Capitolo 5
"Ogni angelo ha un cellulare" disse.
"E con questo?" chiesi non capendo.
"Potresti contattare Logan tramite un messaggio su whatsapp e, senza dirgli che sei il suo angelo custode, cerchi di farlo ragionare" spiegò lui sorridendo di sbiego, già conoscendo la mia risposta.
"Ma sei un genio" dissi abbracciandolo.
"Ok ok... Calma" disse ridendo.
"Sai il numero di Logan?"
"Ovvio... Quando torniamo ai piani alti" disse alludendo al Paradiso "Te lo do"
"Perfetto"
Rivolsi uno sguardo a Logan. "Ritornerai quello di una volta" dissi sorridendo verso lui, anche se non poteva vedermi.
Kendall mi guardò per qualche secondo. Mi girai verso lui "Cosa?" chiesi.
Diede un'occhiata a Logan e poi dinuovo a me "Ma tipo ti piace?" chiese inarcando un sopracciglio.
"Perché mi fai questa domanda?"
"Bè... Vuoi aiutarlo" spiegò semplicemente.
"Si dà il caso che io sia il suo angelo custode" lo interruppi.
"Uhm si giusto" notò.
"Ora che facciamo?" chiesi guardandolo.
Fece spallucce.
"Mi annoio" gridò Kendall di scatto.
Sussultai per lo spavento e sbattei contro una sedia che si mosse di poco.
Logan alzò il busto e guardò quella sedia.
"Chi c'è?!" chiese spaventato.
"Ca***" sussurrai io.
"Ok calma. Penserà che sia stato un effetto collaterale della droga" disse Kendall impacciato.
Si alzò del tutto e si avvicinò alla sedia. Spostò i vestiti che aveva lasciato sopra e diede un'occhiata sotto e sopra, a destra e a sinistra.
"MINEY COSA COMBINI?!" mi sentii gridare.
"Ecco solo lui ci mancata" sussurrai dandomi uno schiaffo in fronte.
"VEDI DI NON FARE SCEMENZE" mi avvertì San Pietro.
Sbruffai.
Logan intanto se ne andò in cucina e digitò un numero di telefono.
Sentimmo un altro cellulare squillare.
Era quello di Kendall.
Ci guardammo tutti e due con aria interrogativa.
L'umano sbattè il cellulare con forza sul tavolo e lo schermo si scheggiò.
"È morto cazzo. È morto" disse adirato "È stata tutta colpa mia. Lui sarebbe qui, vivo. È stata tutta colpa mia" una lacrima gli rigò il viso.
Kendall ad un tratto si illuminò e poi ritornò al colore originale.
"Logan" disse toccandogli la spalla.
Lui si girò e, non appena lo vide gridò.
Cadde dallo sgabello e indietreggiò mentre il suo viso diventava candido come un lenzuolo.
"SAN PIETRO" gridai disperata.
In un attimo Kendall si illuminò dinuovo e venne reso dinuovo invisibile all'occhio umano.
"SCHMIDT NON FARE IL CRETINO" gridò il santo.
"È solo che... L'ho visto così giù per me. Volevo dirgli che stavo bene" disse mortificato, abbassando il viso.
"Capisco... Ma guarda adesso in che stato è" dissi indicandolo.
Teneva una mano sul cuore, aveva il respiro accelerato e i suoi occhi scrutavano tutta la cucina.
"Kendall" sussurrò Logan insicuro.
"Kendall sei tu?"
"LOGAN STO BENE" gridò Kendall a squarcia gola.
"Kendall" disse Logan scivolando contro la parete.
Attaccò le gambe al petto e pianse allungo.
"Devo fare qualcosa" disse Kendall passando le mani tra i capelli, mentre camminava da una parte all'altra della stanza.
"Abbiamo già combinato troppi guai" dissi io sospirando.
Posai lo sguardo su Logan. Mi faceva tanta pena.
Mi sedetti vicino a lui e posai una mano sulla sua guancia.
Lui, ovviamente, non sentì niente, ma io provai troppe emozioni tutto ad un tratto.
"Non piangere ti prego... Fai stare male anche me" dissi abbracciandolo "Va tutto bene" continuai poggiando una mano sulla sua.
"Non può sentirti" disse acido Kendall.
"Ma sta zitto tu" dissi poggiando la testa sulla spalla di Logan.
"Basta! Me ne vado!" disse Kendall offeso, per poi uscire attraverso la finestra.
"MINEY FRA 5 MINUTI A CASA"
"NON POSSO LASCIARLO COSÌ" ribattei.
"NON PUOI DISUBIDIRE"
Sbattei la testa al muro.
"Ti prometto che sorriderai dinuovo" dissi alzandomi.
Come faccio a tornare a casa?!
"APRI LE ALI"
Ali?! Ho le ali... Forte.
Ok... Concentriamoci. Voglio le ali, voglio le ali.
Sentii le spalle andare a fuoco e, in un attimo, vidi un paio di ali bianche piumate attaccate alla mia schiena.
E adesso voliamo.
Mi concentrai e iniziai a sbatterle e in poco tempo mi alzai in volo.
Attraversai il tetto e volai fino in cielo e, in un nano secondo, attraversate le nuvole, mi ritrovai in Paradiso.
Raccolsi le ali, sentendo dinuovo quella sensazione di bruciore.
Però... Toghe.
"E ora andiamo a trovare Kendall" dissi iniziando a incamminarmi verso il tabellone raffigurante la mappa del Paradiso.
"Dove credi di andare ragazzina" mi sentii dire da dietro.
Mi girai... San Pietro.
"Ecco io..." cercai di dire, ma mi interruppe "Devi andare a scuola!"
"Cosa?! Scuola?! Ma stiamo scherzando?!" gridai.
"Calmati ragazzina. Non è come sulla Terra. Qua studi come diventare un angelo e non ci saranno compiti" disse facendomi strada.
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