrepito non è, love. Ora andiamo" dice. Tende la mano e aspetta che lei l'afferri, avviandosi poi alla macchina che li attende.
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La sala dove la cena prende luogo si trova in un hotel di alta classe giusto nel centro di Londra, tavole imbandite e gente pomposa. È riservata esclusivamente per la compagnia di Des e quella di Richard.
Louis entra guardandosi intorno, il braccio coperto da una camicia firmata Burberry intorno al bacino snello di Eleanor. Cerca con lo sguardo Richard; l'uomo è seduto al proprio tavolo condiviso con gli Styles e sua moglie. Ci sono altri due posti liberi e Louis si avvicina per accomodarsi.
"Buona sera" si annuncia, sporgendosi per stringere la mano a Richard e scambiando un'occhiata fugace con Des. Sposta la sedia per Eleanor che gli sorride falsamente e Louis la segue. Davanti a lui si trova, ovviamente, niente meno che Harry Styles con un ghigno compiaciuto stampato in faccia e gli occhi incollati allo schermo del telefono, la testa poggiata sul palmo aperto della mano.
"Alla buon'ora Louis! Stavamo giusto chiedendoci dove fossi finito" lo informa Des, concludendo con una risatina nervosa.
"Oh, è stato almeno venti minuti a ricontrollarsi allo specchio. Colpa sua questa volta!" Interviene Eleanor, sorridendo languidamente a Richard e posandogli la mano smaltata perfettamente di rosso magenta sull'avambraccio. Ecco un'altra ragione per cui Louis sceglie sempre lei come accompagnatrice: ci sa fare e riesce ad essere molto seducente, se vuole, e oltre al fatto che è la sua migliore amica.
Louis assume un'espressione colpevole e prende un sorso di vino bianco dal bicchiere, incontrando per un attimo gli occhi di Harry. Si schiarisce la gola e "Eleanor è un angelo" dice sorridendole ed intrecciando la mano a quelle della ragazza. Ha imparato, nel corso degli anni, che mostrarsi felicemente impegnato e con una relazione stabile aiuta a concludere gli affari. È così che, infatti, Anne, Eleanor e Mrs Colfer finisco per intraprendere una discussione sulla nuova collezione autunno-inverno di Stella Mccartney, lasciando i tre uomini a discutere di affari.
Louis sente lo sguardo indignato di Harry bruciare sulla sua pelle ma resiste l'impulso di incontrare i suoi occhi. Non con i suoi genitori e la presunta fidanzata allo stesso tavolo comunque, perché se solo si soffermasse troppo al lungo il suo sguardo scivolerebbe sulle sue labbra umide, e più giù sul suo collo candido dove i marchi che ha lasciato, pur essendo leggermente svaniti, sono ancora lì, visibili agli occhi di tutti i quaranta e più presenti. Una cosa che presto imparerà Louis, però, è che Harry Styles non vuole essere ignorato.
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L'orologio rintocca le dieci e mezza, della musica Jazz riempie la sala e Louis ha già bevuto due bicchieri di Brandy, la testa più leggera. Tra il sospiro di sollievo di Des e un sorriso soddisfatto di Louis hanno concluso l'affare, coronandolo con una torta fragole e panna e un'amichevole stretta di mano. Eleanor, da copione, l'ha baciato in bocca mentre tagliavano la torta ed ora sente il sapore sgradevole del rossetto alla ciliegia sulle labbra. È andato tutto secondo i piani e Louis sente il petto alleggerirsi, soddisfatto dei suoi risultati.
Sarebbe tutto rosa e fiori se solo la sua attenzione non fosse rivolta ogni due su tre verso il tavolo infondo alla sala, proprio quello più nascosto. Louis fa ballare nervosamente la gamba sotto il tavolo mentre guarda impotente la bocca di quell'odiosa ragazza bionda - è pure piuttosto sicuro che il colore non sia naturale - posarsi sulle labbra di Harry. Distoglie lo sguardo perché Des gli sta dicendo qualcosa, e riporta subito l'attenzione su quest'ultimo.
"...che magari potrei portare Anne in vacanza".
"Oh, la trovo un'ottima idea," suggerisce Louis, per poi riprendere con un disinteressato "Des, ma quello non è tuo figlio?".
Il signor Styles lancia un'occhiata fugace alle sue spalle e in seguito si volta nuovamente verso Louis, un sorriso compiaciuto che fa capolinea sul suo volto. "Già, e quella è la figlia degli Hastings. Ottima scelta, devo dire".
Louis avrebbe giusto qualcosina da obbiettare, ma invece ricambia il sorriso e prende un sorso del terzo bicchiere di Brandy. Serra i pugni e "Vado un attimo al bagno" si scusa, spostando la sedia ed alzandosi.
Non avrebbe nessun diritto di essere incazzato per quello che sta facendo Harry, proprio nessuno, visto che tutto ciò che i due hanno fatto è stato flirtare spudoratamente e lasciarsi qualche succhiotto. Non si sono neanche baciati, per Dio, ma. Guardare Harry baciare quella ragazza, davanti a tutti e specialmente sotto gli occhi di Louis, ha generato dentro di lui una gelosia inspiegabile. Vorrebbe prenderlo, portarselo a casa e farlo suo fino che non lo prega di fermarsi. Forse sono pensieri inappropriati con il padre e la madre a pochi metri di distanza, e forse Louis dovrebbe contenersi perché Cristo, Harry ha solo diciassette anni, ma ora come ora la sua coscienza è andata a farsi fottere mentre digita 'ti aspetto in bagno, veloce.' sulla tastiera del telefono.
Si appoggia al muro, prende un respiro e chiude gli occhi. Fortunatamente il bagno è vuoto, così Louis può schiarirsi le idee e scrollarsi quel senso di rabbia che ha addosso. Non li riapre finché non sente la porta aprirsi e la figura di Harry fare il suo ingresso in tutta calma, un sorriso sornione stampato in viso.
"Chiudila. A chiave" ordina Louis guardandolo dritto negli occhi. Harry obbedisce, ci si appoggia contro e riporta la sua attenzione su Louis. Ha la camicia stropicciata e c'è una macchia di rossetto rosa sul colletto. Louis stringe i pugni e si avvicina al ragazzo. Lo sguardo di Harry rimane sul suo, sfacciato e con un'ombra di sfida. Oh, se la mette così.
Riesce a sentirne il profumo dolce che gli è rimasto addosso per via della ragazza, da quanto è vicino. Il fiato irregolare di Harry si mischia con il suo, solo un altro passo e sono l'uno spalmato addosso all'altro.
Posa i palmi delle mani contro il muro dietro ad Harry ed avvicina la bocca all'orecchio, sfiorandolo con i denti. Harry trattiene il respiro.
"Ti piace, non è vero? Fare la troia davanti a tutti" sussurra scendendo verso il suo collo. Il riccio sta fremendo sotto di lui, le sue mani grandi si posano sulla schiena di Louis e lo tirano verso di sé.
"Ho detto. Ti piace?" ripete lasciandogli un morso sul collo e scostando il viso per osservare Harry. Dio. Sarebbe stato meglio a non farlo.
La sua testa è piegata cosicché Louis possa avere libero accesso alla sua pelle per marchiarlo, morderlo e possederlo. Le guance sono già accaldate e i denti mordicchiano le labbra. Harry apre gli occhi e "Sì" sussurra, quasi inaudibile.
Allora la faccia di Louis si apre in un sorriso amaro, afferra un polso del ragazzino e lo solleva al muro. L'erezione di Harry preme contro la sua coscia e può sentire che il riccio sta strisciando impercettibilmente il bacino contro di lui, forse anche involontariamente.
"E allora avrai quello che ti meriti, baby"
A quelle parole Harry fa uscire un gemito sommesso e si spinge di più contro la sua coscia. Louis può sentirlo benissimo ora, su e giù, su e giù. Posa una mano sul fianco saldamente per fermare il movimento ed Harry protesta, mugugnando qualcosa di incomprensibile.
"Solo se ti comporti bene, però. Ti ho detto di farlo?" lo rimprovera Louis, la voce ferma.
Il più piccolo si morde un labbro e scuote la testa: "No".
Si fissano per alcuni secondi, studiandosi, divorandosi con gli occhi. È Harry a staccare la testa dal muro e a spingersi verso di lui, le loro labbra lontane pochi centimetri. Lo sguardo di Harry scivola dai suoi occhi alla sua bocca, lo sguardo incerto. È sul punto di farle incontrare, Harry ha gli occhi chiusi e il fiato corto. È fottutamente eccitante, pensa Louis, quanto già sia disperato e ansimante il ragazzo. Così senza pensarci un'altra volta si allontana a malincuore -Dio solo sa quanta voglia ha di baciarlo - e lo fissa piacevolmente divertito, passando la lingua sulle le labbra che ormai si sono fatte secche. Harry rilascia un sospiro frustrato e "Louis!" si lamenta, incrociando le braccia. Sembra quasi un bambino che protesta perché la mamma lo ha messo in punizione e vorrebbe poterlo definire tenero, ma non lo è. Neanche lontanamente.
"Ah-ah. Te lo devi meritare piccoletto" spiega. "Ora andiamo dai tuoi genitori e gli diciamo che vai da quel tuo amico biondo, sì? Che ti offro un passaggio perché sono di strada, va bene?"
Harry ha ancora gli occhi chiusi quando annuisce e si stacca da muro. Si avvia agli specchi per darsi una sciacquata alla faccia e controllare che sia tutto a posto. "Dio, guarda come mi hai ridotto".
Louis ride e "Oops" ribatte, per niente in colpa.
•••
"Non c'è alcun problema, io ed Eleanor comunque siamo stanchi e da quanto mi ha detto Harry la casa di Niall è per strada" ribadisce Louis, un braccio intorno al fianco di Eleanor e Harry che racimola le sue cose dal tavolo.
"D'accordo, ci sentiamo domani allora?" Anne sembra rilassata mentre sorride al figlio. Se solo avesse idea.
"Sì, mamma. Tranquilla" la rassicura, piegandosi per lasciarle un bacio in guancia. Saluta il padre con un cenno e poi si volta verso Louis in attesa.
Il castano si sofferma un attimo a guardarlo, i capelli spettinati e le guance ancora rosse. È bello. "Quindi, prendo le chiavi e andiamo. Des, la serata è stata grandiosa, ci vediamo domani a lavoro" gli stringe la mano e ricambia l'occhiolino d'intesa, poi si volta e fa segno ad Harry di seguirli.
Harry, tuttavia, si tiene a dovuta distanza da Eleanor e Louis, controlla un po' di volte il cellulare lungo il tragitto ghiaioso finché non arrivano alla Mercedes.
Louis apre la macchina ed Eleanor prende posto accanto al suo, ancora silenziosa. Sembra avere intuito che c'è qualcosa, che quello non è solo un passaggio, viste le occhiate che lancia a Louis, ma almeno non commenta.
Il viaggio fino a casa di Eleanor è piuttosto imbarazzante e silenzioso, alternato dalle occhiate che Louis e Harry condividono attraverso lo specchietto.
Quando arrivano la saluta con un bacio in guancia fugace e un 'Ciao' tirato da parte di Harry. L'occhiata che Eleanor riserva a Louis prima di uscire dalla macchina non presume nulla di buono, ma ci penserà una volta che avrà sistemato la faccenda con Harry.
"Vieni a sederti davanti" dice il maggiore.
Harry annuisce e scavalca frettolosamente per sedersi accanto a lui, poi si volta a guardarlo in attesa. Louis alza gli occhi al cielo. "C'è una cosa chiamata porta"
Harry ridacchia solamente, "Allora, cosa facciamo ora?"
Louis ghigna, "Tra poco lo scoprirai, principessa".
Il viaggio verso casa di Louis è parecchio movimentato, tra il continuo tentativo di Harry a slacciargli i pantaloni perché "Non ti hanno mai fatto un pompino in macchina?" e la difficoltà a concentrarsi sulla strada di Louis - due bicchieri di Brandy e un adolescente in crisi ormonale sono piuttosto estenuanti, grazie tante -.
Louis sta tenendo Harry sulle spine: gli concede piccoli assaggi, qualche strusciata sulla coscia e un morso sulla guancia, ma vuole conservarlo per dopo, dove avranno un letto grande abbastanza e tutta la tranquillità del mondo.
•••
Se la residenza di Louis lo aveva lasciato a bocca aperta baciata dal sole, in piena notte è completamente un'altra cosa. Il giardino è illuminato da luci soffuse, quasi seducenti e l'interno ugualmente.
Quando mettono piede all'interno, la mano di Louis che lo guida, Harry può già pregustare nell'aria l'odore di sesso, lussuria.
Finiscono nel salone, Louis gli fa cenno di accomodarsi sul divano e "aspettami qui" dice, prima di dileguarsi verso il corridoio. Harry si accomoda sul divano e si guarda intorno. Qualsiasi cosa urla 'attenzione, estremamente costoso', dal divano di pelle alla televisione schermo piatto di dimensioni notevoli. Sul muro ci sono molteplici quadri raffiguranti diversi paesaggi con filtro bianco e nero, Harry ne rimane impressionato.
Gli piace più del dovuto la casa di Louis, e non gli dispiacerebbe per nulla passarci più tempo possibile. Spera che Louis gli faccia provare la piscina. E la doccia. Insieme preferibilmente.
Pochi minuti dopo Louis fa la sua ricomparsa e sembra rinfrescato e più bello che mai. Indossa gli stessi skinny jeans e camicia che aveva prima, con la differenza che quest'ultima è sbottonata.
Fa improvvisamente più caldo, o è solo perché la persona più sexy che abbia mai visto si trova davanti a lui?
"Allora.." si schiarisce la gola Harry, improvvisamente secca.
Louis gli regala un mezzo sorriso e prende posto accanto a lui sul divano. I suoi occhi sono più scuri. Fa segno di avvicinarsi e Harry obbedisce e con la sua solita sfacciataggine finisce a cavalcioni sulle cosce di Louis. Ops.
Le mani di Louis sono poggiate fermamente sulla pelle del divano, come se si stesse imponendo di non muoverle, di non toccare Harry.
Il più piccolo allora fa sporgere il labbro inferiore in una smorfia. "Louu!" si lamenta come un bambino capriccioso, allaccia le braccia dietro il collo del castano e muove il bacino contro quello sottostante.
Louis rimane impassibile se non per una scintilla nei suoi occhi. "Ah-ah" lo ammonisce.
"Perché no?" piagnucola contro il collo di Louis, lasciandoci pure un morso.
"Perché devi imparare a comportarti nel modo giusto".
Harry si trattiene dall'imprecare. Si struscia ancora di più su Louis, invece. Sa che lo farà arrabbiare maggiormente ma vuole vedere a cosa porterà. La sensazione delle loro due erezioni che si strusciano sul tessuto dei pantaloni fa gemere Harry contro la spalla di Louis ora umida per la saliva del ragazzo.
"Guardati, saresti capace di venire nei pantaloni solo strusciandoti su di me, non è vero?" Lo sguardo serio di Louis incontra quello implorante di Harry, lo sfida a continuare. Harry annuisce debolmente e continua.
Louis gli afferra la mascella e senza preavviso la sua bocca è su quella di Harry, violenta e passionale. Harry emette un verso sorpreso ma risponde prontamente, schiudendo le labbra per dare libero accesso alla lingua di Louis. Questo ribalta le posizioni senza interrompere il bacio e ora Harry è disteso sul divano, Louis sopra di lui, le mani intrecciate a quelle del ragazzo sopra i ricci sparpagliati. È un bacio che di romantico non ha niente; è umido, solo lingua, denti e morsi.
Harry morde il labbro inferiore di Louis e porta una mano tra i capelli di quest'ultimo. "Scopami" biascica tra i gemiti.
La bocca di Louis scende verso il suo posto preferito, lungo il collo che ormai è un totale contrasto tra i succhiotti di qualche ora prima e la pelle candida di Harry. Ne traccia il confine con la lingua e i denti, facendo provare ad Harry un dolore piacevole "Cazzo, Louis" geme, inarcando la schiena. Louis, a questo, aumenta la pressione con la bocca e stringe la presa sulle loro mani ancora intrecciate.
"Ci sto arrivando" mormora. Si alza trascinando Harry con lui, mantenendo il contatto tra le loro bocche.
Dopo qualche difficoltà - la camicia di Louis e la t-shirt di Harry abbandonate sul parquet del corridoio e un vaso quasi rovesciato - riescono ad arrivare in camera da letto.
La schiena di Harry si scontra col materasso e in pochi secondi Louis è già sopra di lui.
Sono pelle contro pelle ora ed Harry vuole sentire Louis ovunque.
"Spogliati, completamente" dice Louis, scostando il peso sulle sue ginocchia per guardarlo. Harry trattiene un gemito al tono severo del ragazzo.
Si sfila i pantaloni e i boxer in un solo colpo, gettandoli da qualche parte sul pavimento.
È completamente nudo ed esposto allo sguardo intenso di Louis, ora. Lo guarda e si morde un labbro, spostando una mano sulla sua erezione e muovendola lentamente. Sospira, perché Harry è dolorosamente duro e finalmente sta ricevendo una sorta di sollievo.
"Ti ho dato il permesso di farlo?" Chiede Louis retoricamente.
Harry scuote la testa ma non rimuove la mano. I ricci sono sudati e appiccicati sulla fronte, il petto si innalza e si abbassa irregolarmente ma gli occhi rimangono fissi su Louis. Il maggiore porta una mano ai suoi pantaloni, li sbottona e se ne libera in un batter d'occhio, trascinando i boxer con essi.
Ad Harry manca il fiato: Louis è meraviglioso. Il volto è illuminato solo dalla luce esterna che entra dalle grandi finestre creando ombre sulla sua pelle. Il petto, coperto da tatuaggi, è velato da piccole goccioline di sudore che scendono lungo gli addominali scolpiti. Le cosce sono muscolose e il suo cazzo, il ragazzino trattiene un gemito, è così grande.
"Ti piace quello che vedi, bambolina?".
Harry annuisce e porta nuovamente la mano libera tra i capelli di Louis, tirandolo a sé. Non appena Louis lo bacia, la mano scende sopra quella di Harry che continua a muoversi, bloccandone il movimento. La intrappola nella sua presa, portandola sopra la testa di Harry. "È questo che vuoi? Vuoi che ti leghi, che ti faccia stare fermo con la forza?"
Harry scuote la testa. Il bacio ha preso una sfumatura bisognosa, i denti di Harry che continuano a mordere le labbra di Louis in una silenziosa richiesta. "Ti prego".
"Cosa, Harry? Usa la voce".
Il riccio emette un lamento. Sente di poter esplodere da un momento all'altro se Louis continua ad ignorare la sua erezione in quel modo. "Toccami. Per favore" così la mano di Louis si infila tra le loro gambe e arriva al cazzo di Harry, umido dal liquido pre-seminale.
"Sei già sul punto di venire, Harry. E non ti ho ancora toccato".
Louis lo masturba in modo dolorosamente lento, passa il pollice sulla punta e traccia con il dito la vena sporgente, tutto questo senza abbandonare la bocca di Harry. Il più piccolo si muove sotto di lui come se non riuscisse a stare fermo e Louis lo distrae usando la mano libera per giocare con i suoi capezzoli, ma Harry si agita ancora di più.
Louis vorrebbe sentire la sensazione del cazzo di Harry contro la sua erezione, vorrebbe prenderli entrambi in mano e masturbarli contemporaneamente, ma teme che Harry - e Louis stesso - non riesca a reggerlo.
"Non venire" lo avverte.
Harry piagnucola contro il collo del più grande, "Smettila di toccarmi allora".
"Non venire e basta" ripete Louis fermo.
Ma Harry è giusto lì, al limite. Cerca in tutti i modi di impedirlo, ma non appena le dita di Louis stringono il suo capezzolo, provocandogli un piacevole fastidio, viene copiosamente sulla mano di Louis e sul proprio stomaco.
Louis non ferma il movimento ed Harry vorrebbe piangere perché fa male, il suo cazzo è iper-sensibile e la mano di Louis continua a masturbarlo.
"Louis".
"Ti avevo avvertito, baby" ferma il polso.
Harry sospira e volta il viso per nascondere il viso contro il cuscino, imbarazzato. Louis lascia uscire una risata divertita.
"Scusa" Harry dice, la voce tremendamente roca.
Il maggiore gli afferra il volto e fa incontrare i loro sguardi. Sorride sghembo e si abbassa per lasciargli un bacio delicato sulla mascella. "Sai che cosa si meritano i bambini che disubbidiscono?" sussurra contro il suo collo, la lingua che traccia il percorso della vena.
Harry si morde le labbra e scuote la testa. Il tono profondo e severo della voce di Louis glielo sta facendo tornare duro e si chiede come sia possibile.
"Una punizione" basta una semplice frase per far tremare Harry, le gambe improvvisamente di gelatina e il cuore batte troppo forte contro la gabbia toracica. Si guardano per un po', Louis ha quell'espressione indecifrabile mentre lo squadra sotto di lui, una scintilla a far brillare gli occhi azzurrissimi e ora acquosi. "Sarai buono per me, Harry?" Chiede il più grande, accarezzando lascivamente le cosce di Harry aperte in modo osceno solo per lui. Le sue mani finiscono col compiere una linea invisibile su tutto il fianco destro, stringendolo infine cautamente.
"Sì - sì, ti prego. Sì" Harry vorrebbe urlare, tornare a respirare normalmente e farsi scopare dopo giorni di completa astinenza, ma Louis sembra divertirsi in quel gioco alla quale, tra l'altro, Harry non vuole nemmeno partecipare. "Mani e ginocchia sul letto, subito" è tutto ciò che dice Louis, cercando di calmarsi e darsi un contegno perché Dio, Harry è così bagnato e voglioso solo per lui, ingenuo come un bambino che non sa in cosa si stia cacciando.
Harry annuisce freneticamente prima di posizionarsi come richiesto e arrossisce lievemente perché si sente completamente esposto sotto gli occhi minuziosi di Louis.
Non che sia la prima volta, ha fatto sesso con tanti, troppi uomini, ma quello lo rende così vulnerabile e bramoso di tutto ciò che ha da offrirgli. Respira pesantemente mentre sente i tocchi leggeri di Louis accarezzargli la rotondità delle natiche chiare, completamente nelle sue mani esperte.
"Ascoltami attentamente, Harry. Hai bisogno di una punizione e l'avrai, ma tu devi aiutarmi, va bene?" il ricciolino annuisce pianissimo, Louis si trattiene dal tirargli i ricci, fargli ruotare il collo all'inverosimile e baciarlo a bocca aperta. "Devi usare una safeword, sai cos'è?".
Ovviamente no, Harry nega col capo, "E' una parola di sicurezza. Quando è troppo per te, qualsiasi cosa stia facendo, puoi usare quella parola, ci sei?" spiega Louis, continuando ad accarezzarlo tra le scapole, le vertebre e lungo fino ai due incavi pronunciati di Venere.
"Rosso; ferma tutto. Giallo; richiesta di rallentare. Verde; proseguire. Hai capito?" Harry sospira pianissimo ma riesce a sibilare un fievole sì. Louis sorride, gli lascia un bacio sulla coscia e "Bravo ragazzo. Adesso rilassati, per me".
Il primo schiaffo arriva senza preavviso, lo schiocco del palmo contro la carne debole fa tremare Harry che inghiotte un sospiro e stringe il lenzuolo sotto le sue mani. "Per ora arriviamo a cinque, va bene?" annuisce soltanto, respirando profondamente e in un gesto naturale si sporge verso la mano di Louis. Il secondo, al contrario, arriva preparato e forte. Un veloce movimento del polso, il ritrarsi per istinto ma cristo, la voglia del volere di più che si fa sentire. Louis osserva estasiato il rosso tenue che adesso colora la pelle prima lattea, il sol pensare che è lui quello che lo ha reso così lo travolge del tutto.
Nell'aria c'è odore di pelli sudate, il profumo di Harry che non ne vuole sapere di abbandonarlo e quello di Louis che ha messo prima di uscire. Le ombre baciano la schiena nuda di Harry quasi come fosse un'opera d'arte.
"Sei bellissimo" sussurra Louis, sedendosi tra le gambe ancora oscenamente aperte di Harry, guardando come il suo cazzo tira sul ventre, quasi viola a causa dalle poche attenzioni.
"Per favore, Daddy, ti prego" è tutto ciò che pronuncia Harry, forse incosciente di ciò che ha detto ma Louis deglutisce un lamento sorpreso per il modo in cui l'ha chiamato.
Daddy.
Cristo, è la prima volta che gli capita una cosa del genere e, considera, non gli dispiace affatto. "Cos'è che vuoi, Harry? Vuoi che ti lasci qui, magari legato al letto, fino a quando non supplicherai di essere scopato? Dimmi cosa vuoi, piccolo" Harry piagnucola mentre nasconde il proprio viso nelle braccia, scuote i fianchi cercando un appiglio per ridurre l'eccitazione ormai ai limiti del sopportabile. "Scopami, Daddy. Ti voglio dentro di -" sospira, i gomiti piegati sul materasso a reggere un peso crescente. Il suo viso va a fuoco, l'esigenza di toccarsi è veramente troppa ma vuole essere buono per Louis, gliel'ha promesso.
"Non ancora, baby. Prima la punizione che meriti".
Tre schiaffi colorano le natiche piene di Harry ora tinteggiate di un rosso fragola, il viso imperlato di sudore e singulti che tenta di attenuare tra le braccia. Louis sorride perché Harry è stato perfetto, non ha ceduto al secondo o il terzo schiaffo, un leggero segno dell'ultima spanna che colora la natica destra. "Sei stato bravissimo, piccolo. Stai bene?" I riccioli sballottano su e giù in segno di assenso, Louis gli bacia un fianco prima di sporgersi verso il comodino ed estrarne del lubrificante e un preservativo. Il liquido cola copiosamente tra l'indice, il medio e l'anulare, freddandosi quasi subito. Il primo dito va a dilaniare il buchetto stretto e rossissimo, accogliendolo bruciante e appagante. Harry si spinge verso la mano di Louis richiedendo di più e Louis esaudisce il suo desiderio, aggiungendo le ultime due dita.
Sente la carne di Harry dilatarsi attorno alle dita, scivolando su di loro con facilità mentre quello continua a muoversi fottendosi da solo. Piega le dita torcendole al meglio, sfiora la prostata perché Harry singhiozza letteralmente e si spinge di più contro quelle in movimenti frenetici. Louis capisce che è al limite così si affretta a toglierle, srotola il profilattico lunga l'intera asta e col restante lubrificante massaggia l'erezione ora prorompente.
"Dio, bambolina, sei perfetto" è ciò che dice il maggiore mentre entra dentro di lui con un movimenti lento ma deciso. Harry sospira di piacere e gratitudine e finalmente si sente pieno, alza la testa e si sporge oltre la sua spalla, osservando i gesti accurati di Louis. "Tutto ok?" si premura di chiedere il più grande, tirando un sospiro appena dopo essersi fermato per intero dentro il corpo caldissimo del ragazzo. "Lou - muoviti, ti prego" singhiozza Harry attorno al suo cazzo. Louis ride divertito, arpiona i fianchi morbidi del piccolo e inizia a muoversi dentro di lui.
Gemiti rochi iniziano a fuoriuscire dalle labbra rossissime di Harry mentre incontra le spinte vigorose di Louis a metà strada. Si appoggia ad un braccio mentre inizia a stimolarsi l'erezione contro il ventre lasciata per troppo tempo senza attenzioni. Strizza gli occhi più volte perché cazzocazzocazzo Louis è finalmente dentro di lui, è enorme e sa come maneggiare le redini. "Dadd - oh mio dio, sìsìsì, lì" impreca Harry, qualche bestemmia incastrata tra i denti. Louis si muove dentro di lui secco e deciso, scontrandosi contro la prostata e sostenendo i movimenti di Harry con il suo bacino, stringendogli i fianchi fino a lasciare dei grossi segni rossi. "Cristo, Harry" esclama, perché il calore intorno al suo cazzo è troppo, ed è troppo mentre Harry raggiunge l'orgasmo e si stringe attorno a lui e cristo, Louis lo raggiunge pochi attimi dopo. Si piega lungo la schiena del ragazzo e gli lascia un bacio bagnato proprio sotto l'attaccatura dei capelli, accarezzandogli il ventre flebilmente e ansimando contro sua pelle.
"E' stato fantastico" dice Harry, dopo qualche attimo. Louis esce da quel corpo accogliente, raccoglie il preservativo e legandolo in un nodo lo getta alla rinfusa. "Sei stato così buono per me. Proprio un bravo ragazzo" elogia il più grande, stendendosi senza forze di fianco al corpo stremato di Harry, respirando grosse boccate. Stanno in silenzio per un po', contemplando il soffitto rosso sulle loro teste prima di oh, "Daddy? E questo chi te l'ha insegnato?" perché Louis ok, ha fatto sesso con tantissime persone, ma mai gli è capitato questo. Harry arrossisce ma sorride stancamente, "Sai, credo stimoli l'eccitazione o qualcosa del genere. E poi a me piace" controbatte, leccandosi le labbra umide. Louis ride, schiacciando la guancia destra sul cuscino e cingendo il busto di Harry con un braccio, trascinandoselo sul petto sudato. "Va bene, ma sappi che ne riparleremo".
E con quello si conclude il discorso, prima che vengano entrambi travolti da un sonno esaudente.
•••
Timidi raggi di sole colpiscono gli occhi di Harry, uno strano calore proprio sulla schiena scoperta e l'odore di caffè ad inebriarlo già di prima mattina. Apre gli occhi strizzandoli un paio di volte prima di mettere a fuoco il posto in cui si trova.
Allunga le braccia sulla sua testa, stiracchiandosi e mugugnando proprio come un gattino, socchiudendo gli occhi mentre Louis fa la sua comparsa nella sua tenuta da lavoro, i capelli in sistemati in ordine maniacale e le maledette caviglie scoperte sotto i pantaloni neri.
"Ciao bambolina, dormito bene?" Chiede poi, spalancando le ante della per far circolare aria fresca. Harry si rannicchia su sé stesso, tirandosi il lenzuolo fin sopra il collo e annuendo con un grosso sorriso. "Ti ho preparato la colazione per quando hai intenzione di alzarti" riferisce Louis, sedendosi accanto ad Harry e carezzandogli i folti ricci che contornano il suo viso. Il piccolo assume un patetico broncio sulle labbra piene mentre "Vai al lavoro?" chiede, la voce impastata dal sonno.
Louis annuisce, è abbastanza titubante dal lasciare da solo Harry a casa sua perché vorrebbe davvero tanto tornarsene al letto e farlo di nuovo suo ma non può, quindi "Sì dolcezza, mi tocca" conferma, guardandolo negli occhi da cerbiatto.
Harry sbuffa qualcosa sottovoce prima di tirare il più grande per un braccio e nascondendo il viso nell'incavo tra il collo e la spalla, annusando la pelle profumata di dopobarba. "Rimani qui, dai" tenta di convincerlo lasciandogli piccoli baci sotto l'orecchio e lungo la mascella. Louis mormora qualcosa, forse un imprecazione, prima di scostarsi gentilmente, lasciargli un bacio sulla fronte scoperta dai ricci e alzarsi dal letto. "Non posso, baby. Ma ci vediamo più tardi. Ti messaggio all'ora di pranzo, va bene?" alla fine Harry mugugna infastidito ma poi si alza, gli lascia un lungo bacio sulle labbra prima che quello vada a lavoro e sorride.
E' maledettamente felice.
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